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Questo racconto è il seguito di “Une rose reste une rose”, il bellissimo lavoro di Miranda che ho letto qualche settimana fa e che mi ha particolarmente colpito perché descrive uno sviluppo della famosa scena della dichiarazione di André che io avrei tanto voluto fosse quello vero (anche perché Oscar è proprio un caso patologico, quindi André avrebbe avuto la mia giustificazione a comportarsi un po’ violentemente!). Quindi, se volete leggere il mio racconto, vi consiglio di leggere prima quello di Miranda, che ringrazio ancora per averci dato, e per continuare a darci, storie così coinvolgenti.

Un ringraziamento speciale va anche a Laura, che mi ha proposto, con mia grande gioia, questa pubblicazione sul suo fantastico sito.

Una Rosa resta una Rosa

(il giorno dopo)

André se ne è andato.

E’ stata una notte lunga, appassionata.

Oscar è in piedi davanti alla finestra, si è vestita. Ma come le è estranea, ora, questa uniforme maschile! Come contrasta con i sentimenti provati quella stessa notte… sentimenti, finalmente e completamente, di una donna.

E ora? Cosa fare? Solo pensare di tornare tra i suoi soldati la rende triste. Dov’è André? Non sarebbe stata sua soltanto quella notte. Ogni notte sarebbe stata la loro notte.

Oscar arrossisce pensando a cosa hanno fatto… ma è stato tutto così bello! Quanto tempo avevano aspettato… e come era stato facile dopo il primo momento di sorpresa! Ma ora? Ora le cose non sono più così facili.

Oscar lascia la sua stanza da letto per andare nel boudoir, per fare colazione. Chiama la governante. E’ felice, a fatica riesce a trattenersi dal ridere, così, senza una ragione, in questo meraviglioso mattino. Comunque non può reprimere un grande sorriso, che rende il suo viso più bello che mai.

Finalmente Nanny arriva, con in mano un vassoio su cui sono disposti una tazza di cioccolato ed una brioche… quante cose sono successe dalla sua ultima tazza di cioccolata!

“Buongiorno Oscar. Come stai?” le chiede Nanny.

“Molto, molto bene. Non è una splendida mattinata?” le risponde lei, ridendo.

“Se lo dici tu” dice Nanny, con un tono sostenuto.

Oscar si gira, sorpresa, verso la sua anziana governante.

“Cosa succede, Nanny? Qualcosa che non va?”

Gli occhi della governate sono tristi. Non ha il coraggio di rimproverare quella ragazza che non ha mai visto così felice. Ma è giusto? Questi ragazzi sanno cosa stanno facendo, a cosa andranno incontro? Non può parlarne con Oscar, ma André… André sentirà i suoi rimbrotti![1]

Allora risponde “Va tutto bene”, sorridendo, però, un po’ forzatamente.

“Dov’è André?” Oscar teme di arrossire al solo nominarlo, così abbassa gli occhi sulla tazza che ha tra le mani, imbarazzata.

“E’ uscito un’ora fa. Penso che si sia recato al Palazzo Reale”.

Oscar è dispiaciuta, ma sa perché André è andato via: lui non vuole influenzare il suo comportamento, dopo quelle ore incredibili. Vuole che lei decida da sola cosa fare della sua vita.

I pensieri di Oscar sono interrotti dall’arrivo di un corriere. Viene da parte di Girodel.

E’ strano che Girodel abbia tanta fretta di parlarle. Di solito sa da solo cosa deve fare quando lei non è con il reggimento.

Oscar corre con il suo cavallo bianco. Sebbene tutti i suoi pensieri debbano essere rivolti alla situazione dei suoi soldati,  sente ancora il tocco delle mani di André sul suo corpo…

“Smettila Oscar!” si dice “E’ tempo di pensare al lavoro. Ci sono i tuoi soldati, e finché sarai il loro comandante sarai responsabile di tutte le cose che li riguardano. Non è questo il momento di pensare all’amore!” ma lei sa, così come noi, che tutto ciò è completamente inutile.

Oscar è il comandante della Guardia Reale. Il suo compito è vigilare sulla famiglia reale. Oscar ama il suo lavoro, ma come conciliarlo con il suo desiderio di essere la compagna di André… sua moglie, se lui volesse sposarla?

Girodel la sta aspettando nel suo ufficio.

“Cosa succede, capitano, perché avete inviato un corriere a palazzo Jarjayes?” chiede Oscar, ansimando a causa della corsa.

“Veramente…” Girodel teme di essere stato precipitoso a mandarla a chiamare, ma prosegue “Non è che ci sia una situazione di emergenza. Uno dei nostri soldati questa mattina ha rassegnato le dimissioni. Vi ho mandato a chiamare, colonnello, perché è stato il vostro attendente sin da quando voi arrivaste tra i soldati della Guardia.”

“André!” lo interrompe Oscar, quasi con un grido.

“Sì, colonnello. André Grandier. Io ho accettato le sue dimissioni, ma poi ho pensato che fosse giusto avvertirvi immediatamente”.

“Grazie, Girodel. Avete fatto la cosa giusta. Adesso, per favore, vorrei rimanere da sola” lo congeda Oscar, ancora sconvolta.

Girodel esce dalla sua stanza. Non ha mai visto la sua Oscar così bella, così…… donna! Ella ha una nuova fiamma nei suoi meravigliosi occhi blu: è l’unica donna della sua vita, e lui non ne è mai stato cosciente come questa mattina, così come mai fino ad ora gli è stato così chiaro che lei non sarà mai sua.

“Perché André? Perché ti sei dimesso? Era un mio problema! E ora, ora cosa farai?” si sta, intanto, chiedendo Oscar.

Vorrebbe mettersi a cercare il suo amante, ma ha i suoi doveri militari da svolgere. Finché sarà comandante della Guardia Reale dovrà attendere ai suoi compiti.

Oscar non ricorda un giorno più lungo. Perché qualche volta un minuto sembra durare più di un giorno e qualche volta un giorno sembra più breve di un minuto? Ma finalmente è arrivata la sera, anche se pure il percorso fino a palazzo Jarjayes sembra più lungo del solito.

“André!” chiama, entrando nella hall “André, dove sei?”

Oscar sente i passi del suo cavallo di fuori, vicino alle stalle. André deve essere appena tornato.

Lei è fuori di sé. Gli corre incontro… ma… è possibile? Lui le si sta avvicinando e… André indossa una nuova uniforme, blu, con spalline e nappe color oro. Dorati sono anche i risvolti sul petto, e un alto colletto blu gli cinge il collo.

Oscar è attonita! Per prima cosa pensa che André sia l’uomo più bello che lei abbia mai visto (confermando la buona impressione che aveva avuto di lui anche la notte precedente…..), ma poi si scuote.

“André, cosa significa? Perché questa uniforme?” chiede tutto d’un fiato, preoccupata della sua eventuale risposta.

“Non ti preoccupare, Oscar. Mi sono solo arruolato nel reggimento della Guardia francese. Era la cosa più giusta da fare. Tu hai bisogno di un po’ di tempo per pensare”.

“Ma….” balbetta Oscar.

“Io ti amo con tutto il mio cuore, il mio corpo e…. con il poco intelletto che mi è rimasto, ma non voglio che il nostro amore diventi un ostacolo per le tue scelte.

Il mio nuovo incarico costituisce una prova anche per me. Devo riuscire a starti lontano, mia bella maga dai fatali incantesimi, perché, se tu decidi di rimanere con la Guardia Reale, io non potrei più tollerare di vederti nella tua uniforme maschile, sapendo come sei veramente. Invece io voglio che tu sia libera di decidere della tua vita”.

“Oh, André, ora io sono ancora confusa! Cosa avrà il futuro in serbo per noi?” mormora Oscar.

“Non ti preoccupare. Io veglierò su di te anche dal mia nuovo reggimento. Io veglierò su di te notte e giorno, fino alla fine dei miei giorni, e tu lo sai”.

“Sì, André. Lo so. Ma troppe cose sono successe nell’ultima giornata. Io so di voler vivere sempre con te: voglio diventare la tua sposa, dividere con te ogni minuto della tua vita… ma ci sono così tante cose da fare… io devo parlare con mio padre, e non so cosa potrà dire. Voglio vivere con te in una piccola casa, vicino al mare, dove potremo vivere semplicemente, uno per l’altra.

Credo di essere stanca della mia uniforme. Ho servito per tanti anni la mia regina, ora credo che sia giunto il momento che io serva il mio cuore…

Quanti ostacoli troveremo! Non sarà semplice superarli tutti. Ma il mio problema, ora, è decidere cosa fare immediatamente…”

Oscar interrompe il suo discorso. Non è abituata a parlare tanto a lungo, e poi… André la sta guardando con una strana espressione nei suoi occhi di smeraldo.

Oscar arrossisce, mentre André, avvicinandosi, le chiede:

“Davvero non sai cosa fare, immediatamente?”

“Beh” replica Oscar ponendogli le braccia intorno al collo “forse i miei problemi cominciano con la seconda cosa da fare…”

Anche André la abbraccia, appoggiandosi la bella testa bionda sulla spalla.

Avete dubbi sul seguito? Se ne avete, dovete leggere “Une rose reste une rose” di nuovo!

 

Continua...

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 Ho supposto che André non fosse direttamente dipendente da Oscar, ma che fosse arruolato tra i soldati della Guardia.