Titolo: La terra morente
Titolo originale:
Di: Jack Vance
Editore: Nord
Pagine:
Prezzo:
Traduzione: Gianluigi Zuddas

Quest'opera ha una struttura un po' particolare: e' divisa infatti in due parti: una raccolta di racconti ("La Terra morente" - "The dying Earth" del 1950) e un romanzo ("Cugel l'astuto" - "The eyes of the Overworld" del 1966).
I testi della prima parte sono collegati tra loro, oltre che dall'ambientazione, per mezzo di un piccolo espediente narrativo: i personaggi secondari o le semplici comparse di un racconto diventano i protagonisti del racconto successivo.
La seconda parte consiste in un romanzo strutturato in capitoli corrispondenti alle avventure affrontate dal protagonista (secondo lo schema dei romanzi picareschi).

L'elemeno principale dell'intera opera e' comunque lo sfondo geografico e culturale in cui le storie raccontata da Vance si svolgono. Uno sfondo (la Terra morente, appunto) che diventa il vero e proprio protagonista, tanto che ogni personaggio con la sua psicologia, ogni avventura, ogni dialogo si presenta in ultima istanza come una manifestazione della stessa Terra morente, perfettamente collocato in essa come una delle tante tessere di un coloratissimo mosaico.

Ma cosa e' la Terra morente?
E' il nostro stesso mondo ma in un futuro inconcebilmente remoto. Tanto remoto da essere privo di ogni legame col nostro presente e da apparire come un bizzarro ibrido dei molti passati della Terra. Nei cieli della Terra morente brilla un sole rosso, dalla luminosita' vacillante, prossimo alla morte (e gli uomini lo sanno e attendono con rassegnazione il giorno in cui l'astro non si riprendera' dall'ennesimo offuscamento); i venti e le piogge di millenni hanno levigato le montagne conferendo loro dolci profili e donando ad ogni paesaggio un'aura di esausta bellezza. La flora e la fauna sono state stravolte, e accanto agli animali piu' usuali camminano sulla Terra creature di cui ben difficilmente potrebbero essere individuati i progenitori. Demoni e vampiri, morti viventi e ibridi uomo-animale, giganti e gnomi paiono usciti dalle leggende grazie al lavorio di centinaia di millenni di mutazioni. La scienza e' stata dimenticata, e la magia ha preso il suo posto. Ma il trascorrere del tempo ha avuto ragione anche di quest'ultima e nella Terra morente le conoscenze magiche sono solo pallidi ricordi delle arti gloriose esercitate dai grandi incantatori del passato (un passato vecchio di migliaia di anni, ma lontanissmo nel futuro rispetto al nostro presente).
Gli uomini continuano a strappare gioie alla vita, ma la consapevolezza della fine ormai prossima incombe su tutte le loro attivita' e smorza il gusto di amori e vendette, crimini e avventure. Un'infinita stanchezza circonda ogni gesto, anche i piu' crudeli o i piu' romantici. - Che importa! - ripetono spesso e ad ogni proposito gli uomini e le donne della Terra morente - Il mondo e' ormai vecchio, e questo potrebbe essere l'ultimo giorno in cui il sole splende alto su di noi... - Ogni impresa appare vana in partenza, ogni amore senza speranza, ogni crudelta' priva di costrutto... E tuttavia uomini e donne si affannano a inseguire i loro sogni e desideri, anche i piu' strani e capricciosi... combattono, mirano a cio' che e' irraggiungibile, conversano e questionano come se in ogni domanda, in ogni risposta fosse nascosto il segreto dell'esistenza, o un'altra, ultima gioia. L'aguzzino accetta di conversare con la propria vittima prima del colpo di grazia, ogni scontro si trasforma in una schermaglia verbale, ogni dialogo investe i massimi sistemi... perche' - Che importa! Il mondo e' ormai vecchio, e questo potrebbe essere l'ultimo giorno in cui il sole splende alto su di noi... -

Ed ecco che nella prima parte dell'opera assisteremo alle avventure di Turjan di Mir, il mago ossessionato dal segreto della coltivazione degli esseri umani nelle vasche di crescita; e vedremo cosa dovette fare T'sain, una delle creature da lui create, per salvarlo dalle grinfie di Mazirian il Mago, che proprio quel segreto voleva sottrargli. Conosceremo T'sais, sorella gemella di T'sain, che per un errore di bio-progettazione e' nata con un cervello incapace di percepire la bellezza del mondo e che si mettera' in viaggio alla ricerca di essa. Seguiremo Ulan Dhor sulle tracce delle sapienza tecnologica delle ere perdute e Liane il Viaggiatore nelle sue imprese crudeli, fino alla sua missione piu' rischiosa; e Guyal di Sfere, l'uomo dalle mille domande, che per soddisfare la sua inesauribile curiosita' si mettera' alla ricerca del Museo dell'Uomo, in cui e' contenuta tutta la conoscenza umana: un tesoro preziosissimo ma anche bizzarro in un mondo destinato ad una prossima fine...
Storie di volta in volta crudeli e patetiche, romantiche (forse sentimentali) e malinconiche.

Nella seconda parte di "La Terra morente" il tono si fa piu' leggero, piu' ironico, ma anche piu' pessimista. Questo per merito del nuovo personaggio che Vance introduce (uno dei suoi piu' famosi personaggi): Cugel l'Astuto (Cugel the Clever).
Cugel e' un vero e proprio ribaldo: egoista ed egocentrico, astuto ma spesso presuntuoso e superficiale, collerico e vendicativo, prodigo e imprevidente nelle rare occasioni in cui vive nella ricchezza, avido e insidioso quando le sue tasche sono vuote. Coinvolto in un furto nella splendida dimora di Iocounu, il Mago Ridente, Cugel e' costretto ad espiare la propria colpa mettendosi in viaggio per rubare e consegnare all'incantatore un preziosissimo tesoro magico: un Occhio dell'Oltremondo - una lente di origine demonica capace di offrire un particolarissimo punto di vista sul mondo.
Il viaggio porterta' Cugel in mezzo a popoli esotici e civilta' bizzarre, descritte da Vance con dovizia di particolari e stile raffinatissimo. La Terra morente ci appare in tutta la varieta' delle sue culture, l'una piu' folle dell'altra ma tutte ugualmente affascinanti e insidiose. E ad ogni tappa del suo viaggio Cugel cerchera' di trarre profitto da ogni situazione in cui si verra' a trovare, interagendo in modo spesso disastroso (per se' e per gli altri) con le varie societa'. Il tutto all'insegna del principio secondo cui "l'uomo e' un lupo per l'uomo" (e anche per se stesso, forse)...
Avidita', una vena di sadismo, incomunicabilita' radicale tra gli uomini e tanta ironia sono gli elementi portanti della storia di Cugel.

Giudizio:
IMPERDIBILE per gli appassionati di Vance e per chiunque sia stato anche solo un po' affascinato dal suo stile.
CONSIGLIATO ad ogni appassionato di fantasy: lo stile di Vance e' raffinatissimo, la sua immaginazione selvaggia, il tono dell'opera vario e bizzarro.

Nota: esistono altre due opere di Vance dedicate alla Terra morente: "Rhialto il meraviglioso" ("Rhialto the marvellous" - 1984) e "La saga di Cugel" ("Cugel's saga" - 1983) entrambi pubblicate da Fanucci (Il Libro d'oro). Anche "La Terra morente" era stata pubblicata da Fanucci, col titolo "Crepuscolo di un mondo" (esiste quindi anche questa edizione dell'opera sopra recensita - credo pero' sia fuori commercio).
"Rhialto il meraviglioso" e' un'opera assolutamente indipendente da "La Terra morente" e puo' essere letta separatamente senza alcun problema. "La saga di Cugel" e' formalmente il seguito di "Cugel l'astuto" (la seconda parte di "La Terra morente") ed inizia nel punto preciso in cui quella terminava. Tuttavia anch'essa puo' essere letta autonomamente.


­Fritz Tegularius­


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