MIGLIONICO (Matera), 10.10.2004 ore 23.30. Una serata di festa
poteva tramutarsi in tragedia in una comunità che a chiusura dei solenni
festeggiamenti in onore dei SS Medici aveva affidato ad una ditta di fuochi
pirotecnici, i classici fuochi “sparati” alla mezzanotte.
Ed e’ stata proprio una mezzanotte di fuoco che poteva accendere e far
sfociare la festa in tragedia. Spirava un vento forte a conclusione di una
giornata autunnale dalla temperatura anomala di 26 gradi con un’afa
particolare. I bagliori illuminavano la notte e nell’alto del cielo i giochi
di fuoco facevano brillare gli occhi dei presenti, ignari di quanto stava per
accadere di l' a poco.
Quel luccichio, spinto dal vento si trasferiva sul terreno che circonda l'irta nostra cara collina cinta da pini secolari a sorreggere il maestoso
Castello del Malconsiglio.
Il filo delle nostre radici che ci lega alla magnifica e verde pineta, frutto
del lavoro dei nostri padri che l’hanno piantata e curata negli anni,
rischiava di essere spezzato.
Con il vestito della festa e con il naso all’insù a mirar le stelle, non tutti
intuivano il reale pericolo che stava minacciando la nostra collina, il nostro
verde, il nostro paese.
Le scintille pirotecniche si proiettavano veloci e stridenti al suolo; prima
su sterpaglie che bruciavano lentamente e poi, spinte anche dal vento, sempre
più vicino al nostro cuore di verde. Un uomo, un “eroe del nostro
tempo”, intuiva il serio pericolo dato da quei focolai sparsi a circondar
la verde collina e come “Spiderman” si toglieva e buttava via il
vestito della festa e correva a casa a prendere il suo mezzo personale. Un
vecchio Nissan Pick-Up 4x4 con sopra una botte per l’acqua ed una motopompa ad
alta pressione, da lui forse utilizzato per irrigare i suoi campi. Con buona
lena e animosità, verificato che la botte del suo mezzo era vuota, correva a
riempirla presso una fontana comunale e si dirigeva poi a tutta velocità sul
fronte più avanzato ed imponente delle fiamme, da lui individuato nei pressi
di Via Estramurale Castello. Parcheggiato il suo mezzo iniziava a srotolare la
pompa per poter raggiungere il fronte delle fiamme che avanzavano velocemente
spinte dal forte vento. Iniziava così il suo personale e solitario
combattimento contro le faville, il fumo acre e denso ed il fronte del fuoco,
che cercava in tutti i modi di sopraffare per salvare la parte di pineta
prospiciente la scuola Elementare. Gli spari continuavano ad illuminare il
cielo mentre l’eroe della serata, AMICO PADULA Pasquale, dipendente
comunale, operava imperterrito per salvaguardare l’incolumità della gente di
Miglionico e la sua pineta. Spruzzava acqua a più non posso mentre il
sottoscritto cercava di aiutarlo a tirar giù la pompa e srotolarla fra gli
alberi per agevolare il suo duro e volenteroso operare. Il fumo era intenso e
la cenere riempiva gli alberi ed il sottobosco e si rischiava un aumentare
dei focolai. La gravità della situazione a quel punto faceva brillare anche i
telefoni dei vigili del fuoco di Matera. Autobotti partivano da Matera e da
Ferrandina alla volta di Miglionico.
Intanto le fiamme avanzavano e l’unico baluardo era Amico Padula Pasquale
che, sprezzante del pericolo, rimaneva circondato da un fumo acre e da mille
faville svolazzanti e da un fuoco irrispettoso che si spegneva e riaccendeva
su più punti.
Quando una sua pompa e’ stata divorata dalle fiamme, non ha esitato a
“tornare” dalle fiamme al suo Pick-Up per srotolare la pompa di riserva e
“ritornare” fra il fumo e le fiamme a combattere ancora, nonostante molte
delle persone presenti, lo richiamassero per non fargli mettere a repentaglio
la vita.
I minuti che trascorrevano sembravano eterni. I pompieri sembrava non
arrivassero mai. Dopo 40 minuti dalla chiamata sono arrivate le squadre dei
pompieri che, sempre con l’eroe in prima linea, sono riusciti a spegnere
l’incendio e sedare il fronte delle fiamme.
Dopo oltre due ore di combattimento il nostro eroe era esausto e distrutto.
Ripenso a freddo ai miei indumenti intrisi di acre odore di fumo di pini. Io
che sono stato solo in seconda linea a cercare di sedare qualche piccolo
focolaio e cercare di aiutare lui nella sua opera. Immagino invece i suoi
indumenti intrisi di un fumo acre ed intenso ancor più, il suo sudore, i suoi
polmoni che hanno respirato per ore quel fumo, i suoi occhi esposti alle
faville ed al calore, la sua smania di aver ragione di quel “fuoco”.
E’ una scena di vita straordinaria. Un uomo semplice ed umile che ha messo in
gioco e rovinato i suoi beni personali, i suoi attrezzi da lavoro, ed ha
messo a repentaglio la sua vita e la sua salute per salvaguardare un bene di
“tutti”. In un mondo difficile dove oggi conta solo “l’avere”, e’
bello e straordinario, quasi irreale, vedere in un uomo quella intensa
passione e voglia di “dare” (Antonio Centonze). |