ISOLE CANARIE LE 7 SORELLE

 
 
LANZAROTE

 




L’isola di Lanzarote, è forse la più originale delle sette dell’arcipelago.
Con una superficie di 860 chilometri quadrati, comprende amministrativamente anche gli isolotti della Graziosa (l’unico abitato con un’estensione di 27 KMQ), Alegranza, Montana Clara,
Roque del Este e Roque del Oeste.
La separa dalla Graziosa El Rìo, un braccio di mare del quale si gode una buona visuale dal Mirador del Rìo.
Prima isola ad essere stata conquistata, deve il nome attuale al marinaio genovese Lancellotto Malocelli, chiamato in spagnolo in spagnolo Lanzaroto Malocello, che vi sbarcò alla fine del XIII secolo.
Tuttavia i primi veri conquistatori furonhjo Godfier de la Salle, nel 1402, dopo essersi fatto nominare re delle Canarie, diventò vassallo di Enrico III di Pastiglia. L’isola fu poi venduta agli spagnoli e ai portoghesi che stabilirono la capitale a Betancuria nella vicina isola di Fuerteventura.
Molte famiglie iesolane sono loro discendenti e ancora ne portano i nomi.
Lanzarote diventò in seguito base militare, fino alla conquista definitiva dell’arcipelago da parte degli Spagnoli.
Utilizzati come schiavi dai catalani, i Guanci si sono mescolati col passare del tempo ai Mori, ai Genovesi, ai Portoghesi, ai Veneziani e ai Francesi.
Attualmente, l’isola conta più di 45.000 abitanti, distribuiti in 7 comuni: Arrecife (capoluogo), San Bartolomè, Tìas, Yaiza, Tinajo, Teguise e Harìa.
Lanzarote rappresenta il trionfo dell’uomo sulla natura ostili.
Chiamata in passato l’isola dei 300 vulcani, divide con Fuerteventura l’ingrato destino delle isole orientali, mancanza d’acqua e un vento costante che proviene dall’Africa e porta con sé la sabbia rossa del deserto.
A questo si sono aggiunte, nel corso del tempo, le conseguenze delle ripetute eruzioni, in particolare quelle dei secoli XVII e XIX, che seppellirono ben 11 villaggi.
La vicinanza della costa Africana (68 miglia circa) e l’assenza di catene montuose di una certa importanza determinano inoltre un clima secco e soleggiato in tutta l’isola per la quasi totalità dell’anno.
Fanno eccezione il Macino de Famara, dove si trova la vetta più alta dell’isola ( Penas del Chache, 617 metri di altitudine), a nord, e il Macino de Ajaches, a sud, ave spesso si formano addensamenti di nubi.
Sono quindi molto estesi i territori pianeggianti, che in molti casi assumono l’aspetto di malpaises, vaste estensioni di lava vulcanica
che hanno ricoperto i terreni precedentemente fertili, come quello della Montana del Fuego, di 200 KMQ a su ovest, e quello de la Corona, di 50 KMq, a nord est.
Le coste che si estendono per circa 170 KM, sono prevalentemente rocciose e scoscese nella parte settentrionale e in quella occidentale dell’isola, mentre nelle altre zone, e soprattutto a sud del capoluogo, si allungano spendidi arenili sabbiosi.
La flora di lanzarote presenta aspetti particolarmente interessanti, soprattutto sul Macino de Famara, e sugli isolotti, dove compaiono esemplari di una certa rarità.
Talvolta i licheni ricoprono vaste estensioni di malpaises, conferendo al paesaggio una stana colorazione.
L’isola era anticamente conosciuta con il nome di Purpuraria, per la presenza della roccella, un lichene molto ricercato dai Guanci e soprattutto dagli esploratori stranieri, per le sostanze coloranti che in esso erano contenute.
L’albero tipico dell’isola è la Palma Canaria , staordinariamente rappresentata nel palmeto di Haria, che forma una spendida oasi.
La natura vulcanica dell’isola ha posto non pochi problemi agli isolani, che tuttavia hanno saputo trovare, nel corso dei secoli, soluzioni di grande interesse alle condizioni ostili del terreno e del clima, dimostrando forza e tenacia sicuramente non comuni.
Nella zona di La Geria, ad esempio, una serie di crateri artificiali scavati appositamente ha permesso di raggiungere il terreno fertile sotto lo strato di lava del malpais, e di piantare in esso fichi e viti, in questo modo, le coltivazioni protette dal vento, riescono a beneficiare dell’umidità del sottosuolo.
A dispetto delle condizioni sfavorevoli, i vigneti riescono a produrre una squisita malasia.
In altre zone, il problema dell’aridità è stato risolto dai contadini cospargendo i campi di cenere vulcanica, o picon negro, in grado di assorbire e trattenere l’umidità della notte: cipolle, pomodori, cocomeri e meloni nascono così in un terreno curiosamente scuri.
Infine nella zona nominata Jable, de la caleta fino a Playa Honda, viene utilizzato un particolare sistema tagliavento mper bloccare le correnti d’ariae far cadere al suolo la sabbia minuta da esse trasportata, nella quale è possibile seminare.
Per celebrare una tale capacità di trasformazione di un’ambiente naturale ostile, Cesar manrique, artista nato nel 1920, al quale Lanzarote deve la salvezza del suo patrimonio naturalistico ed etnico, volle edificare presso san bartolomè il monumento al Campesino, chiamato anche monumento all Fertilità.
Il paesaggio, così razionalmente ed efficacemente modificato dall’uomo, presenta spesso un’aspetto particolare, con colori, forme, disegni uguagliati soltanto dal ritmo geometrico delle Saline di Janubio, a sud la bellezza della distesa candida, stretta fra neri vulcani e uno spendido mare turchese le ha rese un’importante meta escursionistica.
Nel 1974 alcuni architetti di fama, tra i quali Cèsar Manrique, hanno scavato nella roccia lo splendido Mirador del Rìo.
Oltre all’agricoltura, altre risorse dell’isola sono la pesca ( alla quale vengono associate attività di conservazione), l’allevamento (caprino) e soprattutto il turismo, che in questi ultimi anni sta registrando un notevole sviluppo, grazie alla costruzione di nuove infrastrutture alberghiere e villaggi turistici, inseriti in paesaggi che conservano un fascino incredibile. Tale è infatti il caso della Costa Teguise o della zona di Puerto del Carmen, che sono diventate la costa azzurra. Di Lanzarote. Si stanno anche moltiplicando gli impianti di desalinizzazione delle acque, per soddisfare le esigenze della popolazione.
La rete stradale dell’isola (120 km circa) è stata migliorata e permette di collegare facilmente le zone costiere con le principali località dell’interno.
I collegamenti aerei con l’eserno sono assicurati dall’aereoporto
internazionale di Guacimeta, situato 5 km circa a sud della capitale e nel quale si può ammirare un bellissimo murale, dovuto a Manrique.
Arrecife è inoltre collegata più volte alla settimana con un aliscafo a Puerto del Rosario, sull’isola di Fuerteventura.
Oltre alle spiagge, i principali poli d’attrazione di Lanzarote sono :
i fenomeni vulcanici (la montana del fuego, la grotta de los Verdes e los Jameos del Agua); il suo capoluogo, Arrecife , la citta di Teguise, le zone interne, dalla valle di Haria alle località di Ferme e Yaiza, nonché la piccola isola della Graziosa e, più lontano, l’isolotto di Alegranza.
I turisti potranno inoltre trovare nell’isola un’ampia gamma di oggetti d’artigianato locale: ceramiche, oggetti di terracotta,pietre vulcaniche, coltelli e ricami tipici.
Gruppi folclorisitici si esibiscono d’estate in occasione delle feste popolari, tra le quali ricordiamo: San Ginès, ad Arrecife, il 25 agosto San Bartolomè, il 24 agosto Nuestra senora del Carmen, a Teguise, il 16 luglio; Santa Rosa di Lima, ad Harìa, il 30 agosto Sant’Antonio a Tìas, il 13 giugno, La Madonna dei Vulcani, a Tinajo, il 15 settembre; la festa del Pino a Yaiza l’8 settembre.Le spiagge
Gli amanti del mare potranno scoprire Lanzarote un’infinità di bellissime spiagge, soprattutto a sud del capoluogo : playa de Arrecife( di sabbia bianca), Reducto, Playa Honda, Matagorda, Los Pocillos, playa blanca (particolarmente adatta alla pratica della pesca, subacquea), playa quemada, punta muelas, Papagayo (dove si pratica il nudismo) e Las Coloradas. La principale zona turistica, con molti alberghi e residence, è quella situata intorno ad Arrecife e Tìas, dove numeroso complessi sportivi offrono la possibilità di praticare sport nautici di ogno genere: nuoto, pesca subacquea, sci,vela e windsurf.
La spiaggia del Janubio a nordest, quella della Famara a nord, Seifo e Garita a nordest, e los Charcos.
Recentemente le zone più interessate da un più intenso sviluppo turistico sono quelle di Puerto Carmen e Costa Teguise.
La splendida spiaggia Las Conchas, alla Graciosa.

I fenomeni vulcanici
Sarà interessante scoprire gli sconcertanti e caratteristici tratti del paesaggio dell’isola, quelli che evocarono nella mente di unamuno, il grande letterato spagnolo, suggestive e concise definizioni, quali santuario vulcanico o catastrofe cosmica.
Chi percorrerà a dorso di un paziente dromedario il terreno accidentato di malpaises, tra colate laviche e rocce colorate, in un paesaggio lunare dove sembra che non sia giunto il settimo giorno della Creazione, capirà come simili espressioni siano nate dalla fertile fantasia di un’artista.
Nel malpais della montana del fuego, nella zona centrooccidentale dell’isola, è stato istituito il parco nazionale del Timanfaya, dove si possono ammirare interessanti fenomeni paravulcanici.
A nord dell’isola, nel malpais di La Corona, in zona Guatifay si possono visitare Los Jameos, cavità di origine vulcanica lunghe complessivamente 6 km.
Una delle ramificazioni più belle è costituita dalla cuerva de los Verdes, grotta di oltre 3 km. Di lunghezza, che servì nei secoli XVI e XVII come rifugio alla popolazione aborigena per sfuggire ai pirati turchi e berberi:
Oggi la grotta accoglie una sala per conferenze e concerti (500 posti), ideata da Cesar Manrique. Lo stesso artista decorò e apliò il vicino ramo dei Jameos del Agua, dove l’acqua del mare forma una meravigliosa laguna nella quale vivono specie uniche al mondo di gamberi ciechi e albini, abituati all’oscurità.
L’apertura sulla volta della grotta lascia passare i raggi del sole, producendo effetti di luce e di suoni molto particolari.
Vi è stato allestito anche un ristorante, spesso animato con danze e canti del folclore iesolano.

Arrecife
Capoluogo dell’isola fin dal 1618 (circa 34.000 abitanti), Arrecife
( che in spagnolo significa “scoglio”) deve il suo nome ai numerosi isolotti che la circondano. Questa ridente cittadina, dalle bianche case cubiche, è anche il secondo porto peschereccio dell’arcipelago, dopo Las Palmas.
Negli ultimi decenni la città si è notevolmente ampliata, grazie soprattutto allo sviluppo dell’industria legata alla pesca e alla crescente importanza del turismo.
Dei 2 porti cittadini, quello antico è oggi destinato alle imbarcazioni da diporto, mentre il porto dei marmi, usato per il commercio marittimo, si trova vicino alla zona di lavorazione e conservazione del pesce.
Una passeggiata sul lungomare della avenida Marittima permette di ammirare da un lato l’antico porto, e dall’altro, il Parque Municipal, i cui giardini opffrono un contrasto sorprendente con le zone laviche del resto dell’isola.
Il castello di san Gabriel del 1574, che domina il porto peschereccio, è collegato al centro della città da un ponte levatoio:
Oggi ospita un interessante museo archeologico.
Il porto dei marmi è controllato invece dal castello di San Josè, costruito nel 1771 per conto del re Carlos III, vi si può oggi visitare il museo di arte contemporanea.
Queste 2 strutture proteggevano un tempo la città dai pirati : lo sviluppo di Arrecife iniziò proprio con la scomparsa della pirateria, quando gli abitanti si convinsero a ripopolare la costa.
Tra le altre mete di rilievo in città, la ottocentesca chiesa di San Ginès, e il Parador nacional, progettato da Manrique.
A sud di Arrecife, oltre al già citato aeroporto internazionale di Guacimenta, si trovano alcune tra le più belle spiagge dell’isola.
Nel comune di Tìas a 20 minuti da Arrecife è stata realizzata un’interessante urbanizzazione turistica sullo sfondo di un suggestivo paesaggio, con spiagge, attrezzature, bungalow, appartamenti campi da tennis e strutture ricettive di ogni tipo.
Poco distante si trova anche il nuovo complesso di Puerto del Carmen, che è dotato di una grande spiaggia bagnata da un mare azzurro e calmo.Teguise
L’antico capoluogo di Lanzarote si trova a nord di Arrecife all’interno dell’isola.
Città bianca e tranquilla, Teguise è caratterizzata da stradine stertte su cui si affacciano gli eleganti balconi delle abitazioni in pietra.
In cima ad un vulcano spento che dominano la città si alzano le rovine della fortezza di Guanapay,
costruita sul cono vulcanico per difendere la città dagli attacchi dei pirati.
Dalla torre dell’Omaggio la vista panoramica si estende fino a Fuerteventura e alle isole minori.
Interessanti il palazzo della Regina Ico (Xvsecolo), quello di spinola (XVI secolo), la casa museo del marchese di Herrera, la chiesa di nuestra senora di Guadalupe (XV secolo), il convento di San Francisco detto De Miraflores e quello di Santo Domingo.
A Teguise , ogni Domenica ha luogo il mercato più caratteristico dell’isola: fra le bancarelle si aggirano i contadini con il tradizionale vestito da mago, il contadino pastore e donne con pizzi e tipici copricapo.
Si possono acquistare i famosi timples, piccoli strumenti a corda usati nella musica popolare delle Canarie.

Le zone interne.
In mezzo a paesaggi ancora intatti, si possono apprezzare originali architetture abbellite da camini a forma di cipolla, coperti da tetti sorprendentemente bianchi, vicino a pittoreschi mulini a vento.
Qua e la si incontrano i resti delle caratteristiche costruzioni guance, come la casa Honda, tipica di Lanzarote, ottenuta scavando dai 2 lati il terreno del malpais, canali scavati nella roccia di cui non è ancora stato svelato il significato.
A Zonzamas sono state rinvenute incisioni di forma circolare concentrica.
Partendo da Nord Harìa, si può visitare il museo sacropopolare, ma conviene soprattutto ammirare l’oasi di Harìa, con la più importante distesa di Palme dell’isola.
Oltrepassata la scogliera di Famara, lunga 23 km.e alta 600 mt, scendendo verso il centro troviamo
Tinajo, dove la chiesa dedicata a San Rocco, racchiude una bella scultura lignea della Madonna, e quindi San Bartolomè, con il monumento al campesino di Cèsar Manrique, a sud troviamo Fèmes e Yaiza, dove la chiesa parrochhiale conserva l’immagine di San Marcial de Limoges, patrono dell’’isola.
Graciosa.L’isola di Graziosa è separata da Lanzarote dalla stretta lingua di mare di El Rio e può essere raggiunta dall’imbarcadero di Orzala.
Dune di sabbia e distese di pietra sono i paesaggi tipici dell’isola, che ha una superficie di 27,6 kmq
E raggiunge la sua altezza massima con la cima di Las Aguias (257 mt):
Il suo porto Caleta di Sebo è abitato in prevalenza da pescatori.
Le spiagge da ricordare sono quelle di Caleta del Sebo e di Las Conchas, di fine sabbia dorata.
Più lontano sorge l’isolotto di Alegranza, con un vulcano alto 256 mt circondato da un mare particolarmente pescoso.


 







Per Informazioni

Antonietta Vanessa Giordano

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