La Catacomba di San Valentino

Il culto del martire

 

 

Il culto dei martiri cristiani risale ai primi secoli della Chiesa, insieme alla venerazione delle loro tombe e delle loro reliquie, come è dimostrato dagli Atti, dai Calendari e dai Martiria.

Le fonti testimoniano al 14 di febbraio il culto di San Valentino, prete della Chiesa Romana e martire illustre della fede di Cristo. Con questo nome sono attestati due martiri legati alla Via Flaminia, a Roma e a Terni; le due tradizioni si intrecciano a tal punto che molti storici lo hanno ritenuto una sola persona originaria di Terni venerata anche a Roma o viceversa. Orazio Marucchi ha dimostrato che i S.Valentino sono due, martirizzati ambedue sotto Claudio II il Gotico, sulla Via Flaminia nel 269 c. e forse nello stesso giorno il 14 di febbraio, benché antichissimi martirologi fissino per il Valentino romano il 19 di gennaio. Purtroppo questi martirologi sono poco attendibili perché compilati qualche secolo dopo i fatti e le varie Passiones dei martiri sono anch’esse molto imprecise e fantasiose.

De Rossi scrisse che esisteva in Terni un cimitero cristiano con una basilica dedicata a S. Valentino e sicuramente il vescovo martire, ucciso a Roma, fu riportato alla sua sede vescovile; mentre per il prete romano, la matrona cristiana Sabinilla, dispose la sepoltura nel suo predio della Via Flaminia dove oggi si vedono: il cimitero nella sua parte esplorata ed i resti della basilica.

La festa di S.Valentino presbitero di Roma pare fosse celebrata già all’epoca di S. Gregorio Magno ed è annotata nei Capitularia del sec. VII e nel Sacramentario Gregoriano.

Una passio anteriore al secolo VIII narra che il Santo, amatissimo dalle popolazioni umbre, viveva a Terni. A Roma guarì da un’artrosi deformante il giovane Cheromone figlio del celebre retore Cratone, la eco dei suoi miracoli si diffuse presto in tutto l’Impero, il Papa San Feliciano, nel 197 d.C., lo consacrò vescovo di Terni. Fu arrestato a Roma per ordine del Prefetto Placido perché si rifiutava di sacrificare agli dei, quindi decapitato; il suo corpo venne sepolto in un cimitero all’aperto posto al secondo miglio della Via Flaminia “in suburbano.. non longe ab eadem civitate”. Poche notti dopo, i suoi discepoli Efebo, Apollonio e Procolo tornarono nel cimitero, disseppellirono il corpo del Santo e superati numerosi ostacoli, portarono S.Valentino nella sua città chiamata allora Interamna, per assegnargli una sepoltura degna della sua venerazione, dove sorse una basilica trasformata radicalmente nel 1618.

La festa fu inserita dal Venerabile Beda nel suo martirologio e attraverso quelli di Adone e Usuardo è passata nel Martirologio romano al 14 di febbraio.

Il Venerabile Beda, alla stessa data, commemora l’altro S.Valentino che fu flagellato e poi decapitato, secondo la leggendaria Passio Maris et Martae,(coniugi cristiani Mario e Marta, nobili persiani) per ordine dell’Imperatore Claudio il Gotico sulla Via Flaminia e sul suo sepolcro fu edificata una basilica per volere di Papa Giulio I (336-352).

Contribuì alla popolarità di S.Valentino anche Jacopo da Varagine, narrando, nella Legenda Aurea che era un venerabile sacerdote che perseverava nella santità, valoroso soldato (soldato di Cristo)…si dice che un soldato è valoroso quando non arretra mai, quando ferisce con forza, si difende con vigore e vince con la sua possenza. Allo stesso modo Valentino non arretrò di fronte al martirio, colpì distruggendo l’idolatria, si difese rafforzando la fede e vinse patendo il martirio.

Il martire divenne popolare in tutta l’Europa e nei paesi anglosassoni, nel primo Medioevo, grazie ai Benedettini, che dalla basilica di Terni, ne diffusero il culto. Il Santo veniva invocato contro il male della peste e dell’epilessia.

In un piccolo centro lucano: Abriola (PZ) da secoli è venerato S.Valentino patrono del paese. Nella chiesa madre è custodito un busto ligneo del Santo, un’urna e tre teche contenenti reliquie del martire romano, accompagnate da autentiche pontificie.

Interessante è l’interpretazione folcroristica data alla festa di S.Valentino, divenuto il patrono degli innamorati, in base alla credenza, diffusa nel Medioevo specialmente in Francia e in Inghilterra, che il 14 febbraio gli uccelli incomincino ad accoppiarsi, nidificando seguendo il risveglio della natura e dunque dell’amore. Nacque così il detto che “A S.Valentino ogni Valentino sceglie la sua Valentina”, ispirando anche l’usanza, documentata in Inghilterra fin dal XV sec., di scambiarsi fra fidanzati, i valentini: bigliettini teneri e spiritosi.

A Terni da alcuni anni il 14 febbraio nel giorno di S.Valentino, nella Basilica eretta sulle sue spoglie, si danno appuntamento tutti quei futuri sposi che intendono scambiarsi la promessa solenne di matrimonio. Si svolge infatti la cerimonia della promessa e in questa occasione si affiancano anche quelle coppie che festeggiano le nozze d’argento e d’oro o un lungo periodo di vita coniugale. Tale cerimonia ha per tutte queste coppie il significato di una conferma del loro amore e rinnova la promessa solenne di continuare la vita insieme.

Siccome la festa cade nella metà del mese di febbraio quando il sole incomincia ad intiepidire l’aria, riscaldare la terra e far risvegliare la natura, Valentino divenne il Santo annunciante la primavera. È per questo che qualche volta è stato rappresentato con il sole in mano.

La ricorrenza di S.Valentino, da alcuni anni, sulla scia degli Stati Uniti, si è trasformata in una festa popolare laica in cui non ci si scambiano valentini o un fiore, ma è d’obbligo il regalo costoso. In realtà, dopo la riforma del 1970, il Calendario Liturgico festeggia i Santi Cirillo e Metodio vissuti nel IX sec., di rilievo maggiore, perché grandi evangelizzatori dei Balcani. Un tempo la loro festa cadeva il 7 luglio, mentre il 14 febbraio era dedicato a S.Valentino, oggi cancellato dal Calendario Universale; ma questo non ha avuto alcun effetto, perché si erano ormai radicate troppe usanze alle quali nel frattempo si erano aggiunti interessi commerciali connessi alla festa, quindi gli almanacchi ed i calendari continuano a registrare S.Valentino, aggiungendo i Santi Cirillo e Metodio.

 

La catacomba


Durante i lavori di sbancamento per l’ampliamento della stradetta campestre che da Via Flaminia conduceva all’Acqua Acetosa, nel 1888, all’interno della vigna Tanlongo, si rinvennero sotto il Monte Parioli, verso la Via Flaminia, il cimitero cristiano di S.Valentino adiacente ai resti di una antichissima basilica a tre navate con cripta rettilinea e abside scavata nel fianco del colle dei Parioli, fondata secondo il Liber Pontificalis da Papa Giulio I (336-352), con modifiche successive attribuite a Papa Onorio I (625-638) e a Papa Teodoro I (642-649); restaurata più volte, nel X secolo dotata di monastero. Sorse sul luogo in cui fu deposto S. Valentino dopo che subì il martirio a poca distanza da lì, insieme al fratello Zenone e ad altri fedeli cristiani. Le sue spoglie furono traslate nel IX secolo c., in Santa Prassede, nella cappella del fratello S. Zenone, dove S. Valentino è ritratto nei mosaici.

All’esterno della catacomba, subito a nord del suo ingresso, sono stati rinvenuti alcuni mausolei addossati alla collina, datati tra il I e il II secolo d.C., appartenenti a una vasta area funeraria che si estendeva verso sud oltre la basilica cristiana.

La catacomba (rinvenuta e descritta da Bosio, che possedeva una villa proprio al di sopra, nel 1632) fu scavata nel corso del II secolo con un ingresso in piano, caso poco frequente a Roma. Da qui si accedeva ad una serie di gallerie scavate secondo lo schema a graticola.

Durante il IV secolo furono scavati due nuovi livelli di gallerie sopra quello primitivo, leggermente spostati a sud verso la memoria venerata. Questi due piani erano già in stato precario quando li visitò Bosio, che individuò diversi monogrammi costantiniani. Attraverso l’ingresso del piano intermedio, tramite un passaggio interno, si accedeva a quello superiore. Il piano inferiore fu trasformato in deposito di botti di vino, provocando ingenti danni.

Nel 1928 vi si scoprirono frammenti di epigrafe filocaliane trovati reimpiegati nelle murature della basilica che attestano un sicuro intervento di Papa Damaso (366-384); un frammento d’iscrizione conferma che veramente lì stava il sepolcro del Santo Martire Valentino.

All’interno della basilica sono state rinvenute numerose tombe datate tra il 318 e il 523, con una maggiore concentrazione tra la metà del IV e la metà del V secolo; le ultime sepolture testimoniate sono due tombe gote, una delle quali trovata intatta, attribuite al VI-VII secolo e di cui oggi non rimane traccia.

Nell’VIII secolo nella catacomba, subito dopo l’ingresso, fu ricavato un piccolo ambiente di culto nel quale sono stati identificati alcuni graffiti e resti di decorazione pittorica raffigurante la Crocefissione, la Vergine con il Bambino, alcuni santi. Fra queste la più notevole: il Crocefisso attribuito al tempo di Papa Teodoro (642c.) unico nelle catacombe romane, rappresentava Gesù crocefisso, vestito di colobio o lunga tunica senza maniche; ai suoi fianchi la Vergine orante e Giovanni Evangelista. Di questo molti archeologi hanno scritto senza vederlo, perché dopo Bosio, fu in parte tagliato ed in parte ricoperto da un muro a seguito della trasformazione della cripta e dell’intero sotterraneo.

Anche quest’anno nella mattinata del 14 di febbraio, la catacomba verrà aperta al pubblico a cura della Pontificia Accademia dei Cultori dei Martiri. Alle 15.30 verrà celebrata la Santa Messa, a cui seguirà la visita alla catacomba.

 

Sira Sclano

 

Bibliografia: Attwater Donald, Vite dei Santi, edizione Piemme S.pA. Casale Monferrato (AL), 1993. Cattabiani Alfredo, Calendario, Rusconi, Milano, 1989.Ceroni Guglielmo, Roma nei suoi quartieri e nel suo suburbio, Fratelli Palombi, Roma MCMXLIIXXI. Delli Sergio, Le strade di Roma, Newton Compton editori, Roma, 1993. Dolete P. H. Delehaye dei Bollandisti, Les origines du culte des Martyrs, Bruxelles, 1912. Marucchi Orazio, Le catacombe romane, opera postuma, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, a. XI E. F. Pergola Philippe, Le catacombe romane, Carocci editore, Urbino, 1999.

URL: http://www.sanvalentino.net/basilica.htm
URL: http://www.sanvalentino.net/terni.htm