Se invano avete cercato un antifurto, semplice e allo stesso tempo efficace, potete dire concluse le vostre ricerche !

Il circuito che presento in questa pagina, è per l’appunto un antifurto pensato per le due ruote (*), che oltre ad  attivare la classica sirena in caso di ricevuto allarme e interrompere la continuità elettrica tra pick-up e  bobina, vi avviserà, per mezzo di una chiamata telefonica,  dell’avvenuto stato di allarme.

 

(*) Nota: per le sue caratteristiche, di alimentazione e/o funzioni, l’antifurto può essere installato anche in auto oppure in casa. 

 

Come tutti gli antifurti esistenti in commercio, anche questo circuito, ha per scopo quello di dissuadere il ladro di" turno” dai suoi cattivi propositi. Sono dell’opinione che nessun sistema esistente, possa dare la certezza matematica che lo scooter, moto o auto, possa essere parcheggiato con estrema tranquillità. Fornendo però il proprio mezzo di un dispositivo che attivi una sirena nel caso il mezzo venga spostato, oppure manomesso, può senz’altro essere un ottimo deterrente al cattivo proposito. Se poi a tutto questo, si aggiunge la possibilità di essere avvisati in tempo reale, bhè, credo proprio che l’antifurto possa svolgere al meglio le sue funzioni.

Quanto io ho realizzato, è visibile nella foto di fig.1. ll circuito, dalle dimensioni contenute, si sviluppa in soli 7,5x5 cm e visto il suo ridotto ingombro, troverà sicuramente alloggio sotto le carenature che hanno ormai un pò tutti gli scooter o moto, in abbinamento ad un vecchio telefono cellulare, usato in questo antifurto, come trasmettitore. Non ha importanza che modello si usi (**), l’importante e che abbia dimensioni idonee allo spazio  disponibile per poterlo nascondere, che sia funzionante almeno in trasmissione,  che abbia una sim attiva e che lo vogliate sacrificare “per una giusta causa”.Nel mio caso, ho impiegato un vecchio Samsung SGH600, difettoso nella  ricezione dell'audio, che ho nascosto sotto il vano sella.

fig.1

 

(**) Nota: il cellulare deve poter richiamare l’ultimo numero presente nel registro delle chiamate effettuate tramite la seguente sequenza:   tasto C  ->  tasto INVIO  ->  tasto INVIO.

 

 

Le sue funzioni:

Girata la chiave che attiverà l’antifurto (preallarme) e trascorso un tempo di 15’’ (eventualmente regolabili) l’antifurto entra in uno stato di on effettivo, segnalato dal lampeggio continuo di un led, preventivamente posto in bella vista. (Ricordate che, compito del led, non è tanto accertarsi che l’antifurto sia inserito, ma quello di scoraggiare il ladro di turno). Ancor prima che trascorra questo tempo, necessario per completare le ultime operazioni di parcheggio, sarà interrotta la continuità elettrica tra il pick-up e bobina alta tensione.

Da questo momento in poi, non appena uno dei sensori riceverà una sollecitazione, quale un movimento del mezzo oppure tentata apertura della sella o dell’eventuale bauletto porta oggetti, l’antifurto, entrerà immediatamente in funzione, facendo “urlare” la sua sirena. La stessa suonerà per un tempo massimo di 30” (eventualmente variabili), ma prima che la stessa smetta, il circuito avrà attivato il dispositivo di chiamata telefonica, verso un numero  telefonico (ad esempio il vostro cellulare), avvisandovi dell’avvenuto stato di allarme.

Volendo soffermarmi un attimo su tale operazione, la stessa si svolgerà cosi:

  • il circuito simulerà una pigiata del tasto C (cancella) al fine di eliminare dal display del telefonino, eventuali chiamate-perse, messaggi o altre informazioni, che potrebbero bloccare la chiamata in uscita,
  • a seguire una seconda pigiata, questa volta per il tasto INVIO, per richiamare sul display l’ultimo numero memorizzato in uscita, ovvero il vostro (che si è preventivamente inserito).
  • A questo punto, tutto è pronto per dare l’ok al definitivo  INVIO della chiamata, con la terza pigiata. 

Quando sul vostro telefonino apparirà il numero del cellulare-antifurto, capirete che l’allarme è entrato in funzione e a voi non resta che rifiutare la chiamata (per non sprecare soldini) e correre a salvare il vostro amato scooter !

Trascorsi i 30”, il circuito si riposizionerà  nuovamente in stato on, pronto a ripetere quanto sopra, in caso di altre sollecitazioni.

Risulta molto comodo fissare l’interruttore a chiave in una posizione inaccessibile, ad esempio sotto la sella,  in modo tale che, girata la chiave su on, l’antifurto possa entrare in funzione ogni qualvolta estrarrete la chiave dal quadro. (Ovviamente, sempre dopo i soliti 15’’). In altre parole, il collegamento elettrico tra quadro ed interruttore con chiave, è tale da gestire l’attivazione dell’antifurto in modo automatico. E’ indubbio che, tale accorgimento, risulti estremamente comodo, a chi parcheggi di frequente il proprio mezzo, magari per motivi di lavoro, evitando così, il rischio di non inserirlo.

 

I suoi componenti: sul circuito stampato dell’antifurto (vedi fig.2), sono presenti diversi morsetti a vite, che consentono il collegamento dei vari componenti necessari al suo funzionamento, nonché di raccordare la scheda all’impianto elettrico dello scooter. Sempre osservando la stessa foto, si ha inoltre, “un colpo d’occhio” su cosa e dove collegarli.

Partendo dal morsetto in alto a sinistra, si avrà:

  • Morsetto M6: sirena 12 volt corrente continua, modello da 110 dB o simile,
  • M7 ed M8, collegamenti verso la tastiera del  telefonino, e precisamente, M7 tasto C ed M8 tasto INVIO,
  • M3 ed M4: sensori del tipo n.a. quali pulsanti, ampolle a mercurio, contatti magnetici, ecc.
  • M5: sensori del tipo con contatti a vibrazione.
  • M1: filo proveniente dal pick-up verso a bobina a.t.
  • M2: (da destra)  + positivo sotto chiave e positivo carica batteria cellulare (***),
  • -  massa,
  • + filo proveniente dall’interruttore con chiave.

(***) Nota: come intuibile, il telefonino usato per l’antifurto, collegato per mezzo del suo carica batteria (tipo auto), al positivo sotto chiave, consentirà la ricarica solo quando lo scooter è in marcia, in alternativa, collegandolo al positivo fisso, il cellulare sarà costantemente sotto carica.  Sono dell’opinione che entrambi le soluzioni vadano bene, anche perché, l’hardware del telefonino, è realizzato in modo tale da disattivare il circuito di ricarica, quando il ciclo sarà ultimato.

fig.2

Il mio lavoro: possiedo uno scooter 50 ed è su questo che ho installato l’antifurto. Per l’assemblaggio mi sono servito dei seguenti componenti: una sirena a 12 volt (di recupero), due sensori con contatti a vibrazione e tre di tipo a levetta (switch) con contatti normalmente aperti, un interruttore con serratura, un led rosso, un cellulare SGH 600 e relativo carica batteria per auto.

 

Il circuito, chiuso all’interno di un contenitore plastico a tenuta stagna, l’ho posizionato sotto la calandra anteriore, all’interno del contenitore stesso, ho posizionato il primo sensore a vibrazione (una volta messo a nudo del suo involucro).Sempre sotto la plastica anteriore, ho posizionato la sirena ed il  secondo sensore  a vibrazione,   regolando la sensibilità, in modo tale, che togliendo lo scooter dal cavalletto, lo stesso possa avvertire il movimento, anche se fatto con molta delicatezza.

Gli altri tre sensori, (switch n.a.) li ho posizionati a controllo del vano batteria, della sella e della carenatura anteriore.

Come si può chiaramente evincere dalla descrizione appena fatta, ho cercato di proteggere i punti nevralgici dello scooter. Risulta, infatti, chiaro che tali operazioni sono importanti per una buona riuscita di tutto il sistema d’allarme.

Grazie ad un assemblaggio elettrico già ben fatto dalla casa costruttrice, ho nascosto i vari cavetti elettrici necessari al collegamento, all’interno delle guaine esistenti per il cablaggio elettrico, consentendomi un lavoro molto “pulito”. Per ultimo, ho sistemato il cellulare e interruttore con chiave, sotto il vano sella, non prima di avere bloccato il telefonino con del bi-adesivo.

 

Le foto che seguono, riprendono il telefonino, dopo essermi estratto i 4 fili necessari al funzionamento.

 

 

In fig.4 è ben visibile il tipo di cavetto usato e la presetta realizzata con un tratto di strip line ad attacco tulipano, fissata sul bordo del telefonino con colla termica. Pensando di fare cosa gradita, le figure 5 e 6, danno un’idea di cosa si possa incontrare, una volta aperto il guscio ed essere giunti alla tastiera. Chiaramente per ogni tipo di telefono, ci si troverà di fronte a qualcosa di diverso, ma in linea di massima, al dì sotto dei tasti, troverete sempre una membrana di plastica, con dei cerchietti metallici o in una particolare gomma conduttrice, che serve a chiudere il contatto sul pcb (fig.6)  attraverso il tasto soprastante. E’ ovvio, quindi, che la parte di membrana sottostante i tasti C ed INVIO, vada asportata (fig.7), affinché ci si possano saldare i fili. Colgo l’occasione per far notare che i contatti di tali pulsanti sono polarizzati,  quindi occhio alla polarità quando si andranno a collegare  i fili ai morsetti  M7 ed M8, diversamente, il circuito non riuscirebbe ad attivare il cellulare.

 

fig.3

fig.4

 

 

 

fig.5

fig.6

fig.7

 

 

In figura 8, il modo in cui  ho portato  fuori  il cavo flat a 4 fili. In fig. 9, invece, evidenzio il punto in cui c’era il contatto reed. Tale contatto, che si presenta come una piccola ampolla di vetro, va asportata nei cellulari che hanno lo sportellino attivo.

 

fig.8

fig.9

 

 

A seguire, altre foto, in cui ho utilizzato un altro modello di cellulare (Ericsson GF768), per una diversa applicazione. Nello specifico, oltre alle due coppie di fili per i tasti C ed INVIO, ho portato fuori anche i due per la ricarica della batteria, essendo la presetta del cellulare irrimediabilmente danneggiata. (Del resto come avevo anticipato, bisogna usare vecchi telefoni …), da notare inoltre, che tale cellulare non avendo lo sportellino attivo, non vi sono interruttori reed da rimuovere.

 

 

 

 fig.11

 

 

fig.10

fig.12

fig.13

Concludendo giusto poche righe per i consumi e qualche consiglio.

 

Antifurto in preallarme: led lampeggiante spento e quadro accensione Off = 6 mA

Antifurto in On effettivo: led lampeggiante acceso e quadro accensione Off = 15 mA

Antifurto Off: led lampeggiante spento e quadro accensione On = 35mA (****)

Antifurto Attivato: led lampeggiante acceso, quadro Off, sirena attiva = massimo 65mA in 30” (******)

 

(****)   Misura effettuata con una tensione d’ingresso pari a 14 volt

(*****) Esclusa sirena. I consumi di quest’ultima, variano in relazione al modello usato. In linea di massima si possono avere consumi che variano tra 150mA e 250mA.

 

Come già spiegato, affinché l’antifurto possa fare al meglio il suo “dovere”, vanno eseguiti  cablaggi ben fatti, posti in punti sicuri, prevedendo un buon numero di sensori (il circuito non ha limiti in tal senso) a protezione di porta oggetti, sella, cavalletto e a quant’altro crediate sia necessario proteggere. Ricordo inoltre, che la sirena va posizionata sempre in orizzontale o rivolta verso il basso, affichè eventuali infiltrazioni d’ acqua non la danneggino. 

 

 

 

 

 

 

 

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