Un altro circuito, che incontrerà senz’altro l’interesse di chi sta ricostruendo la strumentazione del proprio mezzo o più semplicemente, che lo vuole dotare di un un nuovo strumento, è il termometro con indicazione a led.

Esso è  in grado di monitorare la temperatura dell’impianto raffreddamento, entro un range che va da un minimo di 60° ad un massimo  100°C. (Tale circuito, quindi, non è idoneo per motori  raffreddati ad aria).

L’escursione termica, è regolabile sia sul valore minimo che massimo, sebbene quest’ultimo, sia legato alle caratteristiche della sonda usata.

 

Il mio lavoro:

una delle prime problematiche che ho affrontato nel progettare questo termometro, è stata il tipo di sonda da usare. Il mercato offre diverse soluzioni, da quelle in grado di resistere a temperature ben superiori alla soglia dei 100°C, a quelle in cui il loro limite massimo, è posto proprio su tale valore. Altro aspetto non meno importante è il costo e la taratura della stessa.

 

                               fig.1

 

                                               fig.2

 

 

 

 

 

 

                                              fig.3

 

Alla fine, quindi, dopo una serie di valutazioni, la mia scelta è ricaduta su una  sonda prodotta dalla National Semiconductor, ovvero l’LM35. In verità, tale sonda è prodotta in più modelli, ovvero con contenitori e range di funzionamento diversificati, nonché gradi di precisione differenti. Nello specifico, ho preso in esame  l’LM35DT (fig.4), la quale risulta avere:

  • precisione adeguata allo scopo (+/- 2°C),
  • lettura diretta e lineare della temperatura pari a 10mV x °C,
  • di non aver bisogno di una  temperatura campione per la taratura,
  • di non aver bisogno di un circuito supplementare complesso,
  • di lavorare in un range di temperatura idonea allo scopo (0°-100°C),
  • ha un involucro metallo/plastico con foro da 3 mm,
  • ed infine, di essere economicamente accessibile.

In  definitiva, credo  che  tale modello abbia  tutti  i requisiti  per  poter essere usata   allo  scopo.

fig.4

Quanto ho realizzato, è visibile nel prototipo di fig.1, in cui è possibile vedere anche il cavo che collega la sonda (in alto a dx) con il circuito vero e proprio. Il pcb su cui sono montati i componenti, (dettaglio in fig.2) misura circa 4,5 x 4 cm, mentre quello dei led ha misure di 5x1,2 cm (dettaglio in fig.3). I collegamenti elettrici da effettuare per la messa in opera del circuito, sono legati semplicemente all’alimentazione, che come al solito è  di 12 volt c.c., che vanno prelevati, preferibilmente, sotto quadro, affinchè il termometro resti spento con quadro a Off.

Questo termometro, può monitorare anche range di temperatura diversi, nel caso specifico, si puo’ abbassare al soglia minima, agendo sul trimmer R5, mentre per valori di lettura superiori a 100° C bisogna far ricorso ad altri tipi sonda,  come  ad esempio   l’LM35C  (fig.5),  che   arriva a 

fig.5

110° C, oppure  l’LM35A che consente letture fino ad un massimo di 150°C. (Nota: tali sonde sono prodotte in contenitori diversi).

 

Una cosiderazione personale:

tra i vari modelli di sonda elencati, l’unica che si presta a mio avviso, per un montaggio piuttosto pratico e che abbia una discreta robustezza, è la sola LM35DT (fig.4), d’altra parte però, la soglia di 100°C potrebbe risultare stretta, qualora si vogliano  controllare valori superiori di una decina di gradi. A tal proposito quindi, ho condotto delle prove per verificarne il comportamento a 110° C. Ebbene, dopo diversi test, in cui la sonda è rimasta a contatto con questa temperatura, non ho riscontrato  nessuna anomalia di funzionamento sia sul circuito, che sulla stessa sonda.

Resto quindi dell’avviso, che l’ LM35DT, vada bene per questo tipo di applicazione, e che il valore massimo di lettura, possa essere tranquillamente posto a 110°C.

Qualora, invece, si preferisca una soluzione diversa, l’alternativa è la sonda come da fig.5: LM35CZ, che arriva fino a 110° C. (Nota: nella foto, è ripresa la dz e non la CZ, comunque le stesse hanno identiche dimensioni).

Con questo chiudo la presentazione di questo nuovo circuito, rimandandovi ad eventuali  aggiornamenti.

 

 

 

 

 

 

 

Copyright(c) 2002 Claudio Camillo. Tutti i diritti riservati.

Eventuali marchi citati nel sito appartengono ai rispettivi propietari.