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Un format originale.
Biografia di un investigatore.
Professione detective.
L'avvocato Renz.
Un uomo venuto dall'Hessen.
L'erede.
Una storia breve.
Il Procuratore di Stato.
La nuova leva.
Il catalogo. 

 

Ancora una volta il recupero di un cult tedesco e ancora una volta un'idea che arriva dalla Televisione della Svizzera Italiana. Dopo il restauro in HD de «Il Commissario Kress», il 2017 ha visto la rinascita di «Un caso per due», con il restauro in alta definizione di 186 episodi a partire da quelli storici con Günter Strack e nati dalla penna di Kerl Heinz Willschrei.

Si è trattato di un lavoro estremamente delicato e complesso che ha richiesto nove mesi di lavoro e che ha reso nuovamente trasmettibili i materiali che da tempo ormai giacevano negli archivi della televisione di Lugano.

Particolarmente complesso è stato il recupero del doppiaggio. Esso infatti era particolarmente compromesso dalla vetustà dei supporti su cui era stato originariamente scritto e - a rendere più difficile l'intervento - si è aggiunto il fatto che le tracce italiane erano state lavorate in modo molto approssimativo.

Il doppiaggio di questa serie, infatti, pur vantando voci di grande calibro, ha avuto una traduzione ed un adattamento assai discutibile, molto letterario, ma poco confacente alle necessità di sincronizzazione. I traduttori si sono sbizzarriti con una libertà (e spesso anche troppa fantasia) nella traduzione delle sceneggiature tanto che le battute italiane finivano spesso per essere molto più lunghe di quelle originali e, quindi, difficili da sincronizzare. Curiosamente, poi, le puntate erano state ornate da numerose battute completamente inventate e non presenti neppure nella versione originale. Ultimo problema, non meno rilevante, ha riguardato il mixaggio che presentava numerosi difetti cui si è cercato di porre rimedio.

Sono stati reinseriti numerosi effetti sonori mancanti ed è stato completamente risincronizzato il doppiaggio compatibilmente con le possibilità dettate dalla lavorazione di un mix ormai completo, cercando un compromesso accettabile tra i dialoghi italiani (che come detto erano poco adattati) e il labiale degli attori.

Nell'episodio "Stato d'amnesia" si è reso necessario sottotitolare una piccola porzione di scena in cui il doppiaggio italiano era andato perduto. Nell'episodio "Il testimone chiave", invece, il nuovo master tedesco conteneva una scena che era stata tolta dalla prima versione diffusa. Anche in questo caso la parte inedita è stata conservata con audio originale e sottotitolata.

È stato emozionante ritrovare la voce di Paolo Lombardi a dare vita all'avvocato Renz, una voce che il pubblico italiano ha sempre associato alla rotonda figura di Alfred Hitchcock.

Le sigle sono state ricostruite in modo più fedele all'originale, ricreando i loghi italiani uguali a quelli tedeschi. Allo stesso modo la postproduzione delle grafiche è stata copiata dagli originali dell'epoca per mantenere una coerenza stilistica con le scelte produttive volute da Georg Althammer.

Ha curato il restauro per ZDF e RSI Giovanni Petronaci.

 

 

 

Il nuovo logo italiano della serie.
(Grafica G. Petronaci)
L'arma.

Nel corso degli anni anche Matula ha cambiato la sua pistola.

Nelle prime puntate il detective girava con una Walther PPK - la tipica arma in dotazione anche alle forze di polizia tedesche in quegli anni - il cui numero di matricola era M-122438, come si vede nell'episodio "Capitale morto".

Qualche anno dopo, in "Unica via d'uscita: omicidio", lo si vede invece con una Reck PK 800 calibro 8.

Infine, come ogni buon poliziotto letterario e cinematografico, Matula ha concluso la sua carriera con la più classica Smith & Wesson a tamburo.

 

La Walther PPK di Matula. (Screenshot ZDF)