Titolo: La Pietra di Salomone
Titolo originale: Many Dimensions
Di: Charles Williams
Editore: Jaca Book
Pagine: 277
Prezzo:L. 20.000

Nella corona di Salomone il Giusto - Suleiman ben Daood, re di Gerusalemme - era incastonata una pietra, un piccolo insignificante cubo di roccia bianco-dorata su cui erano incise le quattro lettere dell'ineffabile nome di Dio. Attorno a questa Pietra, carica di mistero e potenza, creata prima del mondo, passata per le mani di Iblis (il satana islamico), Adamo, Nimrod, Salomone, Augusto, Costantino, Carlomagno (che la incastono' nell'elsa della spada Gioiosa), tenuta nascosta per secoli in Persia da un ordine segreto di custodi e trafugata, negli anni '30 del XX secolo, da un equivoco gentiluomo inglese, sir Giles Tumulty (eroe negativo anche di un altro romanzo di Williams, GUERRA IN CIELO, incentrato sulla comparsa del Graal nel mondo di oggi), attorno a questa Pietra vengono a muoversi vari personaggi desiderosi di sfruttare i suoi poteri o semplicemente affascinati dalla sua enigmatica essenza.
La Pietra, spiega un saggio persiano, e' "la Materia Prima, di cui sono fatte tutte le cose, spirituali e materiali", e in essa sono racchiusi i segreti del tempo e dello spazio. Cercare di svelarli (violandoli) e di farne uso, anche se per scopi nobilissimi, significa squarciare il fragile tessuto dell'umana esistenza. Ogni suo aspetto (amore, amicizia, leggi, istituzioni) rischia di essere revocato in dubbio, messo in pericolo e dissolto dalle scelte egoistiche o semplicemente sconsiderate di chi si trova ad avere a che fare con la Pietra.
In particolare, e' un allucinante intreccio di crudelta' e disumana freddezza a dirigere le azioni di sir Giles Tumulty, a guidare i suoi esperimenti con la Pietra, in cui piu' di un innocente resta travolto. Ad interporsi fra lui e il successo (che ha le forme in apparenza banali dello sfruttamento intensivo, a fini di guadagno, del sacro gioiello) sono soltanto lord Arglay, giudice della Corte Suprema, e la sua segretaria. miss Chloe Burnett, che lo stesso sir Giles aveva in un primo tempo coinvolto nei propri piani. Essi lotteranno per ostacolare i suoi disegni malvagi, ma soprattutto per comprendere cosa gli uomini debbano fare della Pietra di Suleiman ben Daood e quale sia l'uso corretto del suo immenso potere.

Il potere... Williams pare interessato soprattutto ad analizzare e descrivere l'uso che del potere e' legittimo fare (o non fare). Un potere che non ha (almeno da un punto di vista umano) una chiara connotazione morale: la Pietra non puo' ovviamente possedere un'essenza maligna, ma il Bene che essa incarna appare spesso velato di un'incomprensibilita' che lo rende decisamente alieno (e a tratti ostile e terribile).
Si capisce quindi perche' Williams dedichi molte pagine all'analisi della psicologia (motivi e riflessioni) dei suoi personaggi e non rinunci a giudicare, talvolta con acume spietato, il loro carattere e le loro debolezze, leggendovi in trasparenza i peggiori difetti dell'anima dell'uomo contemporaneo. E' un indulgere all'introspezione che se da un lato e' funzionale agli intenti (morali) dell'autore e in armonia col "tono" (polemico nei confronti di certa modernita') del romanzo, dall'altro lato appesantisce a tratti l'andamento della narrazione.

Consigliato a chi e' appassionato di storie in cui la vita di tutti i giorni viene insidiata e sovvertita da elementi sovrannaturali che si rivelano sempre piu' potenti e terribili fino a stravolgere del tutto (e ri-ordinare) la stessa realta'.

(Nota per i lettori di J.R.R.Tolkien)

Williams era amico di Tolkien e i due, che facevano parte del circolo letterario degli Inklings (vedi il libro GLI INKLINGS di H. Carpenter, Jaca Book), conoscevano l'uno le opere dell'altro. Al lettore non sfuggiranno certe affinita' tra LA PIETRA DI SALOMONE e l'opera maggiore di Tolkien, IL SIGNORE DEGLI ANELLI. In entrambi i romanzi al centro della narrazione si ha un (minuscolo, in apparenza insignificante) oggetto di potere, attorno al quale si agitano personaggi animati da intenzioni ora buone ora malvagie. Si puo' anzi dire che e' proprio l'oggetto in questione a fungere da pietra di paragone del loro senso morale e a rivelarne aspetti impensati e oscuri.

Voto: 3.5 su 5


­Fritz Tegularius­


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