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REGNO DELL'ANARCHIA

Le guerre del XVII secolo furono la causa principale della rovina della Polonia - il paese fu devastato e la popolazione ridotta di un terzo. La vittoria di Vienna fu l'ultimo successo militare della Res Publica. La necessità di riforme diventò pressante fin dai tempi di Zygmunt III Vasa. Questa necessità era evidente specialmente nel Sejm - il sistema parlamentare era inefficace soprattutto a causa di un uso spropositato della clausola "liberum veto" che permetteva ad ogni deputato di interrompere la sessione con le parole "non permetto" e così annullare i decreti legislativi in trattativa. In questi tempi le leggi in parlamento polacco dovevano essere decretate all'unanimità quindi "liberum veto" (usato per prima volta nel 1652 da Kazimierz Sicinski, deputato di Upita) diventò presto uno strumento facile in funzione degli intrighi politiche usato dall'aristocrazia polacca. Con il tempo anche i paesi come la Russia o la Prussia, interessati a mantenere la Polonia in uno stato di debolezza, sfruttarono le possibilità che offriva "liberum veto" offrendo ai deputati somme di denaro per interrompere le sessioni del Sejm.

 

DECLINO DELLA POLONIA

 

Jan III Sobieski morì nel 1696 e un anno dopo Elettore di Sassonia, August, fu eletto Re della Polonia. Negli anni anni 1700-1721, August II Mocny (il "Forte"), si alleò con la Russia nella guerra contro la Svezia per il controllo del Mar Baltico (la Grande Guerra Settentrionale). Il territorio polacco diventa un campo di battaglia e il relativo trono un premio per il vincitore. Dopo la vittoria svedese nel 1704, August II Mocny fu sostituito (con l'elezione controllata dagli svedesi) da Stanislaw Leszczynski, Voivoda di Poznan. Nel 1709, dopo la sconfitta svedese contro la Russia nella battaglia di Poltawa, August II ritornò sul trono. Il conflitto tra August II e il Sejm provocò, nel 1717, una guerra civile interrotta dalla "mediazione" russa; la Camera fu circondata da diciottomila soldati russi e i deputati, costretti a tacere, dovettero ascoltare ed accettare "la soluzione" russa. Questa sessione del Sejm è conosciuta come "Sejm muto". Da qui iniziò un periodo di "protettorato" russo - l'indipendenza, così come forze armate della Polonia furono notevolmente ridotte. Dopo la morte di August II Mocny, Stanislaw Leszczynski fu rieletto Re della Polonia ma l'intervento russo annullò l'elezione e in seguito a tale evento salì sul trono il figlio di August II, Fryderyk August III. 

Il regno dei Sassoni, durato sessantasei anni (1697-1763) si rivelò un disastro per la Polonia e la portò sull'orlo dell'anarchia. Più di un malaugurio fu il fatto che nel 1732 Russia, Prussia e Austria erano entrate a far parte di un'alleanza segreta contro la Polonia per mantenerla in uno stato di paralisi politica e legale. Questo patto è noto come il "Patto delle Tre Aquile Nere" - tutti e tre i paesi avevano l'aquila nera sullo stemma.

Nel 1764 salì sul trono polacco il magnate Stanislaw August Poniatowski, favorito dell'Imperatrice della Russia, Caterina II che così ebbe modo di esercitare un controllo completo sul Regno di Polonia. Negli anni 1768-1772 era attivo un movimento antirusso noto come la Confederazione di Bar (Konfederacja Barska) che fu perseguitato e soppresso dai russi. Circa cinquemila nobili polacchi furono catturati e deportati in Siberia. Tra coloro che riuscirono a fuggire ci fu il generale Kazimierz Pulaski, comandante della Confederazione. Pulaski emigrò in America dove svolse un ruolo importante nella guerra per l'indipendenza come comandante generale della cavalleria americana. Ancora oggi "Pulaski Day" è una grande festa negli Stati Uniti.

 

 SPARTIZIONI DELLA POLONIA

 

Nel 1772 Russia, Prussia ed Austria presero la comune decisione di annettersi alcune parti della Polonia, gravemente indebolita. La Res Publica perse 733.000 km2 (23%) del suo territorio insieme a 4.500.000 abitanti. Alla Prussia spettò il territorio più piccolo ma il più sviluppato economicamente, all'Austria il più popolato e alla Russia il più grande. A portare il crimine alla legalità (la cosa per quale gli aggressori ci temevano molto) fu il Sejm nel 1773, nonostante la resistenza di alcuni deputati della frazione patriottica, soprattutto del deputato di Nowogrod, Tadeusz Rejtan

Nonostante la prima spartizione, la Polonia riuscì a perseguire la via delle riforme e di una ripresa nazionale, grazie agli sforzi dei patrioti e del Re, Stanislaw August Poniatowski. Il primo passo fu la creazione del Comitato Nazionale per l'Istruzione (Komisja Edukacji Narodowej), il primo ministero della pubblica istruzione in Europa. Furono fondate inoltre centinaia di scuole e il livello di istruzione crebbe notevolmente. Numerosi scrittori, poeti, artisti e studiosi furono incoraggiati e finanziati dal Re che in questo modo metteva in pratica le idee diffuse dall'Illuminismo. Questo fu il momento di Adam Naruszewicz, storico, Ignacy Krasicki, poeta e satirico, Wojciech Boguslawski, il "padre" del teatro polacco e di Franciszek Karpinski, compositore i cui inni sono cantati in Polonia ancora oggi.

Approfittando del coinvolgimento della Russia nella guerra contro la Turchia, Stanislaw August Poniatowski lanciò un nuovo programma di riforme affidandone l'attuazione al Sejm, noto nella storia come il "Grande Sejm" o il "Sejm dei Quattro Anni" (1788-1792). Il 3 maggio 1791 il Grande Sejm proclamò la Costituzione del Tre Maggio (Konstytucja Trzeciego Maja) - la prima Costituzione in Europa e la seconda al mondo, dopo quella americana. Il documento, tra l'altro aboliva il "liberum veto" introducendo come regola il voto di maggioranza e garantiva la libertà personale a tutti. Il nuovo atto politico polacco fu molto apprezzato e applaudito dagli Stati Uniti e dalla Francia ma contemporaneamente  considerato come una grande minaccia dalla Prussia e Austria e provocò una furiosa reazione dell'Imperatrice Russa, Caterina II.

Nel 1792 un gruppo dei magnati polacchi, guidati da Ksawery Branicki, Seweryn Rzewuski e Szczesny Potocki, tradì la Patria formando la Confederazione di Targowica (Konfederacja Targowicka) contro la nuova Costituzione. In seguito alle richieste di "aiuto" dalla Russia, le truppe imperiali passarono i confini e scoppiò la guerra. Nonostante la eroica resistenza e gli sforzi del Principe Jozef Poniatowski (nipote del Re) e di Tadeusz Kosciuszko (veterano della guerra d'indipendenza americana) la Polonia perse la guerra quando l'esercito prussiano ne colpì alle spalle le truppe. Nel 1793 Russia e Prussia firmarono il trattato della seconda spartizione della Polonia impadronendosi di più di metà del Paese con più di 4.000.000 abitanti. Per legalizzare la spartizione e abolire la maggior parte delle riforme del Grande Sejm fu convocata una sessione di Sejm a Grodno. Questo fu l'ultimo Sejm della Res Publica delle Due Nazioni.

Il malcontento popolare e la gran voglia di combattere gli aggressori portarono ad una insurrezione, proclamata da Tadeusz Kosciuszko (come comandante supremo) sulla Piazza Principale di Cracovia il 24 marzo 1794. Migliaia di polacchi si unirono sotto la bandiera di Kosciuszko che li condusse alla splendida vittoria contro la Russia a Raclawice, dove i falciatori (una formazione dei contadini coraggiosi molto apprezzata dal comandante) svolsero un ruolo fondamentale. A Varsavia i ribelli comandati da Jan Kilinski, un calzolaio, sconfissero il più forte reggimento russo in  Polonia. Combatteva anche una formazione militare ebrea sotto il comando di Berek Joselewicz. Il 7 maggio 1794 Kosciuszko proclamò il Manifesto di Polaniec (Uniwersal Polaniecki). Con questo atto fu abolita la sudditanza in Polonia. L'autunno del 1794 vide la fine dell'Insurrezione: il 10 ottobre le forze polacche furono sconfitte nella battaglia di Maciejowice (80 chilometri da Varsavia) e Tadeusz Kosciuszko fu catturato e imprigionato; a novembre l'esercito russo del generale Suvorov riconquistò Varsavia massacrando gli abitanti (inclusi bambini e donne) del quartiere Praga, dove morì anche il comandante della difesa, generale Jakub Jasinski. Di conseguenza, nel 1795, la terza spartizione della Polonia cancellò dalla mappa dell'Europa quello che ancora rimaneva della Res Publica. Stanislaw August Poniatowski - l'ultimo Re della Polonia - fu costretto di abdicare per essere poi detenuto a San Pietroburgo fino alla sua morte nel 1798. 

La Polonia non c'era più. Soltanto dopo 123 anni di occupazione straniera, nel 1918, la Res Publica di Polonia (Rzeczpospolita Polska) rinacque come uno stato indipendente.

 

                                                            © 2000, Krzysztof Bogucki  

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