SALVATORE VERDE
GABRIELE SCARCIA |
Alla 61ª «Mostra del cinema» di
Venezia il film già proiettato 41 anni fa, girato nei
Sassi ed a Miglionico
ALLA
BIENNALE C'E'
«IL
DEMONIO»
Omaggio indiretto alla Basilicata con
l’opera di B. Rondi
La storia.
Nel 1963
fu presentata la pellicola prodotta dalla Titanus |
La Gazzetta
del Mezzogiorno
8 Settembre
2004 |
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MATERA -
Alla 61.ma
edizione della Mostra del Cinema di Venezia, la prima del neo direttore Marco Müller,
tra mondanità e film in concorso, ci sarà spazio per un omaggio indiretto anche
alla Basilicata. Infatti, domani, nella Sala Grande, per gli «Eventi speciali»
della sezione «Venezia Mezzanotte», sarà proiettato «Il demonio» di Brunello Rondi,
già presentato al Lido quarantuno anni fa. Il film, è bene ricordarlo, fu
realizzato proprio nel materano, tra i Sassi e Miglionico. Dobbiamo al
trentunenne miglionichese Gabriele
Scarcia, laureato in «Conservazione
dei Beni Culturali», il recupero di informazioni dettagliate anche su quei
giorni, «vissuti dalla comunità con grande curiosità, partecipazione
emotiva e soddisfazione economica». Curiosamente, gli stessi figuranti e
luoghi misconosciuti e prescelti, sono stati utilizzati altre volte a distanza
di anni. Un possibile antefatto fotografico risalirebbe al dicembre 1959, come
recentemente pubblicato da Teresa
Megale, quando, per preparare «Rocco e
i suoi fratelli», il geniale
Luchino Visconti ed alcuni
collaboratori visitarono la Basilicata. Principali tappe furono Matera,
Pisticci e il castello medievale «del Malconsiglio» di Miglionico, dove è
collocata una delle sequenze più toccanti de «Il demonio": la morte di un
bambino, in una stanza del piano superiore. Ritornano così improvvisamente
alla memoria volti e nomi noti del passato. Rintracciato il piccolo Franco Centonze,
allora di dieci anni, che impersonava il fratellino del fanciullo defunto,
ricorda solo che fu «ingaggiato per cinque giornate a tremila lire al
giorno, denaro che, finite le riprese, sua madre spese per comprargli parecchi
vestiti». L’altra sequenza decisiva è quella del gran falò, in Largo Chiesa
Madre. Infatti, dopo il trambusto per le vie e le piazzette adiacenti, gli
abitanti si accalcano nell’accensione e a fuoco consumato, con la quinta
architettonica essenziale del severo Palazzo Guida, i protagonisti si affrontano
prima del tragico epilogo.Poi più nulla fino al 1979, quando Anton Giulio Majano,
tra i padri dello «sceneggiato televisivo italiano», girò a Miglionico diverse
sequenze di «L’eredità della Priora», dall’omonimo romanzo di Carlo Alianello,
trasmesso l’anno dopo su Rai Uno. Le scene, con i famosi attori, si svolsero
sempre nei pressi della Chiesa Madre, negli interni del palazzo Guida e nella
costruzione normanna. «Giovanissimo, sono stato testimone privilegiato di
curiosità», confida Scarcia. «Preso in braccio dal regista, lo sentii gridare
come un ossesso per alcuni ciak da ripetere, con l’inedito particolare di Majano
che, in aprile, dopo una bestemmia nella dimora dall’Arciprete di Miglionico, fu
messo alla porta proprio da don
Mario Spinello. Conservo ancora le
foto delle riprese, che proseguirono solo dopo le pubbliche scuse». In quel
periodo fortunato, la ribalta proseguì nei film di Francesco Rosi.
Se in «Cristo si è fermato ad Eboli», Giuseppe Persia,
quale Ufficiale esattoriale, cita solo il nome del paese, nel successivo «Tre
fratelli» (1980), d’ambientazione pugliese, Vittorio Mezzogiorno si rivolge al citato don Mario Spinello, nella
sua casa. Ci sono anche i «suonatori» Pietro Manzara e Gigino Frescura,
quest’ultimo figlio d’arte, essendo suo padre riconoscibile nel maniero di «Il
demonio». «Altra coincidenza: erano donne in special modo, quelle volute da Pier Paolo Pasolini per «Il Vangelo secondo Matteo», come pure nella
«Passione di Cristo» di Mel Gibson,
che ha visitato per una notte il nostro Crocifisso ligneo, non senza influenza
nella sua rappresentazione filmica», ci dice sibillinamente il cortese
accompagnatore. Non sorprendono, dunque, le origini miglionichesi di Carlo Luca
De Ruggieri, attore di teatro, televisione e cinema, visto anche in «Fiorile» e
«Il sole anche di notte» (girato nella provincia) dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani,
e di recente in «Agata e la tempesta» di Silvio Soldini,
con Licia Maglietta,
lucana di origine paterna. Il giovane esperto di storia dell’arte lucana antica,
si augura che «il grande Bernardo
Bertolucci, nel prossimo film,
inserisca la figura del nostro don
Marcantonio Mazzone, poeta e
madrigalista, oltre che precettore alla corte dei Gonzaga in Mantova, che ebbe
rapporti con il musico Carlo Gesualdo da Venosa». Insomma, è la fortunata
peculiarità storico-artistica e socio-antropologica la chiave del successo anche
di un piccolo paese, nei confronti della Settima Arte, il cui positivo rapporto
con la Basilicata evolve ed è ancora da scrivere. Salvatore Verde
MATERA -
Film italiano
della Titanus di Goffredo Lombardo,
«Il demonio» (100’, b/n, drammatico) si può ritenere il capolavoro di Brunello Rondi,
autore del soggetto e della sceneggiatura con Ugo Guerra e Luciano Martino,
mentre nei titoli si ringrazia l’etnologo Ernesto De Martino.
Interpreti: Daliah Lavi
(Purif), Frank Wolf (Antonio), Anna Maria Aveta, Tiziana Casetti, Dario Dolci, Lea Russo, Giovanni
Cristofanelli; musiche: Piero Piccioni;
fotografia: Carlo Bellero.
L’opera aveva già fatto la sua apparizione «fuori concorso» in Laguna, alla XXIV^
edizione del 1963, senza particolare successo di pubblico, forse perché allora
vietato ai minori di 18 anni e probabilmente per la durezza del tema: la
superstizione e stregoneria nel Sud. In Germania, invece, era stato
clamorosamente premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino. La trama
evidenzia una crescente psicosi di Purificata, giovane e bella lucana,
ossessionata da un desiderio frustrato dalla morale dominante. Con il suo fare
indemoniato, contagia nella malefica spirale di presunta stregoneria l’intero
paese, che la ritiene causa delle disgrazie individualie collettive. Rivelatosi
inutile l’esorcismo,e dopo averla posseduta, verrà pugnalata a morte
dall’amante, anch’egli preda della follia. Con una ricostruzione meticolosa e
rigorosa sul piano formale, l’opera concede poco allo stesso genere horror,
innestandosi piuttosto sulla tradizione del realismo fantastico e, a tratti,
caratterizzandosi con la pregressa esperienza autoriale, di notevole
documentarista. Sorprende favorevolmente, quindi, la scelta della Titanus di
mostrare tale opera singolare ai festeggiamenti ufficiali dei suoi Cento anni
societari, in una delle vetrine cinematografiche più importanti del mondo, e di
renderla adesso disponibile anche in dvd.
(s.v.)
UN ANNO PRIMA IL VANGELO PASOLINIANO
MATERA - Realizzato l’anno
prima del celeberrimo «Il Vangelo secondo Matteo» di Pier Paolo Pasolini,
«Il demonio», secondo lungometraggio di Brunello Rondi, segnavacon una certa
coerenza culturale il rapporto del cinema con la Lucania, già inserito in un
delineato percorso di valore iconografico, storico e diegetico, che, pur nella
discontinuità complessiva, comprendeva almeno scelte, apporti ed esiti
importanti di: Lina Wertmuller
(«I Basilischi», dello stesso anno), Luigi Zampa («Anni Ruggenti», 1961), Jan Lenica («Italia ’61», 1961), Mario Camerini («I briganti italiani », 1960), Roberto Rossellini («Viva l’Italia», 1960), Luchino Visconti («Rocco e i suoi fratelli», 1960), Dino Risi («La nonna Sabella», 1957), Joris Ivens («L’Italia non è un paese povero», 1957, ma
uscito nel 1960), Luigi Captano
(«Il conte di Matera», 1957), Anton Giulio Majano («L’alfiere», film-tv del 1956), Alberto Lattuada («La lupa», 1953), Pietro Germi («Il brigante di Tacca del Lupo», 1952), Mario Volpe («Le due sorelle», 1950), Carlo Lizzani («Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato», 1949). E
tutto questo non poteva certo ignorare l’esperto cineasta Rondi, nato nel 1924 a
Tirano, in provincia di Sondrio, poi docente al Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma, sicuramente tra i maggiori conoscitori del cinema
italiano e collaboratore, tra gli altri, di Luigi Chiarini, Alessandro Blasetti,
Rossellinie poi, soprattutto, di Federico Fellini (.s.v.)
(Pagina realizzata su sollecitazione del nostro compaesano Dott. Gabriele
Scarcia che ha fornito a Salvatore Verde tutte le informazioni necessarie
alla stesura dell'articolo)
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