·         Produzione dell’ energia elettrica

o   Nucleare;

o   Elettrica;

o   Solare;

o   Idroelettrica;

o   Eolica;

o   Maremotrice;

o   Geotermica;

o   Biomassa;

o   Termoelettrica;

 

·         Volt ed ampere

·         Il consumo dei pc

·         Lo smaltimento dei pc

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

                                                                                                                    

 

 

con energia nucleare (detta anche energia atomica), si intendono tutti quei fenomeni in cui si ha produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici; tali trasformazioni sono dette "reazioni nucleari".[1]

L'energia nucleare,è una forma di energia che deriva da profonde modifiche delle struttura stessa della materia.Insieme alle fonti rinnovabili e le fonti fossili, è una fonte di energia primaria, ovvero è presente in natura e non deriva dalla trasformazione di altra forma di energia, ed è considerata una valida energia alternativa ai tradizionali combustibili fossili. Benché alcuni considerino tale fonte energetica anche come rinnovabile, recentemente la Commissione europea si è espressa affermando che il nucleare non è da considerarsi come rinnovabile.[2]. Benché inoltre rappresenti in gran parte una forma di energia pulita dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica (CO2) in atmosfera, presenta almeno in parte diversi altri problemi ambientali e di pubblica sicurezza per quanto riguarda i fenomeni connessi alla radioattività attraverso le scorie radioattive.

Ampio è divenuto dunque nel tempo il dibattito intorno all'energia nucleare sul fronte della sicurezza, sul rischio proliferazione, sui costi e sulla indispensabilità di tale fonte energetica in relazione alle altre fonti energetiche e all'impellente problema energetico globale. A livello internazionale l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA, International Atomic Energy Agency) si occupa di promuovere l'utilizzo pacifico dell'energia nucleare, di impedirne l'utilizzo per scopi militari e con funzionalità di sorveglianza e controllo sulla sicurezza degli impianti nucleari esistenti o in progettazione/realizzazione.

 

                                                                                                                                                                                          

 

 

 

 

 

     l'energia potenziale elettrica, anche detta energia potenziale elettrostatica, è l'energia associata al campo elettrostatico. Si tratta dell'energia posseduta da una distribuzione di carica elettrica, ed è legata alla forza esercitata dal campo generato dalla distribuzione stessa. Insieme all'energia magnetica, l'energia potenziale elettrica costituisce l'energia del campo elettromagnetico.

L'energia potenziale elettrostatica può essere definita come il lavoro svolto per creare una distribuzione di carica partendo da una configurazione iniziale in cui ogni componente della distribuzione non interagisce con gli altri. Ad esempio, per un sistema discreto di cariche essa coincide con il lavoro svolto per portare le singole cariche da una posizione in cui esse hanno potenziale elettrico nullo alla loro disposizione finale.[1]
L'energia potenziale elettrostatica può anche essere definita a partire dal campo elettrostatico generato dalla distribuzione stessa, ed in tale caso la sua espressione è indipendente dalla sorgente del campo.

L'energia potenziale elettrica può essere sia negativa che positiva, a seconda che il lavoro svolto per portarle nella configurazione assunta sia positivo o negativo. Due cariche interagenti dello stesso segno hanno energia positiva, poiché il lavoro svolto per avvicinarle deve vincere la loro repulsione, mentre per lo stesso motivo due cariche di segno opposto hanno energia negativa.

 

 

 

 

 

 

                             

 

        

L' energia solare è la fonte primaria di energia sulla Terra che rende possibile la vita. L'energia solare è infatti quella normalmente utilizzata dagli organismi autotrofi, cioè quelli che eseguono la fotosintesi, detti anche "vegetali" (da cui derivano i combustibili fossili); gli altri organismi viventi sfruttano invece l'energia chimica ricavata dai vegetali o da altri organismi che a loro volta si nutrono di vegetali e quindi in ultima analisi sfruttano anch'essi l'energia solare, seppur indirettamente.

Da essa derivano più o meno direttamente quasi tutte le altre fonti energetiche disponibili all'uomo quali i combustibili fossili, l'energia eolica, l'energia del moto ondoso, l'energia idroelettrica, l'energia da biomassa con le sole eccezioni dell'energia nucleare, dell'energia geotermica e dell'energia delle maree. Può essere utilizzata direttamente a scopi energetici per produrre calore o energia elettrica con varie tipologie di impianto.

 

 

 

 

 

 

 

 


L'energia idroelettrica è una fonte di energia pulita (non vi sono emissioni), alternativa e rinnovabile, che sfrutta la trasformazione dell'energia potenziale gravitazionale, posseduta da una certa massa d'acqua ad una certa quota altimetrica, in energia cinetica al superamento di un certo dislivello; tale energia cinetica viene infine trasformata, grazie ad un alternatore accoppiato ad una turbina, in energia elettrica.

 

 

                                                                                                                                                                                          

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                  

 

 

                                                                                                                  

 

 

 

 L'energia eolica è il prodotto della conversione dell'energia cinetica del vento in altre forme di energia (elettrica o meccanica). Oggi viene per lo più convertita in energia elettrica tramite una centrale eolica, mentre in passato l'energia del vento veniva utilizzata immediatamente sul posto come energia motrice per applicazioni industriali e pre-industriali (come, ad esempio, nei mulini a vento). Di fatto è stata la prima forma di energia rinnovabile, assieme a quella idraulica, scoperta dall'uomo dopo il fuoco (si pensi alla vele delle navi) ed una tra quelle a sostegno della cosiddetta economia verde nella società moderna                                                                                                                                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

        

La marea, il ritmico innalzamento e abbassamento del livello del mare provocato dall'azione gravitazionale della luna e del sole, di solito ha un'ampiezza (dislivello tra l’alta marea e la bassa marea) inferiore al metro, ma in alcune zone, per la particolare configurazione del sito, il dislivello può raggiungere valori elevati, interessanti lo sfruttamento e la produzione di energia, ad oggi prevalentemente elettrica. In alcune zone del pianeta, per esempio, si registrano maree anche con 20 m di ampiezza verticale.

Già nell’antichità si cercò di sfruttare questo tipo di energia, mediante la costruzione di "mulini a marea". L’acqua veniva raccolta, durante il flusso, in un piccolo bacino, che veniva in seguito chiuso con una paratia. Al momento del deflusso l’acqua veniva convogliata attraverso un canale verso una ruota che muoveva una macina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                      


L'energia geotermica è l'energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore e può essere considerata una forma di energia alternativa e rinnovabile, se valutata in tempi brevi[1]. Si basa sullo sfruttamento del calore naturale della Terra (Gradiente geotermico) dovuto all'energia termica rilasciata in processi di decadimento nucleare naturale di elementi radioattivi quali l'uranio, il torio e il potassio, contenuti naturalmente all'interno della terra (nucleo, mantello e crosta terrestre).

La prima utilizzazione dell'energia geotermica per produrre energia elettrica avvenne il 4 luglio 1904 in Italia per merito del principe Piero Ginori Conti che sperimentò il primo generatore geotermico a Larderello in Toscana [2].

L'energia geotermica costituisce oggi meno dell'1% della produzione mondiale di energia[3]. Tuttavia, uno studio condotto dal Massachusetts Institute of Technology afferma che la potenziale energia geotermica contenuta sul nostro pianeta si aggira attorno ai 12.600.000 ZJ e che con le attuali tecnologie sarebbe possibile utilizzarne "solo" 2000 ZJ. Tuttavia, poiché il consumo mondiale di energia ammonta a un totale di 0,5 ZJ all'anno, con il solo geotermico, secondo lo studio del MIT, si potrebbe soddisfare il fabbisogno energico planetario con sola energia pulita per i prossimi 4000 anni rendendo quindi inutile qualsiasi altra fonte non rinnovabile attualmente utilizzata.[4]

 

 

 

                                                                                                                                     

 

 

 

                                                                                                                                     


Il termine biomassa è stato introdotto per indicare tutti quei materiali di origine animale e anche vegetale che non hanno subito alcun processo di fossilizzazione e sono utilizzati per la produzione di energia. Pertanto tutti i combustibili fossili (petrolio, carbone, metano, ecc..) non possono essere considerati come biomassa. Le biomasse rientrano fra le fonti rinnovabili in quanto la CO2 emessa per la produzione di energia non rappresenta un incremento dell’anidride carbonica presente nell’ambiente, ma è la medesima che le piante hanno prima assorbito per svilupparsi e che alla morte di esse tornerebbe nell’atmosfera attraverso i normali processi degradativi della sostanza organica. L’utilizzo delle biomasse quindi accelera il ritorno della CO2 in atmosfera rendendola nuovamente disponibile alle piante. Sostanzialmente queste emissioni rientrano nel normale ciclo del carbonio e sono in equilibrio fra CO2 emessa e assorbita. La differenza con i combustibili fossili è pertanto molto profonda: il carbonio immesso in atmosfera è carbonio fissato nel sottosuolo che non rientra più nel ciclo del carbonio, ma nel terreno è fissato stabilmente. In questo caso si va a rilasciare in atmosfera vera e propria “nuova” CO2. Il termine è utilizzato per descrivere la produzione di energia in impianti appositi: impianti a biomassa. La valorizzazione energetica dei materiali organici contribuisce alla produzione di energia termica e con impianti di medie o grosse dimensioni può produrre anche energia elettrica, contribuendo a limitare le emissioni di anidride carbonica e quindi ad assolvere gli impegni del Protocollo di Kyoto.

 

 

 

 

                                                                                                                                              

 

                                                           


Nelle centrali termoelettriche si applica essenzialmente il ciclo di Rankine, a uno o due surriscaldamenti; è un ciclo termodinamico diretto a vapore, composto da due trasformazioni adiabatiche e due isobare.

Essendo necessaria acqua distillata con un contenuto di sali a livello di poche parti per milione, avremo almeno un impianto per il trattamento chimico di demineralizzazione, essenziale per preservare il funzionamento e la durata nel tempo delle tubazioni, ma soprattutto delle pale della turbina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                                              

 

                                         

Il volt è l'unità di misura derivata SI del potenziale elettrico e della differenza di potenziale.

Ha questo nome in onore di Alessandro Volta, che nel 1800 inventò la pila voltaica, la prima batteria elettrochimica. Negli anni 1880, l'International Electrical Congress (Congresso Elettrico Internazionale), ora l'International Electrotechnical Commission (IEC), approvò il volt (come unità di misura) per la forza elettromotrice.

Il simbolo del volt è V.

 

L'ampere esprime l'intensità di corrente in un conduttore attraversato in qualunque sezione dalla carica di un coulomb nel tempo di un secondo.

Per analogia, l'intensità di corrente è paragonabile alla quantità di acqua che passa per un tubo misurata in kg/secondo, dove la massa d'acqua rappresenta la carica elettrica. Quest'ultima, cioè la quantità di elettroni, si può quindi esprimere in amperora (Ah), ovvero la quantità totale di carica che scorre, con l'intensità di un ampere, in un conduttore in un'ora. Con tale grandezza, per esempio, si misura la carica massima accumulabile dalle batterie: la batteria dell'auto contiene circa 55 Ah, quella della macchina fotografica 2500 mAh.

 

                        

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli alimentatori dei computer fissi hanno una potenza di 400/500 VA (VoltAmpere) e oltre, con un assorbimento di energia elettrica quasi equivalente a quello di una stufetta elettrica o di un piccolo asciugacapelli. Tenere acceso il computer quando non si sta lavorando, quindi, provoca un consumo improduttivo di corrente con tutte le conseguenze che ne derivano:
• aumento della bolletta energetica
• incremento dell'inquinamento ambientale
• inutile assorbimento di potenza a scapito di altre utenze.

L'ultimo aspetto può diventare rilevante perché il contratto stipulato con il fornitore di energia elettrica prevede un ben preciso numero massimo di KW. Sommando le potenze assorbite dai computer lasciati accesi di notte o durante assenze più o meno prolungate dalla scrivania, si può scoprire che non si riescono a utilizzare altre apparecchiature elettriche per non superare la massima potenza disponibile.

                                                                                                  

                                                                                                                                                

 

 

 

 

                                                                                                                                            

 

 

 


Parlo di costo economico, di tempo, ma anche ambientale.
Gli scarti IT sono un problema sempre più grande e oneroso da affrontare.Proviamo a trasformare questo problema in una importante opportunità?
Riutilizzando i PC sostituiti e destinati alla rottamazione potremmo toglierli dalla destinazione inquinante nelle discariche e riportarli a nuova vita magari per utilizzi umanitari.E se la raccolta dei PC, la rilavorazione per la messa a punto e la ridistribuzione ai nuovi utilizzatori venisse fatta da persone socialmente “border line” in un processo di reinserimento guidato nel mondo del lavoro? In ISF stiamo valutando la fattibilità di questo progetto e il laboratorio IT già da tempo attivo nel carcere di Treviso per conto di Aton potrebbe essere la base per sviluppare questa attività.
La Direzione del carcere infatti, visto il successo dell’iniziativa e la ns disponibilità ad andare ancora avanti, sta terminando i lavori di ampliamento degli spazi che consentiranno un largo potenziamento del laboratorio. Queste riflessioni ci portano a pensare che sarebbe bellissimo: utilità ambientale (meno PC nelle discariche) e doppia utilità sociale (per i destinatari dei PC “refurbished” e per il lavoro offerto ai detenuti) ce lo dimostrano chiaramente.

 

 

 

 

 

menù