LA CITTA' DI TRAPANI
Vicende storiche della città dalle origini al Seicento.
Le origini: tra mito e realtà - Il territorio, dove sorge la città di Trapani, era costituito da zone paludose ed isolotti che si estendevano da monte S. Giuliano (Erice) fino alla punta di S.Teodosio. Le origini della città sono avvolte nelle tenebre dell'antichità e s'intrecciano con la leggenda. Per alcuni antichissimi scrittori Trapani nacque dalla falce caduta di mano a Saturno, dopo averla usata contro il padre Urano; per altri sorse dall'amore tra il cielo e il mare; per altri, ancora, dalla falce caduta a Cerere, dea dell'agricoltura, allorquando andava in cerca della figlia Proserpina, rapita da Plutone. Solo su un punto tutti concordano: nella denominazione di “Drepanon”, che in greco vuol dire “falce” e che perciò rispecchia la conformazione del luogo. Ma sulla fondazione della città gli storici non si pronunciano esaurientemente e si limitano ad affermare che Trapani ebbe origini antichissime e che fu abitata da molti popoli. Ma in che periodo fu fondata la città e da chi? La narrazione virgiliana sulle avventure di Enea accredita l'ipotesi che, ai tempi dei giochi che l'eroe troiano organizzò in memoria del padre Anchise, esistesse già il piccolo ”pagus” di Drepanum, delimitato ad oriente da fertili pianure e bagnato da due mari: il Tirreno e il Mediterraneo. Detto villaggio, come osserva lo storico trapanese Mario Serraino, sorse anteriormente alla venuta di Enea, e quindi prima della caduta di Troia (1260 a. C.), e fu abitato dagli Elimi, che lo considerarono inizialmente come un punto d'appoggio, dove tenere i depositi dei loro prodotti, ed un centro di collegamento con la città di Erice, dentro le cui mura si ritiravano per ripararsi dalle scorrerie nemiche. Agli Elimi, dunque, si deve attribuire la paternità di Trapani, il cui primo nucleo sorse come base economica di Erice. Tale nucleo nacque su un promontorio, dove ora si trova il rione s. Pietro, diviso ad oriente dalla zona paludosa per mezzo di un canale navigabile, che metteva in comunicazione il mare di mezzogiorno con quello di tramontana. Ad occidente c'erano numerosi scogli che si estendevano dall'attuale Via Torrearsa alla Torre di Ligny, a sud c'era un porto naturale, che i Fenici chiamarono “Darban”, ad angolo acuto, e che successivamente fu chiamato “Naumachia”, cioè porto addetto ai combattimenti navali. Nel periodo elimo non si può parlare di un vero e proprio insediamento di tipo urbano quanto piuttosto di costruzioni sparse edificate su scogli e promontori ed abitate da pescatori e da soldati. L'opera dell'uomo, le zavorre delle navi che venivano scaricate nel porto per dare spazio alle merci da commerciare, il moto della marea e il progressivo insabbiamento della zona crearono gli spazi necessari ad un sistema insediamentale.
La colonizzazione punica -Quando i Cartaginesi conquistarono le coste della Sicilia occidentale, tra il IX e l'VIII secolo a. C., il borgo elimo era ben configurato. I Fenici s'integrarono con la popolazione locale, il che portò ad un aumento demografico e ad un ampliamento della città, che divenne indipendente da Erice, di cui originariamente era stata il porto. Trapani, pur essendo influenzata da Cartagine, rimase una città libera e quindi si differenziò da Mothia, Panormo e Salunto, che erano diventate province. Ormai colonia punica, il piccolo villaggio di Trapani si estendeva per circa 180.000 mq e contava poco meno di 500 abitanti. Elimi e Fenici vissero insieme pacificamente traendone reciproci vantaggi: i Fenici trovarono il porto favorevole allo sviluppo dei loro traffici commerciali, gli Elimi cominciarono a dedicarsi alla navigazione e alla pesca del tonno. Saturno fu considerato il padre e il protettore della città e a lui fu dedicata una strada che, solo dopo l'avvento della religione cristiana, assunse il nome di S. Pietro. Prima dello scoppio del conflitto tra Romani e Cartaginesi, Amilcare Barca, padre di Annibale e capo dell'esercito cartaginese, migliorò le difese della città, fece costruire il primo nucleo del Castello di Terra con la relativa torre e, a salvaguardia del porto, la Torre Pali (nell'odierno rione S. Pietro) e la torre Peliade o Castello di mare , comunemente detto Colombaia. Se a queste tre torri aggiungiamo la Torre Vecchia , incorporata nel Palazzo Carosio (angolo Via Carosio- via delle Arti) e quella di Porta Oscura, dove oggi è la Torre dell'Orologio di Palazzo Cavarretta, otteniamo le cinque torri raffigurate nello stemma della città.
La struttura della città antica - Da piccolo borgo al servizio del porto, Trapani gradualmente divenne una città murata di forma quadrangolare con un perimetro di più di un miglio. Era circondata dal mare, tranne che dalla parte orientale, ed occupava con la sua area gli attuali quartieri di San Pietro e di San Nicola.La cinta muraria, che era munita di quattro torri, era dotata agli angoli di numerose porte d'accesso. Due porte nel muro di levante permettevano l'ingresso in città dalla parte di terra, una delle quali molto vicina alla Torre Pali. Verso ponente dovevano aprirsi, secondo la ricostruzione fatta da Pugnatore, altre due porte. La più settentrionale, chiamata Porta Oscura , pur avendo subito varie modifiche durante i secoli, rimane ancora oggi a fianco del Palazzo Cavarretta. La torre che la sovrasta risale, invece, all'epoca di Giacomo II d'Aragona e fu costruita per sostenere un orologio pubblico e non per scopi difensivi . L'altra porta di ponente si trovava forse di fronte alla chiesa di Sant'Agostino, accanto alla Fontana di Saturno. Subito fuori la Porta Oscura, doveva trovarsi la Pubblica Pescaria, dove i pescatori potevano ormeggiare le proprie barche e vendere il pesce. Probabilmente altre due o tre porte si aprivano verso sud e altrettante dovevano trovarsi nelle mura settentrionali, ma non è possibile stabilirne la posizione.

La città durante la dominazione romana - Durante la prima guerra punica, la zona portuale di Trapani acquistò una particolare funzione strategica: nelle sue acque i Cartaginesi, con una flotta capitanata da Aderbale, affrontarono le navi romane infliggendo una grave sconfitta. Nella primavera del 241 a. C. i Romani, con il console Lutazio Catulo, vinsero definitivamente i Cartaginesi con una battaglia presso le isole Egadi. La Sicilia divenne provincia romana e Trapani prese il nome di Drepanum. Durante la dominazione romana, la zona della città a ridosso del porto si andò sempre più infittendo di abitazioni e magazzini costituendo il primo nucleo del quartiere del Casalicchio . Sorse qualche luogo di culto, di cui uno forse dedicato al dio Saturno. Negli ultimi secoli dell'impero due avvenimenti di rilievo modificarono la struttura urbanistica: l'avvento del cristianesimo e la formazione delle prime colonie ebraiche. La diffusione del cristianesimo, in seguito all'Editto di Costantino del 313 che stabiliva la libertà di culto, determinò la costruzione di nuovi edifici religiosi. Sorsero così le prime chiese, che inizialmente vennero ricavate negli edifici di culto pagano. La prima chiesa della città fu quella di San Pietro , che venne edificata là dove s'innalzava un tempio dedicato a Saturno o forse a Nettuno. Originariamente non fu intitolata a San Pietro ed ebbe dimensioni alquanto modeste; in seguito divenne parrocchia della città. L'altro avvenimento di grande importanza nello sviluppo urbano fu l'arrivo dei primi Ebrei, espulsi da Gerusalemme nel 70 d. C. in seguito al decreto di Tito.All'inizio le comunità ebraiche erano poche, ma poi arrivarono a costituire la decima parte della popolazione. Originariamente gli Ebrei vissero sparsi insieme con i cristiani e ciò fino al 1312, quando Federico III d'Aragona ordinò che andassero ad abitare fuori delle mura della città, divisi dai cristiani e riuniti nel ghetto. Mancano notizie precise sull'ubicazione della prima colonia ebraica, ma si sa che gli Ebrei alla fine del XV secolo avevano il loro ghetto dentro le mura, nella zona che poi fu chiamata “ Giudecca”. Durante la dominazione romana, il Castello di mare assunse la denominazione di Colombaia, perché ridotto a nido di colombe.

La dominazione bizantina Nel 395 d. C., diviso l'impero romano in occidentale ed orientale, la Sicilia passò sotto il governo di Costantinopoli. Durante la dominazione bizantina, con l'arrivo di Belisario, generale di Giustiniano, nel 536, fu imposto nelle chiese siciliane il rito greco. In questo periodo a Trapani furono costruite tre chiese: dell'Ascensione, dedicata nel XIV secolo a San Nicola , sede del capo della chiesa ortodossa; di Santa Caterina , detta “di la Porta Nuova”, nell'odierna Via XXX gennaio; di Santa Sofia, allora fuori le mura. Quest'ultima chiesa dopo il 1421 assunse la denominazione di Maria SS del Soccorso , allorché sulle sue rovine fu edificata la cappella del consolato dei Pisani. Durante il periodo bizantino, l'espansione, che precedentemente era stata lungo la costa est-sud-ovest, si spinse verso la zona nord, fino ad allora dominata solo dal Castello di terra, dando origine a quello che successivamente sarà chiamato quartiere Chiesa di S. Nicola di mezzo .

La città durante la dominazione romana - Durante la prima guerra punica, la zona portuale di Trapani acquistò una particolare funzione strategica: nelle sue acque i Cartaginesi, con una flotta capitanata da Aderbale, affrontarono le navi romane infliggendo una grave sconfitta. Nella primavera del 241 a. C. i Romani, con il console Lutazio Catulo, vinsero definitivamente i Cartaginesi con una battaglia presso le isole Egadi. La Sicilia divenne provincia romana e Trapani prese il nome di Drepanum. Durante la dominazione romana, la zona della città a ridosso del porto si andò sempre più infittendo di abitazioni e magazzini costituendo il primo nucleo del quartiere del Casalicchio . Sorse qualche luogo di culto, di cui uno forse dedicato al dio Saturno. Negli ultimi secoli dell'impero due avvenimenti di rilievo modificarono la struttura urbanistica: l'avvento del cristianesimo e la formazione delle prime colonie ebraiche. La diffusione del cristianesimo, in seguito all'Editto di Costantino del 313 che stabiliva la libertà di culto, determinò la costruzione di nuovi edifici religiosi. Sorsero così le prime chiese, che inizialmente vennero ricavate negli edifici di culto pagano. La prima chiesa della città fu quella di San Pietro , che venne edificata là dove s'innalzava un tempio dedicato a Saturno o forse a Nettuno. Originariamente non fu intitolata a San Pietro ed ebbe dimensioni alquanto modeste; in seguito divenne parrocchia della città. L'altro avvenimento di grande importanza nello sviluppo urbano fu l'arrivo dei primi Ebrei, espulsi da Gerusalemme nel 70 d. C. in seguito al decreto di Tito. All'inizio le comunità ebraiche erano poche, ma poi arrivarono a costituire la decima parte della popolazione. Originariamente gli Ebrei vissero sparsi insieme con i cristiani e ciò fino al 1312, quando Federico III d'Aragona ordinò che andassero ad abitare fuori delle mura della città, divisi dai cristiani e riuniti nel ghetto. Mancano notizie precise sull'ubicazione della prima colonia ebraica, ma si sa che gli Ebrei alla fine del XV secolo avevano il loro ghetto dentro le mura, nella zona che poi fu chiamata “ Giudecca”. Durante la dominazione romana, il Castello di mare assunse la denominazione di Colombaia, perché ridotto a nido di colombe.

La dominazione bizantina - Nel 395 d. C., diviso l'impero romano in occidentale ed orientale, la Sicilia passò sotto il governo di Costantinopoli. Durante la dominazione bizantina, con l'arrivo di Belisario, generale di Giustiniano, nel 536, fu imposto nelle chiese siciliane il rito greco. In questo periodo a Trapani furono costruite tre chiese: dell'Ascensione, dedicata nel XIV secolo a San Nicola , sede del capo della chiesa ortodossa; di Santa Caterina , detta “di la Porta Nuova”, nell'odierna Via XXX gennaio; di Santa Sofia, allora fuori le mura. Quest'ultima chiesa dopo il 1421 assunse la denominazione di Maria SS del Soccorso , allorché sulle sue rovine fu edificata la cappella del consolato dei Pisani. Durante il periodo bizantino, l'espansione, che precedentemente era stata lungo la costa est-sud-ovest, si spinse verso la zona nord, fino ad allora dominata solo dal Castello di terra, dando origine a quello che successivamente sarà chiamato quartiere Chiesa di S. Nicola di mezzo .

Trapani musulmana - Sbarcati in Sicilia nell'827, gli Arabi conquistarono l'isola dopo un lungo assedio. Ad un periodo sanguinoso e di conquista seguì un periodo d'assestamento e di progresso: gli Arabi furono tolleranti nei confronti delle altre religioni, diedero impulso al commercio, fecero prosperare l'agricoltura incentivando la coltivazione di nuove colture e favorendo il ripopolamento delle campagne. Trapani, durante il periodo della dominazione musulmana, rimase alle dipendenze di Mazara e fu governata da uno stratega. Dallo storico Michele Amari sappiamo che la città venne chiamata dagli Arabi Tabaranis e anche Itrabinis . Come il resto della Sicilia, Trapani divenne ricca e fiorente, si scosse dal torpore e dall'abbandono in cui l'avevano lasciata i Romani ed ebbe intensi rapporti commerciali con tutta l'Africa settentrionale, con Pisa, Siviglia, Marsiglia ed Amalfi. La città era di piccole dimensioni, cinta da mura, “bianca come una colomba”, circondata da ogni lato dal mare. Ad est un ponte permetteva l'ingresso dalla terraferma, oltre il fossato vi era un canale navigabile e al di là di questo si estendevano saline e fertili terreni. A sud un porto, riparato dai venti e ricco di pesci era “tra i più belli e comodi a'navigli”. Nei mari vicini si praticava la pesca del tonno e del corallo. Dentro la città si trovavano mercati e bagni pubblici, chiese e moschee. Tutti, cristiani, ebrei e musulmani, vivevano in pacifica convivenza.Grazie all'intenso traffico commerciale, si ebbe a Trapani una vera espansione della zona portuale e un boom edilizio, che vide sorgere lussuosi ed imponenti edifici, distrutti poi durante la guerra contro i Normanni. Due erano allora i quartieri della città: il quartiere del Casalicchio (Casalis veteri s o di S. Pietro), più antico e più fitto di abitazioni, e il quartiere di Mezzo (o di S. Nicola ) , che aveva costruzioni più diradate. Della struttura urbanistica non rimangono documentazioni circa l'ubicazione dei principali edifici pubblici, sono, tuttavia, ancora visibili nel nucleo più antico della città elementi tipici del mondo arabo, come le piccole case attorno ai cortili o un labirinto di strade creato per esigenze d'ordine difensivo e divise in tre categorie: grande via (shari), strada chiudibile (darb), vicolo cieco (aziqqa).

La città nel periodo normanno -I Normanni giunsero a Trapani nel maggio del 1077 al comando del conte Ruggero D'Altavilla, che strinse d'assedio la città con una grande flotta per terra e per mare. I Trapanesi non volevano arrendersi: non avevano motivo di ribellarsi agli Arabi, che avevano portato floridezza economica e risveglio commerciale, tanto da far dimenticare il triste periodo della dominazione romana. Conquistata del tutto l'isola nel 1091, seguì un periodo d'assestamento politico ed economico, che si concluse quando la Sicilia da contea divenne, con Ruggero II, un regno, comprendente anche la Calabria e la Puglia. Ruggero II considerò il porto di Trapani, a cui concesse il privilegio della “franchigia”, come un punto chiave dell'isola e consolidò le due fortificazioni della città: il Castello di Terra e il Castello di mare, che controllavano rispettivamente la zona nord e la zona sud. Nell'organizzazione amministrativa del regno, Trapani non venne infeudata, ma fu definita giuridicamente “terra regia” e posta a capo del distretto amministrativo. Cinque furono i principali gruppi che popolarono la città: la popolazione indigena isolana sopravvissuta alle diverse dominazioni, una minoranza greco- bizantina, gli Arabi che costituivano il gruppo più numeroso, gli Ebrei che erano in continuo aumento ed infine i Normanni conquistatori. Durante la dominazione normanna, che durò in Sicilia dal 1091 al 1194, cioè fino alla morte di Tancredi, ultimo discendente di Ruggero II, Trapani continuò la sua ascesa economica. La città fu la base navale delle spedizioni di Ruggero II per l'Africa del Nord, e il suo entroterra agricolo e manifatturiero era ricchissimo. L'abbondanza dei prodotti consentiva l'acquisto a prezzi vantaggiosi e richiamava i mercanti, e andava assumendo sempre maggiore importanza la pesca del pesce azzurro, del corallo e del tonno. Si svilupparono le saline e i traffici commerciali furono intensi. A favorire lo sviluppo commerciale della città e ad apportare ricchezza contribuirono in particolar modo le crociate (1096 –1274). La Sicilia, infatti, venne a trovarsi sulla rotta tra l'Europa e l'Oriente e, soprattutto dopo la conquista di Gerusalemme nel 1099, i suoi porti si rivelarono dei punti obbligati per la sosta di navi dirette in Terra Santa. Nel porto di Trapani approdavano le armate dei principi d'Italia, di Francia, di Spagna, del Portogallo, d'Inghilterra e molti cristiani rimasero nella città dando luogo ad un eccezionale fenomeno di ripopolamento. Le industrie si svilupparono e le nazioni, alleate dal commercio, fecero del porto di Trapani un grande emporio commerciale. Amalfitani, Catalani, Alessandrini, Genovesi, Pisani, Veneziani, Lucchesi, Francesi e Fiorentini avvertirono la necessità di istituire nella città i loro Consolati , vere e proprie strutture e punti di riferimento per le singole comunità estere, con le rispettive cappelle e logge (loje o platee). Alcuni consolati sorsero dentro la città, altri fuori le mura nella zona costituita da isolotti vicini. I consolati erano così ubicati: •  Consolato dei Catalani con la cappella di Sant'Eulalia nell'odierna Piazza Scarlatti, vicino all'attuale chiesa di S. Agostino\; •  Consolato degli Amalfitani con la cappella di S. Matteo in Via Torrearsa (lato sud); •  Consolato dei Pisani con la cappella di S. Maria del Soccorso in Via Torrearsa (lato nord), dove sorge ora la Badia Nuova; •  Consolato dei Genovesi con la cappella di S.Giorgio presso la chiesa di S. Lorenzo; •  Consolato degli Alessandrini con la cappella di S. Maria Egiziana, nei pressi del convento di S. Francesco d'Assisi; •  Consolato dei Francesi con la cappella di S. Giuliano nell'area dell'ex chiesa di S. Michele; •  Consolato dei Fiorentini con la cappella di S. Giovanni, nei pressi di Porta Serisso, dove poi sorse la chiesa di Gesù e Maria (ex S. Barbara); •  Consolato dei Veneziani con la cappella di S. Marco nei pressi della chiesa di S. Maria di Gesù. I Veneziani fondarono un piccolo ospedale, che deve aver costituito il primo nucleo del vecchio ospedale S. Antonio. Un altro fenomeno legato alle crociate fu il sorgere di edifici, creati dagli ordini cavallereschi (Ospitalari, Templari, Cavalieri di S.Giacomo), per ospitare ed assistere i cristiani in viaggio verso Gerusalemme. Gli Ospitalari, che avevano il compito di ospitare i pellegrini, costruirono un ospizio con l'annessa chiesa di S. Giovanni all'inizio dell'attuale Via Libertà. I Templari, ai quali spettava l'incarico di proteggere quanti si recavano a visitare il tempio di Gerusalemme, si stabilirono nel luogo che fu poi dei Padri Agostiniani. I Cavalieri di S. Giacomo di Spagna fondarono il loro convento, con accanto la chiesa dedicata al santo protettore del loro ordine, nel luogo dove ora sorge la Biblioteca Fardelliana. Con gli ordini cavallereschi giunsero a Trapani anche i Benedettini che eressero un piccolo convento con annessa chiesa lontano dall'abitato, ad ovest delle mura lungo l'attuale Via di S. Francesco d'Assisi. Altre chiese costruite in questo periodo furono: la chiesa di S. Maria dei Greci, nell'odierna Via XXX Gennaio là dove poi fu edificata la Caserma degli Spagnoli, e la chiesa di S. Maria La Nova, incorporata poi dalla chiesa di S. Domenico. Accanto alle chiese di rito latino c'erano chiese di rito greco e moschee, accanto alle costruzioni arabe e giudaiche i palazzi delle famiglie agiate. Delle realizzazioni architettoniche normanne oggi, purtroppo, non rimane traccia, ad eccezione della chiesa di S. Pietro che, costruita in epoca paleocristiana, fu riedificata nel 1076 dal conte Ruggero, che la insignì del titolo di protobasilica.

  Dalla dominazione sveva alla “mala signoria angioina” - Alla morte di Guglielmo II, ultimo re normanno, il trono fu rivendicato da Enrico VI di Svevia, figlio di Federico Barbarossa, che aveva sposato Costanza D'Altavilla, ultima discendente dei Normanni. Alla morte di Enrico, dopo tre anni di regno, il trono passò al figlio, Federico II.Durante il periodo federiciano Trapani ottenne molti privilegi e il suo porto divenne l'approdo privilegiato per l'Italia settentrionale, l'Africa e l'Oriente. Intensi furono i rapporti commerciali con le repubbliche marinare. Nonostante ciò, l'economia trapanese subì una certa crisi in quanto i profitti andavano in gran parte allo Stato che, tra l'altro, mise sotto controllo le saline e monopolizzò il sale. La città, nei travagliati ultimi anni del periodo svevo, accolse nuovi “habitatores” che ottennero terra e case. Durante il regno di Federico giunsero a Trapani i primi Ordini mendicanti : Domenicani, Francescani e Carmelitani, che avviarono il processo di cristianizzazione di Trapani e del suo territorio, in cui erano ancora presenti molti musulmani. Gli Ordini mendicanti s'insediarono inizialmente nelle zone più periferiche della città, soprattutto per mancanza di aree libere all'interno della cinta muraria, e i loro conventi svolsero un ruolo fondamentale nell'evoluzione urbanistica. Dal 1230 al 1240 arrivarono i Francescani e i Domenicani. I Francescani, giunti a Trapani nel 1224, edificarono la chiesa di S. Francesco e il convento presso il consolato degli Alessandrini verso ponente, lontano dal centro abitato, sull'isola detta Delle Vergini. I Domenicani, che riuscirono ad insediarsi dentro le mura, si sistemarono nella piccola chiesa del Gesù alla Giudecca e poi nella chiesa di S. Maria La Nova, accanto alla quale iniziarono la costruzione del convento. Francesco I Carmelitani s'insediarono nella chiesa di S. Maria Del Parto, a tramontana fuori le mura, e ad essi il Senato affidò il simulacro della Madonna di Trapani. Nel 1250 ebbero in dono dal notaio Ribaldo Abate l'appezzamento di terreno, su cui oggi sorgono il Santuario dell'Annunziata e il Museo Pepoli, dove vi erano un caseggiato ed una chiesetta dedicata a S.Maria Nunziata. Aumentata la devozione dei Trapanesi per la Madonna e grazie ad una consistente donazione di Perna degli Abate e ai contributi del senato e del popolo, i Carmelitani iniziarono, nei primi del XIV secolo, la costruzione del convento e della grande chiesa dell'Annunziata . Nel 1266 giunsero in Sicilia gli Angioini, guidati da Carlo D'Angiò, i quali, dopo aver sconfitto Manfredi e Corradino, s'impadronirono dell'Italia Meridionale e stabilirono a Napoli la capitale del Regno. La “mala signoria angioina” in Sicilia ebbe breve durata: nel 1282 scoppiò la rivolta del Vespro e i Francesi vennero cacciati dall'isola, mentre l'Italia meridionale continuava a rimanere in loro possesso.

Gli Aragonesi - Scoppiata la rivolta del Vespro, nel 1282, e cacciati gli Angioini, il regno di Sicilia passò a Pietro D'Aragona, che aveva sposato Costanza, figlia di Manfredi. A Pietro successe Giacomo II, a cui si deve, con l'Editto del 1286, il riordino urbanistico e l'ampliamento della città di Trapani. Sotto il suo regno, infatti, fu costruita una nuova cinta muraria che, inglobando l'antico impianto quadrato, determinava una sostanziale espansione della città verso ovest e, in misura minore, verso nord. Ad occidente, bonificata la zona paludosa, già da tempo sede di consolati stranieri ed impianti religiosi, nacque il terzo quartiere della città, detto “ Palazzo”, al centro del quale fu tracciata la “Rua grande ” (Corso V. Emanuele ) con inizio quasi in asse all'antica Porta Oscura, sopra la quale fu costruita la Torre dell'orologio . A settentrione fu tracciata la “Rua Nova” (via Garibaldi), da cui il rione prese nome. Anche a Mezzogiorno fu operato un piccolo ampliamento. La bianca città quadrata del periodo arabo si andava sempre più trasformando nella città peninsulare che tante stampe cinquecentesche ci hanno fatto conoscere. Le aree di nuova espansione non vennero, comunque, lottizzate subito e i Trapanesi continuarono, per tutto il XIV sec., a prediligere come sede abitativa il vecchio centro. Torre dell'Orologio. La città risultava divisa in cinque quartieri . Due appartenevano al nucleo più antico: del Casalicchio (detto poi San Pietro), così chiamato probabilmente per la consistenza minuta delle sue case, e di Mezzo (poi San Nicola), il cui nome indica la posizione mediana che venne allora ad acquisire. Tre costituivano, invece, la nuova espansione: Rua Nuova a nord, S. Lorenzo e San Francesco ad ovest. Questi ultimi due componevano la zona del Palazzo, chiamata così forse per la presenza di eleganti costruzioni. La cinta muraria aragonese fu dotata di undici nuove porte . Cinque erano a mezzogiorno: dei Pescatori, delle Putitelle, della Dogana, dei Genovesi, e Porta Serisso. Tre si trovavano a tramontana: Porta Felice, della Madonna Gallo, Porta delle Botteghelle o Bottegarelle. Un'altra era a ponente, detta dei “Pescatori del Palazzo”. Nella parte vecchia della città fu aperta la porta detta Reale, perché fu fatta fabbricare dal re Giacomo. Oltre a queste, restavano nei vecchi muri orientali la Porta di Terra e la Porta di Mare, accanto alla Torre Pali. Alla fine del Trecento, in occasione dell'arrivo a Trapani del re Martino e della regina Maria, venne aperta un'altra grande porta, chiamata poi della Regina, vicino a quella della Dogana, usata per tutto il XV secolo solo eccezionalmente. Sempre a Giacomo II viene attribuito il potenziamento del Castello di Terra. Tale intervento, necessario per completare l'opera di fortificazione della città, consistette nella creazione di un fossato e di un contromuro attorno al nucleo originario. L'ampiezza della città non subirà sostanziali variazioni fino al XIX secolo.

 

Nel periodo aragonese Trapani ottenne l'insegna con le cinque torri e la falce.

L'economia fu quasi interamente controllata dai Catalani, venuti al seguito dei re aragonesi, i quali nel 1303 edificarono, nei pressi della Badia Nuova, il primo ospedale della città, detto “Sant'Angelo . Questo, che era in realtà un'infermeria, fu poi sostituito dall'Ospedale Sant'Antonio, costruito per munificenza della famiglia Luna nei pressi della chiesa di San Pietro. Tra il XIII e il XIV secolo sorsero a Trapani nuove chiese e monasteri: i Domenicani iniziarono la costruzione del loro convento e della chiesa di Santa Maria La Nova, che nel 1500 prese il nome di San Domenico; i Padri Agostiniani eressero il loro tempio dei Templari, che dedicarono a Sant'Agostino. Nel quartiere del “Palazzo”, vicino alla Loggia del Consolato genovese, sorse la chiesa di S. Lorenzo, ingrandita nel 1425 .

Chiesa di S. Lorenzo - Vicino all'ex consolato dei Veneziani fu edificata la chiesa di Santa Lucia , restaurata nel 1815 e chiusa al culto dopo la seconda guerra mondiale. Nel cuore della città antica, in Via Sette Dolori, fu costruito il Palazzo Chiaramonte (di cui rimangono pochi resti), dove nel 1235 dimorò per due settimane Carlo V di ritorno dalla Tunisia. Nel 1342, sempre per iniziativa dei Chiaramonte, venne costruito l'acquedotto di Fontana Rossa , che portava l'acqua, per mezzo di archi conduttori, dalle falde ericine in città fino a Piazza Saturno, vicino alla chiesa di Sant'Agostino, già luogo d'arrivo, in passato, dell'acqua detta Mageslana. Ad adornare l'impianto furono posti una statua di Saturno ed alcuni stemmi. Precedentemente l'approvvigionamento idrico era assicurato, oltre che da pozzi e cisterne siti dentro la città, dalla “sorgente Menigi”, posta ad oriente un terzo di miglio fuori delle mura. Degli edifici trecenteschi (restaurati o completati in epoche successive) non rimangono che frammenti.

Il viceregno spagnolo

Alla morte di Federico IV, si ebbe in Sicilia un periodo di transizione, che portò alla fine dell'indipendenza dell'isola, quando, nel 1412, fu eletto re di Sicilia Ferdinando di Castiglia. Da allora la Sicilia non fu più regno autonomo, ma divenne provincia spagnola e il governo fu affidato ad un viceré. Dopo i successori di Ferdinando, Alfonso V d'Aragona e Giovanni, la Sicilia passò sotto il regno di Ferdinando il Cattolico (1479- 1516), che, avendo sposato Isabella di Castiglia, unificò la Spagna. Trapani nel 1443 ebbe l'appellativo di “civitas” e nel 1478 ottenne dal re il titolo di “invittissima”. All'inizio del viceregno la città, grazie ai suoi legami con la Spagna, divenne fervido centro di scambi commerciali, e i ricchi mercanti stranieri investirono i loro capitali nella pesca del tonno e del corallo e nella produzione del sale. Il progresso economico durò poco; infatti, con la scoperta dell'America, i traffici marittimi, che erano effettuati nel Mediterraneo e quindi interessavano anche Trapani, si spostarono nell'Atlantico. Anche l'espulsione degli ebrei ebbe ripercussioni sull'attività commerciale trapanese, danneggiando soprattutto l'artigianato nel campo della lavorazione dell'argento e del corallo, cui gli ebrei si dedicavano. Originariamente quadrata, Trapani assunse una forma irregolare, ma i suoi confini rimasero delimitati alla linea che corre lungo l'attuale Via XXX Gennaio, dove la cinta di mura la divideva dal retroterra; da questo era poi separata da un fossato e poco distante da un canale navigabile, che univa il mar di tramontana con quello di mezzogiorno. Dalle mura si estendeva verso ponente l'originario promontorio, ampliato nel XIII secolo con la costruzione della Rua Nova (Via Garibaldi), a nord, e della Rua Grande (Corso V. Emanuele), ad ovest. A difesa della città rimanevano le cinque torri (Torre Pali, Torre Vecchia, Torre di Porta Oscura, Torre Peliade, Torre del Castello di terra), rappresentate nello stemma del comune. Nella cinta di mura si trovavano le seguenti porte: ad est: Porta Nuova (quasi di fronte alla Via Mercè) e Porta Vecchia (vicino al Castello di terra), munite entrambe di ponte levatoio; a sud: Porta Grande di lu Casalicchiu (denominata poi Porta Gallo), Porta di lu Palazzoctu (chiamata poi Maria S.S. delle Grazie o dei Pescatori), Porta di lu Comuni (all'inizio di via Torrearsa), Porta Regina (denominata successivamente Lucadella), Porta di Sant'Antonio di lu portu (corrispondente all'odierno arco dei Pescatori) e Porta Serisso ; ad ovest: Porta di la turri di S. Antonio di lu Palazzu (alla fine di Corso V. Emanuele); a nord: Porta Putichella (di fronte a Porta Serisso), Porta di lu Pannizzaru, Porta di la bucchiria a Piazza Mercato del pesce. Presso la Porta di S. Antonio di lu portu si trovava la dogana. Nel 1439 fu ordinato che le porte restassero chiuse di giorno e di notte, per difendere la città dalle invasioni nemiche. Per quanto riguarda l'approvvigionamento idrico, i Trapanesi, come già rilevato, utilizzavano l'acqua proveniente dall'acquedotto chiaramontano, che giungeva direttamente in città per mezzo di archi conduttori, e l'acqua delle sorgenti Menigi. Questa doveva essere attinta direttamente alle fonti, fuori le mura, e pertanto, per permettere agli abitanti di rifornirsene, si assunsero dei privati che aprissero, di notte, due porte di levante (porta Vecchia e Porta Nuova). La città nel XV secolo rimase divisa nei tre quartieri del Casalicchio, di Mezzo e del Palazzo, questi ultimi in via di sviluppo. Molte aree di nuova espansione, appartenti agli ordini religiosi, a cui la città, non potendo pagare i debiti, li aveva ceduti, vennero divise in lotti quadrati o rettangolari e furono date a censo a privati, come ai Fardella e ai Riccio, purchè vi edificassero. Nel rione del Palazzo nacquero ospizi per ospitare i forestieri e fondaci per il deposito delle merci e, nel 1455 a Piazza Lucatelli si trasferì l'Ospedale di S. Antonio , sorto nel XII secolo nella contrada S. Antonio lu nechri (rione Casalicchio). In asse con la Rua Grande, dove era il consolato dei Pisani, fu eretto il primo nucleo del Palazzo Senatorio , chiamato loggia , forse da logos, per indicare le discussioni Ospedale S. Antonio sulla cosa pubblica, che in esso avevano luogo. La pescheria fu spostata più a nord, dove si trova ora il mercato del pesce. Nel Quattrocento furono edificate nuove chiese, in genere dove erano le cappelle annesse ai consolati stranieri, ormai del tutto abbandonati. Dove era la cappella del consolato dei Francesi sorse la chiesa di S. Michele , in cui nel ‘600 furono conservati i gruppi dei Misteri e che venne distrutta durante la seconda guerra mondiale. Nuovi edifici ospitarono gli ultimi ordini mendicanti giunti in città. I Padri Francescani osservanti edificarono il loro convento nei pressi delle mura di levante, accanto alla chiesa di S. Maria dei Greci, dove rimasero fino al XVI secolo, quando costruirono la chiesa di S. Maria di Gesù e l'annesso convento. Sui resti dell'antica chiesa greca di S. Sofia fu eretto, per le religiose di S.Caterina, il monastero intitolato a Maria S.S. del Soccorso , chiamato in seguito Badia Nuova . Nel 1425 fu ingrandita la chiesa di S. Lorenzo. Fuori le mura della città vi erano orti e giardini; a ridosso di esse si trovava il cimitero degli ebrei, dove ora sorge il palazzo della Provincia. Infatti, mentre i cristiani erano seppelliti dentro le chiese, gli ebrei venivano sepolti in un luogo diverso. Alle falde del Monte Erice si estendevano le contrade di Pizzolungo e di Fontanelle.

Trapani nel Cinquecento. A Ferdinando il Cattolico successe nel 1516 il nipote Carlo V, che, essendo figlio di Filippo D'Asburgo, si trovò a governare un vastissimo impero. La Sicilia rimase un viceregno. Nel 1535 Carlo V, tornando dalla Tunisia, si fermò a Trapani e per due settimane alloggiò nel Palazzo Chiaramonte. Durante soggiorno trapanese ordinò che la città, da lui definita “la chiave del regno”, fosse fortificata: fu allargato il canale, fu costruita la scogliera di tramontana, fu ristrutturato il Castello di terra e s'iniziò la costruzione di rudimentali bastioni, costituiti da terra e da fasci di legna. Ad oriente, davanti alle vecchie mura ormai abbattute, venne creata una cortina terrapienata, che collegava il Castello di Terra con il Bastione dell'Impossibile , chiamato così per le difficoltà che s'incontrarono durante l'esecuzione dei lavori a causa del terreno acquitrinoso. La Porta di Terra fu demolita e ne fu aperta una in corrrispondenza delle nuove mura. Anche la Porta Pali fu sostituita da un'altra vicino al Bastione dell'Impossibile. Le nuove fortificazioni furono ideate, nella prima metà del secolo, sotto Bastione dell'Impossibile i viceré Pignatelli e poi Gonzaga, dall'ingegner Ferramolino. Questi progettò un largo fossato che separasse la città dalla terraferma, fece eseguire la ricostruzione delle mura di tramontana e edificare i bastioni dell'Imperiale, di S. Andrea e della Conca . I rudimentali bastioni di legno furono sostituiti da nuovi in muratura. Sotto il viceré G. De Vega, fu costruito ad oriente un ponte che collegasse l'entroterra alla città e in corrispondenza di questo fu aperta una nuova porta, mentre la vecchia fu lasciata per il passaggio Mura di tramontana dei carri in periodo di vendemmia. Alla fine del 1500 il fossato fu prosciugato, il ponte fu rimosso e fu riaperta la vecchia porta, che prese il nome di Porta d'Austria. In questo periodo Trapani dovette contare non meno di 10.000 abitanti e questo incremento demografico fu determinato da un certo sviluppoeconomico e dalla presenza dei soldati spagnoli. L'aumento della popolazione favorì di conseguenza l'incremento edilizio: le aree rimaste ancora libere vennero edificate e, nei quartieri di Mezzo e del Palazzo, sorsero nuove costruzioni civili e religiose. Tra le costruzioni civili ricordiamo il Palazzo Nobile (angolo piazza S. Francesco Di Paola), quello di Pietro Emmanuele (sede del banco di Sicilia in Via Garibaldi) che nel ‘700 apparterrà al barone di Xirinda, il palazzo in Piazza Matteotti, che sarà poi di proprietà della famiglia Staiti. Nel quartiere degli ebrei fu costruito il Palazzo Ciambra, comunemente detto la Giudecca. Nell'odierna Via XXX Gennaio fu edificata la Caserma degli Spagnoli per offrire ai soldati un punto d'appoggio. S'ingrandì l'Ospedale S. Antonio e, nei magazzini vicini, fu fondato l'Ospedale di S. Sebastiano per assistere gli ammalati incurabili. Lo sviluppo edilizio della città favorì la costruzione di chiese e di monasteri. I Padri Francescani Osservanti, dovendo abbandonare la chiesa di S. Maria dei Greci sulla cui area sarebbe sorta la Caserma degli Spagnoli, fondarono il convento e la chiesa di S. Maria di Gesù. Palazzo Ciambra . I Frati Francescani Scalzi costruirono a Piazza Lucatelli il convento e la chiesa di S. Rocco e i Padri Carmelitani il convento di Maria S.S. del Carmine con l'annessa chiesa. Nel Cinquecento furono edificate, inoltre, la chiesa di S. Matteo , adibita fino a qualche anno fa a cinematografo (cinema Ideal), in Via Sieri Pepoli, e molte altre piccole chiese e cappelle, oggi per lo più distrutte.

Bibliografia -   M. Serraino “Storia di Trapani” -    R. Del Bono Il divenire della città”- L. Novara – A. Precopi “Trapani”