S.I.R.P.

 

 


Questo spazio è dedicato ai resoconti delle manifestazioni promosse dalle Sezioni Regionali o da gruppi di Soci.

La finalità, oltre quella conoscitiva, è di creare un dibattito su varie tematiche per un approfondimento critico e operativo.

Tutti i componenti del consiglio direttivo sono invitati ad inviare il loro contributo e le loro riflessioni.

 

 

 

 

CONVEGNO NAZIONALE SIRP

 

"Etnie in cammino. La riabilitazione psicosociale tra vecchia e nuova social mobility"

FORMIA - Sala convegni CONI - 13, 14 e 15 Giugno 2001

 

La Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale da tempo si sta impegnando per una visione più ampia e culturalmente più incisiva del variegato mondo della "salute mentale". Nuove tematiche, non solo legate all’enfasi del momento, vengono poste in evidenza per migliorare sia la qualità dei Servizi Psichiatrici, soprattutto quelli tradizionalmente deputati alla riabilitazione, ma anche per confortare i percorsi di formazione del personale e per individuare nuovi soggetti da coinvolgere e sensibilizzare. Questo tentativo ci ha spinto ad affrontare un tema scottante e drammaticamente alla ribalta dei media e del nostro vivere quotidiano: "La nuova e la vecchia emigrazione". I Servizi di Salute Mentale registrano un aumento di utenza proveniente dalle varie aree di emigrazione e perlopiù sono sprovvisti di protocolli di intervento specifici che tengano conto delle eredità culturali ed etniche che ogni emigrato porta con sé. Diventa, così, difficile prescrivere farmaci, iniziare psicoterapie, prevedere, insomma, un trattamento che abbia la possibilità di avere un minimo di successo. L’emigrazione è sempre un evento traumatico; l’essere sradicati dalla propria terra ed essere gettati in una realtà completamente diversa, diviene causa di disagio e di disturbi psichiatrici. La riabilitazione psicosociale, già di per sé di difficile percorso, incontra una ulteriore difficoltà quando si confronta con mondi, abitudini e concezioni lontane e poco simili alla nostra. Lo scopo di questo Convegno è stato anche questo: aprire una finestra all’attualità del bisogno affinché si possa cominciare a dare delle risposte.

Il Congresso si è articolato in tre giornate caratterizzate da Letture Magistrali e Sessioni Plenarie.

Mercoledì pomeriggio enorme successo ha ottenuto il Prof. Cosimo Varriale con la sua: “Social Mobility, processi di categorizzazione e pregiudizio interetnico: ricerca di base e prassi socio-cognitiva di campo”. Il Cattedratico Napoletano ha monopolizzato l’attenzione di tutto il vasto uditorio dando dei forti stimoli di riflessione sul concetto di pregiudizio, il tutto intervallato da un excursus storico e da esperienze pratiche che il suo gruppo sta conducendo da anni a Napoli. La giornata è proseguita con una tavola rotonda sulle finalità del Convegno che ha visto la partecipazione del Dr. Ugo Melchionda, Progect Manager della International Organization for Migration, il Segretario Nazionale della UIL Medici Dr. Armando Masucci, Il Direttore del Distretto Sud, Dr. Artone, Il Prof. Sergio Mellina, la Dott.ssa Goldfluss e il Dr. Ferdinando De Marco. Il tema ha suscitato un vivace dibattito.

L’indomani si è iniziato con la Lettura Magistrale del Prof. Sergio Mellina dell’Università di Venezia. La vasta cultura ed il fascino espositivo ha creato un ottimo clima che è proseguito con la I° Sessione dal titolo “Profilo ed identità dell’immigrato”.I Relatori, tutti molto applauditi ,sono stati Pompeo Martelli, Massimo Rabboni, Daniela Rustioni, Virginia De Micco e Tullio Seppilli. L’intervento del grande antropologo di Perugia dall’affascinante titolo: “Sradicamento, marginalità e integrazione: lo condizione psicoculturale dei nuovi immigrati della società Italiana” ha aperto un ampio dibattito ed ha arricchito la platea di stimoli e riflessioni. Chairmen della Sessione sono stati: Gabriella Ba, Tommaso Losavio  e Giuseppe Ionta.

La II° Sessione invece, che in maniera più tecnica e gestionale interessava i molti operatori presenti in sala, ha avuto come Relatori: Mario Esposito, Vittorio Mellina, Vincenzo Renda, Lucio Maciocia e Giancarlo Cecchini. Molto toccante è stata la relazione del Dr. Renda sulla gestione dell’assistenza sanitaria ai profughi del Kosovo a Comiso. Chairmen: Sergio Lupoi e Giuseppe Scoti.

Nel pomeriggio la III° Sessione “Migrazioni: la dimensione affettiva” ha visto come partecipanti: Adolfo Petiziol, Pasquale Passeri, Antonino Iaria e Bernardo Carpiniello con Chairmen Daniele Sadun e Maruska Face.

La serata ha avuto termine con un seguitissimo intermezzo musicale tenuto dal gruppo Jembekan che ha dato un saggio della propria bravura con musiche e danze etnoafricane.

L’ultimo giorno ha avuto inizio con la Lettura Magistrale di Sergio Ujcich dall’intrigante e significativo titolo “Dove sei?”. Purtroppo il Dr. Ujcich non è potuto intervenire e la Lettura è stata eseguita da Ferdinando De Marco.

La IV° Sessione “I Servizi psichiatrici di fronte ai progetti terapeutico-riabilitativi per immigrati” ha visto come protagonisti Pina Labellarte, Massimiliano Scarpelli, Pino Cardamone, Salvatore Inglese e Simona Pesce, con Chairmen Carpiniello, De Rosa e Cozzi.

La V° Sessione pomeridiana con Chairmen Colafelice e De Marco ha coronato degnamente la manifestazione con interventi seguiti ed applauditi di Emilia Costa, Gennaro Garribba, Paola Parlato, Gloria De Bernardo, Pasquale Tripepi ed Elisabetta Muraglia e Fausto Russo.

Il Convegno ha stimolato i numerosi convenuti su tematiche quali l’antropologia, la psicologia sociale, la sociologia, la filosofia e la prassi quotidiana psichiatrica e merita sicuramente di avere un prosieguo.

Claudia Giovannelli  


II° CONGRESSO REGIONALE CALABRESE

Copanello di Staletti 21/23.06.2001

In occasione della (ri)costituzione della  Sezione Regionale Calabrese della Società di Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale è stato organizzato il II° CONGRESSO REGIONALE CALABRESE, Con il patrocinio , fra gli altri, della Presidenza della Giunta Regionale, della Presidenza della Provincia di Catanzaro, dell’Università degli Studi “Magna Graecia”di Catanzaro e dell’Ordine Regionale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri.

Il congresso, che si è svolto il  21, 22 e 23 giugno u. s. presso l’“Hotel Villaggio Guglielmo” a Copanello di Stalettì (Catanzaro), ha avuto il seguente tema “PIANIFICAZIONE,  MONITORAGGIO e VALUTAZIONE DEI PROGRAMMI RIABILITATIVI”, ma anche lo scopo di realizzare i corsi formativi di seguito riportati, tendenti ad affrontare il problema della cura, del recupero e dell’inserimento sociale e lavorativo dei pazienti psichiatrici più gravi, cercando di programmare risposte efficaci che rendano inutile qualsiasi nostalgia o rigurgito neomanicomialista.

·        La Classificazione delle Strutture attraverso la “International Classification of Mental Health Care” (ICMHC), svolto da Giuseppe Tibaldi, Luca Pinciaroli, Carola Palazzi e Cristina Testa.

Precedute dalla lettura magistrale del titolare della cattedra di Psichiatria di Catanzaro, prof  Amato  Amati  dal titolo: "L’assistenza familiare ai malati di Alzheimer: Implicazioni Psichiatriche", i temi congressuali hanno riguardato:

La Riabilitazione  nei Programmi di aggiornamento scientifico e culturale della Società Nazionale (F. De Marco),

Criteri di accreditamento e le evidenze scientifiche delle attività di riabilitazione (P. Morosini, R. Pioli),

Il problema della residenzialità nei vari aspetti: Residenzialità e DSM: problemi e prospettive(C. Munizza), 

La situazione generale in tutto il Paese: : Le Strutture Residenziali Psichiatriche in Italia: Il Progetto “PROGRES”(G. De Girolamo, A. Picardi).

Inoltre, alcune esperienze di lavoro significative in vari contesti. Nel territorio: Risultati di un anno del Progetto Multicentrico Coinvolgimento e Sostegno dei familiari dei pazienti. Cosa migliora negli utenti e nelle loro famiglie (M. Casacchia, R. Roncone);

in Ospedale: Intervento psicosociale di tipo cognitivo-comportamentale per pazienti psicotici: esperienza di gruppo presso un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) (G. Polidori, A. Bazzoni,P. L. Morosini, M. L. Rosicarelli, D. Fowler);

nelle realtà residenziali di nuova costituzione: Studio controllato randomizzato di un intervento integrato di psicoterapia cognitivo-comportamentale e Clozapina in un campione di pazienti schizofrenici resistenti a precedenti trattamenti (A Pinto, N. Capozza, S. La Pia);

nelle realtà ex-manicomiali: Valutazione dell’efficacia pratica dei programmi riabilitativi per gli ospiti di strutture residenziali (M. Nicotera, A. Greco, L. Caserta).

Le relazioni sono state intervallate da un piacevole intermezzo in cui due attori hanno recitato brani tratti dal libro di Giuseppina  e Giuseppe Bonaviri (a cura di): “E il verde ramo oscillò”. Fiabe di folli. 

I trattamenti che sono stati illustrati ed i corsi di formazione hanno affrontato, quindi, in modo concreto le risposte da dare a tanti pazienti e alle loro famiglie le cui risorse umane, economiche e psicologiche sono allo stremo per il carico assistenziale che sono costretti a sopportare.     

Alcuni rappresentanti di queste, infine, in nome anche della maggiori organizzazioni nazionali delle famiglie, sono stati invitati a confrontarsi con gli operatori calabresi in una  Tavola Rotonda che ha concluso degnamente il congresso.  

I lavori del congresso, presieduti dal Presidente Ferdinando De Marco, coadiuvato dai due past-president Massimo Casacchia e Ferdinando Pariante, nonché dal Presidente Eletto della Società Italiana di Psichiatria, Carmelo Munizza ed organizzati puntualmente da Mario Nicotera, nominato successivamente Coordinatore Regionale della SIRP,  hanno ribadito ancora una volta che le novità costituite dalla ricerca farmaco e psicologica, se associate a programmi riabilitativi che si pongano e raggiungano obiettivi concreti e riscontrabili clinicamente, offrono oggi agli operatori strumenti validi con cui operare per recuperare ed avviare ad una vita sociale e lavorativa soddisfacente quanti siano stati colpiti dalle malattie più gravi. 

La folta partecipazione di operatori calabresi, rappresentati da tutti i ruoli e le qualifiche di quanti risultano impegnati nell’assistenza psichiatrica, oltre che fornire il contributo scientifico dato alla disciplina dalla nostra Regione, ha dimostrato, infine,  l’interesse suscitato in tutti da iniziative che abbiano per unico e fondamentale scopo quello di annullare il gap culturale esistente con il resto della Nazione, ponendo al centro dell’attenzione gli sforzi compiuti pur nel clima di ristrettezza e di isolamento in cui purtroppo si trovano spesso a lavorare gli operatori della Salute Mentale.

Mario Nicotera, Direttore del CSM di Soverato, ASL 7 di Catanzaro,

Segretario  Regionale SIRP Sezione Calabria

 


SEMINARI SIRP SEZIONE SARDA

Sassari - 15 settembre 2001 - 11 maggio 2002

     La Sezione Sarda della Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale (S.I.R.P.), nell’ambito della propria attività culturale e formativa, ha ritenuto di dovere affrontare l’importante aspetto della formazione continua degli operatori della riabilitazione in ambito psichiatrico.

     Si è pertanto pensato di ricorrere all’organizzazione di Seminari di aggiornamento professionale, a cadenza mensile, che a decorrere dal prossimo settembre rappresentino una occasione di approfondimento dei molteplici aspetti della riabilitazione.

     Queste giornate, che saranno ospitate negli ambiti dei vari Servizi Dipartimentali della Tutela Salute Mentale e delle Cliniche Psichiatriche delle Università della regione Sardegna, tratteranno temi rilevanti quali: i modelli riabilitativi, i luoghi della riabilitazione, le strategie terapeutiche (psicofarmacologiche e psicoterapeutiche), gli errori terapeutici, la lotta allo stigma, la valutazione del M.C.Q., etc..

      Con tale iniziativa si intendono perseguire diversi obiettivi, tra cui la possibilità di un confronto critico e la costruzione di una ‘cultura’ condivisa che integri modelli riabilitativi conosciuti e nuovi orientamenti in grado di coniugare criteri di efficienza ed efficacia.

      I seminari verranno tenuti da vari esperti del settore in campo nazionale e serviranno quale occasione di confronto con l’attuale stato dell’arte in Sardegna.  

PROGRAMMA:

15 settembre 2001: L’approccio antropofenomenologico: spazio, tempo e relazioni nei progetti terapeutico-riabilitativi 

Relatore: De Marco F.  

29 settembre 2001: Il luogo della riabilitazione.

Relatore: Rabboni M.

20 ottobre 2001: Strategie Terapeutiche nella Depressione Resistente. 

Relatore: Bellantuono C.   

24 novembre 2001: Riabilitazione – Stigma - Antipsicotici 

Relatore:  Carpiniello B.

15 dicembre 2001: Trattamenti antipsicotici protratti con neurolettici atipici

Relatore: Del Zompo M.

26 gennaio 2002: Psicopatologia dei disturbi schizofrenici  

Relatore: Maj M. 

23 febbraio 2002: Errori terapeutici in psichiatria.

Relatore: Pancheri P.  

23 marzo 2002: Necessità della valutazione del M.C.Q. in riabilitazione.

Relatore: Casacchia M.           

20 aprile 2002:Endogenicità e Psicogenicità 

Relatore: Vella G.

11 maggio 2002: Psicoterapia e Riabilitazione 

Relatore: Rossi R.

Antonello Pittalis, Segretario Regionale SIRP Sezione Sardegna


II° SEMINARIO DELLA SEZIONE EMILIA ROMAGNA

 Imola 20.04.2001

La riabilitazione psicosociale tra esperienza pratica-teorica e tecnica. 

Con questo seminario Regionale ci siamo posti come obiettivo la messa a confronto delle varie esperienze nel campo della riabilitazione presenti nella nostra Regione.

Le numerose ricerche ed esperienze messe in campo sugli ultimi anni ci hanno consentito di mettere a confronto i diversi modi di fare riabilitazione e di percorrere la storia, le motivazioni attraverso le quali si è sviluppato un movimento culturale espresso in un primo studio condotto nel 1992 (F. Alberoni - M. Galeotti) dove emergeva una situazione in cui le strutture intermedie ed in particolare i Centri Diurni rappresentavano esperienze isolate, per poi divenire, nel tempo, una risorsa indispensabile in tutto il territorio regionale.

I Centri diurni si sono via via collocati come momento integrato nei progetti più articolati dei DSM.

Anche dal punto di vista teorico si è affermato uno stile di lavoro che ha prodotto un “sapere” e un “saper fare” che se da una parte ha introdotto “specifici” modelli, teorici, dall’altra ha evidenziato una consapevolezza nell’adottare strategie “mai codificate” ma patrimonio dei Servizi Psichiatrici.

In questi anni la crescente attenzione riservata alle problematiche rivolte alla qualità, la necessità di verificare le prassi operative e di incentivare i percorsi legati alla qualità professionale richiesti dalla nostra Regione e dal Piano Sanitario Nazionale ci ha stimolato a mettere a confronto gli aspetti più qualificanti del fare riabilitazione.

In particolare mettere in rilievo l’evoluzione e l’intreccio fra pratiche teoriche e tecniche.

I temi della valutazione  della qualità nei centri Diurni e nelle residenze; frutto di lavoro di ricerca di vari operatori che si dedicano alla riabilitazione.

Per brevità ci limiteremo qui a menzionare gli interventi più significativi che hanno colto l’attenzione e il dibattito più sentito dei partecipanti.

Al nostro seminario patrocinato dalla Regione, è intervenuto il Responsabile Programma Salute Mentale – Prof. Giovanni De Plato che ha ribadito le linee Regionali sia nel campo della Salute Mentale sia in campo della Riabilitazione.

I lavori presentati non sono solo stati nell’ottica delle linee guida definite ma hanno dato vita a una nuova prassi degli operatori della psichiatria impegnati nel valutare l’efficacia/efficienza del loro lavoro nello sforzo di verificarne l’appropriatezza.

L’indagine sui modelli operativi nei C.D. dell’Emilia-Romagna (E. Gallo, F. Alberoni, C. Costa) è stata condotta mediante un questionario preparato dai ricercatori, a risposte multiple, autosoministrato e inviato a tutti i responsabili dei Centri Diurni della regione.

L’indagine rivela che la finalità di 2/3 dei C.D. è quella riabilitativa e terapeutica, per 1/3 è solo riabilitativa e per la minoranza di accoglienza.

Il modello teorico più diffuso è quella psicodinamico, nella maggioranza dei casi presenta assieme ad altri riferimenti teorici. Appare uno scenario dove la opinione più diffusa è che avere più modelli teorici sia necessario perché non vi è una teoria soddisfacente per patologie complesse e multifattoriali.

Avere più di un modello non costituisce un problema, ma favorisce il lavoro con i pazienti perché si può rispondere meglio alla complessità dei loro bisogni anche se ciò richiede un maggior lavoro di integrazione fra gli operatori.

In sostanza dalla ricerca emerge una immagine di servizi oramai maturi, in grado di indicare in modo sufficientemente concorde il loro ambito di intervento, in grado di allestire interventi propriamente terapeutici nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie, di essere ben integrati nel lavoro di rete con il DSM.

Una seconda relazione riportava una ricerca sulla soddisfazione degli operatori nei presidi semiresidenziali del DSM di Salute Mentale della AUSL di Ravenna (G. Casadio – A. Forabosco) eseguita tramite questionari forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Regione Piemonte. La ricerca ha messo in evidenza come la soddisfazione degli operatori nei confronti del proprio lavoro diventa un importante indicatore che mostra correlazioni significativi erogati e, se pur indirettamente, con i risultati degli stessi interventi.

Queste correlazioni nascono dal fatto che la tecnica di riabilitazione si identifica spesso con gli stessi operatori e diventerà così, certamente, difficile che operatori non soddisfatti del proprio operato riescano ad usufruire di quelle capacità terapeutiche-relazionali che alcuni autori (Mosher-Farkas e altri) hanno evidenziato come fattore cruciale della riabilitazione.

I dati della ricerca rilevano nella maggioranza degli operatori intervistati una buona motivazione e altrettanto soddisfazione tanto da far supporre un buon clima relazionale all’interno dei Centri.

La ricerca nei centri residenziali del DSM di Modena (Dott. Broccoli) ha utilizzato il VADO per impostare una metodologia di lavoro efficace e valutabile.

Il primo obiettivo del lavoro ha avuto come prima finalità quella di utilizzare una metodologia integrata che utilizzasse le diverse risorse presenti nel servizio introducendo una struttura di base comune e condivisa.

Il secondo obiettivo è stato quello di introdurre qualcosa che potesse qualificare e potenziare l’attività riabilitativa ma anche favorire un linguaggio ed una cultura riabilitativa all’interno del DSM.

Lo strumento ritenuto più idoneo a questo scopo è stato il VADO utile per:

A)    Valutare il funzionamento Personale e Sociale del paziente  psichiatrico

B)     Definire obiettivi riabilitativi individualizzati.

C)    Monitorare l’andamento nel tempo del programma riabilitativo.

D)    Verificare il raggiungimento degli obiettivi contrattati.

Obiettivi ulteriori:

1)      Favorire una cultura riabilitativa efficace basata sulla evidenza

2)      Qualificare l’attività riabilitativa dei gruppi di lavoro nelle residenze del Percorso Casa.

3)      Favorire dialogo e integrazione fra operatori psichiatrici e sociali e operatori della riabilitazione residenziale.

La utilizzazione del VADO ha così posto le basi per una valutazione sia di processo, sia di risultato.

Un rappresentante delle associazioni dei familiari UNASAM (Dott. Muggia) col suo intervento ci ha aiutato a comprendere meglio la domanda che viene dalle famiglie dei pazienti ed il ruolo che esse possono svolgere nel trattamento, in quanto la famiglia deve diventare una risorsa nella cura dei pazienti psichiatrici.

E’ stata inoltre presentata la nuova esperienza di formazione universitaria per tecnici della riabilitazione della Università di Modena (dott. F. Mazzi) ed è stato discusso il loro ruolo all’interno delle équipes e la necessità di integrazione fra esperienza territoriale e Universitaria.

La relazione più qualificata espressa nel convegno è stata l’indagine conoscitiva che ha come scopo quello di individuare i profili di responsabilità e comprendere il significato preciso del consenso informato nelle strutture intermedie.

La ricerca è stata avviata nel maggio 2000 mediante un questionario elaborato dalla Università di Modena (Prof. Luberto) e dalla SIRP (Regione Emilia-Romagna).

L’analisi qualitativa dei dati raccolti ha permesso di delineare un profilo completo sulle attività svolte nelle strutture intermedie e sulle figure professionali coinvolte, sempre in Regione Emilia-Romagna.

La ricerca ha permesso quindi di attivare un osservatorio permanente sulla rivista Frammenti sotto forma di rubrica che può così accogliere domande e quesiti in merito.

    

Flavia Alberoni, 

Segretaria Regionale SIRP Sezione Emilia Romagna


WORKSHOP SEZIONE PUGLIA   

Bari 19 giugno 2001

La Sezione Regionale Pugliese della S.I.R.P. ha organizzato per il giorno 19/6/01 - un Workshop sul tema “PERCORSI DI COOPERAZIONE PER LA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE NEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE – working in progress per un protocollo d’intesa tra le agenzie coinvolte nei processi di riabilitazione” presso l’Hotel Ambasciatori di Bari.

Il convegno, si è svolto dalle ore 8,45 alle ore 17,00.

 SUCCESSO DI ADESIONE E PARTECIPAZIONE

Già dal numero delle iscrizioni pervenute nei giorni precedenti, si era potuto rilevare che l’afflusso degli operatori della riabilitazione e della salute mentale sarebbe stato notevole. Il  giorno del workshop i partecipanti registrati sono stati più di trecento, provenienti da tutte le province della Regione Puglia, omogeneamente distribuiti tra laureati e non laureati, tra operatori dei dipartimenti di salute mentale e delle strutture riabilitative residenziali e semiresidenziali private, del privato sociale e dei servizi pubblici.

Il successo del convegno evidenzia un bisogno diffuso di conoscenze, di confronto tra esperienze, di approfondimenti tecnici sul tema, in uno scenario in cui gli operatori hanno potuto sentirsi protagonisti.

Il convegno è stato concepito con la finalità di affrontare i problemi che sorgono (nel lavoro quotidiano nella elaborazione e realizzazione di progetti riabilitativi) tra DSM e strutture riabilitative.

Un gruppo costituito da operatori dei servizi pubblici e da operatori delle strutture riabilitative aveva lavorato intensamente per molti mesi per la messa a punto di una bozza di  PROTOCOLLO D’INTESA TRA I DSM E LE STRUTTURE RIABILITATIVE CONVENZIONATE* (ove *Per “convenzionate” si intendono le strutture che operano a servizio del DSM in cui insistono con il quale intrattengono un rapporto esclusivo di convenzione) che durante il Workshop è stata utilizzata come base concreta per avviare un percorso di lavoro, che potrà portare sia all’utilizzo della bozza, ( destinata ad essere modificata con i contributi degli operatori) e, attraverso un processo di validazione consensuale più allargata, ad una Consensus Conference sia alla costruzione di altri protocolli utili per situazioni diversificate.

COME E PERCHE’ è stato organizzato il WORKSHOP

Nella nostra regione, la chiusura degli ultimi residui manicomiali, soprattutto negli ultimi anni,  ha di fatto spianato la strada alla creazione delle “strutture riabilitative” (comunità riabilitative a media o elevata intensità assistenziale psichiatrica, comunità alloggio, gruppi appartamento, centri diurni), che insieme con gli altri Servizi dei Dipartimenti di Salute Mentale rappresentano la grande risorsa per gli interventi riabilitativi in campo psichiatrico.

Lo scenario delle antiche “strutture intermedie” è andato in questi ultimi 20 anni ampliandosi, arricchendosi di possibilità nuove per migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Nelle situazioni psichiatriche più complesse, si rivela indispensabile il modello di intervento “integrato”: la professionalità dei singoli operatori della salute mentale, per quanto elevata, non è sufficiente per garantire interventi efficaci. Nei servizi psichiatrici pubblici e nelle strutture riabilitative pubbliche e private, tutti sono chiamati ad una sfida antica e nuova: imparare a lavorare insieme, valorizzando la sinergia e la “contaminazione”, tra professionalità plurali (psichiatri, psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, ausiliari, non ultima l’interessante figura dell’home-maker)  a integrare approcci disciplinari diversi, a chiarire la differenziazione dei ruoli pur nella unità degli intenti.

La molteplicità dei modelli di intervento a disposizione degli operatori, se da un lato rappresenta una più ampia opportunità, dall’altro rende più complessa la ricerca e la valutazione della efficacia degli interventi.

Si impone la necessità di condividere, negoziare, costruire cioè un progetto terapeutico - riabilitativo insieme.

Ed è proprio a questo importante concetto, quello della “condivisione” e della “chiarificazione” dei problemi e dei ruoli” che è stato  dedicato il convegno.

Anche perché in Puglia esiste una normativa che, pur individuando i requisiti minimi di tali strutture, forse non è riuscita a risolvere tutte  le problematiche in gioco. 

PROGRAMMA

 .      Dott.ssa G. Gabellarte: ha richiamato la metafora della danza (Matisse nel logo del convegno ) per introdurre il concetto dello scambio e della cooperazione come motivo ispiratore della giornata. Ha dato quindi il via ai lavori, ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del convegno (comitato promotore ed organizzatore, relatori pugliesi e nazionali, sponsors, conduttori e reporter dei piccoli gruppi di lavoro etc.) e tutti gli intervenuti, in particolare il Dott.F.De Marco, Presidente nazionale della SIRP, il consigliere nazionale Dott. B. Gentile e il Segretario regionale della Società Italiana di Psichiatria Prof.M.Nardini. 

·        Dott.F. De Marco: congratulandosi con la sezione pugliese per l’organizzazione del Workshop, ha portato ai convegnisti i saluti del direttivo nazionale e ricordato che sono attive, all’interno della SIRP varie aree di lavoro, tra cui una sulla formazione degli operatori ed una sulla validazione degli interventi riabilitativi, per le quali ha auspicato che la sezione pugliese possa intensificare i suoi contributi alle attività della Società. Per lui tale convegno rappresenta una tappa interessante in questo quadro di interazione.

·        Prof. M. Nardini  ha sottolineato che la solida sinergia culturale ed operativa esistente in Puglia tra SIP e SIRP si va sempre più intensificando e  che lo sviluppo attuale delle neuroscienze  consolida l’ipotesi dell’unità “mente/ corpo” imponendo di reimpostare i concetti  di “curabilità” e “guarigione” nel campo della psichiatria.

·        Dott.G.Saccotelli, nel presentare la “bozza del protocollo di intesa tra Strutture riabilitative e D.SM.”, su cui avrebbero poi lavorato i sottosistemi del workshop, ha ricordato che in uno scenario di Welfare mix e di “cooperazione amministrata” ispirata dalla legge 299/99, la necessità tecnico-scientifica di utilizzare un “protocollo” come prodotto integrato è fondamentale nel campo della salute mentale, sia come risorsa terapeutica contro la fragile organizzazione di pensiero degli utenti psichiatrici, sia come risorsa operativa contro i rischi della frammentazione degli interventi e dell’autoreferenzialità dei singoli professionisti. In modo particolare il “protocollo”, lungi da essere connotato come contratto rigido e immutabile, diventa uno strumento organizzativo e generativo di dialogo tra soggetti diversi e di costruzione di progetti condivisi miranti all’accoglienza/inserimento, presa in carico, valutazione e dimissione dell’utente  con tutte le sue problematiche.

·        Dott.S.Cotugno: ha tenuto una relazione dal titolo “Il sistema RPS e la sfida della migrazione: dal regolamento regionale n.1/84 alla delibera C.R. 244/97” in cui, attraverso una breve rilettura dei contesti normativi in cui i due regolamenti si inscrivono, ha suggerito una confrontazione dei due scenari riguardo alle rispettive  finalità e iniziative, alle tipologie e alla organizzazione delle strutture residenziali e ai rapporti con il DSM. Infine ha messo a fuoco gli elementi della trasformazione in atto, individuando soprattutto le aree problematiche.

·        Dott. B. Gentile: ha illustrato lo stato dell’arte della riabilitazione psicosociale in Lombardia e Triveneto, offrendo spunti interessanti per il confronto con la situazione pugliese: in particolare si è soffermato sulla descrizione delle tipologie lombarde delle strutture residenziali (ove è risultata suggestiva la differenziazione delle Comunità Protette secondo una vasta gamma di protezione)  e di quelle semiresidenziali,  sulle forme di integrazione strutturale tra i vari servizi e sui riferimenti normativi regionali che definiscono i requisiti e gli indicatori per l’accreditamento delle strutture sanitarie e psichiatriche. Significativa la descrizione della situazione in Veneto, ove è stato approvato recentemente il P.O. per la salute mentale e in cui sembra degna di attenzione la circostanza che l’azione terapeutica nei Day-hospital territoriali si avvale di un alto gradiente di integrazione socio-sanitaria.

·        Dott. D. Semisa: in qualità di discussant si è soffermato su alcuni temi centrali delle relazioni svolte, mettendo in rilievo gli aspetti propositivi più salienti e gli aspetti problematici. In particolare,  ha sottolineato la necessità che la Regione Puglia definisca,  per le strutture riabilitative, le rette per tipologia e i criteri e le norme per l’accreditamento istituzionale. 

Dopo le relazioni, sono state avviate le sessioni di gruppo: erano previsti cinque gruppi, ma la grande affluenza di operatori ha determinato la  costituzione di nove gruppi di lavoro, che, a partire dalla “Bozza di protocollo tra Strutture Riabilitative e DSM” acclusa al programma, hanno discusso sulle sue varie sezioni:

1° “Procedure per l’inserimento: compilazione e proposta d’inserimento”

2° “Valutazione dell’inserimento”

3° “Fase dell’inserimento: condivisione e responsabilità del progetto terapeutico-riabilitativo, variazioni di progetto”

4° “Le urgenze”

5° “La fase delle dimissioni”

Il gruppo cui è stato accordato il maggior numero di adesioni è stato il 3°, per cui è stato necessario costituire un gruppo allargato aggiuntivo costituito da circa settanta operatori e ciò evidenzia il grande bisogno di chiarificazione sui ruoli e sulle responsabilità nella gestione di progetti comuni.

Ciascun gruppo ha lavorato in una prima sessione individuando i punti di condivisione e i punti di criticità della bozza e in una seconda sessione elaborando le annotazioni scritte da presentare in plenaria pomeridiana. In quest’ultima, alla ripresa dei lavori dopo la pausa pranzo, ciascun gruppo ha relazionato sui propri lavori della giornata tramite i reporter e la presentazione di lucidi. 

E’ seguita una sessione plenaria in cui il chairman G.Guario ha coordinato una riflessione ulteriore di tutti partecipanti (ancora molto numerosi, nonostante l’intenso lavoro della giornata) sui problemi di interazione tra agenzie pubbliche e private. Significativi sono stati alcuni interventi che hanno evidenziato l’attuale stato di trasformazione in atto in Puglia per il sistema della riabilitazione psicosociale, segnata dall’inesistenza di riferimenti nornativi regionali di accreditamento e di una convenzione tipo regionale.

Suggestiva la metafora usata dal chairman di “una barca” in cui gli operatori della riabilitazione psicosociale possono intenzionarsi come naviganti per una meta comune.

Gli aspetti più significativi del Workshop sono stati l’ampia discussione, la viva e attiva partecipazione di molti operatori con produzione di interessanti e creativi contributi, utili per la soluzione dei problemi posti e con l’individuazione di elementi da sviluppare e di aree critiche da rivedere. 

 Come previsto dagli organizzatori del convegno, lo studio e il confronto su questa bozza non hanno certamente esaurito la complessità delle situazioni presenti nella nostra regione. Non è  stato che un inizio.

OBIETTIVO della giornata di studio

La SIRP pugliese auspica che la giornata di studio abbia dato inizio ad un percorso di lavoro da proseguire nei mesi successivi, finalizzato alla messa a punto di modelli, procedure, protocolli intesi non come ricette preconfezionate ma come strumenti “flessibili” utili alla difficile condivisione delle fasi salienti della progettazione e  programmazione, realizzazione e verifica di un intervento terapeutico – riabilitativo, i cui protagonisti non sono solo gli addetti ai lavori, ma anche gli utenti e i familiari.

La peculiarità dell’iniziativa può essere più profondamente intesa se si pensa che a condividere tutto il percorso non sono stati invitate solo figure professionali con ruoli e funzioni diverse, ma anche provenienti da Amministrazioni ed Enti diversi, sia pubbliche che private.

Nella relazione conclusiva il Presidente della SIRP Dott. F. De Marco ha ringraziato la sezione pugliese della Società per gli input  ricevuti ed ha augurato ad essa una crescita sempre più soddisfacente e creativa. 

La Dott.ssa G.Labellarte, coordinatrice della SIRP Puglia, ha ringraziato per  i contributi offerti da tutti nella giornata di lavoro, informando che saranno raccolti come una preziosa risorsa per la messa  a punto della bozza modificata e per proseguire il percorso  di approfondimento e di confronto tra operatori già intrapreso.

Si è impegnata inoltre a riflettere insieme ai consiglieri del direttivo regionale sui suggerimenti ricevuti per individuare le strategie utili a rinforzare la presenza della Società al tavolo delle trattative politiche regionali in materia di riabilitazione psicosociale.

Il Workshop si è concluso con l’assemblea annuale dei Soci e l’approvazione del bilancio consuntivo 2000. 

 RISORSE FINANZIARIE

L’iniziativa è stata possibile grazie ai contributi offerti da alcune cooperative del privato e del privato sociale coinvolte nella gestione delle strutture riabilitative psichiatriche pugliesi e dalla Lilly farmaceutici.

Pina Labellarte, Segretaria Regionale SIRP Sezione Puglia


V° CONGRESSO EUROPEO DI MUSICOTERAPIA

Napoli 20-25 Aprile 2001

Si è svolto a Napoli, dal 20 al 25 aprile 2001 il V° Congresso Europeo di musicoterapia, patrocinato dall’EMTC (European Music Therapy Confederation) ed organizzato dalla CONFIAM (Confederazione Italiana delle Associazioni di Musicoterapia), centrato sul tema: "Musicoterapia in Europa",

Tale evento è stato principalmente orientato a:

  1. facilitare le relazioni tra fra paesi differenti dell'area europea, specialmente oggi che la Comunità Europea si è collocata nella prospettiva di stabilire accordi più stretti tra i diversi interlocutori;
  2. creare un luogo di studio dove gli operatoti potessero portare le loro esperienze negli ambiti attualmente più accreditati della disciplina musicoterapia, in aree, cioè, come la Musicologia, la Ricerca, la Pratica Clinica.

A questo fine la responsabilità delle tre differenti sezioni è stata affidata ad alcuni dei colleghi più rappresentativi d'Europa: il Prof. Even Ruud dell'Università di Oslo per la Musicologia, il Prof. David Aldridge dell'Università dì Witten-Herdecke per la Ricerca, il Prof. Tony Wigram dell'Università di Aalborg per la Pratica Clinica

In questa ultima sezione, in particolare, si è sottolineato il ruolo dell'esperienza sonora nell'accompagnare ogni attività umana come espressione delle emozioni, come stimolo per l'attività psicomotoria, come aiuto per le funzioni cognitive e per quella virtuale immaginativa che costituisce una modalità fondamentale per lo sviluppo della coscienza e della conoscenza di sé. Per tali ragioni, quando pensiamo a percorsi della salute e lo sviluppo dell'essere umano, consideriamo la musica e le esperienze sonoro-musicali come parte integrante di questo processo.

Nel Congresso si è riportato come in molti paesi, nelle istituzioni della salute e dell'educazione, sia cresciuta e stia crescendo la domanda di progetti d' intervento con la musicoterapia. La disciplina, nel frattempo, è andata dotandosi di un corpo dottrinario sempre più articolato, sorretto da prospettive teoretiche e metodologicbe in grado di assicurare un setting aperto e possibilità di valutazione, sequenzialità e svolgimento temporale efficaci.

Il Congresso è stato preceduto da un simposio satellite, svoltosi presso la Il Clinica Psichiatrica dell'Università, diretta dal Prof. Mario Maj, con la partecipazione della SIRP Nazionale e che ha avuto per tema: "Le strutture sanitarie territoriali, la Musicoterapia nel Dipartimento dì Salute Mentale".

 

Nel Simposio i nuclei teorico-esperienziali elaborati ed approfonditi sono stati:

1)      la condizione italiana della musicoterapia in ambito psichiatrico, con

a) riporto dì esperienze promosse e lavorate all' interno di strutture psichiatriche italiane,

b) livelli di efficacia dell'intervento musicoterapico,

c) possibilità di collocazione della musicoterapia all'interno delle strutture, dipartimentali;

2) la condizione europea della musicoterapia in ambito psichiatrico, facendo discendere la necessità di un irrimandabile confronto con quelle realtà all'interno delle quali l'operare musicoterapico (ad opera di personale adeguatamente formato) trova già un valido e stabile riconoscimento, avallato anche da disposizioni legislative in ambito di politiche sanitarie dei rispettivi paesi;

3) il fondamentale -in tale prospettiva- coinvolgimento delle realtà associative più autorevoli e rappresentative (SIP, SIRP, SIPRE), relativamente all'inserimento della musicoterapia nelle realtà istituzionali della salute mentale.

Il taglio generale degli interventi ha preso in considerazione i livelli:

professionale

metodologico-scientifico

formativo (degli operatori)

Gli interventi in scaletta, dunque, si sono soffermati sull'utilizzo della musicoterapia in ambito preventivo, con il riporto di esperienze di formazione di personale scolastico, che hanno coinvolto anche altre realtà associative di uno specifico territorio, all'interno di un programma complessivamente orientato al miglioramento della comunicazione.

In ambito terapeutico, poi, si sono illustrati i protocolli di intervento soprattutto verso la psicosi (la cui regressione, pre-oggettuale, con l'impossibilità di dotarsi di un linguaggio strutturato, può significativamente avvantaggiarsi del ricorso ad un codice comunicativo non verbale).

L' ambito riabilitativo, infine, è stato quello più riportato, offrendo la maggior parte delle possibilità attuative di programmi, all’interno di strategie più complessive d'intervento.

 

Il nucleo portante degli interventi, altresì, è stato svolto da quegli psichiatri di Strutture Dipartimentali che si sono avvalsi, nel loro agire professionale, di riferimenti teorico-operativi in ambito musico-terapico.

Alcuni di loro sono stati addirittura autori di approfondimenti elaborativi, che li hanno condotti ad approntare modelli clinici, con relativi protocolli d'intervento e di supervisione.

L'appartenenza geografica degli psichiatri che si occupano di musicoterapia si mostra come alquanto omogenea all'interno del territorio italiano, secondo una ripartizione che colloca al Nord Gerardo Manarolo, Niccolò Cattich e Roberto Massaglia. al Centro Pjnella Pistorio e Fausto Russo, al Sud Enza Alfano.

Di alcuni di questi progetti, infine, Gianluigi Di Franco cura in itinere la supervisione. Il simposio si è, poi, concluso con l'auspicare un progetto di diffusa informazione e sensibilizzazione degli addetti ai lavori, da attuarsi, prima di tutto, con iniziative territoriali di coinvolgimento seminariale ed esperienziale, nonché di presentazione delle sempre più numerose realtà letterario-editoriali. L’ultimo annuncio ha riguardato la comunicazione dell'iniziativa di un gruppo di lavoro, impegnato nella realizzazione di un CD Rom interattivo multimediale sulla musicoterapia, da divulgare agli operatori nazionali della Salute Mentale.

Fausto Russo


CONVEGNO REGIONALE

SEZIONE MARCHE

Fano (Pesaro) 23 novembre 2001

 La famiglia come risorsa terapeutica nella riabilitazione psicosociale.

 La SIRP Sezione Marche ha voluto focalizzare la sua attenzione per il Congresso Regionale sull’importanza della famiglia nella riabilitazione dei pazienti psichiatrici, come strumento terapeutico e come empowerment.

La riabilitazione prevede che il raggiungimento dell’inserimento o reinserimento sociale, si basi sull’aiutare il soggetto a sviluppare le sue potenzialità. Non si tratta quindi di un adeguamento alla normalità, ma di far esprimere le risorse, la creatività, in modo che il soggetto migliori il controllo della sua vita, con un aumento (acquisizione o raggiungimento) di un maggiore potere contrattuale. Per rendere la persona protagonista è necessario corresponsabilizzarla e coinvolgerla attivamente anche nella definizione degli obiettivi che le sono più congeniali. Non si tratta tanto di dare, ma di aiutare il soggetto ad essere in grado di fare da solo, lo aiutiamo a crescere e ad essere più autonomo. In questo modo si sente persona più che malato. Non è oggetto passivo dell’intervento congiunto con le famiglie e le loro associazioni.

Le famiglie si sono trovate, dapprima a nascondere i propri problemi anche per la paura della stigmatizzazione del loro congiunto e di loro stessi.

All’inizio dell’abbattimento del muro del manicomio sono state isolate e forse anche maltrattate da generazioni di psichiatri, che, in base ad una letteratura, li colpevolizzavano dei disturbi del loro congiunto.

La famiglia rimane ancora, in molti casi, l’unico gruppo sociale per il malato mentale. Lavorare con la famiglia diventa sempre più importante ai fini di una nuova cittadinanza.

Chairman: Dr. Ferdinando De Marco

Relatori:

Dr. Mariano Bassi, Delegato SIP, DSM Bologna

Dott.ssa Anna Rosa Andreatta, Presidente Nazionale DIA.PSI.GRA Italiana

Dr. Raimondo Vananzini, Direttore DSM Fano

Dr. Luciano Serra, Segretario Regionale Sezione Marche

Dr. Muggia, Presidente Nazionale Unasam

Dr. Gianfranco Rocchetti, Direttore DSM Ancona.

Tavola Rotonda: Le marche a confronto.

Interverranno le Associazioni dei Familiari e gli operatori del territorio.

 

 Luciano Serra, Segretario Regionale  Sezione Marche


CONGRESSO SEZIONE REGIONALE TRIVENETO

Legnago 22 giugno 2001

 “Centri diurni in psichiatria: validazione e specificità degli interventi riabilitativi”.

Organizzato dalla Sezione Regionale del Triveneto della SIRP, in collaborazione con il Coordinamento Regionale Veneto dei Centri Diurni e con la Azienda ULSS 21 del Veneto, si è svolto a Legnago, il 22 Giugno 2001, il Convegno interregionale “Centri diurni in psichiatria: validazione e specificità degli interventi riabilitativi”.

Le relazioni introduttive hanno messo a fuoco una serie di temi cruciali rispetto alla stessa definizione di Centro Diurno, ed alla precisazione delle sue funzioni – della sua mission – oltre che della diverse modalità possibili per realizzarle.

Secondo uno stile di lavoro tipico tanto della SIRP, quanto del Coordinamento Centri Diurni, le riflessioni si sono sempre articolate a partire da dati concreti di esperienza, e sono state svolte in un’ottica estesamente interdisciplinare.

Così Antonio Maone ha presentato i risultati di una ricerca nazionale, condotta sul campo tra gli operatori delle strutture, per definire i fattori terapeutici specifici ed aspecifici nei trattamenti semiresidenziali; Giorgio De Isabella ha trattato il tema delle modalità di condivisione del lavoro, discutendo di rapporti e complessità nella dimensione della comunicazione in équipe; Bruno Gentile si è occupato degli indicatori di qualità nel lavoro dei Centri Diurni, preoccupandosi quindi anche di affrontare il problema di che cosa, in tale lavoro, possa definirsi qualità, o comunque esito; Gianmaria Gioga, Sociologo e Responsabile dei Servizi Sociali della ULSS 16 di Padova, ha affrontato alcuni aspetti interdisciplinari dell’utilizzo delle strutture; Dario Lamonaca ha ripreso l’ipotesi di definire il Centro Diurno più come un luogo virtuale – e quindi un insieme di funzioni e di stili di lavoro – che come un luogo strettamente fisico, mentre Paolo Peloso ha portato alcune esperienze liguri sulla qualità della vita e i percorsi nel Centro Diurno, in una dimensione di servizio non solo per utenti psichiatrici, ma per l’intera cittadinanza.  Giuseppe Imperadore ha infine trattato il tema del ruolo che gli antipsicotici di ultima generazione possono rivestire nel favorire il processo riabilitativo.

Particolarmente significativa la scelta della Segreteria Scientifica del Convegno, curata da D. Lamonaca e B. Gentile, di dedicare tutta la seconda parte della giornata a un focus group di confronto di esperienze tra operatori dei Centri Diurni; focus group che, moderato da Massimo Rabboni, ha visto la partecipazione di moltissimi tra gli operatori presenti, sia attraverso una quindicina di interventi preordinati, sia attraverso numerosi interventi estemporanei, che hanno molto arricchito il dibattito.

Come sovente accade, il confronto non è stato, in effetti, solo tra esperienze, ma anche tra stili di lavoro e modelli teorici; sottesa come tramatura di tutto il convegno, la questione del rapporto tra il sapere ed il saper fare si è riproposta come uno dei problemi intorno cui la SIRP dovrà maggiormente impegnarsi a riflettere in futuro, anche in relazione alla propria vocazione di palestra formativa per tutti gli operatori della riabilitazione psichiatrica.

 

 Massimo Rabboni, Segretario Regionale Sezione Lombardia

 e 

Bruno Gentile, Consigliere SIRP Nazionale.

 


 

 

Chi è la S.I.R.P.

La Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale ha lo scopo di promuovere, anche in ambito regionale, la riabilitazione personale, sociale e professionale delle persone affette da disabilità psicosociali e migliorare la qualità della vita delle stesse e delle rispettive famiglie. Tale finalità viene perseguita mediante attività di studio, di diffusione e scambio di conoscenze, di patrocinio, di incoraggiamento di iniziative legislative e di politica sanitaria in ambito regionale.

La S.I.R.P. stabilisce e mantiene i rapporti di collaborazione con altre organizzazioni pubbliche, private o volontarie per il raggiungimento dei fini sociali.

Ferdinando De Marco


Presidente SIRP Nazionale: Ferdinando De Marco

Dipartimento di Salute Mentale, Via Alfieri 34 - 04100 Latina

tel: 0773 655084, Fax 0773 655088

 

CONSIGLIO DIRETTIVO

Cognome Nome Carica elettiva

Posta elettronica

 
Alberoni Flavia
Segr.Reg. Emilia Romagna
s.p.d.c.@libero.it
 
Ba Gabriella
Presidente Eletto - Milano
ba@mailserver.unimi.it
 
Bassi Mariano
Delegato SIP
bassisip@mailbox.dsnet.it
Bellini Marco
Revisore dei Conti - Milano    
Bonelli Giovanni
Revisore dei Conti - Siena    
Burti Lorenzo
Presidente Onorario - Verona
brtlnz@borgoroma.univr.it
 
Carpiniello Bernardo
Vice Presidente - Cagliari
bcarpini@iol.it
 
Casacchia Massimo
Past President - L'Aquila
mcasac@webaq.it
 
Cassin Angelo
Consigliere - Pordenone
cassindsm@libero.it
 
Catapano Francesco
Consigliere - Napoli
francesco.catapano@unina2.it
 
Colafelice Marco
Tesoriere - Verona
colafelice@libero.it
 
Cotugno Salvatore
Consigliere - Bari
s.cotugno@tin.it
 
Daniele Sadun
Consigliere - Roma
dani.rosa@tiscalinet.it06
 
De Marco Ferdinando
Presidente Nazionale
dsmlatina@libero.it
 
De Rosa Patrizia
Segretario Generale - Torino
stipite@katamail.com
 
Di Marco Giacomo
Consigliere - Rovereto
dimarco@rov.apss.tn.it
 
Fallica Antonino
Consigliere - Catania    
Fanali Annibale
Segretario Regionale Toscana
fanali@interfree.it
 
Franco Veltro
Segretario Regionale Campania
franco.veltro@tin.it
 
Gentile Bruno
Consigliere - Portogruaro
brgentil@tin.it
 
Goldfluss Enrica
Consigliere - Milano
matteo.c@iol.it
 
Labellarte Pina
Segretario Regionale Puglia
plabellarte@teseo.it
 
Lamonaca Dario
Segretario Regionale Triveneto
iltulipano@libero.it
 
Lupoi Sergio
Segretario Regionale Lazio
iopul@tiscalinet.it
 
Maone Antonio
Consigliere - Roma
maone@tin.it
 
Nicora Dario
Segretario Regionale Liguria
reda2@redancia.it
 
Nicotera Mario
Segretario Regionale Calabria
mnicotera.sr@tiscalinet.it
 
Pariante Ferdinando
Consigliere Onorario - Roma    
Paterniti Rolando
Consigliere - Firenze
patrol@dada.it
 
Pascolo E
Consigliere  - Trieste    
Peserico Manuela
Revisore dei Conti - Milano
m.peserico@enter.it
 
Pisseri Pasquale
Consigliere - Savona
pasqualepisseri@libero.it
 
Pittalis Antonello
Segretario Regionale Sardegna
duchessa.r@libero.it
 
Punzo Fabio
Consigliere Torino
fabio.punzo@tin.it
 
Rabboni Massimo
Segretario Regionale Lombardia
m.rabboni@libero.it
 
Roncone Rita
Segretario Regionale Abruzzo
rroncone@webaq.it
 
Rossi Ilic
Consigliere - Ravenna
s.p.d.c.@libero.it
 
Serra Luciano
 Segretario Regionale Marche    
Sciacca Giuseppe
Segretario Regionale Sicilia
cta5dsmpalermo@libero.it
 
Tartaglione Sergio
Segretario Regionale Molise
s.tartaglione@tin.it
 
Virzì Antonio
Vice Presidente -Catania
a.virzi@tin.it
 
Vita Antonio
Consigliere - Milano
vita.dsm@libero.it