ACCADRÀ (ÇA IRA)

LETTERA DI DIMISSIONI[1]

PRESENTATA IN DATA 27 OTTOBRE 2001 DA MR. AKIO SUGINO, REGISTA E CHIEF ANIMATOR DEL PROGETTO “LADY OSCAR – THE MOVIE” AI DIRIGENTI DELLA T.M.S.

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Cari signori!

Perché la mia decisione vi appaia per quello che è, intendo dire assolutamente irrevocabile, mi sento il dovere di esporre tutti i motivi nella maniera più ampia e dettagliata possibile. Spero che dopo di ciò sia chiaro che nessuna minaccia o offerta di denaro potrà mai persuadermi a tornare in quella bolgia.

Io lo avevo detto fin dall’inizio.

E’ dai tempi di ROGER RABBIT che i cartoni animati si sono messi in testa di avere la stessa natura degli attori in carne ed ossa. E’ dai tempi di ROGER RABBIT che ci danno un sacco di grane. Vi siete mai chiesti quale sia la profonda ragione della decadenza dell’animazione giapponese, che tutti lamentano e nessuno sa spiegare? Adesso hanno anche messo in piedi un sindacato. Ma scherziamo? Sindacato Cartoni Animati Sensibili Seviziati dagli Autori Padroni Autocrati Lobbysti Lubrichi. S.C.A.S.S.A.P.A.L.L. Adesso appena c’è una grana si rivolgono allo S.C.A.S.S.A.P.A.L.L. Ogni cinque minuti tirano fuori lo S.C.A.S.S.A.P.A.L.L. E come fa un povero regista a lavorare con lo S.C.A.S.S.A.P.A.L.L. sempre tra i piedi? Tutta colpa di ROGER RABBIT. Diceva bene mio nonno, che tutti i mali vengono dall’America.

Con la situazione così compromessa, proprio LADY OSCAR mi si doveva affidare? Io avevo controproposto MEMOLE, ed avevo le mie ragioni. Bastava affittare quel vecchio allevamento di galline in disuso, e si sarebbero potuti ospitare centinaia di gnometti in ragione di dieci per ogni singola stia, risparmiando enormemente sulle spese di albergo. Se poi avessero accennato qualche protesta, sarebbe bastato tagliargli il becchim…. i viveri per ricondurli alla ragione. Il che ci avrebbe condotto ad innegabili vantaggi organizzativi.

Ma no! LADY OSCAR! C’è qualcuno che ha una pallida idea di quanto sia difficile da trattare il cast di LADY OSCAR? Conti! Duchi! Marchesi! Addirittura una Regina! Gente che se si ritrova un pisello sotto il materasso non dorme tutta la notte. Per la cronaca, è stato il Cardinale di Rohan ad aprire le ostilità. Ditemi cosa avrei potuto fare, quando ha richiesto espressamente che il team di cuochi dell’Excelsior fosse messo a sua disposizione per i suoi spuntini di mezzanotte? Poi ci si è messa Maria Antonietta. Eh, di usare gli abiti di scena della vecchia serie televisiva neanche a parlarne, per carità. Inoltre, una Regina credibile ha migliaia di abiti. Mi ha raccontato in confidenza che la sua infelice controparte storica dichiarava di non potere in alcun modo tagliare le spese per il vestiario, in quanto doveva sostenere e pubblicizzare le seterie di Lione contro la concorrenza dei tessuti inglesi. Cari signori, riuscite finalmente a capire tutta la crudeltà della vostra minaccia di licenziarmi, quando ho dovuto ammettere che tutti i disegnatori degli studios avevano lavorato 5 mesi a disegnare esclusivamente abiti per quella piatt… quella cara Maria Antonietta? Io ve l’addomesticavo, la vostra Regina, ve la lisciavo, ve la coccolavo, e voi giù a tacciarmi di spreco e di inefficienza. A questo proposito, colgo l’occasione per dichiarare che respingo ogni addebito circa la faccenda della collana. Fu Jeanne de La Motte ad impuntarsi che i diamanti dovevano essere veri. Si è provveduto a noleggiare, a buon prezzo, una collana autentica, e se ad ogni scena girata da Jeanne spariva qualche diamante, non so davvero che dirvi.

Eppure queste difficoltà non mi avrebbero condotto ad un tale passo estremo. Avrei sopportato di peggio. Avrei sopportato persino Alain e la sua smania di modificare il copione. E’ stato il viaggio in Italia a rovinare Alain. E’ tornato con quel fumetto, REVOLUTION mi pare, disegnato da una certa Eva Villa, e da allora non fa che ripetere che il copione è fiacco, e che gli dovrebbe essere affidato un ruolo più attivo. Circa quello che intende lui per “un ruolo più attivo”, prego la Spettabile Direzione di leggersi REVOLUTION.

Ebbene, cari signori, avrei sopportato anche questo. In un modo o nell’altro sarei arrivato alla fine, vi avrei consegnato il film.

Non sono stato io a provocare il disastro finale, è stata la scelta di affittare quel vecchio set per ragioni di budget (ma dopo quello che è successo, abbiamo ancora un budget?). Doverlo condividere con la troupe di CITY HUNTER 2002 è stato fatale.

Tutto cominciò quel terribile venerdì… Era venerdì 13 vero? … Quel terribile venerdì che….

 

(Continua…. Al prossimo attacco di malumore)

 

 

Mail to napochan@libero.it

 

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[1] NOTA DELL’EDITORE – si è preferito riprodurre qui il testo della minuta della famosa lettera di dimissioni, fortunosamente recuperata dal cestino della carta straccia nell’appartamento di Mr Sugino dopo il suo definitivo internamento nell’Ospedale Psichiatrico di Tokyo. Secondo i nostri accertamenti il regista la scrisse in preda ai fumi dell’alcool, durante la notte precedente al suo allontanamento dal set. Nella bella copia della lettera, gentilmente fornitaci dai dirigenti T.M.S., non c’è alcun accenno alle ragioni che lo condussero alla disperata decisione. Peccato. A nostro modesto parere, Mr Sugino ha perso una splendida occasione di mandare i capi a quel paese.