E se aspettassi me stessa?E se mi incontrassi alfine saprei riconoscermi?
Quando ho aperto questo spazio volevo scrivere della gioia ritrovata, volevo raccontare di un ostacolo superato, della serenità scaturita da un amore sbocciato quando lo credevo impossibile, della forza di volontà che è capace di smuovere le montagne.
Questa è la ragione del sottotitolo di questo blog ero fermamente convinta che:
“Quando è il momento opportuno tutti siamo in grado di realizzare i nostri sogni”, forse lo credo ancora, ma mi sono accorta di non essere in grado di raccontare della gioia e dei sogni realizzati.
Mi risulta molto facile parlare del dolore, delle cadute, della follia che mi accompagna e in cui mi rifugio quando non vedo vie d’uscita.
Ma la serenità è un’altra cosa.
Non possono essere le notti insonni, in cui costruisco castelli di sabbia per poi convincermi che sono solide costruzioni.
Il buio della notte sfuma sempre i contorni alle cose, dà un’aria magica e fatata alla realtà, ma non posso più permettermi di seguire quelle ombre anche alla luce del sole.
Eppure mi pare di non poterne fare a meno, perché io non mi piaccio così come sono.
Non mi piaccio fisicamente, ma soprattutto non mi piace il modo di raffrontarmi con gli altri, perché sono convinta che qualcosa in me sia sbagliato.
Non so cosa, ma perché non riesco ad amare?
Mi innamoro, questo si, ma non riesco a pensare allo sviluppo di una storia.
Ed ho paura di impegnarmi in una storia duratura, perché non mi sento in grado di investire tutta me stessa nella progettazione con un altro e mi rifugio in amori impossibili se non addirittura finti che peggiorano ancora di più le cose.
E cerco approvazione negli altri per convincermi che valgo qualcosa, ma pur ottenendola, resto con un pugno di mosche in mano perché non ho la stima più importante, quella mia.
E mi sento sconfitta.
E il circolo ricomincia come una spirale che cerca la fine del cerchio e va all’infinito.
Devo decidermi a riaprire il cantiere, prendere un escavatore e strappare la terra ormai arida. Ancora lavori in corso, ancora “sto lavorando per me”.
Il prossimo passo sarà quello di innamorarmi di me stessa e forse ce la farò.