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NNZEUS E IL CAPITANO

Da: Kralizec il Faltyn
Oggetto: La morte del capitano
Data: Venerdì 12 Febbraio 1999

Terrore si diffuse nelle file degli Orchetti, ma una voce si levo'. Era un altro orchetto della razza di quello morto. Il Capitano, certamente - Che pensate di fare, luridi animali !! Avanti, continuate ! Credete che possiamo fermarci ora ? Tutti morti vi voglio, piuttosto che vedervi fuggire. E se fuggite, morirete lo stesso per mano mia. Capito ? - La durezza della sua voce fu quasi ipnotica. Gli Orchetti non avrebbero ceduto. No, non ancora.

QUI COMINCIA IL BRANO

A quelle parole, la paura degli Orchetti per dei nemici tanto agguerriti venne sostituita da quella per le tremende torture che avrebbero subito in caso di ritirata. Non erano semplici minacce quelle che avevano udito dal Capitano e più d'uno di loro ripensò alle laceranti grida che provenivano dalla sua tenda quando qualche soldato tornava dopo aver fallito una missione.
Gli Orchetti, dunque, strinsero con forza le loro armi e ripresero a combattere con rinnovato vigore.

Nnzeus, dimentico dei dubbi che lo avevano tormentato fino a pochi istanti prima dell'assalto, combatteva ora con rabbia e valore. Il nemico che aveva di fronte brandiva una minacciosa sciabola e aveva tutta l'aria di saperla usare molto bene. Ma Nnzeus si accorse che quell'Orchetto combatteva in quel momento la sua prima battaglia.
Mentre parava alcuni colpi penso': 
"Tu non hai conosciuto il bruciore di una lama che ti strappa la carne. Non hai mai visto il sangue sgorgare dal tuo corpo e impastarsi con la polvere...."
In quel momento l'Orchetto fintò a sinistra per poi gettarsi contro l'avversario e affondare un colpo a destra. Sulle labbra di Nnzeus si disegnò un sorriso amaro, quasi provasse tenerezza per quello sprovveduto: 
"Una mossa classica" si disse "perfino prevedibile" 
Stringendo a due mani la sua spada bastarda descrisse un ampio e veloce cerchio con le braccia e tranciò di netto il polso dell'avversario. Urlando di dolore, questi cadde sulle ginocchia e si afferrò con la mano rimasta quel moncherino che spruzzava sangue tutto intorno. Il sangue arrivò a bagnare la cotta di maglia di Nnzeus ed egli improvvisamente sentì le sue membra divenire pesanti come dopo uno sforzo enorme mentre i dubbi tornavano ad assediare la sua mente. 
"Vivere in pace...."

Passò la mano sul sangue che lo bagnava....

"....pace...."

....strinse con forza gli occhi e i pugni....

"....pace".

Poi, scrollò deciso il capo:
-Nessun ripensamento!- esclamò per convincere sè stesso -nessun ripensamento!-
E il grido dell'Orchetto si spense. 
Si volto'. Doveva uccidere il Capitano. Sapeva che sarebbe stato un duro colpo inferto ai nemici. Lo vide e lo affrontò con lo sguardo. E la lotta ebbe inizio. Il corpo di Nnzeus, pur coperto di cicatrici e percorso dai segni del tempo, si muoveva agile e flessuoso. Una certa eleganza e sensualità contraddistinguevano il suo modo di combattere. Più volte tentò di affondare la spada nel corpo del nemico ma ogni volta quello si riparava con lo scudo e rispondeva. Deviando uno di quei contraccolpi con la spada, Nnzeus vide una nuova ferita disegnarsi sulla sua gamba destra. Poi, il Capitano si gettò su di lui e i due rovinarono a terra. Si avvolsero l'uno sull'altro e rotolando sull'erba umida si scambiavano pugni e colpi con le else delle spade. Poi, si rialzarono. Entrambi cominciavano a sentire la stanchezza nei loro corpi e sudavano copiosamente. Infine, Nnzeus riuscì a disarmarlo e si trovò di fronte all'avversario .
Si fermarono per un breve istante: l'Orchetto ansimante e con la paura negli occhi, il viandante, davanti a lui, con la spada lorda di sangue nero. Fu un attimo: quella posizione di netta superiorita', un nemico inerme alla sua merce'. Ancora una volta gli tornarono in mente le parole pronunciate a sè stesso prima dell'assalto:
"....dopo tanto tempo che vivo in pace e che cerco di convincere la gente che incontro a fare altrettanto...."
La sua spada, a quei pensieri, si coprì di nuovo di rugiada.
Al Capitano non servì altro: con un veloce movimento si scagliò contro Nnzeus coprendosi con lo scudo. Nello scontro il viandante cadde a terra perdendo l'arma che velocemente l'Orchetto raccolse. Ora la situazione si era invertita: Nnzeus disarmato era in piedi di fronte ad un nemico che non avrebbe avuto pietà di lui. E ancora le sue stesse parole:
"....so già che esitero'. Esiterò e sarò ferito. E sarò d'impiccio...."
Sentì improvvisamente tutti i suoi anni pesargli sulle spalle ma si sforzò di morire con dignita'. Con un lungo sorriso sfidò l'Orchetto a colpire e mentre questi caricava il colpo, Nnzeus raddrizzò la schiena e si preparò alla morte.
Il Capitano lanciò un grido poderoso nell'aria.
"Ecco che giunge...." pensò il viandante.
Ma il colpo non venne. Il Capitano cadde ferito in ginocchio con una freccia piumata di nero piantata nella spalla destra. Nnzeus allargò le labbra in un sorriso a ringraziare Kyra ma.... non era Kyra! Era un altro Orchetto! Un grosso Orchetto che si premeva una profonda ferita all'inguine lo aveva salvato appena in tempo!
-Maledetto bastardo- disse questo -te l'avevo detto che te l'avrei fatta pagare cara-
Nnzeus non si lasciò scappare l'occasione e si precipitò a raccogliere la spada del nemico che giaceva poco distante da lui. Il Capitano si estrasse dalla schiena la freccia e si rialzo'.
-La riconosci, vero?- gli chiese l'altro -avresti dovuto uccidermi quando ne hai avuto la poss....-
Non ebbe il tempo di finire la frase: il Capitano si gettò su di lui e lo trafisse al petto con l'arma di Nnzeus che ancora stringeva fra le mani. Questa volta Nnzeus non si lasciò dominare dai dubbi e, sebbene il suo avversario gli volgesse le spalle, affondò la spada con un grido liberatorio. Il Capitano inarcò la schiena e un sommesso suono gli uscì dalle labbra mentre con le mani annaspava nel vuoto cercando di afferrare la lama che gli fuoriusciva dal torace. Tentò di voltare il capo a sfidare, nel momento della morte, il viandante. Ma non vi riusci'.

Kralizec il Faltyn


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