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Duisburg-Ruhrort.
Lo sbirro.
Ordine e Caos.
Una folle idea.
Alter Ego.
Die Katze.
Il catalogo.

Götz George, il più piccolo di due fratelli, è nato a Berlino il 28 Luglio del 1938. È figlio d'arte: il padre, Heinrich George era un celebre attore cinematografico e teatrale come pure la madre Berta Drews. Una leggenda racconta che il suo nome, Götz, l'abbia scelto il padre pensando al suo personaggio preferito: Götz von Berlichingen, il cavaliere svevo di cui Goethe scrisse nell'omonimo dramma in cinque atti composto nel 1773.

Durante gli anni della scuola, tra Berlino e Zuoz, in Svizzera, Götz George inizia a recitare e nel 1950 debutta sul palcoscenico, ancora bambino, interpretando «Mein Herz ist im Hochland» al Berliner Hebbel-Theater. Tre anni più tardi è la volta del primo ciak davanti alla macchina da presa con «Wenn der weiße Flieder wieder blüht» al fianco di un'altrettanto debuttante Romy Schneider.

Dopo la Guerra, quando nel 1955 la UFA decise di aprire una scuola per giovani attori, Götz ne entrò a far parte. L'anno seguente fu scritturato dal regista Hans Heinrich per un ruolo importante in «Alter Kahn und junge Liebe». Tra il 1959 ed il 1969 compare in 26 film tra cui «Kirmes» diretto da Wolfgang Staudte e «Das Mädchen und der Staatsanwalt» per la regia di Jürgen Goslar. Sul finire degli anni Sessanta, dopo un periodo di lavoro all'estero, in Spagna e Italia dove aveva cercato successo con dei film d'azione, e in Francia, dove aveva seguito la corrente del cinema d'avanguardia, Götz George sceglie di tornare in teatro con opere di Miller, Dostoewskji e Shaw.

Per la televisione ha preso parte a «Der Kommissar», «Derrick» e «Der Alte» prima di conquistare il successo clamoroso nei panni del commissario Schimanski.

Altri titoli che lo hanno visto protagonista: «Abwärts», «Die Katze» (trasmesso in Italia da Raidue con il titolo "Un angelo caduto all'inferno"), «Der Bruch», ed ancora «Der Sandmann» (un film premiato con l'Adolf-Grimme-Preis nel 1996 e in Italia trasmesso da Raitre come "L'uomo del rasoio"), «Der Totmacher», del 1991 (in Italia trasmesso da Raitre con il curioso titolo "Belva Ferita").

Il suo ritorno in televisione con il commissario di Duisburg gli ha permesso di girare ancora diciassette episodi da 90 minuti, prodotti da ColoniaMedia tra il 1997 ed il 2013.

Hajo Gies ha detto di lui: «Credo che ormai Götz George e Horst Schimanski siano la stessa persona: duri nella ricerca di un obiettivo ma in fondo anche molto sentimentali».

Götz George è morto ad Amburgo all'età di 77 anni, stroncato da una breve malattia, il 19 Giugno 2016. Da due anni si era ritirato dalle scene - dopo 65 anni di carriera sulle scene - scegliendo di vivere tra Amburgo e la Sardegna accanto alla moglie Marika e alla figlia Tanja. Del suo lavoro di attore diceva: «Questo è il lavoro ideale.Ci si diverte e ci si sente vivi. È meraviglioso!».

Alla notizia della sua morte, Chiem van Houweninge ha pensato di scrivere una specie di lettera al suo amico di sempre: «[Marika, la vedova di Götz] mi ha detto con voce ferma che te ne sei andato. I tuoi amici devono bere un buon bicchiere di vino rosso alla tua salute. Di un vino davvero speciale. Non essere avaro. Anche tu lo avresti voluto. Alcuni dicono che eri difficile da trattare sul set. Io dico: questa gente non ti conosceva. Eri il migliore. Sei sempre stato onesto. Non hai mai odiato nessuno. Solo la superficialità e le perdite di tempo. Avresti compiuto 78 anni tra poco. Pensavo saresti arrivato a 100. Ora te ne sei andato in silenzio. Questo è il vero Götz».

 

 

 

Götz George con l'inconfondibile parka beige. (Foto ARD)
Chi fa da sé...

Götz George ha sempre cercato di evitare le controfigure sul set. Anche nei nuovi TV movies di "Schimanski" ha preferito fare tutto da sé.

In "Muttertag" (Crimini di guerra) ha girato una scena appeso ad un elicottero dell'esercito sul set della storia ambientata nei combattuti territori della ex Jugoslavia.

Nell'ultima puntata di «Schimanski», "Loverboy", Götz George ha ancora girato da sé tutte le scene incluse quelle più violente. In una di queste, durante una zuffa con due giovani, l'attore ha finito per schiantarsi conto un tavolo rimamendo ferito ma, ci tenne a precisare, «solo perché il tavolo non era stato allestito nel modo corretto dagli scenografi».