EL
ALAMEIN - la battaglia
OPERAZIONE LIGHTFOOT (piede
leggero)
La sera del 23 Stumme inviò a Hitler il solito messaggio "Situazione
del nemico immutata" (prevedeva l'attacco per i primi di novembre).
Durante la mattina del 24 Stumme si era spinto con un colonnello
e un capitano presso la prima linea, per verificare la natura
dello sfondamento del XXX corpo e cercare di capire se fosse il
caso di far intervenire in massa le forze corazzate. Nel corso
della visita la sua automobile finì sotto il tiro di una
mitragliatrice nemica e costretta alla fuga, nel corso della
quale il colonnello che l'accompagnava venne colpito e rimase
sulla vettura; Stumme invece si spostò dall'altro lato montando
sul predellino, ma mentre la vettura manovrava, cadde; fu
ritenuto disperso e il suo cadavere fu ritrovato solo il giorno
dopo, senza segni di ferite e la sua morte venne attribuita dai
medici militari tedeschi ad un attacco di cuore.
24 - Dopo il bombardamento del 23 sera,
attacco simultaneo di tutte le divisioni di prima linea ai più
importanti capisaldi dell'Asse. Fallito l'attacco
della 10a e della 7a corazzata a Himeimat, il punto più a sud del
fronte
25 -
Montgomery abbandona il piano delle divisioni
corazzate di penetrare nelle difese tedesche e ordina alla 9a
Australiana di fanteria di sfondare a Nord, secondo i canoni
classici, mentre la 1a corazzata le protegge i fianchi a Kidney
Ridge. Ritorna Rommel e intanto entrambe le operazioni inglesi
abortiscono.
26 -
Ripetizione degli attacchi a Kidney per il 28
mentre la situazione stalla nel campo del X c.d.a.
27 -
Anche i tedeschi ribattono colpo su colpo, ma le
fila si assottigliano. Intervento della Rifle Brigade a Snipe. Si
sospendono le operazioni a Kidney Ridge. |
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23 OTTOBRE
ORE 21,45
CRONOLOGIA DELLA 3a
BATTAGLIA DI EL ALAMEIN
...5. Ciò che occorre è che
ognuno di noi, ufficiale o
soldato, entri in battaglia
con la determinazione di
portarla fino alle estreme
conseguenze: di combattere
e di uccidere e finalmente
di vincere. Se ci comporteremo
tutti così, il risultato sarà
uno solo, schiacceremo il nemico
e lo spazzeremo via dall'Africa
settentrionale. E che nessuno si
arrenda, fino a quando non sia
ferito e possa ancora combattere.
Preghiamo affinché il possente
Signore delle battaglie ci dia
la vittoria. |
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brani tratti da El Alamein di
C.E. Lucas Phillips edito da Garzanti.
Roccia sabbia e sole
Da
entrambe le parti così veniva definito il deserto Libico, così
chiamato anche se si estendeva in Cirenaica e per molte miglia in territorio egiziano
oltre l'oasi di Siwa. Lungo la costa può piovere durante la stagione
invernale, ma a pochi kilometri nell'interno possono passare anche molti anni prima
di veder scendere una goccia. Quando piove la crosta del deserto non
assorbe l'acqua immediatamente e questa scende a fiumi lungo gli uadi o lungo pendii
insospettabili (una delle cause frequenti di morte
nel deserto è l'annegamento per chi si trova naturalmente in uno Uadi,
spesso a dormire, o in un pendio che si trasforma in un attimo in un
torrente). La pioggia, dissero, fermò gli
inglesi nel momento cruciale della loro vittoria, allungando la guerra
di qualche mese. Dalla costa coltivata, verso l'interno (oltre il
ciglione), la roccia affiora coperta da un sottile strato di sabbia
bianca. Scavare qui buche è una cosa possibile solo per chi vuol
rompersi la schiena.
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Le rocce verso
l'interno poi si inabissano e la sabbia, o quella che così viene chiamata
ti riempie i filtri dei motori e la bocca. Il tutto (sabbia) in una
gradazione che va dal chiaro al rosa: molte mimetizzazioni dei mezzi erano smaccatamente rosa pallido. A 40 miglia dalla costa si sprofonda
nella depressione di Qattara, 130 metri sotto il livello del mare in un
ambiente salmastro da resti marini. Ai bordi di questa sorgeva la
"cima" dell'Himeimat 400 metri più in alto (400-130). Questi
dislivelli in un terreno piatto erano considerati montagne, e
poiché le carte erano mal disegnate, l'alternarsi di montagne e
depressioni creava un mix di pericoli facilmente intuibile. Il
caldo qui può arrivare a 48°, ma è secco e sopportabile con notti
fresche. Nel deserto non trovavi gente triste perché il cado
genera un effetto esilarante. Nelle ore centrali della giornata
comparivano laghi immaginari, che i locali chiamavano acqua del
diavolo (i miraggi) per aver ingannato diverse carovane assetate.
La notte scende di colpo e bisogna sapersi regolare in un posto
dove non si possono accendere candele. |
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Il Generale Wimberley della 51a impiegò due
ore per andare dalla sua roulotte alla tenda mensa a 400 metri. La
localizzazione delle posizioni, su una carta geografica imprecisa, specie per
l'artiglieria, comportava un lungo lavoro di preparazione e buoni
osservatori che correggessero il tiro. Le mosche del deserto libico non
sono seconde a nessuno e si cibano di tutto, ferite comprese. Gli
uomini del deserto erano dipinti a strisce per le passate di tintura di
genziana unico mezzo per curare le piaghe infette. L'acqua arrivava in
linea con le cisterne e i potabilizzatori, ma era sempre di origine
salmastra e coagulava latte e te, che gli inglesi prendevano col latte.
La razione giornaliera poteva andare da 1 litro a 4 litri. Ad El Alamein
si arrivava a 6. Quando l'acqua era ridotta ci si lavava al
mattino e alla sera nella stessa acqua previamente schiumata e non
smossa, la sabbia o terra restava così sul fondo. La mattina dopo
l'acqua saponata serviva per lavare indumenti e filtrata da tutti
i depositi andava nei radiatori. Il vestiario come il mangiare era
libero, ovvero era quello che si riceveva o si adattava. Gli
italiani amavano le scatolette inglesi e gli inglesi la pasta.
(Bastava mettersi d'accordo qualche anno prima). L'esercito
inglese era composto da Divisioni di tre brigate di 3 battaglioni
l'una. Ogni conteggio e raffronto quindi andava fatto sui
battaglioni. |
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Phillips C.E. Lucas, generale d’artiglieria,
ha combattuto in entrambe le guerre mondiali: durante la prima, in Francia
e in Belgio, fu ferito e si guadagnò la Military Cross e la Croce di
Guerra; durante la seconda combatté di nuovo in Belgio e in Francia, a
Lovanio e a Dunkerque, e in seguito, con l’VIII armata, a El-Alamein, a
Tunisi e infine in Italia. |
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Il totale però per divisione non differiva molto
dai nostri. Gli inglesi avevano però una artiglieria e il supporto
logistico, che raddoppiava quasi gli uomini. Fino all'estate del
42 il pezzo controcarro inglese da 37 mm era innocuo, dopo quello da 57 fece la
differenza. Lo standard della divisione corazzata era sempre su 2
brigate (3 reggimenti carri per Brigata) + 1 brigata di fanteria
motorizzata. La divisione fra nostro battaglione e reggimento inglese, nei carristi, era
ininfluente poiché l'organico era sempre di 50 carri. Il nome
reggimento veniva tenuto anche per quei reparti di Cavalleria passati
sui carri che dividevano a loro volta il Reggimento in squadroni e non
in battaglioni.
Lucas Phillips spende ora alcune righe per il
nemico. |
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28 - Nuovo tentativo di sfondamento a
Nord con gli australiani. Rommel
richiama verso la litoranea le sue divisioni corazzate.
29 -
Riconsiderazioni dei piani di attacco. Si ritorna a
nord di Kidney Ridge con l'operazione Supercharge a partire dal
31. Toccherà ai neozelandesi sfondare.
30 -
Freyberg coi suoi australiani della 26a occupa la
strada costiera a Thompson Post. Viene chiesto comunque un
differimento di Supercharge.
31 - Supercharge
slitta di 2 giorni. I tedeschi attaccano la 26a, già provata,
che deve essere sostituita dalla 24a. La 7a corazzata inoperosa al Sud
viene spostata verso Nord. |
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La divisione Folgore valeva quanto una leggera
tedesca, ma la superava nel combattimento notturno. I bersaglieri
avevano combattuto eroicamente a Sidi Rezegh e anche la Trento si era
fatta onore. L'Ariete era migliore della Littorio (ma l'Ariete era da
più tempo in osservazione) e nonostante i piccoli mezzi alleggerivano la fatica dei tedeschi. Il 47/32 c.c con perforante ad
alto esplosivo era sempre una minaccia, specie a distanza ravvicinata. (Si era
però cominciato a sparare a distanza di 2 kilometri a cui noi
sembrava non fossimo neanche invitati). I carri tedeschi, dal panzer III
(ultimi tipi) in
su erano micidiali. La fanteria tedesca era una micidiale arma in
appoggio ai carri (ma non da posizione) e Ramcke coi suoi "paracadutisti"
indisciplinati altrettanto pericoloso con la mitragliatrice Mg.
La Ramcke, dal nome del suo comandante (4
battaglioni), come la Folgore
avevano perso la dicitura paracadutisti quando erano stati impiegati a
terra come semplice fanteria. La Folgore in alcuni testi viene
identificata come Cacciatori e la Ramcke (Brigata) fanteria d'aviazione.
La Ramcke era estremamente
esigente, e volenti o nolenti ricevevano attenzioni che ad altri non
andavano. Arrivarono anche per motivi diversi a larvati ammutinamenti o a
posporre date di attacco. I tedeschi oltre all'88 antiaereo, usato a tiro
teso anticarro, potevano contare sul 76 Russo catturato in grande
quantità e montato su scafi di T38 cecoslovacchi.
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La posizione
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L'ultima cresta (ridge) che ritorna spesso nel racconto,
denominata Miteiriya si estendeva a Sud Ovest di El Alamein. In fondo a
forma di rene c'era un anello oblungo di 1 km chiamato Kidney Ridge
(altura del rene) staccato dal costone. Chi diceva fosse un altura chi un avvallamento. Oltre
c'era la Pista palificata (telegrafo) Ariete o Rahman, da una moschea
che vi sorgeva. Su Miteiriya Rommel
s'era già sgrugnato in Luglio. Dopo Alam Halfa o "corsa dei sei
giorni", Monty aveva "lasciato" ai tedeschi a
Sud due campi minati, January e February e la cima di Himeimat, il che lo aveva costretto
ad arretrare il fronte Sud. Scriviamo "lasciato" perché giustificò
la cosa con "l'intenzione" di far vedere a Rommel le sue manovre fasulle. Ma
poteva essere andata anche diversamente, quando vide che li aveva persi
si invento l'osservazione nemica e le eventuali trappole (obbligate e
non volute). Oltre ai campi
minati (o Giardini del Diavolo che i tedeschi usavano poco), gli inglesi andavano fieri di
alcuni "ripieghi o recuperi" in fatto di controcarri come il Bishop.
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Un 88 su scafo Valentine e il Deacon o altri camion con un 57 montato su cassone (nel
Deacon non occorreva sbarcarlo perché era fisso e brandeggiabile). I controcarri prima qui poi in Francia segnarono la fine dell'era
corazzata. Per le operazioni nel deserto Monty fece, a mò di scuola
guida, dei veri e propri training fuori dagli "occhi indiscreti" di Rommel. Chi veniva bocciato
ripeteva l'esame, anche di notte. Gli artiglieri dovevano riadattarsi al
tiro di sbarramento mobile, non ancora attuato in Africa, ma che noi
vedemmo nella Grande Guerra quando i soldati italiani avanzavano con un
disco bianco sulla schiena e le artiglierie spostavano in avanti il
tiro. I campi minati e quindi la linea di divisione degli schieramenti
iniziava dalla spiaggia e scendeva a larghezza variabile (6-7 km) a Est di
Miteiriya, a ovest del Ruweisat, a ovest di Munassib (depressione) e si
concludeva alla cima Himeimat. I
soldati non avevano le angosce di sconfitta degli ufficiali (vivevano uno spirito di
gruppo, cameratesco) e su questo puntò
l'opera di Monty per creare una nuova mentalità vincente. Rifece completamente
i quadri fino al livello di battaglione e cancellò l'abitudine della
colonne Jock. Se si staccava una Brigata dalla unità superiore, al
minimo poi la si doveva restituire. |
Montgomery
quando si presentò ai suoi soldati così bianchiccio e mingherlino
sembrava un malato di tisi in convalescenza nel deserto. Si presentò a dei soldati,
qui da anni, abbronzati e indisciplinati.
Disse a Freyberg, Generale dei più indisciplinati. "'I
suoi soldati non mi salutano
(alla
tesa del copricapo)"
e Lui
"li saluti con la mano e vedrà che le risponderanno". |
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Dei tanti che aveva scelto, si pentì solo di Lumsden che
aveva alle sue dipendenze un tipo difficile come Gatehouse. L'esercito
del deserto era la cosa più composita che si potesse immaginare. Erano
definite divisioni dei Dominions quelle non battenti bandiera Union
Jack, India (anche se
questa non veniva classificata Dominions), Sud Africa, Nuova Zelanda,
Australia. Ognuna con le sue pratiche, abitudini
e indiscipline. L'antimilitarismo nel Dominions Australiano impediva agli Ufficiali di carriera di Stato Maggiore di
comandare una grande unità. Morshead da civile dirigeva una compagnia di
navigazione. C'erano poi avvocati, architetti etc. Qualunque cosa non
gli andasse bene, si riservavano di chiedere in patria. I kiwi neozelandesi avevano poi fra le loro truppe i Maori
indigeni. Stranieri erano anche considerati gli Scozzesi, che avevano
lasciato il gonnellino (solo il suonatore di
cornamusa continuava a portarlo) per più pratici indumenti, i Francesi,
i Polacchi e
infine i Greci. Ad El Alamein si erano aggiunti anche gli Statunitensi.
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Il
Progetto
Monty convinto di distruggere le forze corazzate
tedesche, inferiori per numero e per potenza (si andava da un rapporto di
1 a 2 o 1 a 3), aveva predisposto che il XXX corpo sfondasse la linea dei
campi a nord e dietro irrompesse la massa corazzata del X che
avrebbe fatto il resto. In una seconda fase il X si sarebbe occupato anche
delle fanterie dell'asse, a cui si dava poco peso. L'attacco a Sud
del XIII doveva servire per precauzione a tenere divisi in 2 gruppi i carri
italo-tedeschi, a scanso di equivoci sulla bontà della formula. Pensando e
ripensando il 6 ottobre era però giunto ad una conclusione diversa. Si
cambiava e si ritornava ad una battaglia di logoramento contro la
fanteria, quella fanteria che Rommel usava solo per difendere i propri
carri. La fanteria inglese avrebbero pagato un grande tributo ( e vedremo
quanto pesante) logorando il nemico e creando l'occasione per
il X. Monty non si preoccupava delle macchine, perché
ne aveva in abbondanza, ma delle baionette come le chiamava lui che erano
poi gli uomini della prima linea, i soli e veri combattenti. Da calcoli fatti con tutta la logistica
e i servizi i fanti veri propri in linea non superavano mai il 25% !! della
forza totale. Il primo salto dalla cresta (lato esterno) di Miteiriya fino
a Kidney dove costituire una linea chiamata Oxalic. Il tutto su un fronte
di 10 km !!!. E' bene tenere presente d'ora in poi che ci sarà anche un
sud del Nord perché per arrivare alla costa c'erano ancora 30 km. Le dimensioni
della battaglia di El Alamein (fronte) non sono proporzionalmente confrontabili con
quelle Russe, poiché fra l'una e l'altra esiste un rapporto di uno a 10 o
20.
I Trucchi
Se Rommel era stato maestro in questo campo non da
meno lo furono ora gli inglesi. L'azione di camuffamento venne designata
col nome di Bertram. Grant e Churchill telonati che
sembravano camion, camion coperti che portavano carri, una pipe line fatta
di bidoni, il tutto lasciando però nei luoghi prestabiliti a nord più
materiale possibile e al sud più materiale finto possibile (vedremo più
avanti i trucchi). La 10a corazzata se ne
andò una notte da Munassib, lasciando sul terreno una 10a finta. Le
tracce dei cingoli venivano cancellate come facevano gli indiani quando
erano seguiti. Ma il
fronte non viveva della solita calma, nei cieli e anche in terra si
svolgeva la solita guerriglia di tutti i tempi, anche se ora non era altro
che l'allenamento a Lightfoot. Monty tenne il 20 ottobre una conferenza fino al grado di
Tenente Colonnello e disse che 12 !! giorni erano sufficienti a
piegare Rommel. Dodici giorni per Rommel ma anche per gli inglesi e non
erano sicuramente facili. Poiché i tedeschi avevano imparato a
riconoscere il nemico (telegrafista) anche dalla voce in cuffia (ormai si davano del tu
ai radioricevitori), gli operatori vennero
lasciati sul posto a trasmettere una partita (guerra) fantasma. Fra i più noti,
non telegrafisti ma comandanti, che
i tedeschi conoscevano c'era proprio Gatehouse a cui si rivolgevano
"Salfe
Alec! Così sei ti ritorno. Pene, siamo pronti a riceverti". Naturalmente
la traduzione viene fatta nel nostro immaginario del tedesco inglesizzato. |
Il 27 ottobre Rommel dedica questa lettera alla moglie, convinto che sia finita:
"La battaglia infuria e probabilmente sfonderemo ad onta di tutte le gravi difficoltà. Potrebbe anche darsi che naufragheremo, nel qual caso tutto il corso della guerra ne verrebbe sfavorevolmente influenzato poiché tutta l'Africa del Nord cadrebbe in mano degli inglesi. Ciò potrebbe avvenire nel corso di pochi giorni e pressoché senza battaglia. Noi facciamo tutto quanto è umanamente possibile per vincere. Purtroppo la superiorità del nemico è enorme. Che la cosa ci riesca, che io vinca o meno la battaglia è nelle mani di Dio. La vita è dura per uno sconfitto, io guardo dritto innanzi verso il mio destino poiché la mia coscienza è tranquilla. Quanto era umanamente possibile fare io l'ho fatto, e non mi sono risparmiato personalmente. Dovessi rimanere sul campo di battaglia, desidero rendere grazie a te e al ragazzo per tutto l'amore e la tenerezza che avete voluto donarmi nella mia vita".
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L'atteso grande convoglio alleato di 200.000 tonnellate (in realtà una teoria di convogli navali, che stavano "risalendo" il Mar Rosso) era entrato nel Golfo di Suez, rovesciando già un mese prima
sui moli carri armati, artiglierie, automezzi, montagne di munizioni e milioni di litri di carburante. Ora, l'Ottava Armata era sul serio il più formidabile strumento di guerra che l'impero inglese avesse mai posseduto. Nel deserto egiziano, proseguiva intanto l'addestramento degli equipaggi con i 300
Sherman forniti dagli americani e con i 100 semoventi da 105 millimetri. Anche la US Air Force aveva fatto la sua apparizione e avrebbe partecipato con un buon numero di missioni alla prossima offensiva inglese.
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Montgomery:
(dei generali)...erano abili combattenti ma sapevano ben poco della
guerra.. le dottrine militari venivano trasgredite ogni giorno, la regia
della battaglia era condotta in maniera deplorevole.. ogni comandante di
divisione conduceva le operazioni senza sapere esattamente quali fossero
le forze schierate ai loro fianchi. Il campo di battaglia di carri e
fanteria non coincideva mai.
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L'Uragano di fuoco
L'ACIT, l’armata corazzata italo-tedesca a nord, in prima linea, schierava il XXI Corpo d'Armata, con il 7° reggimento bersaglieri e le Divisioni di fanteria "Trento" e "Bologna". Per "tonificare" lo schieramento - in considerazione dell'insufficiente armamento italiano - Rommel aveva disposto sul terreno reparti misti alternati, italiani e tedeschi, organizzati in gruppi o "zone" (Raum). Nei capisaldi, a nord, si alternavano infatti i battaglioni italiani, quelli tedeschi della
164a Divisione tedesca e due battaglioni della Brigata "Ramcke", tutti trincerati
dietro i "giardini del diavolo". In seconda schiera la
15a Panzer e la Divisione corazzata "Littorio". Il settore meridionale era invece presidiato dal X Corpo d'Armata italiano, con il 9° reggimento bersaglieri, le Divisioni di fanteria "Brescia" e "Pavia", la Divisione paracadutisti "Folgore" e altri due battaglioni paracadutisti della Brigata "Ramcke".
Alle spalle di queste unità, c'erano la 21a Panzer e la Divisione
corazzata "Ariete".
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Come riserva d'Armata, nel terreno retrostante, a nord, c'erano la
90a Divisione leggera tedesca e la Divisione motorizzata "Trieste", più unità minori (gruppi tattici e reparti esploranti).
L'Ottava Armata inglese aveva invece, nel settore settentrionale, in prima linea, il XXX Corpo d'Armata, con la
9a australiana, la 51a "Highlanders", la 2a neozelandese, la 1a sudafricana e la
4a indiana. A sud, era schierato il XIII Corpo d'Armata, con la 50a britannica (più un gruppo di brigata greco e il
II gruppo di brigata della "Francia Libera"), la 44a britannica e, a sinistra di quest'ultima,
il I di "Francia Libera", dipendente dalla 7a Divisione corazzata,
una unità famosa, veterana delle precedenti Campagne.
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Kippenberger.
Battaglia di luglio:Erano state impiegate due brigate di fanteria e due di
carri che avevano sferrato tre attacchi separati da direzioni diverse e in
momenti diversi... ci fecero vedere l'inferno. |
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In seconda schiera, alle spalle del XXX Corpo, c'era il X Corpo d'armata, con le Divisioni corazzate
1a e 10a, mentre alle spalle del XIII Corpo era disposto il grosso della 7a Divisione corazzata. Alle dirette dipendenze del comando d'Armata c'erano, inoltre, una Brigata indiana per l'apertura di varchi minati; una
corazzata e due Brigate di artiglieria contraerea. Riassumendo, a parte le unità minori, si trovavano di fronte 12 Divisioni italo-tedesche, 4 delle quali corazzate (ma le italiane potevano considerarsi leggere), e 10 Divisioni inglesi e del Commonwealth, di cui 3 corazzate.
Le tre Divisioni corazzate inglesi ed i reparti autonomi di carri in appoggio alla fanteria allineavano però 285 Sherman, 246 Grant primo e secondo tipo, 421 Crusader, 167 Stuart, 223 Valentine
e 9 fra i vecchi Matilda e i nuovi giganti Churchill (i primi
esemplari inviati in Africa). Gli Stuart e i Valentine erano
ancora alla portata dei carristi italiani. Su 497 carri dell'Asse,
239 erano carri medi e 20 ancora carri leggeri italiani tipo L3 o
L6 da non considerare proprio.
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Freyberg:
Rommel era abituato a considerare la fanteria come scorta dei mezzi
corazzati di giorno e sentinella di notte.
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Smembramento:
se a livello divisionale le cose andavano così, quando venivano fatti i
pacchetti da un soldo (piccoli nuclei misti divisionali detti anche
colonne di Jock dal nome di un generale) che vagavano per il campo di
battaglia era ancora peggio. Il XIII c.d.a. sembrava quasi disintegrato,
senza coerenza e senza alcun vero valore militare. (presso i tedeschi si
chiamavano Kampfgruppe e presso gli americani Combat Command e sembra
andassero meglio).
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Per lo stesso motivo vanno esclusi i 30 carri leggeri Mark-II tedeschi, mentre dei 170 Mark-III, avevano un qualche peso
solo quelli armati con cannone da 50 "lungo" (50/60). Sul piano statistico, gli unici carri validi erano i 38 Mark-IV. Validi erano invece i pochi semoventi
(4 gruppi) italiani da 75/18, assegnati all’artiglieria
"Ariete" e "Littorio". Ai numerosi controcarro inglesi (molti da 57 mm) gli italiani contrapponevano gli orami superati 47/32 ed i tedeschi l’ottimo pezzo da 88/55, vero
autout del secondo conflitto mondiale come il pari pezzo italiano da 90/53 montato
su cassone d’autocarro. Schiacciante comunque la superiorità quantitativa e qualitativa dell'artiglieria campale inglese. Nettissima la superiorità della RAF con 1.200 aerei (800 di prima linea) contrastati da 710 aerei italiani e tedeschi (150 caccia, 170 bombardieri o caccia-bombardieri e 390 velivoli di altro tipo). Alle 20.45 (ora italiana là erano le 21,45 ) del 23 ottobre 1942, circa mille pezzi da campagna inglesi aprirono il fuoco contro le posizioni
dell'artiglieria italo-tedesca, troppo sotto la fanteria (questioni di
gittata). Nel deserto non si era mai visto nulla di simile, ma
neanche fuori.
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Nella relazione sulla battaglia, scritta dal T. Colonnello paracadutista Alberto Bechi Luserna (Medaglia d'Oro, comandante del 187° reggimento "Folgore") si legge sotto la data del 25 ottobre:
"Con i rinforzi affluiti l'avversario si era ricostituito una massa d'urto, valutabile in
5/6 battaglioni e in due Brigate corazzate, e mirava con essa ad allargare la fessura dischiusasi nel settore centrale della "Folgore", gravando verso meridione sopra il 186° presidiante le posizioni di Qaret el Himeimat. Lo scardinamento di questo pilastro difensivo avrebbe probabilmente consentito, secondo i calcoli dell'avversario, di iniziare il movimento aggirante destinato a far cadere per manovra l'intero fronte di El
Alamein". |
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15 minuti dopo i cannoni avevano accorciato il tiro e creavano una cortina
fra i centri di fuoco dell'asse e la loro fanteria che attaccava (prima
però dovevano passare gli sminatori). Tutte le
comunicazioni in quel momento erano disturbate da aerei e passeranno molte
ore prima che Stumme si renda conto dell'attacco. Monty nella sua roulotte
aprì l'Enrico V e rilesse prima di andare a dormire
"Oh
Dio delle battaglie rinsalda i cuori dei miei soldati."
La sorte regalò
poi a Monty un'altra chance, in quanto Stumme, nelle prime ore del 24 ottobre, recatosi in prima linea per rendersi
"finalmente" conto della situazione, finì sotto il fuoco nemico e morì per colpo apoplettico. Nel pomeriggio del 24 ottobre, Rommel, ancora in convalescenza in Austria, era stato raggiunto da una telefonata di un suo aiutante, con la quale gli veniva comunicato l'inizio dell'offensiva inglese. Il Maresciallo non esitò un attimo a salire sul
primo aereo trovato (Hitler lo aveva richiesto) e l'indomani era a Roma.
Ragguagliato sulla situazione dal Generale von Rintelen, Rommel rimase esterrefatto quando apprese che l'Armata disponeva di pochissimo carburante e che non aveva ricevuto, in sua assenza alcun significativo rinforzo. Da Roma, Rommel raggiunse
per sicurezza Creta e da lì il fronte. Alle 23.25 del 25 ottobre, tutti i reparti impegnati a El Alamein ricevettero il seguente messaggio:
"Ho ripreso il comando della
Panzer Armee - firmato Rommel". |
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FORZE IN CAMPO AD OTTOBRE 1942
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Il giorno
26 ottobre, lunedì, in una convulsa riunione al quartier generale inglese si sentirono voci
discordanti tipo, torniamo indietro o per noi è finita. Solo il polso di Montgomery li obbligò a tornare in linea.
Quella che aveva promesso non era una
passeggiata. Mise mano a un nuovo piano che ruotò di 30 gradi da
Ovest-sud-ovest a Ovest-nord ovest l'attacco. Nella fornace della battaglia, si stavano
però consumando le Divisioni del X, XXI e XX Corpo italiano e quelle del
DAK o C.T.A, impegnate in una "lotta
ad esaurimento" pur avendo inflitto pesanti perdite degli
inglesi. Nel settore meridionale gli inglesi, tra il 23 e il 29 ottobre, perdevano davanti alle posizioni della "Folgore" una settantina di carri e centinaia di uomini, appartenenti a reggimenti
famosi. Rommel poteva ora mettere in campo meno di 150 carri e vedeva le sue formazioni assottigliarsi sempre di più.
I rinforzi promessi finivano in fondo al Mare. Motonavi, piroscafi e petroliere italiane, con preziosi carichi di carri armati, armi, rifornimenti e carburante. Il 23 ottobre, affondò l'Amsterdam; il 25, il Tergeste e la petroliera Proserpina; il 29, la petroliera Luisiano; il 1° e 2 novembre, il Tripolino, l'Ostia e lo Zara. Il
racconto della prima fase termina qui. Il racconto non può che farsi
spezzettato rincorrendo un pò quì un pò là vicenda. Dovremmo raccontare
l'Alamein degli italiani, quella dei tedeschi, quella degli inglesi,
quella trasversale dei carristi, quella dei pionieri sminatori etc.. Non
basterebbe una vita. Chi vuole può utilmente crearsi la propria opinione
prendendo in mano, testi su Rommel, sugli inglesi (in genere entrambi
scritti da inglesi), sugli italiani pochi e raffazzonati. |
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ITALIANI
|
TEDESCHI
|
TOTALE
|
8a ARMATA
|
UOMINI
(Inglesi
anche 2a linea) |
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43.000
|
53.000
|
96.000
|
220.000
|
BTG. FANTERIA
|
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42
|
27
|
69
|
78
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BTG. MITRAGLIERI
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-
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1
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1
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8
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CANNONI
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371
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200
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571
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939
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CONTROCARRI
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150
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300+72
(88)
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522
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1.506
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CONTRAEREA
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750
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600
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1.350
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812
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CARRI ARMATI
(Inglesi
anche 2a linea)
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259
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238
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497
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1.348
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AUTOBLINDO
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(50 STIMA)
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500
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Il titolo riporta le parole che i soldati del 7° bersaglieri scrissero su una lapide che ancora oggi è situata al km 111 della strada di Alessandria: è vero, mancò la fortuna, non quella spicciola ma quella maiuscola, erano giunti a soli 111 km da Alessandria d’Egitto e il successo sembrava a portata di mano. Ad El Alamein erano giunti pochi uomini e pochissimi mezzi, meno di 5000 uomini con soli 18 carri e pochissimo altro armamento.
La rapida avanzata lungo la costa aveva lasciato indietro molti uomini con un relativo equipaggiamento sia per presidiare i punti più sensibili della retrovie sulla costa, Sidi El Barrani, Marsa Matruck, Fuka, che divennero luoghi di approvvigionamento diretto dal mare, sia per presidiare ampi tratti della distesa desertica verso l’interno, con capisaldi isolati in pieno deserto per contrastare le eventuali e pericolosissime incursioni
aggiranti del Long Range Desert Group e dello Special Air Service,. A queste depauperazioni necessarie dell’armata italo-tedesca, si aggiungevano le perdite dovute ai combattimenti e all’usura del materiale, le distanze che avevano avvicinato il fronte ad Alessandria erano diventate enormi: 2000 km dalle basi di partenza erano davvero tanti e le condizioni delle piste non favorivano certo spostamenti rapidi.
Gerardo Giacummo |
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Se si deve accettare che lo sforzo principale dell'8a Armata avvenne nel settore settentrionale (poi andato a buon fine), non bisogna dimenticare le possibilità offerte da un eventuale sfondamento nel settore meridionale. Era comunque improbabile per la conformazione a scendere del fronte da Nord a Sud Est
(diagonale) ma restava sempre un punto pericoloso per un
aggiramento. |
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6-7-8 novembre -
Incomincia a piovere e i problemi logistici continuano a colpire gli
inglesi. Rommel coglie l'occasione per non sprecare forze e si ritira su
Sollum. La corsa della colonne britanniche sulla costiera viene
continuamente fermata da campi minati, anche finti. il Comando del X cda e i resti della 17a Div. Fanteria "Pavia" vengono catturati dal
nemico. Viene raggiunto il vecchio confine Libia-Egitto mentre stanno sbarcando gli
Americani nel Nord Africa. |
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