S.I.R.P.
Questo spazio è dedicato ai resoconti delle manifestazioni promosse dalle Sezioni Regionali o da gruppi di Soci.
La finalità, oltre quella conoscitiva, è di creare un dibattito su varie tematiche per un approfondimento critico e operativo.
Tutti i componenti del consiglio direttivo sono invitati ad inviare il loro contributo e le loro riflessioni.
"Etnie in cammino. La riabilitazione psicosociale tra vecchia e nuova social mobility"
FORMIA - Sala convegni CONI - 13, 14 e 15 Giugno 2001
La
Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale da tempo si sta impegnando per
una visione più ampia e culturalmente più incisiva del variegato mondo della
"salute mentale". Nuove tematiche, non solo legate all’enfasi del
momento, vengono poste in evidenza per migliorare sia la qualità dei Servizi
Psichiatrici, soprattutto quelli tradizionalmente deputati alla riabilitazione,
ma anche per confortare i percorsi di formazione del personale e per individuare
nuovi soggetti da coinvolgere e sensibilizzare. Questo tentativo ci ha spinto ad
affrontare un tema scottante e drammaticamente alla ribalta dei media e del
nostro vivere quotidiano: "La nuova e la vecchia emigrazione". I
Servizi di Salute Mentale registrano un aumento di utenza proveniente dalle
varie aree di emigrazione e perlopiù sono sprovvisti di protocolli di
intervento specifici che tengano conto delle eredità culturali ed etniche che
ogni emigrato porta con sé. Diventa, così, difficile prescrivere farmaci,
iniziare psicoterapie, prevedere, insomma, un trattamento che abbia la
possibilità di avere un minimo di successo. L’emigrazione è sempre un evento
traumatico; l’essere sradicati dalla propria terra ed essere gettati in una
realtà completamente diversa, diviene causa di disagio e di disturbi
psichiatrici. La riabilitazione psicosociale, già di per sé di difficile
percorso, incontra una ulteriore difficoltà quando si confronta con mondi,
abitudini e concezioni lontane e poco simili alla nostra. Lo scopo di questo
Convegno è stato anche questo: aprire una finestra all’attualità del bisogno
affinché si possa cominciare a dare delle risposte.
Il Congresso si è
articolato in tre giornate caratterizzate da Letture Magistrali e Sessioni
Plenarie.
Mercoledì
pomeriggio enorme successo ha ottenuto il Prof. Cosimo Varriale con la sua:
“Social Mobility, processi di categorizzazione e pregiudizio interetnico:
ricerca di base e prassi socio-cognitiva di campo”. Il Cattedratico Napoletano
ha monopolizzato l’attenzione di tutto il vasto uditorio dando dei forti
stimoli di riflessione sul concetto di pregiudizio, il tutto intervallato da un
excursus storico e da esperienze pratiche che il suo gruppo sta conducendo da
anni a Napoli. La giornata è proseguita con una tavola rotonda sulle finalità
del Convegno che ha visto la partecipazione del Dr. Ugo Melchionda, Progect
Manager della International Organization for Migration, il Segretario Nazionale
della UIL Medici Dr. Armando Masucci, Il Direttore del Distretto Sud, Dr. Artone,
Il Prof. Sergio Mellina, la Dott.ssa Goldfluss e il Dr. Ferdinando De Marco. Il tema ha
suscitato un vivace dibattito.
L’indomani si è
iniziato con la Lettura Magistrale del Prof. Sergio Mellina dell’Università
di Venezia. La vasta cultura ed il fascino espositivo ha creato un ottimo clima
che è proseguito con la I° Sessione dal titolo “Profilo ed identità
dell’immigrato”.I Relatori, tutti molto applauditi ,sono stati Pompeo
Martelli, Massimo Rabboni, Daniela Rustioni, Virginia De Micco e Tullio Seppilli.
L’intervento del grande antropologo di Perugia dall’affascinante titolo:
“Sradicamento, marginalità e integrazione: lo condizione psicoculturale dei
nuovi immigrati della società Italiana” ha aperto un ampio dibattito ed ha
arricchito la platea di stimoli e riflessioni. Chairmen della Sessione sono
stati: Gabriella Ba, Tommaso Losavio e
Giuseppe Ionta.
La II° Sessione
invece, che in maniera più tecnica e gestionale interessava i molti operatori
presenti in sala, ha avuto come Relatori: Mario Esposito, Vittorio Mellina,
Vincenzo Renda, Lucio Maciocia e Giancarlo Cecchini. Molto toccante è stata la
relazione del Dr. Renda sulla gestione dell’assistenza sanitaria ai profughi
del Kosovo a Comiso. Chairmen: Sergio Lupoi e Giuseppe Scoti.
Nel pomeriggio la
III° Sessione “Migrazioni: la dimensione affettiva” ha visto come
partecipanti: Adolfo Petiziol, Pasquale Passeri, Antonino Iaria e Bernardo
Carpiniello con Chairmen Daniele Sadun e Maruska Face.
La
serata ha avuto termine con un seguitissimo intermezzo musicale tenuto dal
gruppo Jembekan che ha dato un saggio della propria bravura con musiche e danze
etnoafricane.
L’ultimo giorno ha
avuto inizio con la Lettura Magistrale di Sergio Ujcich dall’intrigante e
significativo titolo “Dove sei?”. Purtroppo il Dr. Ujcich non è potuto
intervenire e la Lettura è stata eseguita da Ferdinando De Marco.
La IV° Sessione
“I Servizi psichiatrici di fronte ai progetti terapeutico-riabilitativi per
immigrati” ha visto come protagonisti Pina Labellarte, Massimiliano Scarpelli,
Pino Cardamone, Salvatore Inglese e Simona Pesce, con Chairmen Carpiniello, De
Rosa e Cozzi.
La V° Sessione
pomeridiana con Chairmen Colafelice e De Marco ha coronato degnamente la
manifestazione con interventi seguiti ed applauditi di Emilia Costa, Gennaro
Garribba, Paola Parlato, Gloria De Bernardo, Pasquale Tripepi ed Elisabetta
Muraglia e Fausto Russo.
Il Convegno ha
stimolato i numerosi convenuti su tematiche quali l’antropologia, la
psicologia sociale, la sociologia, la filosofia e la prassi quotidiana
psichiatrica e merita sicuramente di avere un prosieguo.
Claudia Giovannelli
II° CONGRESSO REGIONALE CALABRESE
Copanello di Staletti 21/23.06.2001
In
occasione della (ri)costituzione della Sezione
Regionale Calabrese della Società di Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale
è stato
organizzato il II° CONGRESSO REGIONALE CALABRESE, Con il patrocinio ,
fra gli altri, della Presidenza
della Giunta Regionale, della Presidenza della Provincia di Catanzaro,
dell’Università degli Studi “Magna Graecia”di Catanzaro e dell’Ordine
Regionale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri.
Il
congresso, che si è svolto il 21,
22 e 23 giugno u. s. presso l’“Hotel Villaggio Guglielmo” a Copanello
di Stalettì (Catanzaro), ha
avuto il seguente tema “PIANIFICAZIONE,
MONITORAGGIO e VALUTAZIONE DEI
PROGRAMMI RIABILITATIVI”, ma anche lo scopo di realizzare i corsi
formativi di seguito riportati, tendenti ad affrontare il problema della cura,
del recupero e dell’inserimento sociale e lavorativo dei pazienti psichiatrici
più gravi, cercando di programmare risposte efficaci che rendano inutile
qualsiasi nostalgia o rigurgito neomanicomialista.
·
La
Classificazione delle Strutture attraverso la “International Classification of
Mental Health Care” (ICMHC), svolto da Giuseppe Tibaldi, Luca Pinciaroli,
Carola Palazzi e Cristina Testa.
Precedute
dalla lettura magistrale del titolare della cattedra di Psichiatria di
Catanzaro, prof Amato
Amati dal titolo:
"L’assistenza familiare ai malati di Alzheimer: Implicazioni
Psichiatriche", i temi congressuali hanno riguardato:
La
Riabilitazione nei Programmi di
aggiornamento scientifico e culturale della Società Nazionale (F. De Marco),
Criteri
di accreditamento e le evidenze scientifiche delle attività di riabilitazione
(P. Morosini, R. Pioli),
Il problema della residenzialità nei vari aspetti:
Residenzialità e DSM: problemi e prospettive(C. Munizza),
La
situazione generale in tutto il Paese: : Le Strutture Residenziali Psichiatriche
in Italia: Il Progetto “PROGRES”(G. De Girolamo, A. Picardi).
Inoltre, alcune esperienze di lavoro significative
in vari contesti. Nel territorio: Risultati di un anno del Progetto
Multicentrico Coinvolgimento e Sostegno dei familiari dei pazienti. Cosa
migliora negli utenti e nelle loro famiglie (M. Casacchia, R. Roncone);
in Ospedale: Intervento psicosociale di tipo
cognitivo-comportamentale per pazienti psicotici: esperienza di gruppo presso un
Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) (G. Polidori, A. Bazzoni,P. L.
Morosini, M. L. Rosicarelli, D. Fowler);
nelle realtà residenziali
di nuova costituzione: Studio controllato randomizzato di un intervento
integrato di psicoterapia cognitivo-comportamentale e Clozapina in un campione
di pazienti schizofrenici resistenti a precedenti trattamenti
(A Pinto, N. Capozza, S. La Pia);
nelle realtà ex-manicomiali: Valutazione
dell’efficacia pratica dei programmi riabilitativi per gli ospiti di strutture
residenziali (M. Nicotera, A. Greco, L. Caserta).
Le relazioni sono state intervallate da un piacevole
intermezzo in cui due attori hanno recitato brani tratti dal libro di Giuseppina
e Giuseppe Bonaviri (a cura di): “E il verde ramo oscillò”. Fiabe di
folli.
I trattamenti che sono
stati illustrati ed i corsi di formazione hanno affrontato, quindi, in modo
concreto le risposte da dare a tanti pazienti e alle loro famiglie le cui
risorse umane, economiche e psicologiche sono allo stremo per il carico
assistenziale che sono costretti a sopportare.
Alcuni rappresentanti di queste, infine, in nome
anche della maggiori organizzazioni nazionali delle famiglie, sono stati
invitati a confrontarsi con gli operatori calabresi in una Tavola Rotonda che ha concluso degnamente il congresso.
I lavori del congresso,
presieduti dal Presidente Ferdinando De Marco, coadiuvato dai due past-president
Massimo Casacchia e Ferdinando Pariante, nonché dal Presidente Eletto della
Società Italiana di Psichiatria, Carmelo Munizza ed organizzati puntualmente da
Mario Nicotera, nominato successivamente Coordinatore Regionale della SIRP,
hanno ribadito ancora una volta che le novità costituite dalla ricerca
farmaco e psicologica, se associate a programmi riabilitativi che si pongano e
raggiungano obiettivi concreti e riscontrabili clinicamente, offrono oggi agli
operatori strumenti validi con cui operare per recuperare ed avviare ad una vita
sociale e lavorativa soddisfacente quanti siano stati colpiti dalle malattie più
gravi.
La folta partecipazione di operatori calabresi,
rappresentati da tutti i ruoli e le qualifiche di quanti risultano impegnati
nell’assistenza psichiatrica, oltre che fornire il contributo scientifico dato
alla disciplina dalla nostra Regione, ha dimostrato, infine,
l’interesse suscitato in tutti da iniziative che abbiano per unico e
fondamentale scopo quello di annullare il gap culturale esistente con il resto
della Nazione, ponendo al centro dell’attenzione gli sforzi compiuti pur nel
clima di ristrettezza e di isolamento in cui purtroppo si trovano spesso a
lavorare gli operatori della Salute Mentale.
Mario
Nicotera, Direttore del CSM di Soverato, ASL 7 di Catanzaro,
Segretario
Regionale SIRP Sezione Calabria
Sassari - 15 settembre 2001 - 11 maggio 2002
La
Sezione Sarda della Società Italiana di Riabilitazione Psicosociale (S.I.R.P.),
nell’ambito della propria attività culturale e formativa, ha ritenuto di
dovere affrontare l’importante aspetto della formazione continua degli
operatori della riabilitazione in ambito psichiatrico.
Si è pertanto pensato di ricorrere
all’organizzazione di Seminari
di aggiornamento professionale, a cadenza mensile, che a decorrere dal prossimo settembre
rappresentino una occasione di approfondimento dei molteplici aspetti della
riabilitazione.
Queste giornate, che saranno ospitate negli
ambiti dei vari Servizi Dipartimentali della Tutela Salute Mentale e delle
Cliniche Psichiatriche delle Università della regione Sardegna, tratteranno
temi rilevanti quali: i modelli riabilitativi, i luoghi
della riabilitazione, le strategie terapeutiche (psicofarmacologiche e
psicoterapeutiche), gli errori terapeutici, la lotta allo stigma, la valutazione
del M.C.Q., etc..
Con tale iniziativa si intendono
perseguire diversi obiettivi, tra cui la possibilità di un confronto critico e
la costruzione di una ‘cultura’ condivisa che integri modelli riabilitativi
conosciuti e nuovi orientamenti in grado di coniugare criteri di efficienza ed
efficacia.
I seminari verranno tenuti da vari esperti del
settore in campo nazionale e serviranno quale occasione di confronto con
l’attuale stato dell’arte in Sardegna.
PROGRAMMA:
15 settembre 2001: L’approccio antropofenomenologico: spazio, tempo e relazioni nei progetti terapeutico-riabilitativi
Relatore:
De Marco F.
29 settembre 2001: Il luogo della riabilitazione.
Relatore: Rabboni M.
20 ottobre 2001: Strategie Terapeutiche nella Depressione Resistente.
Relatore:
Bellantuono C.
24 novembre 2001: Riabilitazione – Stigma - Antipsicotici
Relatore: Carpiniello B.
15
dicembre 2001: Trattamenti antipsicotici protratti con neurolettici atipici
Relatore: Del Zompo M.
26 gennaio 2002: Psicopatologia dei disturbi schizofrenici
Relatore:
Maj M.
23 febbraio 2002: Errori terapeutici in psichiatria.
Relatore: Pancheri P.
23 marzo 2002: Necessità della valutazione del M.C.Q. in riabilitazione.
Relatore: Casacchia M.
20 aprile 2002:Endogenicità e Psicogenicità
Relatore: Vella G.
11 maggio 2002: Psicoterapia e Riabilitazione
Relatore: Rossi R.
Antonello Pittalis, Segretario Regionale SIRP Sezione Sardegna
Imola
20.04.2001
La
riabilitazione psicosociale tra esperienza pratica-teorica e tecnica.
Con
questo seminario Regionale ci siamo posti come obiettivo la messa a confronto
delle varie esperienze nel campo della riabilitazione presenti nella nostra
Regione.
Le
numerose ricerche ed esperienze messe in campo sugli ultimi anni ci hanno
consentito di mettere a confronto i diversi modi di fare riabilitazione e di
percorrere la storia, le motivazioni attraverso le quali si è sviluppato un
movimento culturale espresso in un primo studio condotto nel 1992 (F. Alberoni -
M. Galeotti) dove emergeva una situazione in cui le strutture intermedie ed in
particolare i Centri Diurni rappresentavano esperienze isolate, per poi
divenire, nel tempo, una risorsa indispensabile in tutto il territorio
regionale.
I
Centri diurni si sono via via collocati come momento integrato nei progetti più
articolati dei DSM.
Anche
dal punto di vista teorico si è affermato uno stile di lavoro che ha prodotto
un “sapere” e un “saper fare” che se da una parte ha introdotto
“specifici” modelli, teorici, dall’altra ha evidenziato una consapevolezza
nell’adottare strategie “mai codificate” ma patrimonio dei Servizi
Psichiatrici.
In
questi anni la crescente attenzione riservata alle problematiche rivolte alla
qualità, la necessità di verificare le prassi operative e di incentivare i
percorsi legati alla qualità professionale richiesti dalla nostra Regione e dal
Piano Sanitario Nazionale ci ha stimolato a mettere a confronto gli aspetti più
qualificanti del fare riabilitazione.
In
particolare mettere in rilievo l’evoluzione e l’intreccio fra pratiche
teoriche e tecniche.
I
temi della valutazione della qualità
nei centri Diurni e nelle residenze; frutto di lavoro di ricerca di vari
operatori che si dedicano alla riabilitazione.
Per
brevità ci limiteremo qui a menzionare gli interventi più significativi che
hanno colto l’attenzione e il dibattito più sentito dei partecipanti.
Al
nostro seminario patrocinato dalla Regione, è intervenuto il Responsabile
Programma Salute Mentale – Prof. Giovanni De Plato che ha ribadito le linee
Regionali sia nel campo della Salute Mentale sia in campo della Riabilitazione.
I
lavori presentati non sono solo stati nell’ottica delle linee guida definite
ma hanno dato vita a una nuova prassi degli operatori della psichiatria
impegnati nel valutare l’efficacia/efficienza del loro lavoro nello sforzo di
verificarne l’appropriatezza.
L’indagine
sui modelli operativi nei C.D. dell’Emilia-Romagna (E. Gallo, F. Alberoni, C.
Costa) è stata condotta mediante un questionario preparato dai ricercatori, a
risposte multiple, autosoministrato e inviato a tutti i responsabili dei Centri
Diurni della regione.
L’indagine
rivela che la finalità di 2/3 dei C.D. è quella riabilitativa e terapeutica,
per 1/3 è solo riabilitativa e per la minoranza di accoglienza.
Il
modello teorico più diffuso è quella psicodinamico, nella maggioranza
dei casi presenta assieme ad altri riferimenti teorici. Appare uno scenario dove
la opinione più diffusa è che avere più modelli teorici sia necessario perché
non vi è una teoria soddisfacente per patologie complesse e multifattoriali.
Avere
più di un modello non costituisce un problema, ma favorisce il lavoro con i
pazienti perché si può rispondere meglio alla complessità dei loro bisogni
anche se ciò richiede un maggior lavoro di integrazione fra gli operatori.
In
sostanza dalla ricerca emerge una immagine di servizi oramai maturi, in grado di
indicare in modo sufficientemente concorde il loro ambito di intervento, in
grado di allestire interventi propriamente terapeutici nei confronti dei
pazienti e delle loro famiglie, di essere ben integrati nel lavoro di rete con
il DSM.
Una
seconda relazione riportava una ricerca sulla soddisfazione degli operatori
nei presidi semiresidenziali del DSM di Salute Mentale della AUSL di
Ravenna (G. Casadio – A. Forabosco) eseguita tramite questionari forniti
dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Regione Piemonte. La ricerca ha
messo in evidenza come la soddisfazione degli operatori nei confronti del
proprio lavoro diventa un importante indicatore che mostra correlazioni
significativi erogati e, se pur indirettamente, con i risultati degli stessi
interventi.
Queste
correlazioni nascono dal fatto che la tecnica di riabilitazione si identifica
spesso con gli stessi operatori e diventerà così, certamente, difficile che
operatori non soddisfatti del proprio operato riescano ad usufruire di quelle
capacità terapeutiche-relazionali che alcuni autori (Mosher-Farkas e altri)
hanno evidenziato come fattore cruciale della riabilitazione.
I
dati della ricerca rilevano nella maggioranza degli operatori intervistati una
buona motivazione e altrettanto soddisfazione tanto da far supporre un buon
clima relazionale all’interno dei Centri.
La
ricerca nei centri residenziali del DSM di Modena (Dott. Broccoli) ha utilizzato
il VADO per impostare una metodologia di lavoro efficace e valutabile.
Il
primo obiettivo del lavoro ha avuto come prima finalità quella di utilizzare
una metodologia integrata che utilizzasse le diverse risorse presenti nel
servizio introducendo una struttura di base comune e condivisa.
Il
secondo obiettivo è stato quello di introdurre qualcosa che potesse qualificare
e potenziare l’attività riabilitativa ma anche favorire un linguaggio ed una
cultura riabilitativa all’interno del DSM.
Lo
strumento ritenuto più idoneo a questo scopo è stato il VADO utile per:
A)
Valutare il funzionamento Personale e Sociale del paziente psichiatrico
B)
Definire obiettivi riabilitativi individualizzati.
C)
Monitorare l’andamento nel tempo del programma riabilitativo.
D)
Verificare il raggiungimento degli obiettivi contrattati.
Obiettivi
ulteriori:
1)
Favorire una cultura riabilitativa efficace basata sulla evidenza
2)
Qualificare l’attività riabilitativa dei gruppi di lavoro nelle
residenze del Percorso Casa.
3)
Favorire dialogo e integrazione fra operatori psichiatrici e sociali e
operatori della riabilitazione residenziale.
La
utilizzazione del VADO ha così posto le basi per una valutazione sia di
processo, sia di risultato.
Un
rappresentante delle associazioni dei familiari UNASAM (Dott. Muggia) col suo
intervento ci ha aiutato a comprendere meglio la domanda che viene dalle
famiglie dei pazienti ed il ruolo che esse possono svolgere nel trattamento, in
quanto la famiglia deve diventare una risorsa nella cura dei pazienti
psichiatrici.
E’
stata inoltre presentata la nuova esperienza di formazione universitaria per
tecnici della riabilitazione della Università di Modena (dott. F. Mazzi) ed è
stato discusso il loro ruolo all’interno delle équipes e la necessità di
integrazione fra esperienza territoriale e Universitaria.
La relazione più qualificata espressa nel convegno è stata l’indagine conoscitiva che ha come scopo quello di individuare i profili di responsabilità e comprendere il significato preciso del consenso informato nelle strutture intermedie.
La
ricerca è stata avviata nel maggio 2000 mediante un questionario elaborato
dalla Università di Modena (Prof.
Luberto) e dalla SIRP (Regione
Emilia-Romagna).
L’analisi qualitativa dei dati raccolti ha permesso di delineare un profilo completo sulle attività svolte nelle strutture intermedie e sulle figure professionali coinvolte, sempre in Regione Emilia-Romagna.
La ricerca ha permesso quindi di attivare un osservatorio permanente sulla rivista Frammenti sotto forma di rubrica che può così accogliere domande e quesiti in merito.
Flavia Alberoni,
Segretaria Regionale SIRP Sezione Emilia Romagna
Bari 19 giugno 2001
La
Sezione Regionale Pugliese della S.I.R.P. ha organizzato per il giorno 19/6/01 -
un Workshop sul tema “PERCORSI DI COOPERAZIONE PER LA
RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE NEL DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE – working in progress per un protocollo d’intesa tra le agenzie
coinvolte nei processi di riabilitazione” presso l’Hotel Ambasciatori di
Bari.
Il convegno, si è svolto dalle ore 8,45 alle ore
17,00.
SUCCESSO DI ADESIONE E PARTECIPAZIONE
Già dal numero delle iscrizioni pervenute nei giorni
precedenti, si era potuto rilevare che l’afflusso degli operatori della
riabilitazione e della salute mentale sarebbe stato notevole. Il
giorno del workshop i partecipanti registrati sono stati più di
trecento, provenienti da tutte le province della Regione Puglia, omogeneamente
distribuiti tra laureati e non laureati, tra operatori dei dipartimenti di
salute mentale e delle strutture riabilitative residenziali e semiresidenziali
private, del privato sociale e dei servizi pubblici.
Il successo del convegno evidenzia un bisogno diffuso
di conoscenze, di confronto tra esperienze, di approfondimenti tecnici sul tema,
in uno scenario in cui gli operatori hanno potuto sentirsi protagonisti.
Il convegno è stato concepito con la finalità di
affrontare i problemi che sorgono (nel lavoro quotidiano nella elaborazione e
realizzazione di progetti riabilitativi) tra DSM e strutture riabilitative.
Un gruppo costituito da operatori dei servizi
pubblici e da operatori delle strutture riabilitative aveva lavorato
intensamente per molti mesi per la messa a punto di una bozza di
PROTOCOLLO D’INTESA TRA I DSM E LE STRUTTURE RIABILITATIVE
CONVENZIONATE* (ove *Per “convenzionate” si intendono le strutture che
operano a servizio del DSM in cui insistono con il quale intrattengono un
rapporto esclusivo di convenzione) che durante il Workshop è stata utilizzata
come base concreta per avviare un percorso di lavoro, che potrà portare sia
all’utilizzo della bozza, ( destinata ad essere modificata con i contributi
degli operatori) e, attraverso un processo di validazione consensuale più
allargata, ad una Consensus Conference sia alla costruzione di altri protocolli
utili per situazioni diversificate.
COME E PERCHE’ è stato organizzato il WORKSHOP
Nella nostra regione, la chiusura degli ultimi
residui manicomiali, soprattutto negli ultimi anni,
ha di fatto spianato la strada alla creazione delle “strutture
riabilitative” (comunità riabilitative a media o elevata intensità
assistenziale psichiatrica, comunità alloggio, gruppi appartamento, centri
diurni), che insieme con gli altri Servizi dei Dipartimenti di Salute Mentale
rappresentano la grande risorsa per gli interventi riabilitativi in campo
psichiatrico.
Lo scenario delle antiche “strutture intermedie”
è andato in questi ultimi 20 anni ampliandosi, arricchendosi di possibilità
nuove per migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Nelle situazioni psichiatriche più complesse, si
rivela indispensabile il modello di intervento “integrato”: la
professionalità dei singoli operatori della salute mentale, per quanto elevata,
non è sufficiente per garantire interventi efficaci. Nei servizi psichiatrici
pubblici e nelle strutture riabilitative pubbliche e private, tutti sono
chiamati ad una sfida antica e nuova: imparare a lavorare insieme, valorizzando
la sinergia e la “contaminazione”, tra professionalità plurali (psichiatri,
psicologi, educatori, assistenti sociali, infermieri, ausiliari, non ultima
l’interessante figura dell’home-maker)
a integrare approcci disciplinari diversi, a chiarire la differenziazione
dei ruoli pur nella unità degli intenti.
La molteplicità dei modelli di intervento a
disposizione degli operatori, se da un lato rappresenta una più ampia
opportunità, dall’altro rende più complessa la ricerca e la valutazione
della efficacia degli interventi.
Si impone la necessità di condividere, negoziare,
costruire cioè un progetto terapeutico - riabilitativo insieme.
Ed è proprio a questo importante concetto, quello
della “condivisione” e della “chiarificazione” dei problemi e dei
ruoli” che è stato dedicato il
convegno.
Anche perché in Puglia esiste una normativa che, pur
individuando i requisiti minimi di tali strutture, forse non è riuscita a
risolvere tutte le problematiche in
gioco.
PROGRAMMA
. Dott.ssa G. Gabellarte: ha richiamato la metafora della danza (Matisse nel logo del convegno ) per introdurre il concetto dello scambio e della cooperazione come motivo ispiratore della giornata. Ha dato quindi il via ai lavori, ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del convegno (comitato promotore ed organizzatore, relatori pugliesi e nazionali, sponsors, conduttori e reporter dei piccoli gruppi di lavoro etc.) e tutti gli intervenuti, in particolare il Dott.F.De Marco, Presidente nazionale della SIRP, il consigliere nazionale Dott. B. Gentile e il Segretario regionale della Società Italiana di Psichiatria Prof.M.Nardini.
· Dott.F. De Marco: congratulandosi con la sezione pugliese per l’organizzazione del Workshop, ha portato ai convegnisti i saluti del direttivo nazionale e ricordato che sono attive, all’interno della SIRP varie aree di lavoro, tra cui una sulla formazione degli operatori ed una sulla validazione degli interventi riabilitativi, per le quali ha auspicato che la sezione pugliese possa intensificare i suoi contributi alle attività della Società. Per lui tale convegno rappresenta una tappa interessante in questo quadro di interazione.
· Prof. M. Nardini ha sottolineato che la solida sinergia culturale ed operativa esistente in Puglia tra SIP e SIRP si va sempre più intensificando e che lo sviluppo attuale delle neuroscienze consolida l’ipotesi dell’unità “mente/ corpo” imponendo di reimpostare i concetti di “curabilità” e “guarigione” nel campo della psichiatria.
· Dott.G.Saccotelli, nel presentare la “bozza del protocollo di intesa tra Strutture riabilitative e D.SM.”, su cui avrebbero poi lavorato i sottosistemi del workshop, ha ricordato che in uno scenario di Welfare mix e di “cooperazione amministrata” ispirata dalla legge 299/99, la necessità tecnico-scientifica di utilizzare un “protocollo” come prodotto integrato è fondamentale nel campo della salute mentale, sia come risorsa terapeutica contro la fragile organizzazione di pensiero degli utenti psichiatrici, sia come risorsa operativa contro i rischi della frammentazione degli interventi e dell’autoreferenzialità dei singoli professionisti. In modo particolare il “protocollo”, lungi da essere connotato come contratto rigido e immutabile, diventa uno strumento organizzativo e generativo di dialogo tra soggetti diversi e di costruzione di progetti condivisi miranti all’accoglienza/inserimento, presa in carico, valutazione e dimissione dell’utente con tutte le sue problematiche.
· Dott.S.Cotugno: ha tenuto una relazione dal titolo “Il sistema RPS e la sfida della migrazione: dal regolamento regionale n.1/84 alla delibera C.R. 244/97” in cui, attraverso una breve rilettura dei contesti normativi in cui i due regolamenti si inscrivono, ha suggerito una confrontazione dei due scenari riguardo alle rispettive finalità e iniziative, alle tipologie e alla organizzazione delle strutture residenziali e ai rapporti con il DSM. Infine ha messo a fuoco gli elementi della trasformazione in atto, individuando soprattutto le aree problematiche.
· Dott. B. Gentile: ha illustrato lo stato dell’arte della riabilitazione psicosociale in Lombardia e Triveneto, offrendo spunti interessanti per il confronto con la situazione pugliese: in particolare si è soffermato sulla descrizione delle tipologie lombarde delle strutture residenziali (ove è risultata suggestiva la differenziazione delle Comunità Protette secondo una vasta gamma di protezione) e di quelle semiresidenziali, sulle forme di integrazione strutturale tra i vari servizi e sui riferimenti normativi regionali che definiscono i requisiti e gli indicatori per l’accreditamento delle strutture sanitarie e psichiatriche. Significativa la descrizione della situazione in Veneto, ove è stato approvato recentemente il P.O. per la salute mentale e in cui sembra degna di attenzione la circostanza che l’azione terapeutica nei Day-hospital territoriali si avvale di un alto gradiente di integrazione socio-sanitaria.
·
Dott. D.
Semisa: in qualità di discussant si
è soffermato su alcuni temi centrali delle relazioni svolte, mettendo in
rilievo gli aspetti propositivi più salienti e gli aspetti problematici. In
particolare, ha sottolineato la
necessità che la Regione Puglia definisca,
per le strutture riabilitative, le rette per tipologia e i criteri e le
norme per l’accreditamento istituzionale.
Dopo le relazioni, sono state avviate le sessioni di
gruppo: erano previsti cinque gruppi, ma la grande affluenza di operatori ha
determinato la costituzione di nove
gruppi di lavoro, che, a partire dalla “Bozza di protocollo tra Strutture
Riabilitative e DSM” acclusa al programma, hanno discusso sulle sue varie
sezioni:
1° “Procedure per l’inserimento: compilazione e
proposta d’inserimento”
2° “Valutazione dell’inserimento”
3° “Fase dell’inserimento: condivisione e
responsabilità del progetto terapeutico-riabilitativo, variazioni di
progetto”
4° “Le urgenze”
5° “La fase delle dimissioni”
Il gruppo cui è stato accordato il maggior numero di
adesioni è stato il 3°, per cui è stato necessario costituire un gruppo
allargato aggiuntivo costituito da circa settanta operatori e ciò evidenzia il
grande bisogno di chiarificazione sui ruoli e sulle responsabilità nella
gestione di progetti comuni.
Ciascun gruppo ha lavorato in una prima sessione
individuando i punti di condivisione e i punti di criticità della bozza e in
una seconda sessione elaborando le annotazioni scritte da presentare in plenaria
pomeridiana. In quest’ultima, alla ripresa dei lavori dopo la pausa pranzo,
ciascun gruppo ha relazionato sui propri lavori della giornata tramite i
reporter e la presentazione di lucidi.
E’ seguita una sessione plenaria in cui il chairman
G.Guario ha coordinato una riflessione ulteriore di tutti partecipanti (ancora
molto numerosi, nonostante l’intenso lavoro della giornata) sui problemi di
interazione tra agenzie pubbliche e private. Significativi sono stati alcuni
interventi che hanno evidenziato l’attuale stato di trasformazione in atto in
Puglia per il sistema della riabilitazione psicosociale, segnata
dall’inesistenza di riferimenti nornativi regionali di accreditamento e di una
convenzione tipo regionale.
Suggestiva la metafora usata dal chairman di “una
barca” in cui gli operatori della riabilitazione psicosociale possono
intenzionarsi come naviganti per una meta comune.
Gli aspetti più significativi del Workshop sono
stati l’ampia discussione, la viva e attiva partecipazione di molti operatori
con produzione di interessanti e creativi contributi, utili per la soluzione dei
problemi posti e con l’individuazione di elementi da sviluppare e di aree
critiche da rivedere.
Come
previsto dagli organizzatori del convegno, lo studio e il confronto su questa
bozza non hanno certamente esaurito la complessità delle situazioni presenti
nella nostra regione. Non è stato
che un inizio.
OBIETTIVO della giornata di studio
La SIRP pugliese auspica che la giornata di studio
abbia dato inizio ad un percorso di lavoro da proseguire nei mesi successivi,
finalizzato alla messa a punto di modelli, procedure, protocolli intesi non come
ricette preconfezionate ma come strumenti “flessibili” utili alla difficile
condivisione delle fasi salienti della progettazione e
programmazione, realizzazione e verifica di un intervento terapeutico –
riabilitativo, i cui protagonisti non sono solo gli addetti ai lavori, ma anche
gli utenti e i familiari.
La peculiarità dell’iniziativa può essere più
profondamente intesa se si pensa che a condividere tutto il percorso non sono
stati invitate solo figure professionali con ruoli e funzioni diverse, ma anche
provenienti da Amministrazioni ed Enti diversi, sia pubbliche che private.
Nella relazione conclusiva il Presidente della SIRP
Dott. F. De Marco ha ringraziato la sezione pugliese della Società per gli input
ricevuti ed ha augurato ad essa una crescita sempre più soddisfacente e
creativa.
La Dott.ssa G.Labellarte, coordinatrice della SIRP
Puglia, ha ringraziato per i
contributi offerti da tutti nella giornata di lavoro, informando che saranno
raccolti come una preziosa risorsa per la messa
a punto della bozza modificata e per proseguire il percorso
di approfondimento e di confronto tra operatori già intrapreso.
Si è impegnata inoltre a riflettere insieme ai
consiglieri del direttivo regionale sui suggerimenti ricevuti per individuare le
strategie utili a rinforzare la presenza della Società al tavolo delle
trattative politiche regionali in materia di riabilitazione psicosociale.
Il Workshop si è concluso con l’assemblea annuale
dei Soci e l’approvazione del bilancio consuntivo 2000.
RISORSE
FINANZIARIE
L’iniziativa è stata possibile grazie ai contributi offerti da alcune cooperative del privato e del privato sociale coinvolte nella gestione delle strutture riabilitative psichiatriche pugliesi e dalla Lilly farmaceutici.
Pina
Labellarte, Segretaria Regionale SIRP Sezione Puglia
V° CONGRESSO EUROPEO DI MUSICOTERAPIA
Napoli 20-25 Aprile 2001
Si è svolto a Napoli, dal 20 al 25 aprile 2001 il V° Congresso Europeo di musicoterapia, patrocinato dall’EMTC (European Music Therapy Confederation) ed organizzato dalla CONFIAM (Confederazione Italiana delle Associazioni di Musicoterapia), centrato sul tema: "Musicoterapia in Europa",
Tale evento è stato principalmente orientato a:
A questo fine la responsabilità delle tre differenti sezioni è stata affidata ad alcuni dei colleghi più rappresentativi d'Europa: il Prof. Even Ruud dell'Università di Oslo per la Musicologia, il Prof. David Aldridge dell'Università dì Witten-Herdecke per la Ricerca, il Prof. Tony Wigram dell'Università di Aalborg per la Pratica Clinica
In questa ultima sezione, in particolare, si è sottolineato il ruolo dell'esperienza sonora nell'accompagnare ogni attività umana come espressione delle emozioni, come stimolo per l'attività psicomotoria, come aiuto per le funzioni cognitive e per quella virtuale immaginativa che costituisce una modalità fondamentale per lo sviluppo della coscienza e della conoscenza di sé. Per tali ragioni, quando pensiamo a percorsi della salute e lo sviluppo dell'essere umano, consideriamo la musica e le esperienze sonoro-musicali come parte integrante di questo processo.
Nel Congresso si è riportato come in molti paesi, nelle istituzioni della salute e dell'educazione, sia cresciuta e stia crescendo la domanda di progetti d' intervento con la musicoterapia. La disciplina, nel frattempo, è andata dotandosi di un corpo dottrinario sempre più articolato, sorretto da prospettive teoretiche e metodologicbe in grado di assicurare un setting aperto e possibilità di valutazione, sequenzialità e svolgimento temporale efficaci.
Il Congresso è stato preceduto da un simposio satellite, svoltosi presso la Il Clinica Psichiatrica dell'Università, diretta dal Prof. Mario Maj, con la partecipazione della SIRP Nazionale e che ha avuto per tema: "Le strutture sanitarie territoriali, la Musicoterapia nel Dipartimento dì Salute Mentale".
Nel Simposio i nuclei teorico-esperienziali elaborati ed approfonditi sono stati:
1)
la condizione italiana
della musicoterapia in ambito psichiatrico, con
a) riporto
dì esperienze promosse e lavorate all' interno di strutture psichiatriche
italiane,
b) livelli di efficacia
dell'intervento musicoterapico,
c)
possibilità di collocazione della musicoterapia all'interno delle strutture,
dipartimentali;
2) la
condizione europea della musicoterapia in ambito psichiatrico, facendo
discendere la necessità di un irrimandabile confronto con quelle realtà
all'interno delle quali l'operare musicoterapico (ad opera di personale
adeguatamente formato) trova già un valido e stabile riconoscimento, avallato
anche da disposizioni legislative in ambito di politiche sanitarie dei
rispettivi paesi;
3) il
fondamentale -in tale prospettiva- coinvolgimento delle realtà associative più
autorevoli e rappresentative (SIP, SIRP, SIPRE), relativamente all'inserimento
della musicoterapia nelle realtà istituzionali della salute mentale.
Il taglio generale degli
interventi ha preso in considerazione i livelli:
professionale
metodologico-scientifico
formativo
(degli operatori)
Gli
interventi in scaletta, dunque, si sono soffermati sull'utilizzo della
musicoterapia in ambito preventivo, con il riporto di esperienze di formazione
di personale scolastico, che hanno coinvolto anche altre realtà associative di
uno specifico territorio, all'interno di un programma complessivamente orientato
al miglioramento della comunicazione.
In
ambito terapeutico, poi, si sono illustrati i protocolli di intervento
soprattutto verso la psicosi (la cui regressione, pre-oggettuale, con
l'impossibilità di dotarsi di un linguaggio strutturato, può
significativamente avvantaggiarsi del ricorso ad un codice comunicativo non
verbale).
L'
ambito riabilitativo, infine, è stato quello più riportato, offrendo la
maggior parte delle possibilità attuative di programmi, all’interno di
strategie più complessive d'intervento.
Il nucleo
portante degli interventi, altresì, è stato svolto da quegli psichiatri di
Strutture Dipartimentali che si sono avvalsi, nel loro agire professionale, di
riferimenti teorico-operativi in ambito musico-terapico.
Alcuni di loro sono stati addirittura autori di approfondimenti elaborativi, che li hanno condotti ad approntare modelli clinici, con relativi protocolli d'intervento e di supervisione.
L'appartenenza
geografica degli psichiatri che si occupano di musicoterapia si mostra come
alquanto omogenea all'interno del territorio italiano, secondo una ripartizione
che colloca al Nord Gerardo Manarolo, Niccolò Cattich e Roberto Massaglia. al
Centro Pjnella Pistorio e Fausto Russo, al Sud Enza Alfano.
Fausto Russo
SEZIONE
MARCHE
Fano
(Pesaro) 23 novembre 2001
La
famiglia come risorsa terapeutica nella riabilitazione psicosociale.
La SIRP Sezione Marche ha voluto focalizzare la sua attenzione per il Congresso Regionale sull’importanza della famiglia nella riabilitazione dei pazienti psichiatrici, come strumento terapeutico e come empowerment.
La riabilitazione prevede che il raggiungimento dell’inserimento o reinserimento sociale, si basi sull’aiutare il soggetto a sviluppare le sue potenzialità. Non si tratta quindi di un adeguamento alla normalità, ma di far esprimere le risorse, la creatività, in modo che il soggetto migliori il controllo della sua vita, con un aumento (acquisizione o raggiungimento) di un maggiore potere contrattuale. Per rendere la persona protagonista è necessario corresponsabilizzarla e coinvolgerla attivamente anche nella definizione degli obiettivi che le sono più congeniali. Non si tratta tanto di dare, ma di aiutare il soggetto ad essere in grado di fare da solo, lo aiutiamo a crescere e ad essere più autonomo. In questo modo si sente persona più che malato. Non è oggetto passivo dell’intervento congiunto con le famiglie e le loro associazioni.
Le famiglie si sono trovate, dapprima a nascondere i propri problemi anche per la paura della stigmatizzazione del loro congiunto e di loro stessi.
All’inizio dell’abbattimento del muro del manicomio sono state isolate e forse anche maltrattate da generazioni di psichiatri, che, in base ad una letteratura, li colpevolizzavano dei disturbi del loro congiunto.
La famiglia rimane ancora, in molti casi, l’unico gruppo sociale per il malato mentale. Lavorare con la famiglia diventa sempre più importante ai fini di una nuova cittadinanza.
Chairman: Dr. Ferdinando De Marco
Relatori:
Dr. Mariano Bassi, Delegato SIP, DSM Bologna
Dott.ssa
Anna Rosa Andreatta, Presidente Nazionale DIA.PSI.GRA Italiana
Dr. Raimondo Vananzini, Direttore DSM Fano
Dr. Luciano Serra, Segretario Regionale Sezione Marche
Dr. Muggia, Presidente Nazionale Unasam
Dr. Gianfranco Rocchetti, Direttore DSM Ancona.
Tavola
Rotonda: Le marche a confronto.
Interverranno le Associazioni dei Familiari e gli operatori del territorio.
Luciano Serra, Segretario Regionale Sezione Marche
CONGRESSO SEZIONE REGIONALE TRIVENETO
Legnago
22 giugno 2001
“Centri diurni in psichiatria: validazione e specificità degli interventi riabilitativi”.
Organizzato dalla Sezione Regionale del Triveneto della SIRP, in collaborazione con il Coordinamento Regionale Veneto dei Centri Diurni e con la Azienda ULSS 21 del Veneto, si è svolto a Legnago, il 22 Giugno 2001, il Convegno interregionale “Centri diurni in psichiatria: validazione e specificità degli interventi riabilitativi”.
Le
relazioni introduttive hanno messo a fuoco una serie di temi cruciali rispetto
alla stessa definizione di Centro Diurno, ed alla precisazione delle sue
funzioni – della sua mission – oltre che della diverse modalità possibili per
realizzarle.
Secondo
uno stile di lavoro tipico tanto della SIRP, quanto del Coordinamento Centri
Diurni, le riflessioni si sono sempre articolate a partire da dati concreti di
esperienza, e sono state svolte in un’ottica estesamente interdisciplinare.
Così
Antonio Maone ha presentato i risultati di una ricerca nazionale, condotta sul
campo tra gli operatori delle strutture, per definire i fattori terapeutici
specifici ed aspecifici nei trattamenti semiresidenziali; Giorgio De Isabella ha
trattato il tema delle modalità di condivisione del lavoro, discutendo di
rapporti e complessità nella dimensione della comunicazione in équipe; Bruno
Gentile si è occupato degli indicatori di qualità nel lavoro dei Centri
Diurni, preoccupandosi quindi anche di affrontare il problema di che cosa, in
tale lavoro, possa definirsi qualità, o comunque esito; Gianmaria Gioga,
Sociologo e Responsabile dei Servizi Sociali della ULSS 16 di Padova, ha
affrontato alcuni aspetti interdisciplinari dell’utilizzo delle strutture;
Dario Lamonaca ha ripreso l’ipotesi di definire il Centro Diurno più come un
luogo virtuale – e quindi un insieme di funzioni e di stili di lavoro – che
come un luogo strettamente fisico, mentre Paolo Peloso ha portato alcune
esperienze liguri sulla qualità della vita e i percorsi nel Centro Diurno, in
una dimensione di servizio non solo per utenti psichiatrici, ma per l’intera
cittadinanza. Giuseppe
Imperadore ha infine trattato il tema del ruolo che gli antipsicotici di ultima
generazione possono rivestire nel favorire il processo riabilitativo.
Particolarmente
significativa la scelta della Segreteria Scientifica del Convegno, curata da D.
Lamonaca e B. Gentile, di dedicare tutta la seconda parte della giornata a un focus
group di confronto di esperienze tra operatori dei Centri Diurni; focus
group che, moderato da Massimo Rabboni, ha visto la partecipazione di
moltissimi tra gli operatori presenti, sia attraverso una quindicina di
interventi preordinati, sia attraverso numerosi interventi estemporanei, che
hanno molto arricchito il dibattito.
Massimo Rabboni, Segretario Regionale Sezione Lombardia
e
Bruno Gentile, Consigliere SIRP Nazionale.
La S
ocietà Italiana di Riabilitazione Psicosociale ha lo scopo di promuovere, anche in ambito regionale, la riabilitazione personale, sociale e professionale delle persone affette da disabilità psicosociali e migliorare la qualità della vita delle stesse e delle rispettive famiglie. Tale finalità viene perseguita mediante attività di studio, di diffusione e scambio di conoscenze, di patrocinio, di incoraggiamento di iniziative legislative e di politica sanitaria in ambito regionale.La S.I.R.P. stabilisce e mantiene i rapporti di collaborazione con altre organizzazioni pubbliche, private o volontarie per il raggiungimento dei fini sociali.
Ferdinando De Marco
Presidente SIRP Nazionale: Ferdinando De Marco
Dipartimento di Salute Mentale, Via Alfieri 34 - 04100 Latina
tel: 0773 655084, Fax 0773 655088
Cognome Nome | Carica elettiva |
Posta elettronica |
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Segr.Reg. Emilia Romagna |
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Presidente Eletto - Milano |
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Delegato SIP |
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Revisore dei Conti - Milano | |||||||
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Revisore dei Conti - Siena | |||||||
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Presidente Onorario - Verona |
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Vice Presidente - Cagliari |
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Past President - L'Aquila |
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Consigliere - Pordenone |
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Consigliere - Napoli |
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Tesoriere - Verona |
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Consigliere - Bari |
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Consigliere - Roma |
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Presidente Nazionale |
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Segretario Generale - Torino |
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Consigliere - Rovereto |
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Consigliere - Catania | |||||||
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Segretario Regionale Toscana |
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Segretario Regionale Campania |
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|
Consigliere - Portogruaro |
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|
Consigliere - Milano |
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|
Segretario Regionale Puglia |
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|
Segretario Regionale Triveneto |
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Segretario Regionale Lazio |
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|
Consigliere - Roma |
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|
Segretario Regionale Liguria |
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|
Segretario Regionale Calabria |
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|
Consigliere Onorario - Roma | |||||||
|
Consigliere - Firenze |
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Consigliere - Trieste | |||||||
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Revisore dei Conti - Milano |
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|
Consigliere - Savona |
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|
Segretario Regionale Sardegna |
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|
Consigliere Torino |
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|
Segretario Regionale Lombardia |
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|
Segretario Regionale Abruzzo |
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|
Consigliere - Ravenna |
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Segretario Regionale Marche | |||||||
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Segretario Regionale Sicilia |
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Segretario Regionale Molise |
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Vice Presidente -Catania |
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Consigliere - Milano |
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