"Più a destra, così... sorridi, ecco, così.. perfetto!"
Il giovane fotografo si sposta a destra e sinistra scattando incessantemente mentre continua a dettare ordini alla modella. Lei, lunghi capelli rossi ricci e voluminosi, un sorriso smagliante, si gira a seguirlo, docile e obbediente. Indossa un abito bianco semitrasparente, che le fascia il bel corpo come una morbida guaina.
"Ancora una, bella... perfetto! Credo che possa bastare."
"Abbiamo finito? Come sono andata? Pensi che possa andare?" La ragazza lo assale con un turbine di domande speranzose.
"Ehi, calma, baby... bisognerà vedere i rullini dopo sviluppati. Ma stai tranquilla, sei fantastica."
"Dici sul serio? Sai, quando ho letto quell'annuncio sul giornale mi sembrava troppo bello per essere vero... e invece eccomi qui! Pensi che mi prenderanno?"
Il fotografo sorride, mentre armeggia con l'enorme macchina e con i vari obiettivi. "Stai tranquilla" ripete.
"Posso andare a cambiarmi ora? Questo vestito è bello, ma mi dà una sensazione di disagio"
"E' perché è il vestito rituale delle giovani da sacrificare ai Demoni".
"Cosa vorresti dire, stai scherz.... aaaaaah!!!"
La ragazza urla, terrorizzata. Arretra verso il muro, tendendo le mani di fronte a sè come per difendersi. Davanti a lei, il giovane fotografo si è trasformato in una creatura alta più di due metri, con due gigantesche corna nere che troneggiano sul capo. Non ha pelle: la carne nuda appare orribilmente scoperta, mentre due mani artigliate si protendono verso la fanciulla atterrita.
Lei si ritrova con le spalle al muro, alza le braccia forse più a coprire l'orrida vista che a difendersi. La mano del demone le trafigge il petto con un rumore secco. Lei si accascia al suolo, gli occhi spenti che fissano verso il soffitto, una striscia di sangue che rosseggia sul muro.
Il demone si porta alle labbra il cuore ancora palpitante della ragazza, lo morde. "Delizioso", sussurra.
All'improvviso, il suono di un campanello. Qualcuno è entrato in negozio.
"Finirò dopo lo spuntino", dice lui, e si dirige verso la stanza di ingresso.
Quando solleva la tenda ed esce dalla stanza che funge da studio di posa, è di nuovo un piccolo uomo dall'aria innocua, con un buffo paio di occhiali da vista. Dimostra una trentina d'anni ed ha l'aria rassicurante.
In negozio c'è una ragazza. Lunghi capelli neri lisci, labbra carnose, occhi scurissimi. Avrà si e no una ventina d'anni. "Buongiorno, io sarei venuta per quell'annuncio..." mormora timidamente.
Lui sorride. L'idea dell'annuncio è stata buona. Certo, pensa, sono tempi duri per noi demoni: una volta ci pensavano i cultisti ad offrirci le vittime sacrificali per il nostro nutrimento, ora dobbiamo arrangiarci da soli. Ma con un po' di inventiva riusciamo lo stesso a cavarcela.
"Un attimo e sono da lei", risponde.

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Claudia

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