Silenzio, polvere, buio e nulla più... questa è la morte.
Si avvicina, muti i suoi passi risuonano nel vuoto che incombe... la sua ombra si allunga, incerta e tremula, nella luce che scivola via.
Questa arida terra evanescente, sterile e grigia, che si sta sgretolando un tempo era forte: ricoperta dall'erba, dalla sabbia, dall'acqua, o semplicemente nuda ma viva.
Il sussurro del vento si intrecciava al ciangottio degli augelli, al rombo della tempesta e degli zoccoli degli unicorni, all'allegro vociare delle voci infanti ed ai molti altri suoni e quieti silenzi per formare un'arcana melodia.
Un nuovo lucchichio dell'eterna falce, un altro svolazzo nell'aere immote del mantello che promette il crudele oblio.
Non più cozzare di spade in mezzo alla pugna, non più fate radiose nelle lande boschive, non più destini certi o mutevoli ad ordire le trame delle esistenze.
Pochi istanti restano ancora per ricordare i draghi che fieri solcavano i cieli... quanta nostalgia della loro maestosa possanza... quante lacrime a rimembrar le passioni, le lotte, i sacrifici, le gesta e le colpe degli eroi e dei malvagi, che un tempo credevo degne di saghe di bardi e di imperituro ricordo.
L'angusto e sterminato deserto in cui mi trovo deride il mio errore.
Piango i grandi: maghi e guerrieri, re e cavalieri, nobili e vagabondi, le cui imprese e i cui nomi furono scalfiti su una roccia immutabile, ma che ora sono tracciati solo nella polvere di un pianoro spazzato dal vento.
Piango i piccoli, le cui semplici vicende quotidiane e straordinarie serbo con cura nel cuore, in quanto sono come le miriadi di minuscole e pallide stelle, che aiutate dalle più grandi e luminose rendono meno oscuro il manto notturno.
Avverto l'orlo del nero baratro incolore sotto di me, e vacuo è l'orizzonte che non dista più di un passo.
Quando le amate creature compagne han preso a svanire?
Quando i vividi colori hanno iniziato a morire?
La mia querula voce si disperde inudita, e con essa una prece di speranza... di vita.
No, non vi sarà crepuscolo alcuno, nel vasto cielo incolore, ad accompagnare il mio funereo declino.

Io, storia non narrata, fantasia che sta per essere obliata, sono lo specchio di immortali sogni oramai perduti... che il nulla minaccia di ghermire.

Sono un universo nato morto.

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Oscuro

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