Titolo: La spada nera
Di: M. Weis e T. Hickman
Editore: Mondadori
(edizione contenente gli altri due libri oltre a "La spada nera")
Pagine: 1000 ca.
Prezzo: £ 25.000

Un concetto fondamentale del fantasy (almeno IMHO) espresso in maniera veramente innovativa. La magia non e' a portata dei pochi "usufruitori", ma la Magia dona la Vita (con la V maiuscola). La societa' si fonda in tutto e per tutto sulla magia, e l'uso della stessa e' praticato anche per cose "frivole" come cambiare il colore delle vesti, alterare il tempo, creare ogni sorta di illusione, and so on.
L'elemento innovativo di cui parlavo non e' il fondarsi della societa' sulla magia, ma COME la magia viene sfruttata: tramite alcune persone, completamente prive di poteri magici, chiamati "catalizzatori", che traggono la Vita dagli elementi della terra e possono, a comando, aprire dei "canali" di Vita verso i maghi.
Un mago senza un catalizzatore, quindi, non puo' accedere in alcun modo alla magia.
La storia e' veramente articolatissima, i personaggi principali sono pochi ma ben caratterizzati, la cura estrema nella descrizione della societa' (ad es: i catalizzatori che appartengono alla chiesa, l'imperatore che DEVE essere un mago, e gli specifici compiti di ognuno dei maghi delineati gia' dalla nascita) crea un'immedesimazione veramente buona.

Trama

SPOILER



















Nell'impero di Merilon, la coppia imperiale da' alla luce un figlio Morto (la M maiuscola sta a significare che non e' morto davvero, ma completamente privo di magia). Secondo l'usanza, i bambini che falliscono le 3 prove per stabilire se sono Vivi o no, devono essere lasciati a loro stessi, senza alcun contatto umano, finche' non muoiono per denutrimento.
La sorte del figlio dell'imperatrice subisce pero' un diverso destino: viene affidato ad un "Albanara" (una maga di nobile famiglia) e mandato con lei in un insediamento di Maghi dei Campi. A corte, ad assistere al fallimento delle prove da parte del bambino, c'e' un giovane catalizzatore di nome Saryon, portato dal vescovo Vanya (la piu' alta carica a livello ecclesiastico dell'impero) ad assistere a quello che doveva essere un lieto evento, come simbolo della benevolenza del vescovo stesso, in quanto Saryon era stato scoperto a leggere libri riguardanti il Nono Mistero, l'arte occulta e bandita dal mondo: la tecnologia.
La tecnologia e' infatti ritenuta responsabile delle "Guerre del Ferro" avvenute secoli prima, e quindi bandita a favore della magia.
La specializzazione dei maghi in vari campi e' il risultato di tale abbandono: i Sif-Hanar controllano il tempo, i Thon-Li controllano i corridoi magici nei quali ci si puņ "teletrasportare", i Duuk-Tsarith (o Vesti Nere di Dragonlanciana memoria) sono al servizio della chiesa come guardiani, i Dkarn-Duuk sono maestri della guerra, e cosi' via.
Il bambino Morto (Joram) cresce nella comunita' dei Maghi dei Campi finche' non raggiunge la maggiore eta', riuscendo a nascondere a tutti il fatto che non possiede la magia. Un giorno, quando il catalizzatore del villaggio scopre la notizia, Joram lo uccide e scappa nelle Regioni Remote, una terra dimenticata a meta' tra gli imperi di Merilon e Sharakan dove vivono coloro che fanno uso del Nono Mistero, ovvero sia i Tecnologi. Essi non adoperano la magia per fabbricare gli oggetti, ma hanno una fucina, degli utensili, etc.
Il vescovo Vanya, informato da un Duuk-Tsarith infiltrato nel villaggio che il ragazzo e' la', chiama Saryon (ormai 40enne) e lo manda alla ricerca del figlio dell'imperatrice (ormai morta) con il compito di arrestarlo.


­Wayne lo Gnawl­


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