Qualsiasi conduttore presenta una certa opposizione al passaggio della corrente. Questo fatto dipende dal numero di elettroni che, in ciascun materiale, possono liberarsi e circolare attraverso il materiale stesso, e dal fatto che i restanti elettroni non liberi sono in uno stato di costante agitazione termica, dovuto all’energia che ricevono dall’ambiente sotto forma di calore. Questo fenomeno si attenua quando la temperatura si abbassa e scompare quando si raggiungono temperature prossime allo zero assoluto, che corrisponde a - 273,160 °C.

A temperature così basse si ottengono resistenze minime e alcuni materiali passano allo stato di superconduttori, ovvero,la resistenza sarà nulla.

Si noti anche un fenomeno opposto: aumentando la temperatura di un conduttore, aumenta anche la sua resistenza, eccezion fatta per alcuni casi particolari. Questo fenomeno, comunque, non riveste una grande importanza considerate le variazioni di temperatura minime cui è sottoposto un circuito elettronico durante il funzionamento.

Per definire la resistenza specifica di ciascun materiale conduttore si impiega un fattore denominato resistività, il cui simbolo è la lettera greca r (ro).

Le dimensioni del conduttore influiscono notevolmente sulla sua resistenza. A conduttori con una sezione maggiore corrispondono resistenze minori. Aumentando la lunghezza di un conduttore aumenta anche la sua resistenza. Di conseguenza, la resistenza di un conduttore è determinata dai tre fattori: resistività, sezione e lunghezza e si esprime con la seguente formula:

 

R = r x L/S

 

dove R è la resistenza che si vuole calcolare, ro è la resistività, L è la lunghezza del conduttore in metri (m), e S la sua sezione espressa in millimetri quadrati (mm2). Da questa formula si deduce che tra due conduttori identici per sezione e lunghezza, esiste una differenza di resistenza dovuta al materiale con cui sono stati costruiti.

Come esempio, vengono indicati la resistività di alcuni materiali conduttori, espressa in ohm per metro e per millimetro quadrato ad un temperatura di 20 °C:

 

 

ARGENTO

0,0159 × 10-6

 

 

RAME

0,0170 × 10-6

 

 

ORO

0,0244 × 10-6

 

 

ALLUMINIO

0,0282 × 10-6

 

 

Osservando la tabella si capisce perché sia il rame  il metallo  più usato per la realizzazione di cavi elettrici. Il suo rapporto costo/caratteristiche, lo fa preferire di gran lunga all'argento, che risulta essere il metallo con la più bassa resistività.

Il concetto di resistenza permise al fisico Ohm di sviluppare una delle leggi fondamentali dell’elettricità, che pone in rapporto i tre fattori che reggono tutto il funzionamento di qualunque circuito elettrico o elettronico; questa legge, chiamata appunto legge di Ohm, dice che la differenza di potenziale, o tensione, che si rileva alle estremità di un conduttore percorso da una corrente è pari al prodotto dell’intensità di questa corrente per la resistenza del conduttore. Tutto ciò si può esprimere nella formula:

 

V = l x R

 

dove V è la tensione, I l’intensità di corrente e R la resistenza. Da questa formula si può ricavare anche il valore della resistenza, se si conosce quello dell’intensità e quello della tensione:

 

R = V / I

 

Se in quest’ultima formula si impiegano le unità di misura volt e ampère, il valore della resistenza risulterà espresso in ohm il cui simbolo è la lettera greca W (omega).

 

 

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