Cross-over con "Vortex" di Justine

 

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Far ridere è un grande dono, stimolare l’altrui fantasia anche, e questo riesce a fare la nostra Justine. Sicché, non amando i bambini, e tuttavia scrivendone in “Gli anni che verranno”, non ho trovato niente di meglio da fare che inserire, dapprima solo con la fantasia, il fantomatico figlio di Oscar e André nel contesto della sua fanfic. Galeotta fu una “n”… E il fatto, innegabile, che io mi son sempre divertita a immaginare Pierre come “bimbo satanico” (vedi anche “autoparodia ad Anni 6), soprattutto dopo aver letto certi numeri di Berserk.

Però, ovviamente, non potevo inserirmi in maniera coerente, né volevo copiare (volevo solo divertirmi a fustigare quel ragazzino... è la seconda volta che lo calo nei panni di Marylin Manson^^;; ). Poi incoraggiata da Re Erode ho osato tanto. Assolutamente vietato a chi si impressiona: tutto è molto politicamente scorretto!

Se avete coraggio, sappiate che l’ambientazione è volutamente quella di Vortex, così come il comportamento dei personaggi sulla cui falsariga mi inserisco io (e il mio modo di vedere Pierre e Grifis)< , ma l’idea originale e la realizzazione (ambientazione, comportamento dei  personaggi) originalissima di Vortex appartengono solo e soltanto a Justine. Io, come parassita, mi sono ciucciata un po’ di Nutella… che la lasciavo a Pierre?!

 

Mentre André, abbacchiatissimo, segue Oscar, si para davanti a loro una creatura dall’aspetto serafico e le mani pastrocchiate, che prepara falsi gelati di Nutella incandescente.

-         Che ci fa un bambino qui?- mormora Oscar, preoccupata, con la sua voce proibita dalla legge “abbatti decibel”.

Il pupo si alza. Li fissa. Capelli biondi e mossi, occhi verdi.

Oscar e André si guardano pensando in sintonia ”Mi ricorda qualcuno…”

-         Io sono vostro figlio- scandisce, con voce metallica, il pargolo che li fissa mentre cercandosi in tasca le lenti a contatto bianche, cadutegli nella Nutella.

Oscar e André si guardano di nuovo, per un solo secondo, e poi all’unisono gridano “AAAHHHHH!!!”

Oscar si sente male, inizia a balbettare frasi sconnesse. André rilegge il contratto con la Ikeda. Nulla, non se ne accenna…

 

… Colpa di quel branco di cinghiali d’Armorica che per sfuggire alle grinfie del tenero Obelix, e ai suoi molari, hanno trovato asilo nel Parco del Circeo. La delicatezza del loro attraversare la strada ha offerto molte anime in sacrificio (vedi “Latina Oggi” -_-;), per la gioia della Mano di Dio, e incasinato ancora di più i piani dimensionali… incrociandolo anche col perverso mondo delle fanfic.

 

Mentre Oscar perde bava dalla bocca e tra le convulsioni aizza all’impalamento di Ape-man (Laura, “Intervista semiseria”), si fa avanti Caska. Un bambino! E pure satanico!… Fa per lei!

“Guarda che è un ragazzo fortunato, pare giochi sui cornicioni e non gli succeda niente, si appollaia sulle scale di casa e non cade mai… ha tre volte cu...!” (in relazione al Pierre di “Gli anni che verrano”,1 e 2, nonché ad un errore di battitura – ‘n’ in meno- e consequenziali battute, dalle quali nasce tutto il delirio).

eAl ché Gatsu inizia a pensare di tenerlo. Finalmente una controfigura per alleggerirsi l’infanzia! Ma poi stramazza a terra anche lui, con la visione di Gambino, anzi della testa di Gambino, che dice “AAA cedesi a mercenario voglioso di notte alternativa…”

 

Mentre Oscar e Gatsu hanno le convulsioni, Caska e André si contendono il pupo.

-         E’ mio figlio! Sangue del mio sangue, carne della mia carne, frutto del mio seme!- geme, melodrammatico, André. All’ultima frase i suoi bravi commilitoni sghignazzano un – Seeeeee…- “Frutto di che?? Pf… André, fa’ il bravo va’…”pensano, mentre adocchiano la S.p.A di Luka.

- Mio! Io! Dura madre, Pia madre, Aracnoide! Meningiteeeeee!- grida Caska, come una furia, picchiando André.

A quel gesto, Oscar si riprende. “Mettiamo dei paletti! Picchiare André è mio copyright esclusivo, ho sbattuto in galera chiunque abbia violato tale MIO diritto!” Così pensa di industriarsi a risolvere il problema.

-         Caska, vedi…- le dice con fare amorosamente interessato- … Così non potrai mai vendicare il male che ti è stato fatto… Se fossi nata uomo, ti avrei sposata…- e inizia un pistolotto che su Rosalie fece effetto, a suo tempo.

-         Sì!- risponde Caska, attenta al discorso mentre il pupo le si divincola tra le braccia.

-         … dovresti amarlo, tenerlo con te…- Oscar si sente di ghignare “Dai, contieniti… Su Oscar sei tanto brava a fare la sostenuta… Dai, non brindare così visibilmente…” si dice da sola.

-         NO!- urla accorato André.

-         SI’! Con me e Caska! – urla Gatsu.

“Ammazza! E’ grosso questo… io mi lamentavo di Alain…” Dovrebbero, a rigor di logica, venire alle mani, ma André, ormai ridotto a un patchwork umano, sentenzia: -Giochiamocelo a poker. Per me gioca Alain, per te Lord Jerom. -

-          Chi vince prende il bambino, chi perde la prostituta Luka.- aggiunge Gatsu.

Begli amici che si sono scelti i duellanti…

-         E mica ti farebbe male, a te, Luka…- borbotta seccato Alain rivolto ad André, mentre cerca nella manica il mazzo di carte truccato, cavandone fuori solo due coltellini svizzeri e una bottiglia mignon.

Oscar continua a fare il lavaggio al candeggiato cervello di Caska, spiegandole che quel figlio le riempirà la vita di pace (pf!) di gioia, realizzazione profonda e felicità e amore e cuore e sole… tutto sta che se lo tenga!

Poi, però, il piccolo intravede Grifis- Che fico!!- grida - lo vojo!-

E continua, amorevole e dolce come tutti i pargoli – Ehi, tu, signoreeeee! Perché ti vesti da polloooo? Lo sai che ti si vede tutto il pistolino??!-

Grifis inizia a chiedersi chi ca** gli abbia fatto esprimere il desiderio al Bejelit, perché senza tendini e lingua forse si può vivere, ma con le palle sempre rotte no…

- Delenda Carthago!- esclama Caska stringendo il pupo al petto. Oscar sfrega le mani: è fatta.

-         Ehi, scemo vestito da pollo? !!-

Alain intravede Grifis e si distrae dalla sua tenzone a poker con Lord Jerom –Perché ‘sta tutina? Ma la patta ce l’hai almeno? Perché se sei una gallina l’uovo viene meglio… se sei un gallo allora…-

Nel mentre Oscar schiuma, Lord Jerom vince la partita ma, barando, si prende Luka e scappa con lei.

Alain sfoga l’umiliazione tirandosi le nappe del fazzoletto rosso, più o meno come se mungesse una vacca, fingendo di strangolarsi volontariamente…

André, commosso dall’affetto dell’amico, piange come Rosalie, ma sotto sotto, ma proprio sotto sotto, gongola… perché a rigor di logica se quel pupo c’è, da qualche parte dovrà essere uscito. E, nove mesi prima, dovrà essere entrato. Alla faccia della Ikeda: credeva di fregarlo sulle clausole in piccolo del contratto…

-         OOOOOSCAAAARRR, AMMMMOOOOREEEE!!!! - corre verso di lei a braccia spalancate.

Caska si distrae, nota Grifis e allenta la presa. Il pupo le sfugge dalle braccia e saltellando canta “E’ Memole il nome mio, p****** sono io!” va a vedere se il deretano di Grifis è in PVC o comunque rispetta le norme di sicurezza per giocattoli.

Grifis, esasperato, impugna il cellulare e contatta il suo avvocato per far causa allo stilista della Mano di Dio, perché aveva firmato per uno Chanel. Bei tempi quando combatteva sponsorizzando Chanel, che gli dava le armature gratis, anche se lui le rovinava, pur di avere pubblicità in tutte le terre…

 

-         Sono Pazzi Questi Romanisti!- Obelix irrompe, per riportare in Armorica i cinghiali migratori, inveendo contro la loro malsana vicina di casa (L’inventrice della malsana “Anni” e di Pierre medesimo), che aveva inventato il pupo satanico, il quale solo con lui mostrava il suo lato infantile.

-         Obyyyy!- esulta il bimbo, che avendo tre anni si è già distratto dal Grifis - giocattolo in PVC.

-         Pieeeerreeee!!!- Obelix ha un litro di lacrime per occhio.

Affettuoso, il pupo gli tira un pugno sul pancione – Ciccione bastardo!- dice con infantile purezza – Dov’eri?-

Saint Just, alla parola ciccione, si scalda. Già i motori avevano iniziato a rombare, perché si stava innamorando di Grifis, poi sente quell’aggettivo.

- Ciccione? Luigi Borbone, dove sei?! Dagli al ciccione! E’ il re travestito! Sangue! Sangue! Luigi deve morire!-

-         Ciccione? Dove?- Obelix si guarda serenamente intorno.

-         Dai, andiamocene vecchio crapulone…- gli dice Pierre con tutta la tenerezza dei suoi tre anni.

 Il villaggio di Armorica è noto per fungere da asilo politico a tutti i bebé intrattabili (Vedi “Asterix in Iberia” e “Il figlio di Asterix”).

-         Se lo dici, tu, cucciolo…- e svaniscono insieme a cinghiali nel varco dimensionale.

 

Così Oscar ride, una risata molto francese e gaudente (vedi edizione francese), André piange, Gatsu e Caska hanno una lite coniugale come Sandra e Raimondo mentre Pak fa le risate di sottofondo da sitcom.

 

Luka, con un sorriso, guarda la scena: Saint Just che si presenta a Grifis, i soldati della Guardia che si presentano alle sue colleghe, e si rivolge, serena e radiosa, a Lord Jerom. “Vedi…? Comunque vada sarà un amplesso…” (dalla parodia di Valeria Marini). Lo prende sotto braccio e, sorridenti, se ne vanno…

 

 

 

Fine

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