M/C " SANTO STEFANO "
IRTQ
 
1988 - Porto di San Benedetto del Tronto 
 

La M/c Santo Stefano della Soc. Petrolmar Spa  di Genova, al comando del genovese CLC Vittorio Bertolino pompa a terra le ultime tons di O.C.F. prima di riprendere il mare per la raffineria IIP di Taranto. Questa  nave che ricordo per il suo comandante affabile e disponibile con tutti fu origine di un particolare episodio accorso ad un "membro" dell'equipaggio.......................

 

 

....................dopo aver scaricato e fatto zavorra, lasciò il porto di S. Benedetto in fretta e furia a causa di una perturbazione in arrivo che l’avrebbe costretta in porto per alcuni giorni. Risultato…..... disormeggiò, manovrò per l’uscita e mise la prora per Taranto, purtroppo in tanta fretta dimenticarono il cane a terra.   Non ricordo più come si chiamasse la bestiola, ma si accorse del fatto la mattina seguente il nostro pilota, il grande Luigi Marzullo, (che nulla ha a che vedere con il Marzullo della RAI ), quando mi telefonò facendomi presente l’accaduto mi precipitai in banchina e constatai il fatto di persona . Sapevo benissimo che fine avrebbe fatto quella povera bestia e dopo aver riflettuto sul da farsi, tornai in ufficio per fare  qualche telefonata; contattai i  direttori dei depositi costieri, persone con cui avevo ottimi rapporti, avvisai il nostromo del porto, il sempre disponibile Capo Vinicio Antoccia e spiegando quello che era accaduto, feci qualche raccomandazione qua e là in banchina agli scaricatori affinché il cane non venisse né maltrattato né disturbato. La bestiola, di taglia media,  aveva un manto tigrato, rimase in banchina per diciassette giorni in attesa della nave. Durante questo periodo di sosta forzata, mi alternavo con il pilota e l’ormeggiatore, il bravo Pino Lo Guasto, per portare da mangiare al povero cane. Per qualche giorno l’animale non toccò cibo, remissivo e impaurito, nei suoi occhi traspariva  tristezza e dolore,  restava immobile come in attesa del colpo finale. Il povero cane  non sapeva cosa fare, appariva disorientato e non sapeva quale destino l’aspettasse dopo aver perso la sua nave;  accucciato in banchina non voleva sapere né di muoversi né di mangiare. Per qualche giorno tememmo il peggio, poi per fortuna iniziò a toccare cibo, ma non si mosse dalla banchina. E’ facile immaginare la reazione del Comandante quando lo avvertii via radio dell’accaduto,  per fortuna però tutto si concluse nel migliore dei modi. Il comandante, il caro Vittorio Bertolino capì con che razza di “bestia” aveva a che fare, il cane lo aveva atteso sul ciglio della banchina, senza muoversi, per tutti quei giorni….”credo sia una grande prova di fedeltà….” mi confesso’. Il Comandante Bertolino mi promise che da quel giorno, prima del disormeggio, si sarebbe assicurato  della presenza del cane a bordo............

 
Domenico Caselli "Marescia' "
(of Guerrino de Peco', Fadanne and Luci', La Brezze, La Carlane family)
.....amare e ricordare il grande passato di San Benedetto del Tronto e dei suoi figli marinai.......