TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI

 

27ª Sessione

 

La violazione dei diritti fondamentali del bambino e dell'adolescente in Brasile.

La distanza tra legge e realtà.

 

 

San Paolo, Brasile, 17-19 marzo 1999.

 

Parlamento Latino Americano

 

 

 

 

 

 

 

TRIBUNALE PERMANENTE DEI POPOLI

François Rigaux (Belgio): Presidente

Gianni Tognoni (Italia): Segretario generale

Segreteria:

Via della Dogana Vecchia, 5

00186 Roma - Italia

Tel.: 06/68801468 - 06/6833389

Fax: 06-6877774

E-mail: filb@iol.it

http://www.grisnet.it/filb

COORDINAMENTO BRASILIANO

Luiza Erundina de Sousa, Deputata federale

Roberto Vômero Mônaco

Maria Teresita Espinós de Souza Amaral

Muna Zeyn

Armando de Souza Amaral

Segreteria

Ordine degli avvocati brasiliani

Sezione di San Paolo

Praça de Sé, 385, 2° andar

San Paolo - Brazil

Fax: 005511/31040839

 

 

Ringraziamenti:

 

Non disponendo il Tribunale Permanente dei Popoli di fondi propri per finanziare la sessione principale e le sessioni preparatorie, le diverse regioni del Brasile impegnate nel lavoro hanno cercato il sostegno finanziario che preservasse una piena autonomia di azione e decisione. Nello stesso spirito, la sessione conclusiva ha contato sul sostegno finanziario delle seguenti istituzioni:

- Ordem dos advogados do Brasil, Sezione di San Paolo - Conselho Federal de Psicologia - Conselho Federal de Serviço Social - Central Única dos Trabalhadores, CUT/Nacional - Social Democracia Sindical, SDS/Nacional - Conselho Regional de Psicologia, CRP/6ª Região, São Paulo - Conselho Regional de Serviço Social, CRESS/9ª Região, São Paulo - Universidade São Francisco - Instituto de Estudos Especiais, IEE/PUC/SP

Un ringraziamento particolare va ai sindacati italiani CGIL, CISL e UIL e alla Rete Radié Resch.

 

Gli organizzatori di questa Sessione del Tribunale ringraziano le entità promotrici che, con impegno e dedizione, hanno contribuito alla sua realizzazione.

Ringraziano, inoltre, l'artista plastico Elifas Andreato, che ha ceduto la sua opera "A Mãe", adottata come simbolo di questa 27ª Sessione.

Rivolgono un ringraziamento speciale alla presenza di d. Paulo Evaristo Arns, Cardinale emerito di San Paolo, e di frei Betto, notevole figura di domenicano, i quali, con le loro parole d'ottimismo e speranza, hanno ispirato i lavori di questa sessione del Tribunale.

Sottolineano ancora la presenza gradita del dr. Reginaldo de Castro, Presidente del Consiglio federale della Ordem dos advogados do Brasil.

 

Presidenti:

 

Prof. Dr. Dalmo de Abreu Dallari,

Professore titolare della Facoltà di Diritto dell'Università di San Paolo, USP, San Paolo (Brasile)

Dr. Rubens Approbato Machado,

Presidente della Ordem dos advogados do Brasil, Sezione di San Paolo (Brasile)

Dr. Luís Moita,

Vicerettore della Universidade Autônoma de Lisboa (Portogallo)

 

Segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli:

Dr. Gianni Tognoni

 

 

Giurati:

 

Dr. Philippe Texier, Magistrato e Membro della Commissione Nazionale Consultiva dei Diritti Umani, Francia. - Dr. Giorgio Gallo, Ingegnere e Portavoce della Rete Radié Resch, Italia. - Dr.ª Maria Catalina Batalha Pestana, Dottore in Psicologia Educativa e Direttrice del Piano per l'Eliminazione del Lavoro Minorile del Ministero del Lavoro e della Solidarità, Portogallo. - Dr.ª Melita Cavallo, Giudice presso il Tribunale dei Minori di Napoli, Italia. - Deputata Federale Luiza Erundina de Sousa, ex sindaco del Municipio di San Paolo, Docente Universitario di Servizio Sociale, Brasile. - Dr. Dirceu Aguiar Cintra Junior, Magistrato, Presidente della Associação Juízes para a Democracia, Brasile. - Sig.ra Margarida Genevois, ex-presidente della Comissão Justiça e Paz della Arcidiocesi di San Paolo, Membro della Comissão Brasileira Justiça e Paz della Conferenza episcopale nazionale del Brasile, Brasile. - Dr. Idibal Piveta, avvocato, membro della Commissione Diritti Umani della Ordem dos advogados do Brasil, Sezione di San Paolo, Brasile. - Dr. Edson Ulisses de Melo, avvocato e ex-presidente della Sezione di Sergipe della Ordem dos advogados do Brasil, Brasile. - Padre Joacir Della Giustina, sacerdote e Coordinatore Generale della Pastorale dei Minori della Conferenza episcopale nazionale del Brasile, Brasile.

 

 

Accusa

 

Promotor Dr. Clilton Guimarães Santos,

Promotor de Justiça da Cidadania della capitale - São Paulo (Brasile)

Avvocato Dr. Camilo Augusto Leite Cintra,

Segretario esecutivo dell'Istituto per lo sviluppo integrale del bambino e dell'adolescente (INDICA).

 

 

Difesa

 

Avvocato Dr. Roberto Vômero Mônaco,

Membro della Commissione diritti umani della Ordem dos advogados do Brasil di San Paolo.

 

 

1. Organizzazione e composizione del Tribunale

 

1.1. Il Tribunale Permanente dei Popoli si è riunito nella città di San Paolo, Brasile, dal 17 al 19 marzo 1999, in Sessione conclusiva dopo cinque Sessioni regionali, svoltesi in diverse parti del Brasile, per un giudizio sul governo brasiliano e la sua politica relativa ai minori, sulla base delle ripetute denuncie di violazioni gravi e continuate dei diritti dei minori e di una richiesta espressa e formale dell’Ordine degli avvocati brasiliani, Sezione di San Paolo. Parallelamente alle informazioni sulle violenze, il Tribunale, assistito da eminenti giuristi brasiliani e stranieri, ha tenuto specificamente conto del fatto che la Costituzione e le leggi del Brasile, specialmente lo Statuto del bambino e dell'adolescente, si allineano ai sistemi legislativi piú recenti circa i diritti dei minori, che lo Stato brasiliano ha già formalizzato la propria adesione a praticamente tutti i principali trattati, patti e convenzioni di Diritti umani.

In tal modo, le denuncie, basate su fatti e circostanze molto precisi, configuravano, in linea di principio, il mancato rispetto ai principi fondamentali dello Stato democratico di diritto - che è il modo in cui si definisce nella sua Costituzione lo Stato brasiliano - e il non adempimento degli impegni internazionalmente assunti dal Brasile. Ciò con danno manifesto per la dignità di milioni di esseri umani, soprattutto bambini e adolescenti, in maggioranza poveri e socialmente discriminati, configurando una grave offesa alle esigenze etiche e giuridiche dei diritti umani.

 

1.2. Organizzatori e membri del Tribunale sono stati persone altamente qualificate, con un'ampia conoscenza delle circostanze di fatto e di diritto che caratterizzano le violazioni gravi dei diritti di bambini e adolescenti. Il lavoro preparatorio ha garantito un rilevamento minuzioso e preciso delle violazioni piú frequenti e costanti, raccogliendo dati, ascoltando testimoni direttamente coinvolti nella difesa dei diritti dei minori, ottenendo anche la testimonianza di specialisti di aree e competenze che si dedicano allo studio del bambino e dell'adolescente in Brasile.

Le sessioni preparatorie sono state organizzate in diversi Stati della federazione brasiliana, con l'obiettivo di ottenere dati completi e precisi sulle violenze ripetute e gravi contro bambini e adolescenti, nella totale carenza da parte dei rispettivi governi e società di interventi capaci di instaurare e assicurare il rispetto dei diritti e della dignità umana. I temi fissati per ciascuna Sessione sono stati suggeriti dalla maggior incidenza o visibilità di certi tipi di violenza, senza ignorare che anche altre occorrono e sono egualmente gravi. Con tale procedimento la produzione di prove è stata considerevolmente arricchita, fornendo tutti gli elementi utili alla formazione del convincimento dei membri della giuria, circa il trattamento ingiusto, immorale e illegale di cui sono vittime bambini e adolescenti in Brasile.

Nella Sessione conclusiva sono stati uditi agenti sociali che, per la loro militanza, conoscono le circostanze individuali e sociali in cui nascono e vivono i bambini poveri brasiliani, e le conseguenze gravi e profonde che risultano dalle politiche strutturali governative che ignorano la persona umana e le esigenze sociali, dirigendo le risorse pubbliche verso il mantenimento di un ordine sociale manifestamente ingiusto, causa evidente di discriminazione e emarginazione.

 

1.3. Nella sessione solenne di apertura, la giuria è stata presieduta dal Dr. Rubens Approbato Machado, Presidente dell’Ordine degli avvocati brasiliani di San Paolo, dalla Deputata federale Luiza Erundina de Sousa, da Gianni Tognoni, Segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli, che hanno invitato al tavolo della presidenza il Dr. Dalmo de Abreu Dallari, il Dr. Luís Moita e il Cardinale d. Paulo Evaristo Arns. Tutti hanno preso la parola e la Sessione è stata conclusa con l’intervento del Dr. Rubens Approbato Machado.

 

1.4. In apertura dei lavori del Tribunale, il 18 marzo sono state lette le sentenze emesse nelle diverse regioni, nel seguente ordine:

Regione Sud - Dr. Jayme Paz da Silva e Dr. Luís Carlos Levenzon

Regione Sudest - padre Plínio Possobon

Regione Centro-ovest - Dr. Betsey Polistchuk de Miranda e Dr. Walter Santana

Regione Nord - Sr. Giustina Zanatto

Regione Nordest - Dr. Cezar Brito e Dr. Ulisses Edson de Melo.

 

Sessioni regionali:

 

Regione Sud - Con sede a Porto Alegre, Stato del Rio Grande do Sul, il tema giudicato il 29 luglio 1998 è stato "mortalità materno-infantile", sotto la presidenza del Dr. Luís Carlos Levenzon, presidente della Sezione del Rio Grande do Sul dell’Ordine degli avvocati brasiliani, con la segreteria del Dr. Jayme Paz da Silva, fungendo da pubblico ministero il Dr. Nereu Lima e la giornalista Télia Negrão e, per la difesa, i Dr. Tito Montenegro Barbosa e Carmen Mazzaro.

 

Regione Sudest - Svoltasi il 16 aprile 1998, con sede a Belo Horizonte, Stato di Minas Gerais, ha giudicato la situazione di "bambini e bambine di strada e nella strada". E' stata presieduta dal Dr. Aristides Junqueira Alvarenga, membro della Commissione brasiliana giustizia e pace ed ex Procuratore generale della Repubblica; nella qualità di pubblico ministero la Deputata federale Rita Camata e il Deputato statale João Leite, e per la difesa il Dr. Carlos Victor Muzzi, Presidente della Commissione diritti umani della Ordem dos advogados do Brasil, sezione di Minas Gerais.

 

Regione Centro-ovest - Il 30 maggio 1998, con sede a Cuiabá, Stato di Mato Grosso, ha giudicato il tema "sfruttamento della manodopera minorile". Presieduta dalla Dra. Betsey Polistchuk di Miranda, membro della Commissione diritti umani della Sezione del Mato Grosso dell’Ordine degli avvocati brasiliani, ha agito come pubblico ministero la Dra. Lília Alves Ferreira e, come responsabile della difesa, il Dr. Walter Santana.

 

Regione Nord - Con sede a Manaus, Stato di Amazonas, il 29 maggio 1998, il giudizio ha riguardato il tema "bambini e adolescenti vittime della droga". Presieduta dal Dr. Luís Fernando Barros Vidal, magistrato e membro della Associazione giudici per la democrazia, essendo pubblico ministero il Dr. Paulo Figueiredo e responsabile della difesa la sig.ra Graça Soares Prola.

 

Regione Nordest - Svoltasi il 25 maggio 1998, con sede ad Aracaju, Stato di Sergipe, nella quale è stata giudicata la "violenza e l'abuso contro bambini e adolescenti", con la presidenza del Dr. Herman Assis Baeta, ex presidente del Consiglio federale dell'Ordem dos advogados do Brasil, con la segreteria della Sig.ra Andréa Dipiere, essendo pubblico ministero il Dr. Paulo Lopo Saraiva, e responsabile della difesa il Dr. Saulo Menezes Calazans Santos.

 

1.5. La lettura dell'atto d'accusa è stata fatta da padre Júlio Lancellotti, che ha suggerito alla delegazione straniera di giurati del Tribunale Permanente dei Popoli di visitare l'Unità di detenzione provvisoria (UAP) della FEBEM (Fondazione statale per il benessere del minore) di San Paolo.

 

 

 

2. Documentazioni e testimonianze presentate nella Sessione conclusiva

 

 

2.1. Testimoni su temi specifici

 

Tema: Mortalità infantile

Dr. Ana Volochko

Dr. Zilda Arns Neumann

 

Tema: Bambini e bambine di strada e nella strada

Sr. Maria do Rosário Leite Cintra

Prof. Rodrigo Stumpf Gonzales

 

Tema: Violenza e sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti

Dr. Albertina Duarte Takiuti

Prof. Myriam Gomes da Silva

 

Tema: Sfruttamento di manodopera minorile

Prof. Irandi Pereira

Sig.ra Suzana Sochaczewski

 

Tema: Bambini e adolescenti vittime della droga

Dr. Auro Danny Lescher

Sig. Francisco Rodrigues

 

 

2.2. Documenti di riferimento considerati dal Tribunale

 

- Costituzione della Repubblica federativa del Brasile (CF/88)

- Statuto del bambino e dell'adolescente (ECA/90)

- Convenzione delle Nazioni unite sui diritti del bambino (20/11/89)

- Convenzione nº 138 della Organizzazione internazionale del lavoro (1973)

- Piano nazionale per i diritti umani (1996)

Altre fonti di diritto interno e internazionale, utilizzate specificamente in questa sessione, sono citate nel testo.

I giurati hanno anche utilizzato, come testi di riferimento, i rapporti UNICEF del 1997, 1998 e 1999 sullo "Stato dell'infanzia nel mondo".

I componenti stranieri della giuria hanno svolto una visita ufficiale a uno degli Istituti della Fondazione per il benessere del minore (FEBEM), a San Paolo, per una verifica diretta delle condizioni di internamento di minori senza famiglia o in situazione di abbandono, o di quanti sono considerati infrattori della legge. Il resoconto formale della visita è stato stilato dalla Dr. Melita Cavallo.

E' stato inoltre presentato alla giuria un rapporto tecnico sul quadro internazionale dei "Conselhos dos Direitos" e dei "Conselhos Tutelares", ad opera dei consulenti padre Plínio Possobon, Sr. Miriam e Sig.ra Odete Vieira.

 

 

 

3. Sintesi dei capi di accusa

 

Sulla base di una documentazione dettagliata dei fatti e di argomentazioni giuridiche, nell'atto di accusa è stato proposto il riconoscimento della responsabilità dei poteri costituiti, inclusi i governi federale, statali e municipali, per omissioni note e comprovate o abusi di autorità, riguardanti:

a. abuso e sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti (punti 1-7 dell'atto di accusa); b. mortalità materno-infantile e sue relazioni con gli standard minimi di sussistenza e prestazione di servizi sanitari (punti 8-11); c. sfruttamento del lavoro minorile (punti 12-15); d. traffico di droghe e programmi specializzati di prevenzione e assistenza di bambini e adolescenti (punti 16-19); e. bambini e bambine di strada e nella strada, con riferimento alle misure preventive di assistenza, individuando l'esclusione sociale e morale e anche la tolleranza e l'esistenza di fatti illegali (punti 20-26); f. mancato rispetto dei "Conselhos dos Direitos" e "Conselhos Tutelares" (punti 27-30).

 

 

 

4. Violenze specifiche

 

4.1. Mortalità materno-infantile

 

In aperta contraddizione con gli indicatori economici che pongono il Brasile fra i primi paesi al mondo, gli indicatori del livello di vita dei bambini e, piú specificamente, quelli della mortalità materno-infantile, assegnano al Brasile una posizione molto sfavorevole nelle statistiche mondiali. E' specificamente importante sottolineare alcuni aspetti quantitativi particolarmente impressionanti:

a. la mortalità materna è di 30-50 volte piú alta di quella riscontrata nei paesi del primo mondo;

b. la mortalità infantile resta, in media, quattro volte maggiore di quella presente negli indici dei paesi capitalistici occidentali e in quelli di Cuba.

Tuttavia i documenti e le testimonianze presentate al TPP rivelano che i problemi strutturali della società brasiliana indicano una complessità che va molto al di là di quanto possano mostrare le statistiche:

- la dominanza di un modello di assistenza concentrato sulla gestione medicalizzata e chirurgica del parto (la frequenza dei cesarei è del 52% nello Stato di S. Paolo) e la scarsa attenzione data alle pratiche di prevenzione e all'educazione;

- il ricorso indiscriminato alla chirurgia non solo segna l'inizio della vita con la separazione violenta fra madre e figlio, ma promuove uno spreco di risorse pubbliche (quando l'evento è seguito dal servizio sanitario), impone condizioni di separatezza ed esclusione ed ha come conseguenza inevitabile l’esposizione ad un eccesso di rischi e di complicazioni per le donne e i bambini piú poveri;

- la centralità dei fattori di rischio, soprattutto socioeconomici, che si esprimono in modo drammatico in alcune regioni (mancanza di acqua potabile, di condizioni abitative minime, di igiene e educazione sanitaria).

Durante la Sessione del Tribunale sono state presentate, d'altra parte, esperienze molto ben documentate (sviluppate soprattutto da entità non governative) sulla possibilità di evitare tutte queste violazioni del diritto alla vita di madre e figlio, riconoscendo e praticando la priorità della prevenzione, sostituendo all'aggressività la partecipazione delle donne e della comunità, così da fare della riproduzione della vita un'occasione ed uno strumento per una pedagogia di diritto di coscienza e di autonomia di tutta la comunità nella ricerca di risposte ai suoi problemi.

 

4.2. Violenza e sfruttamento sessuale

 

Il Tribunale ha ricevuto testimonianze orali e documentazione scritta impressionanti sull'estensione crescente della violenza e dello sfruttamento sessuale che colpiscono specialmente le bambine e le adolescenti. E’ sufficiente richiamare un'informazione riconosciuta anche dalle statistiche ufficiali e, per questo, probabilmente sottostimata come indicatore drammatico di una situazione di violenza che ha le sue radici nelle famiglie stesse, in una cultura che fa del corpo della donna un oggetto di mercato, esaltata dai mezzi di comunicazione che si rivolgono specificamente alle generazioni piú giovani: le 31.000 bambine dai 10 ai 14 anni che entrano nei reparti di maternità in un anno sono il documento drammatico (poiché nessuna di queste gravidanze può essere considerata una scelta consapevole) di una realtà indubbiamente ben piú vasta, che molto di frequente si conclude in modo tragico, e produce in bambine e adolescenti conseguenze difficilmente reversibili.

In questo contesto è necessario evidenziare l'assurdità di una recente interpretazione del Superior Tribunal de Justiça, che ha dichiarato non punibile lo stupro, avvenuto in una relazione fra padre e figlia (incesto), per essere la vittima maggiore di 14 anni e, quindi, a parere del Tribunale, capace di consentire. Questa giurisprudenza è andata contro le disposizioni costituzionali e legali sulla responsabilità paterna e ha contribuito alla legittimazione di uno stato di violenza sessuale domestica.

In questo quadro di violenza, la centralità della prostituzione, che è stata oggetto specifico di una delle sessioni regionali, renderebbe inutile una documentazione con altri dati quantitativi. Secondo la conferma di un rapporto ufficiale presentato a livello internazionale negli stessi giorni del TPP, la distribuzione della prostituzione quali-quantitativa è il riflesso delle caratteristiche economiche e sociali delle diverse regioni del paese. Le forme di sfruttamento delle bambine e delle adolescenti sono diverse, e variano secondo il profilo della loro sinistra "clientela" (cercatori d'oro, turisti, "gente comune", etc.), ma seguono modelli molto simili: il corpo di bambine e adolescenti è materia prima, merce che serve alla sopravvivenza loro e delle famiglie (la prostituzione alle volte è la continuazione della violenza domestica) e costituisce, inoltre, lo strumento del profitto di gruppi organizzati. Le misure legislative e giudiziarie che si stanno prendendo per controllare questo "mercato" paiono totalmente insufficienti: non c'è una capacità di controllo reale né volontà effettiva (al meno riguardo al turismo sessuale). La prostituzione minorile è un'espressione propria di una società caratterizzata da un malessere economico e sociale che le manovre strutturali e amministrative, ispirate soltanto da obiettivi economici, stanno fatalmente aggravando.

 

4.3. Lavoro minorile

 

Sullo sfruttamento di manodopera minorile la deposizione dei testimoni ha evidenziato che, oltre ai lavori dannosi o pericolosi, formalmente condannati da tutti, vi è anche una gran quantità di forme di sfruttamento lavorativo considerate leggere e, quindi, tollerate, e certe volte persino incentivate. Secondo alcuni, questi lavori servirebbero a educare i bambini e, soprattutto, sarebbero la soluzione per togliere i bambini dalla strada.

In realtà, tutti i lavori svolti da bambini sono dannosi: costituiscono sempre sfruttamento e una grave violenza al loro sviluppo psicosociale. I bambini che lavorano, pur riuscendo a frequentare la scuola, raramente raggiungono un rendimento positivo (ciò che costituisce un fattore importante di evasione scolastica). Le ricerche condotte in questo campo sottolineano specificamente che gli insegnanti ignorano o non si preoccupano, del fatto che i loro studenti lavorano. C'è quindi un problema culturale che richiede una trasformazione di mentalità, per far comprendere alla società il danno e la violenza che la perdita dell'infanzia costituisce per il bambino.

E' stato anche messo in rilievo che il lavoro minorile è spesso espressione della difficoltà di sopravvivenza della famiglia, in quanto unica scelta per aumentare il reddito familiare (vedasi l'indicatore del reddito familiare, UNICEF, 1997, p. 80).

La fonte sopra citata ha documentato in modo scientificamente irreprensibile che, secondo dati del 1995, in tutto il Brasile vi sono 583.000 bambini fra i 5 e i 9 anni che lavorano. A San Paolo circa un terzo dei bambini lavoratori svolgono una giornata dalle 7 alle 11 ore.

 

4.4. Bambini e bambine di strada e nella strada

 

La storia dei bambini e bambine di strada e nella strada è forse una sintesi della storia del Brasile:

- della sua urbanizzazione accelerata e che ha portato a molteplici realtà urbane caratterizzate da fenomeni consistenti di emarginazione socioeconomica;

- da condizioni di lavoro e vita precarie e instabili di un numero straordinario di famiglie;

- di una situazione di violenza intrafamiliare (molte volte conseguenza di difficoltà economiche drammatiche e di deficit culturali ancora maggiori);

- dell'assenza di progetti pedagogici che rispondano alla specificità e alla diversità di educandi provenienti da diversi strati sociali, con l’aggravante della mancanza di controllo e sostegno economico e istituzionale per le scuole.

Al Tribunale sono stati presentati in modo analitico e critico, dati esaustivi che descrivono non solo la complessità e l'estensione del problema, ma anche il crescere costante di violenza ed emarginazione come caratteristica strutturale della società in cui vivono questi bambini e bambine.

C'è una tendenza precisa (non stimolata dalle azioni delle autorità competenti, ma spesso incentivata da una parte dei mezzi di comunicazione) a considerare tali bambini e bambine come aggressori, che hanno piú bisogno di repressione che di diritti. I tagli drastici, dai bilanci di Unione, Stati e Municipi, dei fondi destinati a implementare i dettami dello Statuto del Bambino e dell'Adolescente, sono indicatori della mancanza di un progetto di lungo termine per questa popolazione che, alle volte, è protagonista di violenze, ma che soffre soprattutto come vittima di un modello di società e di autorità di governo che, capovolgendo la logica e lo sguardo, considera gli esclusi come colpevoli del mantenimento dello stato di emarginazione, criminalizzandoli.

 

4.5. Bambini e adolescenti vittime delle droghe

 

Il Tribunale ha udito le testimonianze di responsabili per programmi di intervento e aiuto per questa popolazione di bambini e adolescenti vittime delle droghe, particolarmente toccata dalle violenze di strada e tossicodipendenti. La criminalizzazione, piuttosto che la prevenzione e la riduzione del danno, rimane la regola piú comune applicata dalle autorità. Queste stesse autorità destinano, d'altra parte, risorse assai scarse alle iniziative istituzionali e non governative che operano per cambiare questo stato di cose.

Programmi di questo tipo devo avere, almeno per definizione, essere pianificati sul lungo periodo, se vogliono avere una minima probabilità di influenzare positivamente una situazione tanto degradata ed estesamente controllata da gruppi illegali che dominano territori sottratti al potere dello stato.

Alla violenza di quell’incarceramento personale, che è la droga, si somma per questi bambini e adolescenti la violenza, cosí spesso fatale, di essere "clienti prigionieri" di un mercato che le autorità competenti non sembrano poter o voler reprimere seriamente.

 

 

 

5. Constatazione in loco da parte dei membri della giuria

 

Le implicazioni globali e veramente tragiche della situazione di mancanza di un progetto positivo per bambini e adolescenti, sommata al mancato rispetto degli obblighi fondamentali previsti dalla legislazione brasiliana, sono apparse evidenti ai membri europei del Tribunale Permanente dei Popoli, in occasione di una lunga visita a una delle strutture della FEBEM (Fondazione statale per il benessere del minore), effettuata seguendo il suggerimento del padre Júlio Lancelotti, antico e attivissimo militante in favore dei diritti del bambino e dell'adolescente e profondo conoscitore di tale realtà.

Il sovraffollamento della struttura - 1600 adolescenti fra i 14 e i 18 anni, invece dei 350 previsti - è il prodotto di una ingiusta politica di penalizzazione, che a sua volta esprime una risposta del potere politico e giudiziario alla pressione di quella parte della società civile che privilegia il mantenimento della sicurezza per i propri diritti patrimoniali, a detrimento del rispetto fondamentale per il diritto delle persone. Le condizioni detentive - che superano il massimo previsto di 45 giorni - possono essere classificate solo come subumane; gli adolescenti sono costretti a rimanere seduti per terra in posizione fissa tutto il giorno; da 12 a 15 persone dormono in stanze senza aria e luce sufficienti, che dovrebbero ospitarne due. I giudici del Tribunale Permanente dei Popoli hanno constatato che pratiche di pene corporali e trattamenti "degradanti" classificabili come tortura sono esperienza quotidiana.

D'altra parte, l'esistenza nella stessa struttura di una esperienza modello (numericamente molto limitata) di riabilitazione sociale progressiva serve solo a dare piú risalto al grado di violazione intollerabile dei diritti, definiti come inviolabili dalla legge, che avviene in quella e verosimilmente in altre strutture destinate a ospitare adolescenti.

Il Tribunale ha preso conoscenza che la FEBEM è già stata oggetto di innumerevoli denuncie e indagini parlamentari, ed è certo che essa è stata di recente teatro di fatti tragici per gli adolescenti che vi erano incarcerati. Questa realtà esprime l'essenza stessa dell'atto d'accusa e permette di ritenere colpevoli, in maniera diretta o indiretta, tutti i responsabili istituzionali per il mantenimento di questo quadro spaventoso.

La prigione della FEBEM, è un'espressione, allo stesso tempo simbolica e tragicamente reale, radicata come è nel centro di uno Stato che produce il 40% della ricchezza del Brasile, di un paese che è un paradiso legislativo per bambini e adolescenti, e nello stesso tempo ne può programmare la vita in un campo di concentramento che potrebbe essere immaginato solo in un incubo.

 

 

 

6. Accentuazione delle restrizioni di bilancio

 

Il Tribunale ha preso conoscenza di dati che documentano dei tagli sostanziali di bilancio, adottati di recente in Brasile per l'adeguamento dei conti pubblici al modello del Fondo Monetario Internazionale, senza considerazione alcuna degli obblighi costituzionali del governo e degli effetti altamente dannosi di tale politica. Questi tagli hanno già toccato, in modo sostanziale, i fondi destinati alla protezione e promozione dei diritti del bambino e dell'adolescente. Tali cifre sono la dimostrazione aggiornata, basata su elementi concreti, della negazione del principio della assoluta priorità di bambini e adolescenti, stabilita nell'articolo 217 della Costituzione brasiliana e confermata dallo Statuto del Bambino e dell'Adolescente, che è legge federale. Questi provvedimenti configurano una chiara responsabilità del governo brasiliano nella grave violazione di diritti.

Oltre a questi tagli di bilancio, il trasferimento di risorse, in origine destinate a programmi di assistenza a bambini e adolescenti, verso attività di supporto alla Polizia federale, è di una gravità assoluta, vista anche l'inesistenza di un'organizzazione di polizia istituzionalmente competente o, almeno, specificamente costituita per dar risposta alle situazioni vissute da bambini e adolescenti. Si aggrava, in tal modo, la responsabilità governativa che hanno deciso tali tagli e trasferimenti.

Val la pena di riportare a titolo esemplificativo alcuni dati prodotti direttamente da testimoni.

Il Dipartimento dei minori del Ministero della giustizia che, nel 1995, aveva una dotazione di bilancio del valore di R$ 97.500.000 (novantasette milioni e cinquecentomila reais), nell'esercizio 1998 passò a riceverne R$ 19.300.000 (diciannove milioni e trecentomila reais) e, nel 1999, ha subito un'altra riduzione, essendo previsti soli R$ 16.300.000 (sedici milioni e trecentomila reais).

Nella dotazione di bilancio del Fondo nazionale per lo sviluppo dell'educazione, che in apparenza presenta una crescita - solo in ragione dell'inclusione della refezione scolastica sotto questa voce di spesa (da 633 milioni a 903 milioni di reais), vi sono tagli significativi, fra il 10,45% e il 13,5%, nei programmi rivolti all'educazione: "sviluppo dell'educazione prescolastica", "distribuzione di libri e biblioteche", "salute scolastica", "produzione di programmi educativi" e "programma di lotta all'analfabetismo".

Un taglio del 13,98% delle risorse ha toccato la democratizzazione della gestione scolastica conquistata negli ultimi anni con il Fondo di municipalizzazione dell'insegnamento di base e valorizzazione del professionista dell'educazione.

E' stata toccata la politica di lotta allo sfruttamento della manodopera minorile: il "programma di lotta al lavoro infantile" ha subito un taglio del 50%; la "assistenza integrale al bambino e all'adolescente nella lotta alla povertà" ha il 79,21% di risorse in meno che nel 1998, e il "progetto di reddito minimo", che prevede il pagamento di una borsa scolastica in tutto il paese, approvato nel 1997, ha subito un taglio dell' 83,13%.

Programmi che interessano significativamente il bambino e l'adolescente, come i programmi di "abitazioni urbane" e "risanamento in generale" hanno subito tagli rispettivamente del 69% e 58%.

Il 7 gennaio scorso è stato approvato dalla Banca mondiale il "Progetto rete di protezione sociale" che ha per obiettivo appoggiare programmi di protezione sociale per bambini di famiglie povere, famiglie bisognose di servizi sanitari pubblici e per disoccupati. Il Progetto è di 252.520.000 US$. Le testimonianze ricevute dal Tribunale hanno documentato che il Ministério da Fazenda, nel messaggio inviato al Senato, sottolinea l'intenzione del Governo di usare parte delle risorse per il pagamento del servizio del debito estero.

In virtú del decreto nº 43.591 del 26 ottobre 1998, dal Governo dello stato di San Paolo, sono stati bloccati 876.723 reais del Fondo statale dei diritti di bambino e adolescente, per dirottarli al pagamento del personale e per incarichi sociali.

 

 

 

7. Violazione di leggi e di obblighi giuridici internazionali

 

Il 26 gennaio 1990, il Brasile ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell'infanzia, ratificata con decreto legge del 14 settembre 1990.

Il 13 luglio 1990 è stato sancito lo Statuto del Bambino e dell'Adolescente. Lo stesso anno, il Brasile ha assunto impegni nazionali e internazionali che gli impongono di assicurare "la protezione integrale del bambino e dell'adolescente" (articolo 1º dello Statuto).

L'articolo 4º dello Statuto ha stabilito come priorità assoluta per la famiglia, la comunità, la società in generale e i poteri pubblici il compito di assicurare la realizzazione concreta dei diritti che si riferiscono alla vita, la salute, l'alimentazione, l'educazione, lo sport, il tempo libero, la formazione professionale, la cultura, la dignità, il rispetto, la libertà e la convivenza familiare e nella comunità.

 

7.1. Sul diritto alla vita e alla salute

 

L’andamento del tasso medio di mortalità infantile, cosí come gli alti indici di denutrizione infantile e la mortalità materna documentano quanto a tutti i livelli di Governo-Unione, Stati, Municipi - le risorse finanziarie (già molto limitate) sono gestite in modo assolutamente inadeguato rispetto alle esigenze di un settore dichiarato di priorità assoluta. Questa non attenzione costituisce una violazione del diritto alla vita, alla salute e all'alimentazione come previsto negli articoli 3 e 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani, gli articoli 11 e 12 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, l'articolo 6 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e, sul piano interno, l'articolo 227 della Costituzione federale e dell'articolo 4 e capitolo 1 dello Statuto del bambino e dell'adolescente.

Nello stesso senso, non sono rispettati l'articolo 24 della Convenzione sui diritti dell'infanzia e l'articolo 227, paragrafo 1, della Costituzione federale che prevedono la implementazione di programmi di assistenza atti ad assicurare la salute del bambino e dell'adolescente. L'articolo 10 del Patto sui diritti economici, sociali e culturali prevede egualmente cure speciali per bambini e adolescenti.

Nei termini degli articoli 30, paragrafo VII, e 195 della Costituzione federale, l'Unione e gli Stati hanno il dovere di garantire ai municipi una cooperazione tecnica e finanziaria capace di assicurare il servizio sanitario. Sia le testimonianze orali che i rapporti scritti presi in considerazione dal Tribunale, hanno provato che questa cooperazione non raggiunge livelli che possano essere considerati soddisfacenti.

 

7.2. Sui bambini di strada e nella strada

 

La rilevanza della dimensione del problema è stata oggetto di molte testimonianze relative alla violazione di numerosi diritti, in primis il diritto all'educazione (articoli 13 e 14 del Patto sui diritti economici, sociali e culturali, gli articoli 28 e 29 della Convenzione sui diritti dell'infanzia, gli articoli da 53 da 59 dello Statuto del bambino e dell'adolescente). Più complessivamente, il bambino e l'adolescente sono esposti a ogni forma di violenza fisica e morale (articolo 19 della Convenzione sui diritti dell'infanzia).

Soprattutto, lo Stato ha il dovere di garantire al bambino protezione e sostegno speciale, in particolare "garanzia di condizioni abitative protette secondo la legislazione nazionale" (articolo 20 della Convenzione sui diritti dell'infanzia). Le disposizioni corrispondenti nello Statuto del bambino e dell'adolescente si trovano al capitolo II, titolo II, riguardanti le misure specifiche di protezione, in particolare all’articolo 101. La persistenza di un numero elevato di bambini e bambine di strada e nella strada attesta la latitanza dello Stato, ai suoi vari livelli, rispetto al dovere di creare per bambini e adolescenti le condizioni favorevoli al mantenimento dei legami necessari con istituzioni sociali, in particolare con famiglia e scuola. L'insieme dei testi sopra citati, come anche l'articolo 227 della Costituzione federale, non sono rispettati.

 

7.3. Sulla violenza e l'abuso sessuale contro bambini e adolescenti

 

La violenza e gli abusi sessuali assumono forme diverse, avvengono nel seno della famiglia, cosí come nella società e implicano tanto brasiliani quanto stranieri (pedofilia, turismo sessuale), e configurano violazioni gravi tanto delle convenzioni internazionali quanto dei testi nazionali. La Convenzione sui diritti dell'infanzia condanna in primo luogo la violenza nei confronti dei bambini in tutte le sue forme (articolo 19) e lo sfruttamento e la violenza sessuali in particolare (articolo 34) considerate e condannate anche dall’ articolo 227 della Costituzione federale e dall'articolo 5º dello Statuto del Bambino e dell'Adolescente.

Si è documentato che il potere esecutivo federale non applica i mezzi necessari a prevenire e reprimere lo sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti, in violazione anche del paragrafo 48 della Dichiarazione di Vienna, che richiede concrete strategie di lotta in questa direzione.

Per quanto riguarda il turismo sessuale, lo Stato ha il dovere di implementare misure restrittive e di impedire una pratica che riguarda soprattutto stranieri.

 

7.4. Sui bambini e gli adolescenti vittime delle droghe

 

Lo Stato, la società e, in certa misura, la famiglia, hanno in questo campo, responsabilità direttamente proporzionali alla inefficienza e inefficacia, con cui gestiscono questo problema che costituisce un attentato contro la salute e a volte persino contro la vita dei bambini e degli adolescenti. Benché lo Stato agisca attraverso l'azione di numerosi agenti fortemente impegnati nella difesa dei diritti di bambini e adolescenti, il suo intervento è spesso ridotto agli aspetti repressivi. Le risorse finanziarie disponibili, già scarse, non vengono orientate nè utilizzate per strategie preventive multidisciplinari, in un contesto che vede il disinteresse della società.

Nè l’Unione nè la Polizia federale inoltre hanno attuato una politica efficace di prevenzione e repressione del traffico internazionale e nazionale di droghe.

Non esistono programmi di prevenzione e di assistenza specializzati per bambini e adolescenti tossicodipendenti, il che va contro il disposto dell'articolo 227 della Costituzione federale. Il Potere giudiziario, il Pubblico ministero e il Potere giudiziario al constatare le responsabilità e le violazioni delle norme non applicano le previste misure socioeducative come rimedio legale appropriato.

 

7.5. Sullo sfruttamento della manodopera minorile

 

Le Convenzioni 5 e 138 della OIL sull'età lavorativa minima dei minori sono esplicitamente presi in considerazione nella legislazione interna brasiliana, ma non sono ratificate. L'età minima per il lavoro minorile è fissata a 16 anni dall'articolo 7, inciso XXXIII, della Costituzione federale, che proibisce anche il lavoro notturno, pericolo e nocivo per i minori di 18 anni, con l’eccezione del lavoro di apprendista, ammesso a partire dai 14 anni. Lo Statuto del bambino e dell'adolescente ha dedicato un capitolo speciale alla questione del lavoro, il capitolo V, così come la Consolidação das Leis do Trabalho, che nel suo articolo 401 e seguenti, tratta della protezione del lavoro di bambini e adolescenti.

E’ stato abbondantemente documentato non solo il lavoro di molti bambini e adolescenti minori di 16 anni, ma anche il loro impiego in lavori notturni, nocivi o penosi. Sotto la facciata dell'apprendistato autorizzato dalla Costituzione, si immettono inoltre nella realtà lavorativa bambini a partire dai 12 anni. Tali pratiche costituiscono una violazione diretta di numerose convenzioni dell'OIL, in particolare le Convenzioni 5 e 138 (età minima), 6 (lavoro notturno), 29 (lavoro forzato) e l'articolo 10 del Patto sui diritti economici, sociali e culturali, oltre che l'articolo 32 della Convenzione sui diritti dell'infanzia.

E' evidente e drammatica la distanza fra il diritto (internazionale e nazionale) e la realtà concreta.

 

7.6. Sui bambini e gli adolescenti davanti alla giustizia

 

Questo tema viene abbondantemente trattato dalle norme internazionali e nazionali. Per citare solo alcuni esempi, la Dichiarazione universale dei diritti umani vi dedica i suoi articoli da 8 a 11; il Patto sui diritti civili e politici gli articoli 14 e 15; la Convenzione sui diritti dell'infanzia, l'articolo 40, che prevede l'adozione di provvedimenti idonei e la creazione di istituzioni specialmente concepite per i bambini.

Allo stesso modo, l'ONU ha previsto regole speciali per la protezione dei giovani privati della libertà (Risoluzione 45/113 dell'Assemblea generale, del 14 dicembre 1990) e regole minime per quanto riguarda l'amministrazione della giustizia minorile (Regole di Pechino, Risoluzione 40/43 dell'Assemblea generale, del 29 novembre 1985).

Sul piano interno, lo Statuto del bambino e dell'adolescente prevede un sistema particolarmente protettivo per l'adolescente autore di atti d'infrazione (titolo III del libro II - parte speciale), determinando esplicitamente il principio della liberazione immediata (articolo 107), la limitazione dell'internamento preventivo a 45 giorni (articolo 108), l'assistenza obbligatoria di un avvocato (articolo 111), la necessità di privilegiare misure socio-educative (articoli da 112 a 120), e il carattere eccezionale della detenzione (articolo 121).

In maniera simile, il titolo VI della Parte speciale è dedicato all'accesso alla giustizia: assistenza giuridica gratuita (articolo 141), designazione di un curatore speciale (142), giudici specializzati (145 e seguenti), centri specializzati di detenzione in senso educativo (185), agenti di polizia specializzati (172).

Se un regime del genere fosse applicato, la situazione dell'adolescente davanti alla giustizia e alla polizia sarebbe ideale. La realtà è molto diversa: la polizia rimane polizia militare e non comprende unità specializzate, cioè preparate al trattamento di bambini e adolescenti e alla prevenzione. Il Ministério público non dispone di mezzi sufficienti per trattare in modo adeguato la delinquenza giovanile, nonostante la sua volontà di farlo. La difesa d'ufficio dei singoli adolescenti non viene assicurata in modo soddisfacente per mancanza di mezzi. I giudici ricorrono in maniera eccessivamente sistematica all'internamento di adolescenti, invece di usare misure alternative o rimettere in libertà per i delitti di gravità minore.

In occasione della visita alla FEBEM di San Paolo, il Tribunale ha potuto verificare, , le seguenti gravi violazioni:

- sovraffollamento di una unità la cui capacità di accoglienza è di 350 adolescenti e che invece ne ospitava 1600;

- superamento del limite massimo di tempo di internamento provvisorio (45 giorni), visto che un gran numero di adolescenti si trova in quell'unità da 3, 4 o 5 mesi;

- condizioni sanitarie inammissibili;

- assenza di attività educative;

- sanzioni assimilabili a trattamenti brutali, disumani o degradanti (tortura).

Questo insieme di constatazioni depone per una evidente violazione grave e ripetuta delle norme internazionali e nazionali riguardanti l'infanzia e la adolescenza.

 

 

 

8. Cause e responsabilità

 

Il crescente numero di violazioni dei diritti del bambino e dell'adolescente nella società brasiliana si spiega con l'aggravamento delle condizioni di vita di ampi strati di popolazione. Le classi medie sono toccate dall'impoverimento progressivo, mentre i gruppi sociali piú sfavoriti - che avevano tratto beneficio dalla politica di stabilizzazione monetaria , per quanto riguarda in particolare il potere d'acquisto dei beni di base - vedono peggiorare ulteriormente il loro tenore di vita. La concentrazione della ricchezza ha per drammatica contropartita l'aggravamento della esclusione sociale.

Lo smantellamento di ampi settori dell'economia, dovuto alla politica di tassi alti, e l'incorporazione di tecnologie avanzate provocano disoccupazione di massa, che comporta l’accentuarsi dei fattori di disgregazione familiare. La destrutturazione della famiglia, segnatamente nelle grandi concentrazioni urbane, è una delle cause più rilevanti dell'emarginazione di bambini e adolescenti, gettati per strada in condizioni degradanti.

Le imposizioni esterne, di cui è protagonista il Fondo monetario internazionale, nel quadro delle politiche di riforme strutturali, e le correnti liberiste dominanti, portano a programmi di privatizzazione di settori economici strategici. Tali privatizzazioni non hanno soltanto alienato parti importanti del patrimonio nazionale, ma hanno anche generato effetti perversi, in quanto, obiettivamente, i costi assurdi del servizio del debito esterno e interno e la politica irresponsabile di mantenimento (fino al gennaio 1999) del cambio fisso hanno consumato tutte le entrate provenienti dall'alienazione del patrimonio pubblico. La privatizzazione del sistema delle telecomunicazioni, come anche quella di certe imprese del settore dell'energia, dimostra ampiamente i costi economici e sociali di politiche disastrose.

Simultaneamente si promuove il ridimensionamento dello Stato, restringendone il ruolo a regolatore dei meccanismi del mercato. Si riducono drasticamente le somme destinate alle politiche sociali, portando alla perdita di garanzie duramente conquistate, come la limitazione del rimborso del salario di maternità della Previdenza sociale, con gravi conseguenze anche per la possibilità per la donna di essere accettata nel mercato del lavoro.

Ricompaiono, in un frustrante tentativo di compensazione, politiche di stampo assistenzialista. Allo stesso tempo, il potere politico viene concentrato al livello dell'Unione, mentre il potere degli stati si fa fragile e ancor piú quello municipale, che deve confrontarsi direttamente con le domande sociali. Non fa meraviglia che, in questo contesto di svuotamento delle politiche sociali, i diritti di bambini e adolescenti siano violati con maggior frequenza.

E', in fondo, un'altra manifestazione di un processo oggi generalizzato; ed in apparenza contraddittorio: la crescente inclusione di spazi e gruppi umani nell'economia di mercato, allo stesso tempo in cui grandi moltitudini vengono escluse dai suoi benefici minimi. La logica del mercato mondiale tende ad assorbire nuovi contingenti di consumatori, allo stesso tempo in cui emargina i segmenti di popolazione che non dispongano di potere d'acquisto dei beni e dei servizi offerti dal 'mercato globale'. L'integrazione genera esclusione, con i crescenti costi sociali e umani dell'attuale congiuntura mondiale, che riguardano con particolare gravità i gruppi piú vulnerabili e, fra di essi, i bambini e gli adolescenti.

 

8.1. Responsabilità del governo e della società

 

Il quadro sopra esposto configura un'ampia trama di interessi, nazionali e internazionali, la cui azione concertata non si pone limiti nel disprezzo dei diritti minimi di vasti strati di popolazione. Il carattere generico e anonimo degli agenti produttori dell'esclusione sociale non può far dimenticare la responsabilità personale di coloro che prendono decisioni strategiche per il futuro delle comunità umane.

La persistenza e la gravità delle violazioni dei diritti di bambini e adolescenti in Brasile non permettono di tacere sulla responsabilità dei detentori del potere politico, nei suoi tre versanti: legislativo, esecutivo e giudiziario, e ai suoi tre livelli: federale, statale e municipale.

Una delle manifestazioni del blocco, indubbiamente politico, delle misure favorevoli all'infanzia e all'adolescenza riguarda i Conselhos dos Direitos e i Conselhos Tutelares. La protezione integrale del bambino e dell'adolescente (concetto di base per la strutturazione delle norme contenute nello Statuto del bambino e dell'adolescente) presuppone un'articolazione di fattori e un mutamento culturale nella qualità della relazione di tutti gli agenti fra di loro e con i bambini e gli adolescenti, definendo nuovi paradigmi e ponendo fine alla logica di interventi centrati esclusivamente sui casi singoli, e con provvedimenti restrittivi della libertà. Su questo terreno, tuttavia, assistiamo a un acutizzarsi di conflitti tra le entità governative e le rappresentanze della società civile, con la paralisi dell'introduzione di nuovi paradigmi e della applicazione intelligente e progressiva dei dispositivi legali in vigore.

Lo stesso Potere giudiziario, cosí come il Ministério público si mostrano, in certe circostanze, poco disponibili alla partecipazione diretta della società, mentre permane la tendenza alla eccessiva criminalizzazione della condotta degli adolescenti che, con troppa facilità, vengono inviati a istituzioni di internamento.

In queste istituzioni, inoltre, possono verificarsi violazioni persistenti e sistematiche dei diritti umani, che il Tribunale Permanente dei Popoli condanna con tutta la sua forza. Bambini e adolescenti sono oggetto di pratiche di tortura e di trattamenti crudeli, degradanti e umilianti. Gli agenti politici, a tutti i livelli della gerarchia dello Stato, devono essere ritenuti responsabili di simili attentati ai requisiti minimi di dignità della persona umana. Con eguale veemenza il Tribunale denuncia e condanna la tragica facilità con cui le forze di polizia aggrediscono e uccidono bambini e adolescenti nella strada, non solo in occasione di sporadici massacri collettivi, ma anche con la pratica ripetuta dei tanti assasini individuali.

Il potere esecutivo ai suoi vari livelli - federale, statale e municipale - è inoltre colpevole di omissione per non mettere in pratica dettati costituzionali e prescrizioni legali che impongono di attribuire priorità alla protezione integrale del bambino e dell'adolescente. Ma non si pensi che le responsabilità si trovino solo nel dominio dell'omissione. L'adozione concreta di misure politiche gravemente dannose per l'infanzia e l'adolescenza costituisce un arretramento di fronte a orientamenti precedenti e la sua denuncia non può esser taciuta. Basti vedere, per esempio, quanto è già stato riferito circa i tagli di bilancio nei programmi sociali o il congelamento di fondi per la loro realizzazione. Tali misure non possono considerarsi soluzioni congiunturali con effetti passeggeri. Al contrario, esse indicano la mancanza di politiche sociali di lungo periodo e scelte proframmate di trasferimento di risorse a danno dei piú vulnerabili.

Lo stesso potere legislativo non è esente da responsabilità in questo campo. La legislazione brasiliana è molto avanzata ed esigente nelle sue formulazioni relative alla protezione di bambini e adolescenti, ma i parlamentari eletti dal popolo non si sono preoccupati di formulare con tempestività i regolamenti necessari per l’applicazione operativa delle leggi, nè hanno controllato nei tempi dovuti l’esecutività di quanto approvato, mentre hanno assicurato la loro connivenza con le misure di bilancio che deliberatamente riducono i fondi per l'applicazione di politiche sociali.

Infine, si può dire che la società civile brasiliana, nel suo insieme, ha la sua parte di responsabilità nella violazione continuata dei diritti del bambino e dell'adolescente. Se non altro per passività, la società è connivente con i fenomeni di esclusione, stigmatizzando coloro che essa stessa emargina, e si fa complice - anche solo per il silenzio - degli attentati alla dignità di bambini e adolescenti.

 

8.2. Misure sociali necessarie

 

La Giuria del Tribunale Permanente dei Popoli, considerando la situazione delle violazioni dei diritti dei bambini e degli adolescenti in Brasile, non si limita a proferire una sentenza di condanna, ma si preoccupa egualmente di formulare proposte tendenti a introdurre miglioramenti nella situazione attuale.

Confrontato con la gravità e l’estensione dei fatti che ha constatato il Tribunale ha coscienza della complessità delle misure da prendere per l'eliminazione delle violazioni dei diritti dei bambini e degli adolescenti, per rispettare i relativi impegni internazionali del Brasile, come del resto per l'esecuzione della legislazione interna. Sembra tuttavia possibile delineare i tratti di una strategia per l'applicazione dei principi in questione.

Una prima linea d'intervento dovrebbe privilegiare interventi di sensibilizzazione, educazione e formazione dei diversi agenti della società civile e della pubblica amministrazione. Dai genitori, insegnanti, operatori sociali fino ai magistrati e agli imprenditori, passando logicamente per gli agenti di polizia, tutti dovrebbero avere a disposizione mezzi formativi e strumenti di sensibilizzazione, tanto per gli aspetti civici ed etici, quanto per quelli tecnici e metodologici. Conoscere per intervenire correttamente è una necessità immediata. Così come è urgente impedire la riduzione dell'età di imputabilità degli adolescenti.

Una seconda linea d'intervento dovrebbe centrarsi sulle misure di tipo preventivo per situazioni di rischio. Politiche strutturali che garantiscano un reddito minimo alle famiglie sono sicuramente indifferibili e indispensabili. L'insediamento effettivo dei Consigli tutelari è una precondizione per una politica preventiva coerente. L’estensione a tutta la popolazione del Sistema unico di salute, la ristrutturazione del sistema educativo pubblico, con l'obiettivo di costruire una scuola "includente", le misure articolate di lotta al traffico di droghe e al trattamento dei tossicodipendenti, l'implementazione di norme etiche per la pubblicità - segnatamente per quel che riguarda il settore turistico - sono misure di breve, medio e lungo termine che si impongono come fattori preventivi.

In terzo luogo, sono necessarie misure immediate per affrontare alcuni dei fenomeni piú acuti di cui il Tribunale ha preso conoscenza, fra i quali si dà risalto a: l'eliminazione dello sfruttamento del lavoro minorile; la soppressione dei trattamenti crudeli, degradanti e vessatori nelle istituzioni di detenzione, cominciando con l'impedire il sovraffollamento; la repressione della pedofilia e della violenza sessuale contro bambini e adolescenti, anche nell'ambito famigliare fino all'abbandono della pratica abusiva dei parti cesarei - a cui ricorrono le partorienti per ottenere un letto in un ospedale pubblico - con danno delle madri e dei bambini. Logicamente queste misure richiedono sostegno di piú settori e professioni, capacità pragmatica e valutazione sistematica.

L'insieme dei fatti presentati e comprovati davanti al Tribunale Permanente dei Popoli configura una situazione di grande sofferenza cui urge porre fine. E’ essenziale per questo che i fenomeni fin qui analizzati cessino di essere considerati un flagello nazionale per essere assunti come una causa nazionale. Su di essi potrebbe stipularsi una specie di contratto sociale o di patto istituzionale, risultante da un ampio consenso fra gli agenti politici e la società civile, in modo che le politiche in causa possano godere garanzie di applicazione e continuità al di là delle oscillazioni elettorali e dell'alternanza democratica del potere.

Urge, quindi, che la società civile brasiliana definisca un programma d'azione che includa, fra le altre iniziative, la formulazione di progetti di modifica legislativa con misure precise di alta efficacia, come sanzioni dure per le imprese e le società che sfruttano il lavoro minorile, decidendo la cancellazione delle rispettive licenze di esercizio, la caratterizzazione precisa del crimine di pedofilia e la sua qualificazione aggravante come "turpe" oltre a misure articolate e concrete per una lotta decisiva alla distribuzione di pornografia infantile sulle reti di comunicazione, come "Internet".

 

 

 

9. Decisione

 

9.1. Tutto quanto è stato esposto finora permette senz’altro di affermare che il Tribunale Permanente dei Popoli ha tenuto la sua 27ª Sessione attenendosi al rispetto piú assoluto dei principi generali del diritto, partendo da accuse precise e prodigandosi per cercare di ottenere dati concreti e pienamente affidabili che potessero confermare o smentire i fatti esposti nell'accusa.

I fatti indicati nella denuncia sulla quale si è basata la richiesta di svolgere una Sessione del Tribunale Permanente dei Popoli in Brasile, per trattare il problema della violazione dei diritti fondamentali del bambino e dell'adolescente e specificamente la distanza fra legge e realtà, configuravano violazioni gravi dei diritti dei minori. Gli elementi che accompagnavano la richiesta erano manifestamente idonei e giustificavano pienamente la realizzazione di una Sessione del Tribunale, poiché è compatibile con la finalità di questo lavorare a favore dei diritti dei popoli, alla ricerca della costruzione di una società giusta, senza la quale l'umanità non riuscirà a vivere in pace.

La 27ª Sessione del Tribunale si è concretizzata grazie alla valida collaborazione di molte persone ed entità brasiliane impegnate per i valori spirituali della persona umana e preoccupate, in modo speciale, per la protezione e promozione della dignità dei bambini e degli adolescenti, che per la loro naturale fragilità hanno bisogno di sostegno permanente. Le Sessioni preparatorie svoltesi in varie parti del territorio brasiliano così come la Sessione conclusiva, sono state dovutamente pubblicizzate. Le autorità responsabili sono state previamente informate di tutto.

La collaborazione di specialisti stranieri, sia nell'organizzazione della Sessione, sia nella composizione del corpo dei giurati, ha inoltre contribuito all'approfondimento delle analisi in una prospettiva universale, contribuendo a dare ulteriore solidità alla legittimità delle conclusioni.

 

9.2. Secondo i principi generali del diritto e nel rispetto del diritto elementare di difesa, il Tribunale Permanente dei Popoli ha reso edotto il governo brasiliano che nella città di S. Paolo sarebbe stata realizzata la sua 27ª Sessione, dedicata al tema "La violazione dei diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti in Brasile. La distanza tra legge e realtà". Copia dell'atto di accusa è stata trasmessa al governo, attraverso la presidenza della Repubblica, con l'invito a designare il difensore e a far pervenire al Tribunale le informazioni e i documenti che ritenesse opportuni. Il governo è stato informato che, in assenza di una designazione diretta, lo statuto del Tribunale prevede la nomina di un difensore d’ufficio (ciò che è avvenuto).

I testimoni ascoltati dal Tribunale hanno incluso studiosi e ricercatori, dirigenti e militanti di Organizzazioni non governative che si occupano di minori da diversi punti di vista. I testimoni hanno esposto fatti concreti, di cui avevano conoscenza diretta, aggiungendo dati e informazioni a comprova della realtà, gravità ed estensione delle violazioni dei diritti dei minori e della loro dignità umana. La giuria ha interrogato i testimoni, per integrare e chiarire alcuni punti rilevanti delle accuse. Per conoscere con maggior precisione la situazione di minori senza famiglia o autori di infrazioni rinchiusi nella FEBEM - l'istituzione pubblica gravemente accusata da quasi tutti i testimoni per i maltrattamenti verso i minori custoditi - i membri della giuria hanno visitato uno dei suoi Istituti, nelle vicinanze di San Paolo, acquisendo in tal modo informazioni molto precise e verificando concretamente la situazione degradante in cui vivono i minori.

Sulla base di tutti questi elementi il Tribunale ha considerato provate le denuncie relative a gravi violazioni dei diritti, riconoscendo che il governo brasiliano ha obblighi giuridici che non sta rispettando, per cui si configura la colpa del governo per dolo e negligenza, risultando inoltre provati i danni derivanti da tale comportamento contrario al diritto. I fondamenti di questa conclusione vengono ora discussi in dettaglio.

 

9.3. Attraverso le informazioni trasmesse e il racconto delle esperienze personali dei testimoni è stato confermato che in tutte le città brasiliane medie e grandi è alto il numero di minori, bambini e bambine, che vivono per strada giorno e notte in situazione di abbandono, senza famiglia, senza protezione, senza assistenza, senza ricevere educazione e cure mediche, senza sostegno alcuno per l'integrazione sociale e senza orientamento per lo sviluppo personale e per una convivenza etica e pacifica. Sono alcuni milioni i bambini e gli adolescenti privi del riconoscimento e del rispetto dei loro diritti fondamentali di esseri umani e che, con tali presupposti, non sono in condizioni di godere di alcun diritto e restano sottoposti a ogni forma di violenza, fisica, psichica e morale.

Il diritto al riconoscimento come persona, e a una protezione speciale per la condizione di persona in formazione è inerente all'età ed è esplicitamente previsto da trattati e convenzioni internazionali e da espresse disposizioni della Costituzione brasiliana, che contiene un capitolo dedicato ai diritti del bambino, attribuendo ai governi l'obbligo di dare priorità al bambino, oltre a rendere responsabili la famiglia e la società. Tale responsabilità del governo brasiliano decorre anche, espressamente, dalle norme dello Statuto del Bambino e dell'Adolescente, legge approvata dal Parlamento, cosí come da vari strumenti giuridici internazionali ai quali il Brasile ha formalmente aderito, come i Patti sui Diritti Umani e la Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia.

E' evidente che il governo non si è assunto la propria responsabilità e non sta adempiendo al suo dovere legale, il che è reso patente dal semplice fatto che vi sia un numero cosí alto di bambini che vivono per strada e che non esistono piani coerenti né organizzazioni pubbliche nazionali di documentata efficienza che mirino a correggere tale grave anomalia umana e sociale. La situazione trovata nella istituzione della FEBEM visitata dai membri del Tribunale è una dimostrazione concreta di questa negligenza e prova quanto detto da vari testimoni, cioè che non esistono istituzioni ufficiali ben strutturate, dotate di risorse umane e condizioni materiali adeguate e sufficienti per promuovere l'integrazione dei bambini nella famiglia e nella società. Mediante istituzioni di questo genere e, come è stato comunicato alla giuria, ricorrendo anche ad una Polizia preparata alla lotta contro i criminali e non al sostegno dell'infanzia, i governanti brasiliani dimostrano di privilegiare la repressione, quasi sempre violenta, quale modo per affrontare i riflessi sociali negativi che risultano dalla situazione di abbandono di un cosí alto numero di bambini ed adolescenti.

Come è prevedibile e inevitabile, il risultato di tale situazione di abbandono materiale, psichico e spirituale è un insieme di danni della massima gravità, che toccano immediatamente i minori, provocandone il degrado, obbligandoli a sopportare sofferenze fisiche e situazioni umilianti, impedendo loro di godere dei benefici disponibili nella società e di vivere sereni e felici, come la loro età vorrebbe. Non solo, la situazione di emarginazione sociale, le minacce costanti e le pratiche repressive uccidono il futuro di questi bambini. In realtà, per loro non c'è futuro, perché costantemente preoccupati della propria sopravvivenza fisica, non hanno progetti di vita, né speranze, né sogni. Il danno causato dal mancato rispetto dei diritti si proietta ora nel futuro, poiché il minore abbandonato, fra l'altro, non riceve educazione né viene preparato a esercitare una professione.

Tutto ciò, che configura una tragedia umana, è stato documentato nelle testimonianze e trova conferma nelle statistiche. Sono milioni i bambini senza famiglia, senza scuola e senza le cure mediche elementari. Egualmente terrificanti sono i numeri relativi alla mortalità infantile, alle violenze sessuali e alla prostituzione di bambini e adolescenti, allo sfruttamento dei minori nel mondo del lavoro, ai quali vanno aggiunte l'esistenza di situazioni di schiavitú o semischiavitú e l'impossibilità di frequentare la scuola, divertirsi e godere della convivenza affettiva nell'ambito familiare. E' egualmente assai elevato il numero di bambini e bambine che consumano droghe, che vengono iniziati come trafficanti, sfruttati da criminali adulti e conoscono molto presto le vie della criminalità.

Mai trattati come esseri umani, questi minori non hanno coscienza che esistano diritti inerenti alla natura umana. Mai rispettati come persone, a loro è estranea la nozione di persona umana come valore, ed è quindi facile che ricorrano alla violenza. Allo stesso modo, per non aver mai avuto un patrimonio, è logico e comprensibile che cerchino di appropriarsi di ciò che dà loro piacere o che potrà essere utile per soddisfare le più diverse necessità, poiché non può loro appartenere la nozione di diritti patrimoniali. Tale comportamento minorile risveglia la reazione indignata della società che non assume la propria responsabilità legale di cura dei bambini nè, salvo rari casi, sente doveri di solidarietà, esige anzi dal governo un'azione repressiva piú forte contro i minori, il che spesso avviene in modo arbitrario e con la violenza, aggravando ancor piú le offese ai diritti dei minori stessi.

 

9.4. Gli argomenti della difesa, sono stati quelli abitualmente utilizzati dal governo per esimersi dalle responsabilità, limitandosi a quattro punti:

a) i problemi non sono di oggi, ma vengono accumulandosi di generazione in generazione; e il governo attuale non si può ritenere colpevole di questo mancato rispetto dei diritti, che è già antico; b) il governo fa quel che può, ma non ci sono risorse finanziarie sufficienti, poiché il numero di minori è molto grande, mentre altri problemi sociali richiedono la destinazione di risorse finanziarie. Inoltre il Brasile ha gravi problemi per soddisfare gli obblighi finanziari relativi al suo elevato debito estero e deve onorare gli impegni con i creditori internazionali per non compromettere la propria immagine e non allontanare gli investimenti; c) non si può dare la colpa al governo federale, giacché la Costituzione brasiliana sancisce la forma federativa dello Stato e la separazione dei poteri e c'è quindi una diluizione delle responsabilità; d) la società brasiliana deve assumersi le sue responsabilità verso bambini e adolescenti, come stabilisce la Costituzione, e spetta all'iniziativa privata dare soluzione al problema dei minori abbandonati, anziché attendere le iniziative del governo, già oberato.

a) E’ vero che l'esistenza di minori abbandonati è un problema di vecchia data in Brasile, ma ciò non giustifica l'atteggiamento di negligenza del governo brasiliano attuale che non dà priorità a bambini e adolescenti e non ha fatto quasi nulla per correggere questa antica anomalia. Conoscendo i propri obblighi giuridici, che discendono dalla Costituzione e dalle leggi nazionali, come dagli impegni giuridici internazionali, il governo ha l'obbligo di affrontare il problema, stabilendo un piano per la graduale correzione della situazione, in modo concreto, non limitandosi a pubblicare programmi teoricamente corretti e senza conseguenze pratiche. Il governo deve stabilire piani praticabili ed operativi, prevedendo e impegnando mezzi, fissando scadenze, evitando dichiarazioni di intenti generiche e astratte, condizionate a improbabili residui di risorse di bilancio.

I programmi del governo in quest'area devono avere la natura di impegni giuridici, perché in caso di inadempienza possa mettersi in azione il potere giudiziario. E' opportuno ricordare che l'attuale presidente della repubblica del Brasile è stato eletto e rieletto dal popolo, in elezioni dirette. Quindi, oltre ad avere il dovere costituzionale di svolgere le funzioni inerenti alla sua carica di capo del governo federale, è logico affermare che il presidente aveva piena conoscenza dell'esistenza del problema dei minori abbandonati e del suo dovere di affrontarlo, quando, per due volte, ha proposto la propria candidatura. Non ha dunque consistenza giuridica l'argomento dell'antichità del problema, a giustificazione dell'esonero dell'attuale governo dalla responsabilità.

b) Il secondo argomento - il gran numero di minori abbandonati e l'esistenza di altri problemi sociali, che richiedono consistenti risorse finanziarie, sempre scarse a causa del debito estero è il vero nodo del problema, e richiede varie considerazioni. In primo luogo, analisti politici ed economici prendono atto dell'adesione dell'attuale governo brasiliano alla politica del Fondo Monetario Internazionale. Definita in termini teorici come neoliberismo, questa politica non è altro che una versione piú moderna di un capitalismo aetico e rivolto esclusivamente a obiettivi economico-finanziari. Ciò esclude la priorità degli obiettivi sociali e determina l'obbedienza alle "leggi del mercato", mettendo in secondo piano le norme ed i vincoli costituzionali. Questo spiega la priorità data dal governo brasiliano ai creditori internazionali, la violazione del suo dovere primario di rispettare la Costituzione e dare priorità ai diritti e agli interessi del popolo brasiliano. Non vi è dubbio che dal punto di visto giuridico i diritti e gli interessi dei creditori internazionali sono su un piano inferiore.

Sostenere la necessità di onorare gli impegni con i creditori internazionali per mantenere il flusso degli investimenti, che sarebbe d'interesse del popolo brasiliano e giustificherebbe il taglio delle risorse destinate ai bambini, è un argomento antietico e giuridicamente inaccettabile, oltre che estremamente discutibile dal punto di vista pratico. Anzitutto occorre ricordare che i trattati, patti, convenzioni e altri accordi internazionali di Diritti umani sottoscritti da rappresentanti del governo e ratificati dal Parlamento, sono impegni assunti dallo Stato e dal popolo brasiliano rispetto ad altri popoli e Stati. Sono impegni che devono essere onorati, pena la totale perdita di credibilità morale del Brasile nella collettività internazionale, il che non è evidentemente interesse del popolo brasiliano. Sono impegni assunti a beneficio di tutta l'umanità ma anche, specificamente, dello stesso popolo brasiliano, obiettivi prioritari rispetto agli interessi degli investitori.

L'investitore finanziario, obbediente solo alle leggi del mercato, viene attratto unicamente dalla sicurezza degli investimenti e dall'alta redditività. E' ben chiaro oggi, anche per i potenziali investitori, che le ingiustizie e gli squilibri sociali generano conflitti, estremamente pericolosi per la stabilità politica e, di conseguenza, per la sicurezza degli investimenti. In aggiunta a tali aspetti pratici è sempre opportuno ricordare che è antietico e antigiuridico non concedere risorse per gli obiettivi sociali per la sola ragione di garantire i profitti degli investitori privati.

E’ utile ricordare che sul problema della pretesa indisponibilità di risorse per obiettivi sociali, la stampa brasiliana ha registrato che anche membri del partito del presidente, come suoi alleati in Parlamento, hanno già manifestato la loro opposizione, considerando questo orientamento del governo incostituzionale e gravemente pregiudiziale agli strati piú poveri del popolo brasiliano. E' stato del pari segnalato che il governo fa ricorso all'artificio di proporre al Parlamento un progetto di legge di bilancio che destina alla spesa sociale risorse finanziarie apprezzabili. Tuttavia, ottenuta l'approvazione del Parlamento, il presidente non fa uso di tali risorse, sostenendo che l'approvazione della legge è solo un'autorizzazione alla spesa e non comporta l'obbligo di realizzarla. Dal punto di vista giuridico questa è un'altra mancanza di rispetto della legge, poiché la legge di bilancio ha tutti gli elementi di una legge e, in tal modo, tutti i suoi dispositivi richiedono l'esecuzione obbligatoria da parte dell'Esecutivo, a meno che avvenga una catastrofe o che la riscossione dei tributi sia molto minore del previsto. Fuorché per le emergenze di una catastrofe, la spesa autorizzata dev'essere tuttavia prioritaria e rimane obbligo morale dell'Esecutivo, riducendosi le spese soltanto nella misura dei minori introiti. Tutto ciò dimostra che anche questo argomento della difesa non può essere accolto.

c) Neppure il terzo argomento - la diluizione delle responsabilità dovuta al federalismo e alla separazione dei poteri - può essere accettato, perché non è giuridicamente vero. Benché il Brasile sia organizzato come Stato federale, la Costituzione riconosce al governo federale la responsabilità in termini di fissazione di norme generali, obbligatorie per i governi statali e municipali, e dà al Supremo Tribunal Federal, che è organo della Unione, la competenza della custodia della Costituzione e del judicial review, il che implica l'interpretazione della Costituzione e il controllo della costituzionalità di tutte le leggi e degli atti giuridici compiuti in qualunque sfera di governo. Basta ricordare che lo Statuto del Bambino e dell'Adolescente è legge federale, obbligatoria per tutti, e spetta al governo federale il dovere di sorvegliarne il rispetto, tanto da parte delle autorità federali quanto da parte di quelle statali e municipali. In realtà, neanche il governo federale rispetta tutte le disposizioni dello Statuto, ma oltre a ciò è negligente quando accetta passivamente, senza prendere iniziativa alcuna, il mancato rispetto di quella legge federale da parte di altri governanti. Uno degli obblighi costituzionali del presidente della Repubblica è eseguire le leggi federali e far sí che esse siano rispettate da tutti.

Quanto al Supremo Tribunal Federal, eminenti giuristi brasiliani ne hanno sottolineato la posizione conservatrice, da molti considerata addirittura contraria alla Costituzione. Specialmente per quanto riguarda l'applicazione interna delle norme internazionali sui diritti umani, la giurisprudenza del Supremo Tribunale è stata eccessivamente restrittiva. Per esempio, il Supremo Tribunal Federal considera insufficiente per l’integrazione delle norme internazionali nel sistema brasiliano di diritto positivo, l’espletamento di tutte le formalità previste dalla Costituzione, per l’accoglimento e la ratifica di Trattati dei Diritti umani. Ciò ha aiutato il governo brasiliano a resistere all'applicazione delle norme internazionali che comportano obblighi, il che, in molte situazioni, ha pregiudicato la promozione e la protezione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. In conclusione, né il federalismo, né la separazione dei poteri tolgono o diminuiscono la responsabilità del governo federale nel mancato rispetto dei diritti di bambini e adolescenti.

d) Rimane da ultimo l'argomento della responsabilità della società, che dovrebbe prendere iniziative, preparare e svolgere programmi mirati all'integrazione sociale dei minori e, ancor piú, evitare la continuazione della pratica dell'abbandono, lavorando nel senso di interrompere il flusso storico di questo fenomeno immorale, ingiusto e contrario ai principi fondamentali del diritto. In realtà, l'esistenza di un gran numero di minori abbandonati in tutto il paese e la continuità di questo fatto sono pubblici e notori, ampiamente trattati dalla stampa, così come sono a di tutti note le pratiche illegali delle autorità, negligenti nell'esecuzione delle leggi che garantiscono la protezione e la promozione umana di questi minori, e che per di piú agiscono arbitrariamente contro di loro.

La società brasiliana sembra considerare naturali e inevitabili questi fatti, oppure non riconosce la propria responsabilità, rimettendosi alle iniziative del governo. Tale comportamento, manifestamente ingiusto, rivela che i sentimenti di solidarietà del popolo, spesso dimostrato in occasione di situazioni specifiche, è selettivo, non permanente, e va risvegliato e stimolato con campagne educative che devono avere per punto di partenza iniziative del governo. La mancanza di azioni permanenti di solidarietà è un fatto, ma non perciò esonera il governo dalle sue responsabilità. Anche quest'ultimo argomento risulta perciò inconsistente, dal punto di vista giuridico, e non può essere considerato un elemento utile a diminuire la colpa del governo.

 

9.5. Per tutto quanto è stato detto e provato durante la sessione del Tribunale, per la quantità e la solidità delle prove presentate, come pure per gli argomenti fin qui esposti e per i fondamenti già richiamati, il Tribunale Permanente dei Popoli giudica colpevole il governo brasiliano, tanto per le sue azioni contrarie ai diritti dei minori quanto per negligenza. Il governo sta sistematicamente mancando di rispetto ai diritti fondamentali di bambini e adolescenti, tralascia l'adempimento dei suoi obblighi costituzionali e ignora leggi e trattati che fanno parte del sistema giuridico positivo brasiliano. Come già indicato, i trattati, patti e accordi internazionali firmati e approvati sono impegni giuridici, oltre che etici, che devono essere rispettati.

Un punto molto importante da notare qui è che, coerentemente con il riconoscimento, nella teoria e nella giurisprudenza internazionale, che i trattati di Diritti umani costituiscono una categoria speciale e sono sempre autoapplicabili, la Costituzione brasiliana determina espressamente tale applicazione immediata, considerando parte delle norme costituzionali di Diritti umani le norme contenute in tali strumenti giuridici internazionali. In tal modo, dunque, il Brasile ha l'obbligo giuridico di applicare tali precetti e l'atteggiamento del governo brasiliano, che agisce in senso contrario o manchevole, offende il diritto nazionale e internazionale.

Quanto agli effetti pratici, è chiaramente provato che tale comportamento del governo, contrario all'etica e al diritto, danneggia gravemente i diritti e gli interessi di bambini e adolescenti brasiliani, specialmente quelli di quanti, nati in povertà, sono emarginati dall'inizio della loro esistenza. Senza un'effettiva integrazione nella società, questi minori non ricevono la protezione e il sostegno necessari per poter sognare un futuro libero da privazioni e violenze, nel quale, come tutti gli esseri umani, siano liberi ed eguali in dignità e diritti.

Per tutti questi fatti e questi fondamenti, il Tribunale Permanente dei Popoli condanna il governo brasiliano ad assumersi le sue responsabilità etiche e giuridiche verso bambini e adolescenti, rispettando la Costituzione, le leggi e i trattati, patti, convenzioni e altri strumenti internazionali dei quali il Brasile è parte, rispettando e facendo rispettare le regole contenute in tali strumenti giuridici. E' questa un'esigenza etica e giuridica, che dev'essere soddisfatta perché i bambini e gli adolescenti del Brasile possano vivere con giustizia e dignità dal momento della nascita e perché ottengano il loro pieno sviluppo materiale, psichico, morale e intellettuale, potendo contribuire alla valorizzazione della persona umana e perché vi sia pace fra tutti i popoli.

 

 

San Paolo, 19 marzo 1999

Presidenti della Sessione:

 

Dr. Dalmo de Abreu Dallari

Dr. Rubens Approbato Machado

Dr. Luís Moita