La
fine di ARIETE
“O Uomo, favilla di Dio, se hai
l'animo ingombro di sonno o di paura seguirmi non potrai: perché il mio
colore è sempre di guerra e la mia canzone è sempre disperata”
dall'iscrizione del carro di Vito Bruno
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"Carri armati nemici fatta irruzione a sud di
"Ariete" con ciò "Ariete" accerchiata. Trovasi circa 5
km nord-est Bir el-Abd. Carri "Ariete"
combattono" |
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…. Ariete had been reduced to a shadow of its former self, with only thirty M13 tanks, eighteen field guns, ten anti-tank guns and around 700 Bersaglieri.
L'Ariete era ridotta a un fantasma con 30 carri,
18 cannoni, 10 controcarri e 700 bersaglieri... It was here, at around noon, that 5 Indian Brigade attacked the severely depleted Ariete and seized some high ground called Point 204. A company of ten to twelve M13s from Ariete counter-attacked but were driven off by the Indians with the support of nine heavily armoured Valentine tanks and a troop of 25pdr guns. They claimed three tanks destroyed, but mistakenly identified them as German. In the afternoon a larger force of sixteen M13s renewed the counter-attack and succeeded in overrunning the 25pdr guns; but it failed to recover Point 204. The next day, Ariete launched another assault, which was also repulsed until DAK arrived in support and the position finally fell. This minor success at Alam Hamza boosted Italian morale and made them reluctant to withdraw any further. It was only the threat that Rommel would abandon them that forced them to retreat all the way back to El Agheila. This winter campaign had seen the Ariete Armoured Division fight as a single complete entity for the first time, and had demonstrated that it could be a formidable force in the right circumstances. It had stopped 22 Armoured Brigade in its tracks from defensive positions at Bir el Gubi, and had inflicted heavy losses on the British in the process. It had kept 1 South African Brigade out of the fight for extended periods simply by the threat offered by its presence, and it held its own in the face of considerable harassment from various British armoured formations throughout the fighting. It captured a vital position from tough New Zealand troops almost without firing a shot, and helped its German allies to destroy the rest of 2 New Zealand Division. In the final withdrawal it fought back against its British pursuers at Gazala in spite of its much weakened state, and only withdrew at German insistence. Its performance had been impressive at many levels, and it is arguable that it made a more positive contribution to Axis success than its German allies at a number of points during the fighting. This was a significant change from the Italian army of 1940, and it hints at what might have been achieved had properly equipped armoured divisions been deployed to North Africa at that time. The glorious Division was destroyed during the 2nd El Alamein Battle. During this episode the V an VI Semoventi da 75/18 Groups, and the DI Semoventi da 90/53 Group operated under the ‘Ariete’ Division Command. The XXXII Engineers Btg. Operated only during the 2nd El Alamein Battle. After this last defeat the rests of the Tank regiments and the ‘Nizza Cavalleria’ were integrated into other formations (like Armoured Division ‘Centauro’) and participated to the operations in Tunisia (Kasserine Pass Battle).
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31 ottobre 1942
Brani riassunti dal diario di Guerra del S.Ten. (cr) Vincenzo
Formica, addetto al carreggio del IX° Battaglione Carri, 132° Reggimento Divisione
Corazzata ARIETE.
….. Nel pomeriggio giunse inaspettatamente l'ordine di spostarci
per schierarci a nord della divisione "Folgore" dove erano dislocati gli altri due btg. carri X° e XIII°. Superato il passo del cammello, piegai a sud-est secondo l'angolo di rotta comunicatomi. Il deserto infatti è come un mare e come punti di riferimento abbiamo i punti cardinali e come direttrici di marcia gli angoli di rotta, mentre la miglior carta topografica è la bussola. Se di difficoltà ulteriori si doveva parlare queste erano i nostri campi minati che andavano presi dai varchi giusti. Sarebbe bastata una sterzata più ampia per finire su una delle
numerose mine e saltare in aria. Nella guerra del deserto i campi minati
(detti anche giardini del diavolo) hanno giocato un ruolo molto importante; contro i mezzi corazzati sono stati il più valido ostacolo, preferibili in certi aspetti ai fossi anticarro. Infatti essi sono di più rapida costruzione, sono quasi indipendenti dalla costituzione geologica del terreno, offrono il vantaggio di non essere individuati né dalla osservazione aerea né da quella terrestre.
1 novembre 1942
Il mattino del 1 Novembre avemmo due buone notizie: gli inglesi avevano tentato di sfondare sulla fronte della Folgore ma avevano perso. Al nord la 21^ Panzer aveva distrutto circa 80 carri inglesi. Il nostro bollettino di guerra riportava con tono ottimistico i nostri ultimi successi. In definitiva ci sembrò che i Britannici, dopo circa dieci giorni di durissimi combattimenti stessero per gettare la spugna. Il morale, sempre alto fino a quel giorno, divenne naturalmente euforico.
Fino al 31 la situazione era talmente in stallo che i primi a non
crederci erano gli Italo-tedeschi. Avevano dato fondo a tutte le
forze e ora non avevano che l'alternativa di soccombere (ritirarsi o
morire) o vedere gli inglesi fare dietrofront verso il Nilo. Le
informazioni di cui disponeva Monty erano probabilmente di segno opposto
se aveva deciso di scaricare sul nemico
Supercharge, ma
solo dopo aver litigato coi suoi sottoposti che non ci credevano e non si
fidavano.
2 novembre 1942
Dal comando di Rgt. ebbi l'ordine di inviare un plotone carri alla tenda comando della Divisione"
come difesa contro le incursioni di camionette che da un paio di giorni infestavano la zona. I 5 carri stavano per partire quando subimmo un mitragliamento da bassissima quota da parte dì alcuni caccia
(americani). A sera, improvvisamente, la situazione precipitò: tutta la Divisione "Ariete" ebbe l'ordine di partire all’ imbrunire puntando a nord, per Deir-el-Murra.
Mi chiesi come mai ? O gli inglesi avevano ripreso l'offensiva e minacciavano di sfondare o il nostro comando preparava l'attesa controffensiva. Noi speravamo naturalmente che si trattasse della seconda ipotesi, giacché fino a quel momento avevamo stroncato tutti gli attacchi del nemico ed era subentrata la calma da oltre 12 ore. Nella notte però, in quella notte del 2 novembre, cadde ben presto ogni illusione…..
Dal mio automezzo vedevo passare sulla mia destra soldati che erano stipati e muti nei cassoni dei vari automezzi, nell'incerta luce si potevano distinguere di tanto in tanto i piumetti dei bersaglieri, sui quali tanta sabbia e tanta gloria si erano posate nelle passate battaglie del deserto.
"mi sembra una ritirata generale". Disse un bersagliere.
3 novembre 1942
Verso le due di notte ci fermammo nella conca del così detto "laghetto” ove pernottammo dopo
aver celermente rifornito di carburante una compagnia carri. Per tutto il giorno fu un continuo passaggio di autocolonne, di pezzi di artiglieria,di carri armati italiani e tedeschi, mentre sul nostro cielo di tanto in tanto volteggiavano squadriglie di aerei britannici. Dalla stazione di radio Cairo apprendemmo che gli inglesi la notte precedente avevano distrutto un nostro
battaglione a Kar el Pass (passo del carro) !! I carristi più anziani mi dissero che gli inglesi non erano nuovi a questo genere di
"propaganda negativa" (Radio Cairo era molto seguita)
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Vincenzo
Formica fu successivamente decorato di croce di ferro tedesca di seconda
classe,in quanto il comando tedesco volle sapere il nome di chi aveva
effettuato il rifornimento sotto il bombardamento d'artiglieria inglese,
rifornimento che si rivelò cruciale affinché i carri del suo
battaglione,il IX° potessero continuare a fare fuoco per il resto della
giornata,arginando gli inglesi. Successivamente arrivato l'ordine di
ritirarsi,riuscì a sfuggire agli inglesi e prese parte nel marzo 43 alla
battaglia di El Guettar coi resti di Ariete e Centauro. 4 novembre 1942
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A proposito dei carristi italiani e della giornata del 4 novembre Rommel scrisse nelle sue memorie:
"La disperata lotta dei piccoli e scadenti carri italiani del XX° Corpo contro i pesanti carri britannici che avevano aggirato gli italiani, vide i nostri camerati battersi con straordinario calore… I carri armati della Littorio e della Trieste venivano abbattuti uno dopo l'altro dai britannici. I cannoni anticarro da 47mm, esattamente come i nostri da 50mm, non avevano alcuna efficacia contro i carri inglesi… La sera il XX° Corpo italiano, dopo valorosa lotta, era annientato. Con l'Ariete perdemmo i nostri più anziani camerati italiani, ai quali, bisogna riconoscerlo, avevamo sempre chiesto più di quello che erano in grado di fare con il loro cattivo armamento"
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Gli inglesi non erano venuti all'attacco in massa,
per giorni avevano cercato di forzare prima i campi minati, poi di
superare lo sbarramento dei centri fuoco della fanteria e la cortina degli
anticarro. Per giorni gli inglesi sotto la copertura della loro
artiglieria e dell'aviazione avevano fatto quello che dalla nostra parte
non si riusciva con equivalenti mezzi. Rommel dopo 7 giorni di
scontri e di avvisaglie di cedimento aveva capito che non era possibile
resistere oltre su quella linea. Il gioco era semplice, come sempre,
portare il nemico su posizioni arretrate, in crisi logistica,
da cui sopraffarlo se non a parità di mezzi a parità strategica.
Nei corridoi creati e difesi a lato dalla fanteria avevano iniziato a
sbucare sulle piste Nord-Sud e sulla litoranea le prime numerosissime e
potentissime formazioni corazzate britanniche (Sherman). Ingaggiati i
primi scontri, anche Rommel si era reso conto del rischio di aggiramenti,
a lui tanto cari, e di una altrettanto veloce perdita di tutti i
reparti non in grado di lasciare le postazioni (Fanteria). Chiese i
camion (1500) che non c'erano e la benzina per quelli che c'erano e da entrambe
ebbe risposte nulle o parziali. Tutti i rifornimenti di quei giorni
erano andati sotto le onde. Per colmo del destino si era aggiunto anche
l'ordine di Hitler e di Mussolini di resistere sul posto fino alla
distruzione totale. |
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Abbiamo
resistito fino alla disperazione
http://bunker.altervista.org/documento.html
Rommel il mattino del 4 al Gen. Arena dell'Ariete,
(che gli faceva presente la nostra scarsa
efficienza)
"Generale, conosco la vostra divisione meglio di voi, l’Ariete ha ancora delle possibilità, fermerà per un giorno gli
inglesi”: e così fu.…
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Nei giorni di El Alamein i carristi schieravano 3 battaglioni in Ariete IX, X e XIII (ex
31° Rgt. Centauro), 3 nella 133a Littorio il LI, IV (ex del 31° Rgt.), XII
e 1 nella Trieste 'l'XI carri . Gli
artiglieri schieravano 4 battaglioni semoventi: nell'Ariete (132a) i nuovi Gruppi di
artiglieria semovente corazzata (foto a fianco in pratica controcarri) V e VI (ex 551-552°) da 75/18 e il III Gruppo corazzato di cavalleria del Novara su L6 che svolgeva supporto esplorante divisionale. Nella Littorio (133a) il 554-556°
semoventi sempre da 75/18. Nella Trieste l'VIII Btg. bersaglieri
autoblindato coi resti del III Nizza (pure
blindato). I tre dell'Ariete richiamati da
sud (senza due battaglioni bersaglieri) si schierarono il 4 novembre a quota 33, quella che poi sarà il
Memoriale di Caccia Dominioni. Si era iniziato il combattimento, che avrebbe preso il nome di Deir El Murra,
oltre la pista Ariete, o palificata,
considerata invalicabile. La mattina del 2 era stato
distrutto il LI e il 556 smv. Anche il XII carri e il XXXVI bersaglieri della
Littorio erano sotto tiro. La loro vita non sarà più lunga e non
servirà l'intervento del IV per salvarli. L'XI della Trieste era andato
incontro alla morte ad occhi chiusi. dalle parole di Campini " ...quando
avevo visto XI medi superare la palificata (pista Ariete) per portarsi sulla mia destra
mi si era mozzato il respiro. Devo rendere onore al coraggio disperato di
quegli uomini, al superbo sprezzo del pericolo...avanzò in linea sullo
stesso luogo dove già altri carri e una batteria erano stati distrutti...restava
solo un tenente fra i più anziani. Rommel aveva notato che i nostri 47/32
e i suoi 50 rimbalzavano sulle corazze degli Sherman. Non così era per i
nostri semoventi da 75 (troppo pochi)...la mattina del 4 solo i resti di
Littorio e Trieste (due compagnie bersaglieri, 20 carri e 3 gruppi
incompleti di artiglieria) resistevano a sud del Corpo Tedesco... Le
relazioni dopo il 4 novembre sono varie e a volte contradditorie. Il X
C.d.A iniziò il ripiegamento su due colonne nella notte del 4 guidato da
Caccia Dominioni, pratico di piste. La Brescia era ancora integra e
a questa si era affiancato il XXVIII Bersaglieri del 9° e il V°
dell'8°. La Folgore e la Pavia pur avviate alle retrovie vennero sorprese
nel deserto e annientate.
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Da Nord a Sud, secondo il vecchio schema
dei reparti italo-tedeschi inframmezzati in prima linea, erano schierati il
XXI C.d.A (fino a El
Mireir) con le divisioni
Trento (61/62 f.) e Bologna (39/40 f.) rinforzati dal 7° Rgt. bersaglieri (X-XI) e IV btg
c/c granatieri. Seguiva il X C.d.A (fino a Qaret el Himeimat) divisioni Brescia (19/20
f) Pavia
(27/28 f.) e Folgore rinforzati dal 9° Rgt. bersaglieri. In seconda schiera col XX C.d.A a Nord Littorio
(133° carri LI, IV, XII) e
Trieste (65/66) con VIII bersaglieri corazzato e XI Btg. carri.
- Comando 8° rgt.
Bersaglieri - V Btg. Bers. IX Btg. carri e VI Btg. smv. art.
- Comando 132° Rgt. Carri III Btg. Bers e XIII
Btg. carri
-
Com. 132° Rgt. art. cor. - XII Btg. Bers. X Btg. carri
e V Btg. smv.
art. |
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Brani riassunti dal diario del S.Ten.
(cr) Vincenzo
Formica, IX° Battaglione Carri, 132° Regg.
ARIETE.... era il nostro X° che attaccava, M13 contro Sherman, vale a dire pezzi da 47 contro pezzi da 75. Non avevi altra possibilità contro loro se non avvicinarli. Bisognava conoscere le possibilità relative di questi carri per apprezzare il cuore di quei carristi italiani che osavano un simile attacco. La reazione nemica con il fuoco dell'artiglieria e dei carri fu violenta; il X° dopo aver subito sensibili perdite fu costretto a ripiegare, schierandosi sulla destra del
IX°, che venne così a trovarsi al centro dello schieramento. Da quel momento l’Ariete si sarebbe limitata a sbarrare il passo agli inglesi facendo fuoco da ferma, cosa che riuscì a fare egregiamente per l'intera giornata….. Alcuni carristi mi porsero alcune lettere che raccolsi: Verso le
11 numerosi squadroni di bombardieri inglesi, scortati da decine e decine di caccia, sganciarono sulle nostre posizioni per ritornare più volte nella giornata. Gli inglesi con oltre cento carri Grant e Sherman non avevano osato attaccare i poco più di cento M13 che restavano. L'Ariete li suggestionava ancora. I Britannici erano rimasti così bloccati per un intero giorno dalla presenza di quella divisione che per due anni aveva riempito le cronache della guerra del deserto. Quando ormai il sole era tramontato, l’oscurità aveva invaso repentinamente il deserto e dietro alle nostre spalle si levavano al cielo innumerevoli lingue di fuoco: erano i carri dell’Ariete già inefficienti, che venivano incendiati dagli inglesi che
avanzavano
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La storia riferisce di un messaggio, di cui non si
trova traccia, delle 15,30: "Carri armati nemici fatta irruzione a sud dell'"Ariete"; con ciò "Ariete" accerchiata. Trovasi circa 5 chilometri nord-est Bir el-Abd. Carri "Ariete"
combattono".
Solo 30 carri superstiti (in gran parte del XIII) su 120 si erano allontanati dal luogo dello
scontro. L'11 novembre i resti di Ariete, Littorio e Trieste
formarono un gruppo di combattimento detto anche Cantaluppi, poi Ariete ed
infine Centauro. Al gruppo si erano unite dalle retrovie le autoblindo del
Monferrato. Il 12 Blindo e Bersaglieri ebbero scontri nella cintura di
Tobruk, città peraltro già occupata dagli Inglesi, più restii ad
inseguire il nemico che a festeggiare in città. Ai confini con la
Tripolitania una nuova divisione li aspettava, la Centauro del 5°
Bersaglieri coi suoi carri M14/41 del battaglioni XIV-XV-XVIII. Alla
bandiera Ariete andavano le medaglie oro dei Bersaglieri dell'8°, dei
carristi del 32 e 132° e degli artiglieri del 132°. Erano andati
distrutti nel corso della campagna, oltre ai 7 sopracitati, i Btg. III/V/VI/VII/VIII/XXI.
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Alle 8 di sera del 4, quando apprende che la brigata corazzata britannica è già arrivata alla litoranea, Erwin Rommel decide l'unica soluzione possibile: la ritirata. Ecco cosa scrive il suo aiutante nel Diario:
"...se date cinque carri armati a me e cinque a lui (Montgomery) mettendoci in una zona isolata del deserto con uguali riserve di benzina, allora vedrete chi di noi due è più bravo!".
Quando vincitori e vinti contarono le rispettive perdite, si accertò che l'Armata italo-tedesca lamentava 25.000 uomini, tra morti, feriti e dispersi, oltre a 30.000 prigionieri: tra quest ultimi anche 10.724 tedeschi, compreso il comandante dell'Afrika Korps, Generale von Thoma. Gli inglesi, lamentavano a loro volta la perdita di 13.560 uomini, tra morti, dispersi e feriti e 600 carri armati fuori combattimento, ma ne avevano altrettanti
I TRUCCHI INGLESI
(2) segue |
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Un trucco dei tedeschi |
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