Le cose che non ti ho detto

(12 luglio 1789)

 

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Oscar era nella sua stanza, seduta ai piedi del letto, la testa fra le mani. Era appena stata dal dottore.

Quante cose riempivano i suoi pensieri: stava male, molto male. Aveva la tisi. Lei lo aveva immaginato, ma la certezza era stata sconvolgente: aveva ormai poco tempo per vivere. Un mese? Una settimana? "Dovete lasciare l'uniforme" le aveva suggerito il dottore. "Neanche a parlarne", pensò Oscar, "ritirarmi adesso che serve il mio aiuto, adesso che so finalmente per cosa combattere, adesso che il mio comportarmi da uomo ha una motivo. Già, per una Francia libera e più giusta.

I miei soldati hanno bisogno di me. Non posso stare a guardare. E poi... non è sicuro che con il riposo potrei salvarmi. E André? Lasciarlo solo fra i soldati della guardia...Non ci vede quasi più!".

Calde lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance, al pensiero del suo migliore amico. Da quanto tempo era in quelle condizioni? Da mesi, le aveva confidato il dottore. Ma non le aveva detto niente. Il motivo poteva immaginarlo, era chiaro: André voleva restarle vicino, e poteva farlo solo rimanendo nella Guardia. Eppure in questi mesi aveva fatto il suo dovere ineccepibilmente: quanta fatica doveva essergli costato! Paura di sbagliare, di essere scoperto, dei pericoli che correva ogni giorno! Ma questo a lui non importava, Oscar lo sapeva bene. A pensarci adesso, tutta la sua vita era stata così: affianco a lei senza chiedere niente, silenziosamente e coraggiosamente. Aveva rischiato la vita più volte per lei. "Il mio André" penso Oscar, mentre una fitta le stringeva il cuore. Lo amava. L'aveva capito bene, ormai. Aveva cominciato ad accorgersi che c'era al suo fianco una persona eccezionale dall’episodio del Cavaliere Nero. Una persona meravigliosa, altruista fino all'inverosimile, coraggiosa, e che per salvarla aveva sacrificato il suo occhio sinistro. Poi André le aveva dichiarato il suo amore, ma in maniera violenta, scioccante: lei ne era rimasta sconvolta, e aveva scelto di dimenticare. Ma non era stato possibile.

Dimenticare che lei era una donna? Dimenticare di avere accanto un uomo che l'amava? Un uomo come André? No, non era possibile. Non era giusto.

E poi lui era sempre presente, come un'ombra, sempre al suo servizio. Le aveva dimostrato più volte che il suo amore era costante. Oscar ricordava bene il pianto disperato del suo André, semi-incosciente sul pavimento della caserma, che la supplicava di non sposarsi...E la sua ferma risoluzione di fuggire con lei per sposarla, il coraggio nell'affrontare il generale suo padre, al quale era sempre stato fedele, la risoluzione di farsi uccidere prima pur di non vederla morire...

Aveva capito di amarlo. "Non posso amare un altro uomo" aveva pensato più volte Oscar "se non lui. Sono stata una stupida ad innamorarmi di Fersen". Eppure il coraggio per affrontare i propri sentimenti non l'aveva ancora trovato. Ma adesso era giunto il momento. Adesso avvertiva la vita sfuggirle tra le mani. "Morire prima di provare cosa sia l'amore, mentre l'ho a portata di mano...". Si dava della stupida. Della vigliacca. "Oggi devo dirglielo. Devo trovare il modo". André era in caserma a quell'ora. Sarebbe andata a prenderlo per tornare insieme a casa.

***

Mentre si abbottonava la giubba, il cuore le batteva all'impazzata. Ancora una volta André le aveva dimostrato il suo amore. Aveva esaltato il suo ritratto: già, chissà cosa aveva visto in quel quadro André. Le rose bianche...una dea della guerra. In reatà non c'era niente di tutto ciò nel dipinto. Era la sua fantasia di innamorato che gliele aveva suggerite. Ormai non vedeva che ombre, pensò Oscar. "Domani scenderemo in piazza per combattere. Come farà André?" una paura violenta cominciò a farla tremare: "Non potrà difendersi!". Lei doveva impedirlo. Adesso basta, non doveva più sacrificarsi per lei. Doveva proteggerlo.

Avvicinandosi alla scuderia, Oscar sentì delle voci: una era quella di suo padre, inconfondibile. Ma che stava dicendo? Parlava con André. "...può darsi  che ad uno di noi succeda qualcosa, così... ti prego di vegliare su Oscar". Ancora una volta suo padre la stava affidando alla protezione di André, come sempre. Ma c'era dell'altro..."se fossi stato un nobile avrei acconsentito alla vostra unione... so che l'avresti fatta felice..." "Mio padre è impazzito" pensò Oscar "oppure ha finalmente capito cosa conta nella vita". Sorrise a sé stessa, pensando che suo padre, in un certo senso, stava concedendo la sua mano ad un uomo. Un'ondata di tenerezza la invase: suo padre aveva sempre voluto il meglio per lei, e adesso cercava ancora di proteggerla. "Ma adesso basta", pensò Oscar "io ho trentaquattro anni, ormai, ho il diritto di scegliere". Una volta tanto voleva essere lei a decidere della sua vita! Pensò: "Al diavolo la nobiltà, il permesso del re, e altre sciocchezze simili!". Qui si stava giocando la sua vita. Si era trattenuta sulla soglia, nascosta dietro il portone della scuderia. Non voleva salutare suo padre. Sentiva che questo era un addio. Gli aveva lasciato una lettera nella sua stanza, comunicandogli le sue decisioni future, e ringraziandolo di tutto. Aveva deciso di disobbedirgli.

Nella penombra della stalla, André stava sellando i cavalli. Aveva un sorriso beato, che ormai non gli si vedeva più da tanto tempo. Lei gli si avvicinò, gli poggiò delicatamente una mano su un braccio. Aprì la bocca per parlare, ma il suo cuore era talmente affollato di emozioni, che riuscì solo a dirgli: "Andiamo!".

***

II sole era da poco tramontato. Oscar e André camminavano fianco a fianco, tenendo per le redini i cavalli. Erano stati aggrediti da una folla inferocita, e André era stato colpito alla testa. Un filo di sangue gli gocciolava sul bavero dell'uniforme. Era silenzioso, come di solito negli ultimi tempi. Oscar si domandava come facesse il suo amico a mantenere sempre la calma, a non perdere mai il controllo della situazione. Lei invece, sentiva che lo stava perdendo. Sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto: non poteva più contenere i sentimenti impetuosi che si agitavano in lei. Decise di affrontarlo. "Perché mi hai mentito? Il dottore mi ha detto tutto. So che non vedi più bene.

 Non puoi affrontare una battaglia in queste condizioni" disse, tutto d'un fiato. "Vorrei che domani rimanessi in caserma".

André si fermò, guardandola fisso negli occhi. Lei gli si avvicinò: erano uno di fronte all'altro. "No, verrò con te. Ormai è una vita che vengo con te, non posso certo smettere adesso, ti pare?". Per un lunghissimo istante si guardarono. "Lo sapevo", pensò Oscar, "è logico. André è coerente con ciò che ha sempre fatto. Ma dove vuole arrivare? A donare anche la vita per me?". Ne era certa, l'avrebbe fatto. Il cuore le faceva male, al pensiero. Lui era sempre stato sincero, non aveva mai mentito sui suoi sentimenti. Semmai aveva taciuto. Ma non ora. Ora era lì davanti a lei, a cuore aperto. Stava aspettando. Era arrivato il momento della verità, che non si poteva più rimandare.

Tutto si era fermato intorno a loro: nessuna foglia si muoveva, solo un raggio di luna e la luce di qualche lucciola li illuminava con discrezione.

"Tempo fa sono stata innamorata di Fersen, anche se sapevo bene che tu mi amavi" Non credeva alle sue orecchie: aveva trovato il coraggio di parlargli dei suoi sentimenti! "E' mai possibile che, dopo tanto tempo, tu mi voglia ancora bene?". Lo guardava: adesso era lei alla sua mercé, indifesa. André era bello, lei se n'era resa conto da poco. Il suo sguardo, benché ultimamente un po' spento, brillava ora di una luce mai vista, era di una tenerezza struggente.

"Ma certo, Oscar. Io ti voglio bene da sempre!". Ebbe un tuffo al cuore. Era così tranquillo, André, come se stesse dicendo la cosa più naturale del mondo. Lei invece stava facendo uno sforzo sovrumano, ma ormai non poteva più tenere dentro ciò che sentiva. Era un fiume in piena, impetuoso, prepotente. "Anch'io, ti voglio bene, André", gli disse, rifugiandosi sul suo petto. Che sensazione meravigliosa, pensò Oscar, mentre le braccia di lui la circondavano.

"Io questo lo sapevo, l'ho saputo da sempre. Adesso niente potrà più separarci!", le disse. Un turbinio di sensazioni le invadevano il cuore e la mente, mentre poggiava le sue labbra su quelle di André...

***

Oscar e André giacevano sull'erba, abbracciati. Sopra di loro, la via lattea scorreva in tutto lo splendore di una notte stellata di luglio. Ad Oscar sembrava impossibile quello che era successo fra loro. Adesso comprendeva davvero perché Dio l'aveva fatta nascere donna.

Si voltò a guardarlo, come per accertarsi che ci fosse davvero. "Sono qui, amore". Le disse André. Come al solito, le leggeva nel pensiero. "Sai, vederti non mi basta!" Gli disse sorridendo, e cominciò a riempirlo di baci sul volto, sui capelli, sul collo. "Vuoi recuperare tutto il tempo perduto?" scherzò André. Divertita, Oscar rispose "sì, se fosse possibile". Poi divenne improvvisamente seria. "Vorrei che questa notte non finisse mai. Sai bene cosa ci aspetta domani". "E' ancora presto per pensare a domani" le rispose André, stringendola forte a sé. Piuttosto, dimmi una cosa: come mai ti sei decisa solo ora?" "Come sarebbe!!" disse Oscar, cercando di darsi un tono, "perché, tu te lo aspettavi?". Si sentiva così ingenua davanti a lui! "Ma certo, amore! Io ti conosco molto meglio di te stessa. Era un bel pezzo che ti sentivo diversa, più dolce, più premurosa, ma anche un po' imbarazzata". Oscar lo guardava estasiata. Si sentiva piccola, fragile, con lui. Non era più il Comandante dei soldati della guardia, ma solo una donna innamorata. Così André aveva capito tutto ed era rimasto ad aspettare! "Ma se mi vedevi in imbarazzo, perché non hai fatto tu il primo passo?". "Io la mia parte l'ho fatta abbondantemente, Oscar. Ma dovevi essere tu a decidere. I tuoi sentimenti nuovi erano il tuo nemico più difficile da affrontare. E stavolta dovevi farlo senza di me. Non hai detto, qualche tempo fa, che non volevi dover contare più su nessuno?". "Sì, ma quella volta ho detto anche che volevo vivere per sempre come un uomo. Che stupidaggine!". Lo guardò, come abbagliata. "Tu lo sapevi che era una cosa assurda! Me lo hai detto fin dall'inizio!"

Oscar stava ripensando a quella scazzottata dopo il duello con Girodel per diventare Capitano delle Guardie Reali. "Eppure hai rispettato le mie decisioni. Che stupida sono stata! Ma come faccio a piacerti tanto?". Lui cominciò ad accarezzarle i capelli e il viso, poi le prese una mano e la baciò. "Mi piaci così come sei. Sei fantastica. Non ho mai amato che te". La strinse forte a sé.

"Ma non hai mai pensato ad un'altra donna? Eppure ne hai conosciute tante! E se io non ti avessi ricambiato? Come facevi ad essere sicuro che questo momento sarebbe arrivato? Per esempio, quando ero innamorata di Fersen..."

"Ti prego, non nominarlo!" Rispose André, con un'ombra di dolore sul volto. "Ho sofferto da morire, in quel periodo. Credevo di impazzire di gelosia! Ma sapevo che lui non era per te. Troppo codardo…alla prima occasione...ecco che fuggiva via, ora in Svezia, ora in America. Non aveva il coraggio delle sue azioni. E poi...dopo che ti aveva riconosciuta, al ballo...come si è comportato? E' venuto a dirti che, tutto sommato, non eri poi così male, se ti avesse conosciuta prima...Sai, io ero lì dietro la porta, ho sentito tutto quella sera. Sapevo che eri in un terribile imbarazzo, che stavi soffrendo, e vedevo lui che rincarava la dose…Non so chi mi ha trattenuto dal prenderlo a pugni! Ho pensato che fosse meglio che tu non mi vedessi”. “Grazie della delicatezza, André. Io lo sapevo che tu eri lì, mi hai vista rovesciare il tavolo e correre fuori…Ma ti ringrazio perché così non ti dovevo delle spiegazioni. In quel momento non sapevo dove nascondere la faccia!”. Gli prese le mani e mi affondò il volto, assaporando quella nuova sensazione. André era sempre stato così discreto…sempre pronto a dare una mano, sempre a disposizione, ma sempre tenendosi a rispettosa distanza. “Hai ragione. Anch’io l’ho odiato, in quel momento. E ho deciso che qualsiasi nostro rapporto dovesse, da allora in poi, considerarsi concluso. Devi dimenticarlo, fare finta di non averlo mai conosciuto, mi dicevo. Mi sono resa conto, ancor più di quella sera del ballo, di aver preso un grossissimo abbaglio nell’innamorarmi di lui. Mi sono vergognata di me stessa, ed è stato allora che ho deciso –più per rabbia che per convinzione- che non volevo essere altro che un uomo. Un uomo che non si innamora, pensavo, non può subire certe umiliazioni”. André la guardava sorridendo. Aveva già capito tutto, lui, molto prima che lei stessa realizzasse tutto questo nella sua mente.

“Se tu non mi avessi…fermata” gli disse Oscar “chissà per quanto tempo avrei continuato a fingere a me stessa, a cercare di vivere la vita di un'altra, di quella Oscar che io credevo di voler essere…”.

“Non dirmi che adesso mi ringrazi per quello che ti ho fatto quella sera!!! So che mi avresti ucciso volentieri, allora…” disse André, fra il serio e il faceto. “Sì, per un attimo ho avuto un istinto omicida, lo confesso”, rispose Oscar, abbassando lo sguardo e sorridendo a quel ricordo “ma poi sono rimasta come paralizzata. Era troppo quello che mi era successo. E poi, scoprire che tu mi amavi da sempre…non riuscivo ad odiarti, no. Ti ho capito, sai? Anch’io ho fatto una pazzia per amore. So dove si può arrivare quando il cuore non ce la fa più. Ti avevo già perdonato, dentro di me. Solo che…mi avevi colpita al cuore. Avevi scardinato tutto il sistema di difesa che mi ero costruita. Era questo che non riuscivo a perdonarti”.

André le accarezzava i capelli. “Era tanto tempo che volevo metterti di fronte alla realtà, ma non pensavo di farlo in quel modo. Invece tu mi hai provocato…quando mi hai detto «Non ho più bisogno di te» è stata come una pugnalata che mi ha attraversato da parte a parte; sentivo salire dentro di me una rabbia incontrollabile, e così…”. “E così mi hai baciata! Io in quel momento ero completamente sotto choc, ma ripensandoci a posteriori…non è stato niente male quel bacio! Era per me il primo –l’unico, ho pensato subito dopo- : ci sono tornata tante e tante volte su con il pensiero, finché ho cominciato a capire che tu non eri solo un angelo custode, ma anche un uomo, con tutto il fascino della sua fisicità. E poi…un uomo che mi amava come donna! L’idea era completamente nuova per me, visto che l’unico uomo di cui mi ero innamorata mi aveva voluto bene solo come amica, anzi come amico!”. André la guardava sorridendo, felice di poter ascoltare il corso dei suoi pensieri, che per tanti anni aveva potuto solo intuire…

“Però prima di accettare il tuo amore, dovevo accettare di essere donna: è stato questo che mi è costato tanta fatica e che mi ha fatto aspettare fino ad ora. Cambiare tutta la prospettiva della propria vita…non è facile. Ma ho deciso di farlo, grazie a te.  Ho deciso quando ho capito che tutto ciò che avevo fatto fino ad allora, non aveva importanza. L’unica cosa che conta nella vita, mi sono detta, è amare qualcuno e renderlo felice. Ormai sentivo di amarti anch’io, non avrei potuto più tornare indietro. L’ho capito quella sera dell’assalto alla carrozza. Ricordi?”. “Certo, amore. Le ho prese di santa ragione –ma a questo ormai ci sono abituato!- e ho creduto anche di morire. Ma ho sentito la tua voce angosciato che mi cercava, ed è stato quello che mi ha dato coraggio”. “Io sul momento non me ne rendevo conto, ma pensavo solo a te, a salvare te, del resto non mi importava. Quando ho visto Fersen…mi è stato del tutto indifferente. Avevo in mente solo te…e impazzivo al pensiero che ti stavano picchiando. Ho detto «Il mio André è in pericolo!», e in un attimo ho realizzato tutto. Sono rimasta non so quanto tempo immobile in quella stradina buia, frastornata da questa rivelazione: Fersen, e con lui il mio passato, non contavano più niente per me. L’unica cosa che dava significato alla mia vita…eri tu…” Oscar guardò André negli occhi, gli prese la mano, e si fece forza per vincere quell’ultima briciola di orgoglio e di riservatezza che ancora la teneva un po’ sulle sue “…amore mio!” e si tuffò fra le sue braccia, stringendosi a lui così forte, da non sentire più il canto dei grilli e il fruscio delle foglie del bosco…

 

 

Fine

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