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L'accelerazione di Hitler
in Cecoslovacchia provoca da
noi la paura di perdere in Europa orientale quelle piccole fette
di influenza che ci eravamo così duramente conquistate nel tempo (oltre
al protettorato virtuale sull'Albania poi non erano molte, una Savoia in Bulgaria, qualche isola nell'Egeo e
normali rapporti con qualcun'altro, Grecia esclusa: la nostra influenza sul
Montenegro, patria della Regina, ormai era cosa d'antiquariato). A dir la verità della
nostra influenza
non s'era accorto nessuno. All'epoca del primo grande conflitto avevamo messo in
salvo corte e esercito Serbo, salvaguardato i confini dell'Albania e della
stessa Grecia che poi neanche ci ringraziarono. Le potenze vincitrici, non noi
che avevamo fatto uccidere 700.000 persone per poco o niente,
ci
avevano promesso ulteriori zone di influenza in Turchia e a suo tempo
addirittura nella caucasica Georgia Russa, ma dalla Cecoslovacchia (pure
aiutata) i francesi ci avevano cacciato. Lo spagnolo Franco, nel '39, dopo i
miliardi ricevuti, al di là d'un -grazie, non ho soldi per pagarvi
ora- non era
andato. Ma torniamo all'Albania. A fine
grande guerra le minacce al piccolo stato per i problemi irrisolti di confine
etnico nella Ciamuria greca (di etnia misto-albanese) si inasprirono. La cosa strana però è che era l'Albania a
minacciare i più grossi vicini. Gli albanesi rivendicavano anche il Kossovo serbo ( con forte presenza albanese )
inglobato nel nuovo regno Serbo-Jugoslavo e a dir la verità un pezzo di Montenegro e di Macedonia sempre serbi
ma sempre bietnici. Per gli albanesi, a maggioranza mussulmana, lo schieramento anti-tedesco
del 1915 era stato un incidente di percorso da non ripetere. Le
occasioni di attrito coi vicini, ex alleati, quindi non mancavano e non mancheranno. Sul trono di Albania sedeva
da alcuni anni Re Zog, ex presidente della Repubblica autoproclamatosi Re e novello sposo
di Geraldina d'Ungheria in dolce attesa di un figlio. Alessandro (Leka, tutt'ora
vivente e pretendente al trono), nascerà il
5 aprile 1939 in un brutto momento.
Fra le pochissime ricchezze di questo
paese si favoleggia quella del petrolio che aihmè resterà appunto favola. L'Anic,
nonostante la antieconomicità costruirà qui due raffinerie. Dal sottosuolo esce una mistura strana lontana parente del petrolio,
solo gli italiani riescono ad usarla (cattivi petroli, oli e catrami). Il
problema è l’alto contenuto di zolfo del petrolio albanese, che richiede
l’adozione di particolari processi di raffinazione ed elevati investimenti. Contatti
che Zog avrebbe avuto con gli Inglesi e i soliti Francesi ( anche a loro andava imputata
la nostra vittoria "mutilata" nella grande guerra e le beghe nei
Balcani e nell'est Europa ) fecero propendere Mussolini per un azione mirata
di forza tesa ad
assicurarsi anche militarmente il territorio. L'Albania era stata chiamata il Belgio Italiano per
un analogo compromesso economico con la Francia. L'Asse
Roma Berlino, in quel momento più che un asse stabile sembrava un dondolo. I tedeschi le loro intenzioni le annunciavano a
decisione presa o peggio a partita chiusa, tanto erano veloci. Dopo l'Anschluss dell'Austria, da noi dolentemente
riconosciuto, e quello della Cecoslovacchia si ritenne quindi necessario
rispolverare il vecchio piano di annessione.
Uno schema pacifico di protettorato
"pesante"con
relativo ultimatum venne sottoposto in fretta e furia a Re Zog il 25 marzo 1939. Noi le nostre rivendicazioni le palesavamo pubblicamente,
con relativo anticipo, poi ci rodevamo del sospetto che qualcuno volesse guastarci la festa. Lo stesso ambasciatore
albanese Seregi in transito a Bari si accorge della concentrazione di soldati
pronti a partire per invadere il suo paese.
La campagna "militare" d'Albania del 39 nasceva quindi tanto
raffazzonata che
tutto il resto ne fu conseguenza. L'aerotrasporto organizzato
consistette nel caricare soldati su bombardieri, finanche nelle stive delle bombe
e senza armamenti pesanti. La nafta sbarcava nei porti dove serviva la benzina e
viceversa. Il comandante in capo designato
Guzzoni*
seppe dell'operazione non più di una
settimana prima, confidenzialmente, da un alto ufficiale in stazione a Padova. L'ordine
di sbarco dei reparti venne a volte alterato cosicché chi doveva effettuare
solo occupazione e controllo del territorio finiva in prima linea. I fondali
scelti nei porti non corrispondevano al pescaggio delle navi. 50 anni dopo un'altra
ammiraglia italiana vi si arenerà di nuovo.
La fretta e la segretezza con cui circondammo l'avvenimento fecero passare in second'ordine i guai dopo la relativa facilità della
campagna. La frammentazione del corpo di
spedizione (22.000 uomini) venne effettuata con organici costituiti da richiamati non a conoscenza degli
ultimi apparati tecnici introdotti (radiotelegrafisti) e,
come nel caso dei bersaglieri, distolti
dalle loro abituali occupazioni solo dieci giorni prima o di leva impreparati.
Erano anche stati presi a battaglioni qui è là da 12 reggimenti diversi un pò per dare
il lustro della conquista a tutti e un pò per mettere insieme la gente più
esperta. La
dislocazione di 4 teste di ponte (sbarchi) a fronte di una pur piccola resistenza avrebbe
costituito un serio problema. Ma questa non era la Normandia. Composizione delle colonne e relativi
comandi (fra parentesi i reggimenti di appartenenza):
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Colonna 1
(Colonnello Scattini-San Giovanni di Medua; Obbiettivo: Scutari)
3º, 5° Btg. (8° rgt.), 28° Battaglione Bersaglieri del 9° rgt.
Due Compagnie del Battaglione di Marina "San Marco"
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Colonna 2 (Generale Messe; Durazzo; Obbiettivo: Tirana)
2º, 17° Btg. (2° rgt.), 10° (7° rgt.), 14° (5° rgt.), 27° Battaglione Bersaglieri (11°
rgt.)
1º Battaglione del 47º Reggimento Fanteria
8º Battaglione Carri Leggeri
10º Battaglione Carri Leggeri
1º Battaglione Granatieri (su Tirana via aerea dopo la conquista della città)
2º Battaglione Granatieri (come il 1º Battaglione)
Una Batteria da 65/17mm, una Batteria Antiaerea
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Colonna 3 (Colonnello Bernardi; Valona; Obbiettivo: Fieri)
1º (1° rgt.), 16° Battaglione Bersaglieri (10° rgt.)
40º, 76° Battaglione Camicie Nere
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Colonna 4 (Colonnello Carasi; Santi Quaranta; Obbiettivo: Argirocastro)
20º (3° rgt.), 33° Battaglione Bersaglieri
(11° rgt.)
3º Gruppo Carri Veloci "San Giorgio"
"Scarpe Grosse" un film di Dino Falconi del 1940 con A. Nazzari al nuovo cinema
italiano a Durazzo
In Albania non si va
per terra via litoranea, poiché la costa è paludosa e malarica, e quindi non ci
si sostiene l'un l'altro. In Albania si risalgono verso l'interno quei fiumi che diventeranno tristemente famosi. L'esercito
di linea albanese, valutato più numeroso del nostro, non oppose che
sporadica resistenza. Allora come adesso, nella situazione in cui erano, non
potevano che migliorare. L'unica colonna veramente impegnata fu la prima del
primo scaglione che puntava da Durazzo su Tirana (capitale nell'interno). Lo sbarco avvenne alle 5,25
del 7 aprile. Alle 10,10 del 9 aprile Tirana era occupata. Re Zog e figlio Leka riparavano in
Grecia. L'operazione denominata O.M.T era costata 12 morti e
81 feriti. Dopo l'assicurazione ai paesi confinanti che l'impresa era
finita lì, il 12 aprile un'assemblea collaborazionista (costituita ad hoc)
destituiva Re Zog. Il 16 Aprile Vittorio
Emanuele III accettava ufficialmente la corona d'Albania. Gli venne in mente di
visitare il suo regno nel 1942 e per poco non lo uccidono. Della durezza di
quelle terre e di quelle genti avremo modo di scoprirlo 18 mesi dopo quando muoveremo
guerra alla
Grecia e 4 anni dopo, ma questa è già un'altra storia.
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Tra
i pochi bersaglieri caduti la Medaglia d'Oro BOMBIG RICCARDO |
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I reggimenti bersaglieri presenti erano reggimenti di
formazione poiché hanno tutti un solo battaglione mobilitato ( il solo 2° ne
ha due ). Su 12 battaglioni 9 sono ciclisti. Il reparto comando quindi anche se preso
da un reggimento ha
giurisdizione su organici di diversi reggimenti
(1.2.3.5.7.8.9.10.11.12?) Il battaglione misto è
quello che inquadrava la compagnia carri veloci L3 della prima
colonna del Gen. Messe (2° e 5°). La compagnia carri verrà poi
soppressa in questi reggimenti a fine campagna per passare agli L6 e
alle autoblindo. I reggimenti 5-7-8-9-12, inquadrati nelle divisioni Corazzate e
Motorizzate, lasceranno definitivamente le biciclette (dopo 40 anni ) per le moto
e gli autocarri. Erano inoltre presenti aliquote di fanteria (47°-48°
fanteria), Camicie nere (3 Btg), VIII e X carri L, Cavalleria
corazzata S. Giorgio, Btg. Grado del S. Marco di fanteria di marina artiglieria e servizi.
Bombig, nato
a Pola nel 1913, consegue il diploma di ragioniere ed entra subito nella
Accademia di Militare di Modena nel 1933 per il brevetto di sottotenente. Assegnato
all'8° Bersaglieri viene promosso tenente 5 anni dopo alla vigilia della
partenza per l'Albania. Sbarca a S. Giovanni di Medua col III battaglione
complementi e viene ben presto coinvolto con la sua compagnia in scontri a
fuoco. Per tentare il passaggio del ponte della Brinassa, minato e interrotto si
lancia con alcuni volontari oltre il manufatto, potentemente difeso da
mitragliatrici. Viene colpito a morte e spira poco dopo. Scutari 8 aprile 1939.
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