ITALIA NOSTRA ONLUS
Sezione Isola d’Elba e Giglio

SEGNALAZIONI

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La sezione fiorentina di Italia Nostra possiede una piccola biblioteca specialistica e l'archivio dell'attività svolta (anche a livello regionale) dal 1958 in poi. Tale patrimonio documentario è consultabile nell'orario di apertura sia da parte di studenti e laureandi, che da parte di cittadini interessati alle più diverse tematiche e problematiche relative all'ambiente, beni storico-artistici, politiche urbanistiche, parchi etc. di Firenze, del territorio fiorentino e toscano.

Italia Nostra Sezione di Firenze     http://italianostrafirenze.splinder.com

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NAPOLEONE AL CINEMA, UNA RASSEGNA ALLA DE LAUGIER
DAL 18 SETTEMBRE AL 16 OTTOBRE 2007 NOVE FILM DEDICATI ALL'IMPERATORE

A partire da martedì 18 settembre fino al 16 ottobre si terrà a Portoferraio presso l’Auditorium del Centro Culturale De Laugier la prima rassegna di cinema su Napoleone. L'ingresso è libero.
Questa iniziativa promossa dal Comune di Portoferraio e curata dall’Apt dell’Arcipelago Toscano e dalla Provincia di Livorno è inserita nel Progetto “Elba -Isola dell’Imperatore” e nel quadro delle tematiche napoleoniche realizzate e seguite dall'Amministrazione Comunale (Maggio Napoleonico, Federazione Europea delle Città Napoleoniche e Associazione della Route Napoléon).
La rassegna racconta e descrive l'interpretazione cinematografica che si è data di Napoleone a partire dal 1927 con “Napoleon” di Abel Gance fino al recente “N” di Paolo Virzì (2006). Questi i film selezionati:

  18 settembre 2007 – ore 21.15
“Napoleon” di Abel Gance 1927

  20 settembre 2007 – ore 21:15
“Maria Waleska” di Clarence Brown 1937

  25 settembre 2007 – ore 21:15
“Napoleone” ad Austerlitz di Abel Gance 1960

  27 settembre 2007 – ore 17 e 30 I° parte – ore 19:30 piccolo buffet – ore 20 II° parte “Guerra e pace” di Serge Bondarcuk 1967

  2 ottobre 2007 – ore 17
“I Duellanti” di Ridley Scott 1977

  4 ottobre 2007 – ore 17
“I vestiti nuovi dell’Imperatore” di Alan Taylor 2001

  9 ottobre 2007 – ore 17
“Campo di maggio” di G. Forzano 1934

  11 ottobre 2007 – ore 17
“Desirèe” di Henry Koster 1954

  16 ottobre 2007 – ore 17
“N” di Paolo Virzì 2006

  Parteciperanno alla rassegna: Paolo Mercadini (Film Editor), Gigi Bellavita (Professore al Politecnico di Milano – Facoltà disegno industriale cultura cinematografica),
Giuseppe Battaglini (direttore della Biblioteca Foresiana e del Centro Nazionale di Studi Napoleonici e di Storia dell’Elba), Massimo Scelza (direttore del Corriere Elbano),
Nano Campeggi (pittore, illustratore e cartellonista cinematografico), Gianluca Dire (regista), Giuseppe Alberto Orefice (giornalista, editore), Alessandra Palombo (studiosa di Napoleone Lettore).

  (TE NEWS  venerdì 14 settembre 2007)

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Giacimenti storico culturali:

  Come l'Elba fu preparata alla seconda guerra mondiale:
Elba fortificata, una panoramica completa sulle opere militari di quegli anni... molto ben documentata.

Uno strano, bellissimo, interessante a dir poco, SITO STORICO di FOTO sull'Elba, quasi anonimo:

  La storia dell'Elba nelle cartoline illustrate...
    La storia dell'Elba nelle vecchie foto, della seconda guerra mondiale e non solo...

Oscar Casanova, Pietro Castelli: I ricoveri pastorali in pietra a secco...

Associazione storico culturale La Torre Campo nell'Elba...

Circolo culturale "Le Macinelle" San Piero     Progetto Le vie del Granito
Programma escursioni estate 2007, 21 uscite alla scoperta delle Chiese Romaniche e dei più bei panorami dell'Elba:
Luglio e Agosto       Settembre
rif: Fausto Carpinacci e Roberto Bertelli, San Piero

Mario Brandaglia: Isola del Giglio, storia di battaglie e di piraterie...

Associazione Archeologica dell'Isola del Giglio...

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La Madonna del Rossellini, al Cavo

di Maria Gisella Catuogno


 


Al Cavo, nel giardino dell'Istituto San Giuseppe (di proprietà, salvo errori, della diocesi di Massa e Populonia) si trova, esposta alle intemperie e quindi al degrado, una statua di Madonna, che fu fatta negli anni 30 da un ottimo scultore toscano che si chiamava Zulimo Rossellini .
Esiste un pezzo di Concetto Marchesi che ne parla.

Vanamente si è cercato in tutti i modi, parlando col parroco ecc., che almeno fosse messa in un interno....
Eppure l’artista, questo Rossellini, vinse il concorso per il monumento al Foscolo in S. Croce a Firenze, ma quando fu pronta l'opera (che ora si trova a Pavia) era cominciato il regime fascista che non gradì, proprio perchè lui non era schierato ecc., e la statua fu rifiutata...

In crisi, Rossellini, per trovar pace, cominciò a frequentare le nostre isole e soggiornò molto al Cavo, dove scolpì la Madonna del Cavo... Questo appello di Italia Nostra è per cercare di salvarla!!!

Concetto Marchesi, insigne latinista, che generazioni di liceali ricordano per aver studiato sulla sua “Storia della letteratura latina”, fu un fedele ed affezionato frequentatore del Cavo, dove trascorse, insieme al suocero e maestro R. Sabbadini, lunghi periodi di riposo e di riflessione.

G. Vanagolli, sul “Corriere Elbano” del 15.1. 1979, gli dedicò un articolo dal titolo ”Omaggio alla memoria di Concetto Marchesi”, in cui, tra l’altro, faceva riferimento ad una biografia del grande studioso, uscita proprio in quel periodo presso la Casa Editrice Antenore di Padova, ad opera di Ezio Franceschini, che di Marchesi era stato allievo e amico fraterno.
Nella biografia più volte si parla di questi soggiorni elbani che si ripeterono lungo un arco di quasi cinquant’anni. Del Cavo, Marchesi amò gli abitanti e le bellezze naturali che la moglie Ada , pittrice, ritraeva in delicati quadri.
E d’argomento locale furono due scritti che egli volle offrire alla gente di quel minuscolo paese che lo accolse per tanto tempo: La valle di San Bennato e La Madonna del Cavo. Il secondo di questi scritti fu pubblicato su “L’Osservatore Romano”del 20 settembre 1942.
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Di faccia a Piombino è il Cavo: il più vicino approdo dell’isola d’Elba, una volta spiaggia deserta tra ciuffi di tamerici, oggi paese di cinque abitanti, discosti tra loro. In mezzo, lungo un sentiero che porta ai pini e alle alghe del Frugoso, la Chiesa che congiunge quelle case sparse sui poggi e sulle rive è l’unico edificio che ospiti e raccolga insieme tutte le anime dove penetri lume di fede; e anche laggiù il campanile è il segno dell’ unità e della comunione.
Sulla spiaggia sorgeva un’ antica, forse la più antica chiesa cristiana dell’isola, dove la stupenda e silenziosa valle della Fanghiccia scende nel mare. Da remotissimi tempi in questa valle Etruschi e poi Romani attendevano alla fabbricazione del ferro, prima che Populonia divenisse la fonderia centrale del minerale isolano; e nel settembre del 1925 un pozzo di assaggio quivi scavato mostrava alla base del quinto strato residui di minerali provenienti da forni dell’età etrusca. E tanti altri forni erano in tutta l’ isola, che ai naviganti greci doveva certamente apparire quale terra di fumo e di faville, Aethalia”, com’essi chiamavano l’Ilva, l’isola dei Liguri Ilvates originari abitatori.
La comunità di questa valle, così prossima al continente, non tardò ad accogliere il messaggio cristiano, che aveva già portato l’ardore della nuova fede nelle squallidi solitudini di Pianosa e Capraia, le isolette circostanti.
Prima ancora dell’africano San Cerbone, vescovo di Populonia, era qui giunto il culto di San Menna, il martire egiziano perito nel 295: culto diffusissimo in Oriente e nel secolo sesto già entrato in Occidente. E qui, nell’imbocco della valle, sorgeva un oratorio in onore di San Menna o Mennate (Menas), oggi divenuto San Bennato, il cui nome originario resta in un documento del 21novembre 1236. Della Chiesa, attraverso maltrattamenti e rimutamenti demolita e ricostruita, esisteva ancora nel 1904 parte del coro rivestito esternamente di bozze martelliate, forse del sec. XV; ed il Ninci , che la visitò nel 1802, nella sua Storia dell’Elba ( Portoferraio, 1815), trascriveva che ricercando tra le rovine del pavimento, aveva trovato alcuni pezzi formati da parallelepipedi di pietra calcarea della grossezza e lunghezza del dito indice di un uomo. Si trattava forse di tessere divelte dal mosaico pavimentale in rovina, le quali hanno spesso quella forma e quelle dimensioni; ma questo particolare non basta a determinare l’epoca e il carattere della costruzione, perché l’ uso di pavimenti musivi si estende al pieno medioevo.
Adesso non esiste più niente; c’è solo una breve vigna ed un pozzo con lavatoio in quel tratto che la gente del luogo continua a chiamare “il sagrato”. Molti secoli dopo, nel 1902, un’ altra chiesa sorgeva ad un chilometro di distanza, presso le cave dei cavatori e dei pescatori; piccola Chiesa, priva di beneficio, disadorna, con la incompiutezza esterna di quelle chiese poverelle che vivono della carità di chi meno possiede.
Da sette anni i cavesi hanno fatto sorgere presso la Chiesa una canonica, cresciuta anch’essa fra gli stenti; e poco dopo han voluto, mantenuto dal popolo, il loro Sacerdote che resti sempre in mezzo ai fedeli: perché non abbia mai segni di abbandono la casa del Signore. Quella porta una volta chiusa, che si apriva solo alla Domenica, quando da Rio Marina scendeva ad officiare, benigno e pietoso, Don Andrea, ora è sempre aperta fino a tardo vespro. In certe ore ed in certe stagioni la Chiesa è tutto: specie nella stagione invernale. Quando lo scuro penetra nelle case e soffia il gelido vento di tramontana e gli uomini stanchi e insoddisfatti restano immobili guardare nel vuoto senza parole, le mamme, le spose, le ragazze, quelle che più sperano ed inducono a sperare, schiudono l’uscio ai tocchi della campana che le chiama alla benedizione e si avviano con cuore sollevato verso quei lumi che fanno vedere tanta luce anche se sono così pochi.
Ed ora sull’altare di S. Giuseppe i cavesi hanno voluto far innalzare una loro statua bella, quale non hanno mai visto così bella: la statua della madonna cara ai marinai. Autore della mirabile opera è un artista che dimora al Cavo da tanti anni e che non può restare a lungo lontano dal mare che lo ha consolato e animato nelle vicende e nei ricordi spesso amari della sua mobilissima vita. E’ lo scultore Zulino Rossellini fiorentino. Egli era ancora quasi adolescente quando il suo nome corse per gli ambienti artistici come il nome di un vincitore. Ma quel sorriso di buona fortuna mutò presto ; ed egli patì ingiustizia: uno dei patimenti più gravi quando colpisce l’artista nella sostanza della sua arte.
E venne lo scultore fiorentino a cercare fra gli scogli dell’ arcipelago toscano la sua pace: prima a Capraia, poi al Cavo, dove rimase a condurre una vita onesta e bonaria, ora schiva e taciturna, ora abbandonata e festosa nella sua interezza nota solo a quei pochissimi che possono goderne la confidente amicizia. Ed ha un suo intimo, quasi geloso amore dell’arte, che per lui è compostezza e armonia e unità e semplicità, senza i torbidi, inquieti, insinceri attorcimenti dei ricercatori metodici di novità. Rossellini ha modellato la Madonna per la Chiesa del Cavo. Quella sua istintiva ricerca di decoro e di eleganza, quella fuga, dalla vacuità degli enigmi ornamentali, quel suo gusto di modellatura limpida e chiara, quel suo tono quasi melodico dei lineamenti e degli atteggiamenti appariscono in questo ultimo lavoro come in una felicissima ripresa e progressione della sua operosità artistica. La Madonna è ritta in piedi, con il capo velato, ed un manto liscio che l’ avvolge tutta lasciando scoperta la veste davanti, che scende a pieghe ripide ed uguali come in certe statue arcaiche. E’ una immobilità quasi trepida, piena della vita in conoscibile e profonda che spira da un divino mistero, nella purissima giovinezza di quel volto dove l’amore e la pietà, senza le consuete leziosaggini, si compongono in una indissolubile forza di celeste potere. C’ è in quella statua qualche cosa che ci prende a poco a poco e ci commuove per quell’alito di beatitudine dolorosa e maestosa ch’ è proprio della santità cristiana.
Così Zurlino Rossellini ha portato dinanzi all’altare la sua arte ignara di mercimoni e di servitù e fra le tante impurità del secolo, per la piccola chiesa avanti al mare, ha plasmato con l’anima assorta e con le mani esperte la immagine sacra : Mater Purissima.
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