MARCELLO FLORIANI 1917-1994 |
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(Tenente Carrista)
nato a Roma il 9 febbraio 1917 frequenta i corsi dell’Accademia Militare e ne esce sottotenente di fanteria nel 1937. Entrato nella nuova specialità carrista e nei ranghi del 4° reggimento è in Africa Settentrionale. Viene ferito 2 volte e nel gennaio 1941 durante il ripiegamento viene insignito di Medaglia d’Oro
"alla memoria"come alla menzione sottostante.
Come
ci racconta il nipote (Avv. Mario Mariano) dietro la motivazione c'era un
piccolo dramma.
"La Medaglia d'Oro che fu concessa all'allora Tenente Floriani, non è in realtà da considerarsi "alla memoria". In effetti, in un primo momento, la menzionata Medaglia fu effettivamente conferita con tale dizione, (ed è il termine più corretto in quanto fu conferita addirittura l'estrema unzione, considerata la gravità delle sue condizioni) ciò in quanto si credeva che il Ten. Floriani, Comandante di plotone carri, fosse disperso in battaglia. In realtà fu raccolto in fin di vita dagli inglesi, da essi salvato poi mandato prigioniero in India. A seguito della notizia dell'esistenza in vita del Tenente Floriani, dalla motivazione della Medaglia d'Oro fu espunta la dizione riservata ai caduti in battaglia.
Col. Marcello Floriani 15° comandante del 4° reggimento carri dal 62 al 63 |
“Ufficiale carrista già distintosi per capacità e valore personale in duri combattimenti, nell’imminenza di importanti operazioni chiedeva ed otteneva il comando di una compagnia carri M/11 di formazione. Impegnato contro preponderanti unità corazzate, con perizia e singolare audacia ne smorzava l’impeto. Ferito gravemente, rimaneva al suo posto di dovere sventando, con ardita abile manovra, rinnovati reiterati attacchi, riuscendo, dopo sanguinosa azione, a determinare favorevole situazione ad altre unità poste in grave inferiorità dall’aggressività avversaria. Nel proseguire dell’azione, manifestatasi fase assai critica che decimava il reparto in uomini e mezzi, rimasto con un solo mezzo anticarro, a corto di munizioni, circondato da ogni lato e fatto segno ad incessante, violento fuoco di ogni calibro, rifiutava sdegnosamente l’intimazione di resa e persisteva nella cruenta lotta a colpi di bombe a mano. Benché nuovamente ferito, la protraeva con indomita virile fermezza fino all’esaurimento di ogni mezzo di offesa cadendo infine, esausto, tra i suoi valorosi superstiti. Superbo esempio delle più elette virtù di combattente”. |
Nel dopoguerra comanda poi la 4° cp del II° btg (132° carri) e svolge le funzioni di assistente addetto militare a Washington dal 57 al 60. Capo di S.M. alla Div. Cremona (60/61) comanda poi l’anno successivo il 4° reggimento corazzato della Legnano. Dal 1963 al 1965 comanda la scuola A.U.C. e Sottufficiali delle truppe meccanizzate e corazzate di Lecce. Dopo incarichi di scuole e S.M. ritorna nel 1968 da Generale di Brigata in comando alla Fanteria Ariete e l’anno successivo è Consigliere militare del Presidente della Repubblica. Dal 72 al 73 comanda l’Ariete , il Centro Studi Difesa Civile nel 1974 e la regione Militare Siciliana dal 76 al 78. Conclude gli anni 70 e quelli di servizio con il comando generale della Guardia di Finanza fino al 9 febbraio 1980. Muore a Roma il 19 luglio 1994.
Per espressa volontà dell'Ufficiale, pienamente ed
orgogliosamente accolta dalla famiglia, la Decorazione è stata donata all'Associazione Nazionale Medaglie
d'Oro"
A
fianco: Uno scatto colto in Africa Settentrionale nel 1940, in cui l'allora Ten. Marcello Floriani
mostra ad Italo Balbo alcuni danni subiti
dal mezzo inglese con il classico bollitore per il te in mano al carrista
di sinistra. (foto Gen. Marcello Floriani
per concessione Avv. Marco Mariano)
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