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Monaco, 3 Gennaio 1969.
Dall'intrattenimento al giallo sociologico.
Chi era il commissario?
Il caso Harry Klein.
Robert & Walter
Le tre donne del commissario.

Fritz Erik Signy Odemar, in arte Erik Ode, nacque il 6 Novembre 1910 a Berlino. Il padre era l'attore tedesco Fritz Odemar, la madre l'attrice Erika Nymgau. Con un trascorso da corista alla Deutschen Opernhaus, debutta nel cinema a dodici anni nel ruolo di un giovane Gesù in "I.N.R.I", diretto da Robert Wiene. Il suo sogno diventa quello di fare il cameraman ma è grazie ai suoi genitori che cambia idea e punta tutto sulla recitazione.

Dal 1928 calca le scene del teatro berlinese am Schiffbauer Damm dove recita con Henry George. Gli Anni Trenta sono per Erik Ode un periodo molto intenso in cui arriva a partecipare anche a quattro film in un anno. Nel 1939 è alla Münchner Staatsschauspiel e - dopo la Seconda Guerra mondiale - si da al cabaret al Kurfürstendamm di Berlino.

Erik Ode continuava, però, a preferire il dietro le quinte ed era più facile vederlo nel ruolo di regista che in quello di attore. Così nel 1950 debutta copn il suo primo film: «Herrliche Zeiten», la storia di un tedesco del ceto medio che negli Anni Cinquanta vive quei "tempi gloriosi" che aveva promesso tempo prima il Kaiser Gugliemo II.

Il 1942 segnò l'anno del suo matrimonio con Hilde Volk, attrice con cui ha recitato anche in tre episodi della serie «Der Kommissar».

Con «Der Kommissar» la sua popolarità crebbe enormemente e nel 1973 ricevette la Goldene Kamera proprio per il suo ruolo di poliziotto televisivo.

«Per un attore, interpretare per otto anni lo stesso ruolo non è un paradiso» dichiarò Ode alla fine delle riprese quando, tolto definitivamente l'impermeabile del commissario Keller, potè tornare al teatro.

Dal 1977 al 1980 accettò un nuovo ruolo a metà tra poliziesco e commedia accanto alla moglie. Si trattò di 28 episodi dal titolo «Sonne, Wein und harte Nüsse». In questa breve produzione realizzata per ARD, Erik Ode interpretava il commissario Eric Ott un poliziotto che agiva a Valbonne, in Costa Azzurra. Il titolo di lavorazione della serie era «Er kann's nicht lassen» e - almeno nelle idee del produttore - doveve essere un seguito ideale delle avventure del commissario Keller che operava come instancabile poliziotto in pensione. Il successo di questa serie non fu eccezionale tanto che la prima stagione fu realizzata con 14 episodi da 50 minuti, la seconda, invece, vide accorciate le storie a 25 minuti.

Dopo la guerra, Erik Ode si dedicò anche al doppiaggio prestando la propria voce a numerosi attori degli anni Cinquanta senza mai abbandonare il teatro. Tra i suoi doppiaggi più importanti, Erik Ode ha fatto parlare in tedesco Fred Astaire, Frank Sinatra, Gene Kelly e Bob Hope.

Helmut Ringelmann lo incontrò proprio a teatro, quando il produttore faceva ancora l'assistente di regia. Dopo diversi ruoli in «Die fünfte Kolonne» e «Das Kriminalmuseum», dal 1968 Ode diede vita al commissario Herbert Keller nella serie «Der Kommissar».

Erik Ode è morto il 19 Luglio 1983 a Weißbach sul Tegernsee. Il Frankfurter Allgemeine Zeitung lo salutò così: «Era un attore dal volto umano, una figura paterna uscita da un mondo ideale».

 

Erik Ode con Reinhard Glemnitz nell'episodio "Ratten der Großstadt" (Foto ZDF/NMF)
Il prezzo del successo.

Diecimila marchi a puntata. Questo era il prezzo che Helmut Ringelmann aveva concordato con Erik Ode per il suo ruolo del commissario Keller.

Qualche anno dopo, era il 1976, il produttore dovette giocare al rialzo con Siegfried Lowitz perchè questi accettasse di vestire i panni del commissario Köster. "Lo", che aveva criticato la scelta di Horst Tappert di "vendersi" alla televisione, alla fine accettò. Ma per lui il cachet era di 15.000 marchi a puntata.

 

Da sinistra Erik Ode, Ulrich Beiger e Reinhard Glemnitz. (Foto ZDF/NMF)