I
RANGER ITALIANI
DI ORLANDO DARBY
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Piano di Zillastro (metri
1.053 Reggio Calabria) |
Premessa: Con questa pagina e con l’altra dedicata al
Recce F. Squadron vogliamo ricostruire la storia di quei piccoli nuclei
di italiani che hanno compiuto un percorso di cobelligerante diverso da
quello ipotizzato e concordato. Queste persone sono passate, nel
Settembre 1943, dal Regio Esercito alle armate alleate, quasi senza
discontinuità, in un rapporto fiduciario difficilmente riscontrabile
altrove. E’ difficile per chi ha già raccontato queste cose e per gli
stessi personaggi definire le motivazioni e le cause che, da sicuri
prigionieri di guerra li ha trasformati in rispettati guerrieri Yankee.
Vestivano e agivano come i soldati alleati e come tali venivano pagati.
La storia di Darby che con l’Italia ha molto da condividere la trovate
nei personaggi. Cercherò attraverso i fatti di sondare la situazione e
le reali dimensioni del fenomeno tutt’ora sconosciuto. Ricordiamo che i
Carabinieri, pur non dipendendo dagli eserciti alleati, li seguivano
sempre per motivi istituzionali. Saranno quindi anche ad Anzio (un
migliaio, ma sempre soldati italiani erano) ed in tutti gli altri momenti in cui era richiesta la loro
presenza per il controllo del territorio e della popolazione civile
italiana liberata. |
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L'8 settembre 1943, sullo Zìllastro, l'VIII battaglione paracadutisti del
185° reggimento della Nembo (184a Divisione) si scontrò con i reggimenti
canadesi "Nova Scotia" ed "Edmonton". La Nembo, la penultima divisione
parà allestita, non aveva avuto un impiego sui teatri bellici europei per
la necessità di difendere il territorio italiano già minacciato. Non era
possibile, per diversi motivi a quella data, impiegare grandi unità di
soldati italiani fuori dai confini. La Nembo affronta quindi il suo primo
ciclo operativo alla frontiera giuliana contro le bande partigiane
jugoslave, poi in Sicilia e Calabria alle dipendenze della 211a Divisione
(il XXXI Cda comprendeva le Divisioni Costiere 211a, 212a, 214° e 227 e la
divisione Mantova). La Nembo si schiera inizialmente nella zona di Melito di
Porto Salvo e successivamente tra Cittanova, Piani di Milea (III btg.) e
S. Cristina d'Aspromonte (XI btg), la stessa strada che fece Garibaldi nel
1862. Mentre il III btg quasi al completo (ad esclusione di 20 elementi
dell’8° compagnia del cap. Gay) si unisce a unità tedesche in ritirata, il
comando e i resti del reggimento, ad esclusione dell’VIII, riescono a
raggiungere la Puglia. A gennaio del 1944 i resti del reparto vengono assegnati al
1° Raggruppamento motorizzato poi da marzo 1944 alla IIa brigata del Corpo Italiano
di Liberazione CIL).
Dai pochi uomini del III di Gay trarrà vita il Folgore Recce Squadron
inquadrato direttamente in unità inglesi.
L’’VIII btg ha invece la sfortuna di imbattersi alla vigilia dell’annuncio
dell’armistizio, come detto l’ 8 mattina, con unità canadesi. Il 3
settembre le forze britanniche erano sbarcate (operazione Baytown) sulla
costa calabra fra Bagnara, Villa San Giovanni, Reggio e Melito di Porto
Salvo. Avanzando sulla litoranea orientale (1a Div. Canadese) ed
occidentale (5a Div. Britannica) costringevano le forze dell’Asse, fra
queste la Nembo a ripiegare lungo la difficile dorsale appenninica.
The 2nd Brigade now moved into the lead,
striving to reach Cittanova, a large town on Route 111, one of the lateral
highways which crosses the Aspromonte from coast to coast. When the
Princess Patricia's Canadian Light Infantry were slowed by demolitions
along Route 112, Brigadier Chris Vokes sent the Loyal Edmonton Regiment
cross-country along a doubtful track which might lead to Cittanova. The
Eddies also ran into Italians troops, a hundred German-trained
paratroopers of the elite 184th (Nembo div.), who surprised the
Canadians by putting up a spirited fight. |
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Il non poter scendere dalla più sicura dorsale (il transito era più
difficile ma nessun alleato si sarebbe mai arrischiato a salire lassù nei
boschi)
sulle strade della costa, era un segno negativo che stava ad indicare che
erano già stati sorpassati. L'XI contrastò i canadesi nella zona di
Gambarie ma fu costretto a ripiegare per evitare l'accerchiamento. L'VIII,
nella giornata del 4 settembre, ebbe scontri di pattuglie fra Bagaladi e
S. Lorenzo dopodichè ricevette l'ordine di ripiegare in direzione di Platì.
Il ripiegamento dell'VIII avvenne fra i sentieri e le mulattiere
dell'Aspromonte, per evitare le grandi arterie percorse dalle Jeep alleate. Il giorno 7 il reparto raggiunse la
strada provinciale fra Platì e S. Cristina d'Aspromonte, che trovò già
occupata dalle forze canadesi dirette verso Delianuova. All'alba dell'8
settembre
sui piani dello Zillastro, poche ore prima dell'annuncio dell'armistizio,
l’VIII battaglione, per rompere l'accerchiamento decise di affrontare il
combattimento ed attaccare i canadesi del "Nova Scotia" ed "Edmonton". Al
termine degli scontri, dopo un duro corpo a corpo, i paracadutisti vengono
sopraffatti. La sorpresa dell'annuncio fatto a sera
e l'assenza di qualsiasi ordine da parte dei comandi superiori crearono un
grande disorientamento fra i paracadutisti e turbarono gli animi di molti.
Fu così che il III del 185° reggimento paracadutista Nembo scelse di continuare a combattere a fianco dei
tedeschi e continuò il ripiegamento verso la Campania con la 29a Div.
Panzer. Durante il ripiegamento la notizia della fuga del Re a Brindisi
convinse il Cap. Gay, Comandante della 8a Compagnia del III/185° a
distaccarsi dal grosso del battaglione ed a rispettare le clausole
armistiziali e il giuramento fatto al Re. Tale esempio fu seguito solo in
parte anche dalla 7a Compagnia.
<<< Anthony
Eden ministro degli Esteri inglese così a una interrogazione
parlamentare: "Perché usiamo i carabinieri? La Camera sa che essi non
sono un'organizzazione di tradizioni fasciste. Al contrario essi
esistevano in Italia molto tempo prima del regime. Supponiamo per
comodità di discussione che non avessimo usato i carabinieri. Cosa
avremmo dovuto fare? Avremmo dovuto impiegare almeno 10.000 soldati
britannici per svolgere il loro compito, non altrettanto bene".
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Entrambi i casi di
cui parliamo (questo e quello di Gay) hanno tratto origine dalle stesse località che videro
fallire il tentativo di Garibaldi di unificare Roma all’Italia nel 1862.
In questo capitolo la storia di
Claudio Cambiuzzi Sergente nei
Bersaglieri organico al 526° battaglione costituito dal deposito del 6°
in Bologna ed inviato in Sicilia
all’approssimarsi dell’invasione americana. I battaglioni con questa
numerazione avevano compiti presidiari, essendo sprovvisti di qualsiasi
supporto di fuoco e di mezzi. Il 6° reggimento era ritornato invitto
dalla Russia ma era falcidiato dopo l'ultima battaglia di Pavlograd di
metà febbraio '43 (dopo Manstein si
riprende parte del terreno perso).
Il 6°, uscito dalle steppe russe con 2 medaglie d’oro, era quindi
alimentato solo dai feriti dimessi dagli ospedali, dai
rimpatriati ante ritirata e dalle nuove reclute. Cambiuzzi aveva
gia conosciuto alla premilitare Barnabè suo Ufficiale, poi capitano in
Russia. All'atto della leva Cambiuzzi veniva incorporato nel 6° e
inviato in Jugoslavia. Per una fortuita coincidenza il suo reparto non
prendeva parte all'inizio del 42 alla spedizione Russa.
Appunto estratto da ducenet per inquadrare la situazione del
prossimo argomento: |
E’ quindi il caso e le sensazioni di minori
ufficiali che facilitano l’approccio dopo giorni di vita alla macchia. In
entrambi i casi ( Gay della Nembo e Cambiuzzi dei Bersaglieri), si parla di fine settembre. Il fatto
che questi uomini abbiano potuto vivere alla macchia in zone controllate
dagli alleati la diceva lunga sulle loro capacità fisiche e individuali
e poteva loro malgrado causargli danni con un approccio diverso. I
casi ricadono sotto alleati diversi che non possono quindi aver preso
decisioni concordate e standard. Gli alleati non hanno in questo momento
alcuna esperienza di guerra partigiana o guerriglia, in un ambiente montuoso nuovo
per loro. Balena certamente nei comandi l’utilità di avere italiani
pratici della lingua, delle abitudini locali, che descrivano
il terreno di battaglia, individuino sia gli ostacoli naturali che
artificiali a cui il nemico si appoggia, che faccia da tramite con gli
amici ed in grado di agire in maniera autonoma anche nelle più
difficili situazioni. A questi uomini verrà chiesto come esploratori di
vestire in borghese con risvolti pericolosi e curiosi come quando
finirono a pugni coi Polacchi che li credevano partigiani comunisti. Il
tesserino dei Recce aveva la tripla lingua, polacco compreso, non per
essere riconosciuti nelle retrovie tedesche (qui era condanna a morte
sicura) ma in quelle alleate dalle quali partivano per le missioni dopo
un periodo di training. |
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Il 558° btg.
bersaglieri, a differenza del 585° armi speciali, era composto da due sole
compagnie che della baldanza bersaglieresca avevano ben poco. Si trattava
di soldati appartenenti per lo più a classi anziane, ammalati recuperati
dagli ospedali, militi reclutati “volontari per forza” ed abbastanza
depressi dopo il 25 luglio, senza alcuna motivazione ed anzi fortemente
scossi dal contatto con i reduci dalla Sicilia, convinti che la guerra,
ormai irreparabilmente perduta, era anche in procinto di finire.
A questo
proposito così si esprime il gen. Mario Carbone (Illustre sconosciuto:
nulla a che vedere col Gen. Carboni della difesa di Roma) “non vi era da
farsi illusioni sul 558° battaglione a Pietrastorta (ridotto a due
compagnie), benché di bersaglieri era un battaglione composto di orfani di
guerra, oppure di fratelli di morti, dispersi o prigionieri o reduci
temporaneamente inabili, che avevo armato ed era in corso di
addestramento... “
Non diverso discorso valeva per quella che veniva
pomposamente denominata 95a Legione d’assalto ccnn su due battaglioni
ridotti di 350 uomini ciascuno. E’ sempre il generale Carbone che parla:
“Nella Legione vi erano molti malarici, dei vecchi e dei giovanissimi ,
dei militi che si dichiaravano reclutati malgrado avessero il diritto a
non essere chiamati” Non diverso discorso valeva per l’altro reparto
speciale il 23° gruppo cavalleggeri appiedati composto da quarantenni i
quali avrebbero dovuto sostenere il primo urto con il nemico e che si
arresero là dove erano schierati a Catona e Melito P.S. senza sparare un
colpo. In condizioni migliori era la divisione Mantova, schierata alla
strozzatura di Catanzaro, perché meglio addestrata e meglio equipaggiata,
ma anche presso questa G.U. il clima che si respirava non era certo di
“difesa ad oltranza”In questo generale marasma si salvavano soltanto il
185° reggimento Nembo ed il 585° reg.to Armi Speciali che il comandante
del XXXI Corpo d’armata, generale Mercalli, definiva “solidi”.
Così era andata anche per alcuni bersaglieri del 526°
Btg costiero del col. Venturi. Il suo, come altri battaglioni in Sicilia,
era posizionato su una delle direttrici principali dell’attacco, quella
centrale che scavalcando Enna cercava di raggiungere Messina e Palermo. Si combattè diversi giorni intorno a Regalbuto prima di cedere (2/8). Le
perdite superavano il 50% della forza. I resti dei battaglioni autonomi
dei Bersaglieri che si ritiravano dalla Sicilia a metà agosto del 43, una
volta in Calabria venivano incorporati in un unico comando comprendente
anche il 558° e gli altri superstiti del 542° e 443°. In seguito agli
avvenimenti dei giorni che vanno dal 3 al 8 settembre sulle coste
Calabresi si perdono le tracce di molti. Tanti si danno alla macchia in
attesa di tempi migliori, di quel che succederà dopo l’armistizio. Un
piccolo nucleo di bersaglieri, rimasto col Sergente Claudio Cambiuzzi,
(classe 22) partito da Villa S. Giovanni verso l’interno, restava in
collegamento con le caserme presidiate dei carabinieri che passavano loro
le notizie dell’evolversi della situazione in quei turbolenti giorni. La
notizia del Re fuggito, la liberazione di Mussolini, lo sbarco riuscito a
Salerno etc… |
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Man mano che i giorni passavano venivano le notizie, dei
tedeschi in fuga oltre la linea di Salerno, per difendere Napoli e quelle
della costituzione di un regno a Brindisi (la era scappato il Re). La
strada verso la Puglia risultava sgombra da nuclei consistenti di truppe
tedesche e forse era già presidiata dagli alleati sbarcati a Taranto il 9. Cambiuzzi, pur non privilegiando le grandi arterie di comunicazioni, si
sposta in Basilicata e da qui prende le strade minori per la Puglia. Qui
verso la fine di settembre, in una regione che ormai è fortemente
presidiata, sia dalla presenza di casa Reale con le sue caserme aperte che
da tutta la logistica anglo-americana, reparti volo, bombardieri etc. il
sergente Cambiuzzi, ancora armato, viene intercettato da una camionetta
Usa. Negli stessi giorni si ricostituiva il nucleo di quello che sarà poi
l’esercito di liberazione italiano, e per un alleato distinguere i nuovi
dai vecchi soldati non è poi così semplice, sempre grigioverde era.
Gli alleati ora non vogliono mantenere in Italia che lo stretto
indispensabile, scevro dal supporto e da tanti reparti, che vanno
ricompresi sotto la voce logistica o pionieri che si portava via i ¾ degli
uomini. Dopo una sommaria quarantena e disinfestazione, agli uomini di
Cambiuzzi, visto l’excursus avventuroso, viene proposto di entrare nei
ranghi della 3a divisione Usa. Da questo momento non è più possibile
riconoscere sotto i panni yankee i bersaglieri del Regio Esercito. A
Montelungo gli allievi bersaglieri di Bari si batteranno con molto onere e
poca gloria, mentre poco distante questi uomini partecipano già alle
missioni della V armata Usa. |
Questo è
quanto riferito dal rapporto di Kym Isolani ufficiale inglese
dell’Intelligence (di origini italiane) al primo contatto con gli uomini
del Cap. Gay.
A half-Italian
officer attached to 1st Canadian Division, found eight (8) parachutists
of the Italian Folgore! Division in the mountains in Calabria. In the
confusion following the Italian armistice, they had been left to their
own devices. The men resented their treatment by the Germans, despised
the corrupt fascist authorities and were disgusted at the poor
leadership in their own army. They had sub-machine guns and two trucks,
and declared themselves ready to fight the Germans. "Isolani found the
staff at HQ Eighth Army "cheerfully and refreshingly unconcerned with
the political implications of co-belligerence", and persuaded them to
integrate the group into 13th Corps. |
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Nel momento in cui viene deciso a fine gennaio (22) lo sbarco di
Anzio, Cambiuzzi si trova a cooperare coi ranger
esploratori di Darby che subiscono un primo cocente smacco a Cisterna.
Cambiuzzi era imbarcato sul LCI32 che alle 5,30 del mattino del 22 tocca
terra ad Anzio. 4 giorni dopo L’LCI 32 (landing craft infantry*) affondava
dopo aver urtato una mina. In maggio Cambiuzzi è sulla nuova linea tedesca
chiamata Caesar (La linea che andava da Valmontone a Velletri, da Lanuvio
a Campoleone) che si è venuta a creare con la saldatura del fronte sud
(caduta di Montecassino) con quello di Anzio, nei pressi di Valmontone. La
difesa di Roma dipendeva tutta da questa posizione e a Clark si
presentavano due alternative, prendere Roma e lasciar scappare i tedeschi,
o inseguirli e lasciare Roma all’ultimo dei suoi generali (come aveva
stabilito Alexander). Alcuni testi danno Valmontone già caduta il 26
maggio altri 4 giorni dopo per l’accanimento del combattimento che apre il
4 giugno le porte di Roma. L'offensiva di primavera era costata alla V
Armata americana la perdita di quasi 30.000 uomini, all'8ª britannica
12.000, ai tedeschi meno di 25.000.
Quando non combattono gli esploratori hanno tempo per divertirsi, non
mancavano i soldi (gli americani pagano bene in Am Lire) e le occasioni.
Dice lui, diventa ricco, quando gli ultimi mesi di guerra comincia a
risparmiare.……La guerra continua. Firenze poi la Gotica. Fare pattuglia
a volte è meno pericoloso che combattere. 5 uomini passano inosservati,
nelle valli e nei monti, il pericolo più grosso sono le mine di cui è
pieno il terreno. |
traduzione: Un ufficiale
d’origine italiana, distaccato alla 1a divisione canadese, ha trovato
otto (8) paracadutisti della Divisione Folgore (Nembo) nelle montagne
Calabresi. Nella confusione seguita all'armistizio si erano allontanati
dal loro dispositivo di difesa. Gli uomini al primo impatto erano
risentiti della mancata collaborazione dei tedeschi e dello stato in cui
versava il loro esercito dopo la caduta del regime fascista.
Rifocillatili Kym Isolani li ha poi condotti al comando dell'VIII amata
e li ha convinti, indipendentemente dagli accordi armistiziali di
cobelligeranza e indifferente alle eventuali implicazioni politiche, ad
entrare negli esploratori del XIII Corpo Inglese.
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Se ritorni ti eviti anche quelle postazioni scavate sottoterra al
freddo e all’umidità in attesa che finisca l’inverno. Il 22 aprile si apre finalmente la porta di Bologna
che lo porta a pochi passi da casa. Chiede un permesso e a casa, a Imola,
ci va davvero con una Willys presa a prestito. Quando arriva a casa la
sorpresa è generale. Attorno alla casa colonica i polacchi hanno
installato alcune batterie. Anche il comandante Polacco e un inglese
siedono a tavola davanti a un piatto di tagliatelle fatte in case dalla
madre. Tre lingue diverse, ma davanti a un piatto fumante si fa presto a
capirsi. Si fa presto ad arrivare in fondo fra un bicchiere e l'altro di
vino e Cambiuzzi prima di sera deve essere al comando. Al polacco e
all'inglese presenta il conto. Spostate la batteria, non vorrei che un
colpo di controbatteria tedesca mi distrugga casa e famiglia, grazie non
si sa mai. Ma la guerra, per lui americano, non è finita, continua. Il
suo reparto si porta a Linz in Austria dove l’8 maggio del 1945 le truppe
tedesche firmano la capitolazione. Nonostante in Europa sia finita i
problemi sono tanti, con milioni di soldati ancora in servizio, in attesa
che si ricostituisca in ogni paese l’autorità ufficiale. Fra i paesi più
in difficoltà l’Austria e la Germania che la guerra l’hanno scatenata. Ed
è in Germania che l’unità di Cambiuzzi viene stanziata in attesa di
ordini. |
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La guerra nel pacifico continua e le previsioni non sono rosee:
bisogna dare il cambio a milioni di uomini in lotta sugli atolli e sulle
isole contro veri e propri samurai. Per le liste di formazione di un
contingente per il pacifico si cerca ovunque, uomini senza legami, per
operazioni pericolose, ben pagati. Di bomba atomica naturalmente non si
parlava, anche se era già ad uno stadio avanzato di progettazione. Nessuno
poi poteva immaginare quale sarebbe stata la reazione del Giappone
colpito. Due bombe sganciate ad Agosto, le uniche, e il Giappone capitola
ignaro del vantaggio psicologico che avrebbe acquisito dopo. Cambiuzzi,
non parte più. In settembre viene congedato dall’Esercito Usa e passa al
centro addestramento reclute di Pesaro poi alla Cecchignola a Roma. I
quadri però, fra vecchi e nuovi militari, di carriera e non, sono folti.
In un paese dove a malapena ci si sfama un posto con una scodella di
minestra fa comunque comodo. Alle tante domande di rafferma si risponde
con altrettanti no. Passato qualche anno, sfoltiti e ripuliti i quadri (ad
ognuno i suoi meriti) molti posti si riapriranno. Ma Claudio Cambiuzzi è
già ritornato alla vita civile dal 17 agosto 1947.
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LST-422 (January 26, 1944) |
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LA
BATTAGLIA DI CISTERNA LATINA E VALMONTONE |
Landing Ship Tank-422 was a Lend-Lease vessel operating with an all
British crew under the command of Lieutenant Commander Broadhurst, Royal
Navy. The ship had left Naples as part of a convoy of 13 other LSTs
carrying troops and supplies to the Anzio beachhead. On board were
American personnel of the 83rd Chemical Mortar Battalion. About twelve
miles off shore the ships set anchor 'to wait in queue'. A storm blew up
with Force-8 gale winds and waves 20ft high. The gale blew the 422 onto
a German laid underwater mine the explosion of which blew a 50ft hole in
her bottom and starboard side and caused the fuel oil supply to ignite.
This in turn ignited the gasoline tanks of the vehicles on the tank
deck. With the whole upper deck a sheet of flame the order was given to
'abandon ship'.
Rushing to assist in the picking up of survivors, LCI-32
(Landing Craft-Infantry) hit a mine herself and sank with 30 members of
her crew.
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Il settore di Aprilia venne affidato alla 1a Divisione
britannica, quello di Cisterna alla 3a Divisione americana. La strada
della 3a divisione doveva essere preparata da una infiltrazione notturna
di Rangers. Questi nel massimo silenzio avrebbero dovuto infiltrarsi nel
territorio controllato dai Tedeschi per disattivare, prima dell'alba,
alcuni capisaldi a Cisterna, riferire sulle forze tedesche presenti e
trincerarsi in attesa dell'arrivo del 15° reggimento di fanteria.
L'operazione iniziò alle ore 01 del 30 gennaio 1944 a 8 giorni dallo
sbarco. E’ diffuso oggi il giudizio negativo che venne dato alla
strategia dei primi giorni quando gli alleati, barricati in una sottile
striscia costiera permisero ai tedeschi di far affluire quante più forze
sparute avevano in zona. Oltre 700 uomini del 1° e del 3° Rangers
s'inoltrarono nel buio attraverso i campi fangosi nel tentativo di
percorrere a piedi circa 7 miglia e mezza, mentre il 4° battaglione
avrebbe simulato un attacco in forze in un settore laterale per
richiamare l'attenzione degli avversari. I 700 uomini incontrarono molte
difficoltà, per il fango, per il gelo e soprattutto per la forte
sorveglianza di pattuglie tedesche tanto che giunsero alla periferia di
Cisterna quando il sole stava per sorgere. Quando gli uomini del 1° e 3°
battaglione dovettero uscire allo scoperto per raggiungere le case
periferiche in cui trincerarsi, si trovarono in un terreno pianeggiante
e privo di ripari. In quella zona i Tedeschi concentrarono il fuoco di
tutte le armi disponibili e qualche carro armato. I Rangers percorsero
correndo gli ultimi 800 metri che li separavano dalle case, ma nelle
loro fila si aprirono vuoti enormi. Riuscirono a costituire piccoli
capisaldi, nei quali si difesero per cinque o sei ore in attesa della
fanteria. Verso mezzogiorno il 1° battaglione chiamò il col. Darby,
comandante dei Rangers, che seguiva da Anzio l'operazione, per
annunciargli che la situazione era ormai disperata, la 3a divisione, a
sua volta bloccata, non si era vista. Nella descrizione che ne ha fatto
James Altieri nel libro "The Spearheaders", William O. Darby,
angosciato, gli occhi rossi, lanciò le ultime parole prima che la radio
tacesse: "Dio vi benedica tutti...". La sera, al campo di Anzio
rientrarono solo 6 uomini. Dei 700 che avevano preso parte
all'operazione oltre 400 furono uccisi o feriti, gli altri fatti
prigionieri.
http://www.battlefront.co.nz/
Piantina operazioni Anzio
http://www.lib.utexas.edu/maps/historical/anzio_breakthrough_1944.jpg
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Quattro mesi dopo: Von Tippelskirch, che comandò poi la 14a Armata dal
dicembre '44 al febbraio '45.”La nostra situazione più pericolosa
avvenne a fine maggio, dopo la rottura del fronte, fra Velletri e Cisterna
in direzione di Valmontone. In questo momento decisivo lo stato maggiore
americano commise un errore dalle notevoli conseguenze: invece di
concentrare tutte le forze in un unico punto, ossia nella valle verso
Artena/Valmontone, dove c'erano solo i resti delle divisioni di
Anzio/Nettuno, esso insisté nel rafforzamento dei fianchi. Prima che lo
sfondamento americano fosse portato a termine arrivarono sul luogo la "Hermann
Goering" e la "29a Granatieri Corazzati". Con queste forze la 14a Armata
fu in grado di impedire sino al 30 maggio lo sfondamento decisivo verso
Valmontone. Nella notte fra il 30 e il 31 maggio le truppe americane, con
4 divisioni contro la sola 29a riuscirono finalmente a determinare la
rottura del fronte e a prendere Valmontone il primo giugno… Nessuno di noi
- e nemmeno, credo, i nostri comandanti di divisione - avevano un'idea
esatta delle enormi forze alleate che ci stavano di fronte. Solo molto
tempo dopo la fine della guerra ci siamo resi conto che la 29a aveva
combattuto contro due interi Corpi d'Armata, il II° americano e il Fec
francese (French Expeditionary Corps). Sulla linea Hitler dal 21 al 25
maggio il mio reggimento 15° combatté da solo contro 6 reggimenti
americani delle divisioni 85a e 88a Usa. "Perché non avanzano? perché sono
così lenti?" - ci chiedevamo. |
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