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BANDAI SOC GX 35 WALKER GALLIAR by Mazingetter

Combat Mecha Xabungle (Sentō Meka Zabunguru), è una serie risalente ai primi anni 80 ed articolata in 50 episodi. Diretto da Yoshiyuki Tomino e prodotto da Sunrise, l’anime è stato trasmesso sugli schermi di Nagoya TV e TV Asahi tra il 6 febbraio 1982 ed il 29 gennaio 1983 e narra vicende ambientate su Zora, che altro non è se non il pianeta terra in un futuro molto lontano. Su Zora diverse culture e gruppi etnici convivono più o meno in contrasto tra di loro e tra di essi i due principali sono gli Innocent, caratterizzati da una profonda conoscenza della tecnologia, ed i Civilians, con grandi capacità di adattamento e che fanno affidamento sul progresso scientifico degli Innocent per l’uso di pezzi di ricambio e di prodotti meccanici. Gli Innocent, mantenendo contatti con alcuni gruppi di Civilians, cercano di seminare tra loro la discordia per conservare una posizione di privilegio e di potere rispetto a questi ultimi, garantita anche dal loro progresso scientifico che li ha portati alla produzione di diverse varietà di voluminosi robot di aspetto umanoide deputati ai più svariati compiti, le Walker Machines. Tra queste solo poche sono state ideate a scopo puramente bellico. A questo ristretto gruppo appartengono le Walker Machines Xabungle-type, a bordo di una delle quali (ovviamente rubata agli Innocent), un giovane Civilian scavezzacollo di nome Jiron finirà per infilarsi, trascinando con se un gruppo assai improbabile di ribelli squattrinati, in ogni sorta di pasticcio. L’anime in Giappone è stato ed è tuttora molto popolare, non è un caso che Bandai abbia infatti omaggiato la serie Xabungle con la produzione come gx non di 1, ma di ben 3 soggetti direttamente tratti da essa. Se infatti si escludono Mazinga Z ed Evangelion, Sentō Meka Zabunguru, almeno come numero di soggetti riprodotti, è l’anime più rappresentato nella linea Soul of Chogokin. Già recensito il gx-38 Iron Gear ed in attesa dell’articolo dedicato ai gx-28 e gx-28r (Xabungle e Xabungle Real Color), oggi parliamo del gx-35 Walker Machine Walker Galliar, il robot che a partire dal ventiseiesimo episodio va a sostituire lo Xabungle. Si parte…….

La scatola
Considerato che il modello non è decisamente un colosso mi sarei atteso una scatola più piccola dei 33 x 20 x 12 cm che la caratterizzano. Ad ogni modo il peso è abbastanza contenuto, 1100 grammi tondi tondi. Sull’anteriore sono ritratti a destra il Galliar con il grande bazooka poggiato sulla spalla destra, al centro i due mezzi che lo compongono (Gallee-Hover e Gallee-Will) e a sinistra, in un riquadro, il model kit contenuto insieme al modello nella confezione, si tratta della Walker Machine Durun-Type. Bandai ha infatti corredato le uscite dei soc della serie Xabungle con piccoli e semplici model kits (il Brockary nel gx-28, le miniature di varie Walker Machines nel gx-38 e, appunto, la Walker Machine Durun Type in questo gx-35). Nell’angolo in alto a sinistra sono stampati i loghi della serie Soul of Chogokin e dell’anime ed il codice del modello, il cui nome è invece riportato in basso a destra. Sul retro della scatola la figura centrale del Walker Galliar a bazooka spianato è letteralmente attorniata da un’innumerevole quantità di riquadri illustranti accessori e caratteristiche del modello e, in parte, del model kit abbinato.

Il contenuto
Si apre la scatola e si capisce il perché di dimensioni non così limitate come sarebbe stato lecito attendersi. La confezione è per metà occupata dalla scatola del model kit e solo per il restante 50% dal blister di plastica trasparente supportato da vassoietto in cartoncino che dà alloggio tanto al modello quanto ai suoi accessori. Tale blister, scendendo nel dettaglio, contiene: il Gallee-Hover, il Gallee-Weel, il bazooka ed il relativo missile, tre griglie a supporto di tre paia di antenne per il Walker Galliar (e questo è un bene, sono minuscole e la sensazione è che maneggiando il modello con poca attenzione non sia così difficile perderle), una miniatura del Wan (una specie di motoretta, mezzo di locomozione più comune su Zora), un fucile e il relativo caricatore di ricambio, un container, il boomerang idiom (una specie di cannone a forma di mezzaluna da cucina), il lanciamissili a 5 canne, 3 paia di mani (chiuse a pugno, aperte con dita semiflesse e per l’impugnatura di fucile e bazooka), due agganci per adattare gli sci dello Xabungle (in dotazione al gx-28, ebbene si, questi robot sciano pure….) ai piedoni del Galliar. I libretti di istruzione (confezionati insieme in una bustina di plastica trasparente) in questo caso sono 2, quello classico con istruzioni relative al modello ed informazioni sull’anime e quello con i passaggi per l’assemblaggio del kit e dell’hover truck (contenuto anch’esso nella scatola del kit). Del model kit e della sua confezione parleremo in un secondo momento.

Walker Galliar  
L’assemblaggio del robot a partire dai due mecha che lo formano (Gallee-Hover, mezzo aereo che va a comporre testa e braccia e Gallee-Will, veicolo di locomozione terrestre che costituisce tronco e gambe del robot) è manovra decisamente elementare, basta applicare una delle 3 paia di antenne in dotazione alla testa del robot, ruotare in avanti l’avantreno del Gallee Will, agganciare i due mezzi ed il gioco è fatto. La cura della realizzazione è tangibile da subito, e come sempre la evidenziano i piccoli dettagli: i tappi coprivite ed i fermi a scomparsa sull’interno-coscia per assicurare la parte al bacino in modalità Gallee-Will, i cannoncini mobili di quest’ultimo, il nome Walker Galliar impresso sulle ruote del mezzo terrestre, i sostegni estraibili dagli avambracci per l’appoggio a terra del Gallee-Hover sono solo alcuni esempi che dimostrano una volta di più come nella apparente semplicità di questo gx-35 Bandai non abbia lasciato nulla al caso.  Il modello, considerata l’altezza di 15 cm scarsi, si fa decisamente rispettare quanto a peso, 290 grammi non sono davvero pochi se rapportati a simili dimensioni. Le parti metalliche sono la pianta del piede (la parte nera nella sola superficie che poggia a terra), le parti verdi di piedi e gambe, la parte centrale del bacino, il tonco, le spalle (la parte verde), tutto il resto è in plastica. La verniciatura è davvero curata, molto curata. L’unico appunto che potrei fare, cosa non nuova per Bandai anche se meno evidente che in altri casi, è la diversa tonalità del colore tra parti a composizione diversa per cui il verde delle plastiche di anche ed avambracci non combacia perfettamente con quello delle parti metalliche di gambe e tronco. Per quanto riguarda la posabilità c’è da dire che il modello non eccelle, ma non è neanche così impalato. La caviglia, causa la presenza della ruota, di fatto non ha movimenti di inclinazione laterale ma solo di estensione/flessione (articolazione a scatto). Per dare maggior mobilità si è quindi ovviato alla cosa svincolando parzialmente la parte nera da quella verde del piede così da permettere una seppur minima inclinazione. Il ginocchio si flette a 90 gradi mentre l’anca ha movimenti estremamente ampi, sia in rotazione (praticamente completa) che in abduzione (apertura a 180 gradi delle cosce), entrambe le articolazioni sono a scatto. Le cosce possono ruotare modestamente. Il tronco è in parte estensibile rispetto al bacino mentre la testa è relativamente bloccata non estendendosi e ruotando lateralmente solo di poco (movimento bloccato dal ventolone sulla schiena). Le spalle, a scatto, ruotano liberamente e si abducono oltre i 90 gradi, le braccia ruotano sull’asse longitudinale ed i gomiti si flettono ad angolo retto. Alla fin fine le varie articolazioni garantiscono buone escursioni ma la posabilità finisce spesso per essere inficiata dall’aspetto un po’ troppo sgraziato (piedoni, gambone, braccine e testolina) e dalla conformazione del soggetto. Come detto in apertura, il modello presenta una notevole cura del dettaglio, oltre agli aspetti già citati meritano menzione le chiodature sulla parte bianca delle gambe, i perni delle articolazioni dei polsi ribaltabili all’interno degli avambracci, gli ammortizzatori a molla sulla pianta del piede, i vetri delle cabine di pilotaggio dei due mezzi riprodotti con plastica trasparente, le pale ruotabili della ventola del Gallee-Hover (è un piacere soffiarci a farle girare come fa un bambino con una girandola ^__^), la luce estraibile dalla spalla destra immediatamente a lato della testa. Capitolo accessori: belli il bazooka (carina l’idea di poter inserire il missile al suo interno) ed il fucile, d’effetto ed imponente il boomerang idiom, discutibile il lanciamissili a 5 canne (quel baldacchino montato sulle spalle che sormonta la testa non mi ha mai convinto), evitabile quel bussolo del container (nell’anime contiene le capsule di supporto vitale del Durun), tutto sommato buono solo per dare appoggio al piede del modello in pose un po’ particolari. Soddisfacente la dotazione in mani di ricambio, 3 paia non sono il massimo ma neanche la cosa peggiore sinora proposta da Bandai. Intelligente la possibilità di utilizzare l’hover truck come stand per l’esposizione degli accessori.

Walker Machine Durun Type
Due righe, per la cronaca, sul model kit contenuto nella confezione. Si tratta della Walker Machine Durun Type, un tipo di Walker Machine inizialmente in dotazione agli Innocent e di cui in tempi successivi, nel corso dell’anime, finiscono per appropriarsi i Civilians. E’ contenuto in una scatola di cartoncino su cui è raffigurata una scena di combattimento cui, oltre al suddetto, prendono parte anche Xabungle e Walker Galliar con sullo sfondo l’immagine dell’enorme base mobile Iron Gear. Il corpo centrale bianco del kit è alloggiato in un blister di plastica trasparente mentre le restanti parti sono da assemblarsi essendo ancorate alle relative griglie (contenute in buste di plastica trasparente). Il montaggio è abbastanza semplice e rapido ma il Durun-Type beh…… di fatto il mecha è bruttino bruttino e sinceramente sarebbe necessaria la mano di un modellista per aggiungere qualche markerizzazione o pannellatura in assenza della quale il risultato finale risulta decisamente piatto e “giocattoloso”. Questa scatola contiene in realtà anche una riproduzione dell’hover truck, mezzo di trasporto comunemente impiegato su Zora per il trasferimento di armi e beni materiali che in questo caso ha la sua utilità quasi unicamente come supporto per l’esposizione degli accessori.

In conclusione
Si tratta di un modello decisamente ben riprodotto. Che poi magari il soggetto non sia il massimo almeno esteticamente è comprensibile, ma sulle caratteristiche tecniche, il dettaglio, la completezza in accessori e il contenuto in metallo c’è veramente poco da dire, si tratta certamente di un signor gx e di un pezzo immancabile nelle vetrine degli appassionati amanti della serie Xabungle. Sul prezzo non posso però essere più di tanto di aiuto, personalmente l’ho pagato sugli 80 euro all’uscita ormai 4 anni or sono e non conosco le quotazioni di mercato attuali. Come sempre deve valere la linea del buon senso, che tradotto significa: compratelo senza fare follie! Un caloroso abbraccio a tutti i nostri lettori ed un affettuoso arrivederci alla prossima recensione da Stefano-Mazingetter.

PS Mi preme ringraziare l’amico Cristian-Garion Oh per le preziosissime informazioni fornitemi sulla serie ed i mecha relativamente alle quali ero totalmente disinformato. Senza il suo aiuto e la sua immensa competenza in materia avrei avuto grandi difficoltà nella stesura di quest’articolo. Ancora un carissimo grazie, Cristian!

Mazingetter
(le foto sono state realizate dall'autore dell'articolo)

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