MODULO I
SVILUPPO DELLA PERSONALITA’ (8 0RE)
FINALITA’
Il modulo aiuta i genitori di bambini o ragazzi con speciali bisogni ad analizzare la situazione familiare e a scoprire ciò che bisogna promuovere nella propria famiglia.
PRIMA UNITA’ ( Ore
3)
ATTORI : Formatore e Genitori
OBIETTIVI:
I partecipanti dovrebbero essere capaci di riconoscere connessioni e
interazioni tra uomo e famiglia e tra uomo e la sua storia.
Essi dovrebbero essere capaci di riflettere e
analizzare la struttura della propria famiglia .Essi dovrebbero identificare
possibilità di cambiamenti nella propria famiglia.
CONTENUTI: - autostima nei membri della
famiglia
- Comunicazione in
famiglia
-
aspetti di vita espressi e non espressi, famiglia e ruoli di comportamento
-
Riconoscimento e scambio di dinamiche in famiglia
-
Trovare connessioni nelle storie personali.
1. Riflessione e analisi
della struttura della famiglia
I ATTIVITA’
I FASE Somministrazione di un Questionario |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Distribuisce il Questionario (all.n.1) Spiega
come compilarlo |
Compilano
il questionario secondo le indicazioni ricevute |
All.n.1
QUESTIONARIO SU MOTIVAZIONI E ASPETTATIVE
La formazione intenzionale può produrre cambiamenti solo se si ha modo
di contrastare la “tendenza a resistere e ad assistere ad ogni modalità di
svestizione personale”.
Per accettare di “svestirsi” delle proprie forme mentali (cognitive), comportamentali (relazionali o operative) ed affettive (emozionali) è necessario che il mutamento sia voluto (desiderato), che vi sia una reale motivazione al cambiamento e che si nutrano concrete aspettative in tal senso. (1) D. Demetrio – Biografie in divenire: una
Ricerca sulle rappresentazioni della
Propria formazione in età adulta.
Istruzioni per la compilazione
Utilizzare la traccia
sottostante per esporre motivazioni ed aspettative rispetto a questa occasione
di aggiornamento professionale alla quale avete deciso di aderire
SETTORE
1
Licenza elementare Licenza media Diploma secondaria superiore Laurea
Con
la partecipazione a questo corso, mi
propongo di:
q Sviluppare competenze
relazionali
q Acquisire la capacità di
lavorare in gruppo
q Imparare a riconoscere i
bisogni dei miei familiari
q Imparare a comunicare meglio
con i miei familiari
q Migliorare me stesso/a come
persona
q Migliorare me stesso/a come
genitore
q Vivere con gli altri
corsisti momenti di empatia/simpatia
q Altro (specificare) ……………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………
Mi aspetto dei risultati riguardo :
q Alla qualità degli
interventi formativi
q All’acquisizione di maggiori competenze
q Allo sviluppo di capacità relazionali
q All’acquisizione di
metodologie e tecniche comunicative
Altro (specificare) …………………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
……………………………………………………………………………………………………
Ho il timore che :
q Non tutti gli obiettivi
formativi possano essere conseguiti
q I contenuti proposti non
possano essere sufficientemente sviluppati
q La breve durata del
corso ne condizioni l’efficacia
q Potrei trovarmi a disagio
con gli altri corsisti
q Altro
(specificare)……………………………………………………………………………...
…………………………………………………………………………………………………...
……………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………….
2. Conoscenza reciproca
II FASE - ESERCITAZIONE |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Il Formatore si presenta e invita i corsisti a disporsi in cerchio Consegna
la “Scheda di conoscenza “(all.n.2)
da compilare individualmente. Invita
i corsisti a dividersi in coppie e ad attribursi la denominazione “A e B “ Invita
i corsisti ,divisi in coppie,a scambiarsi le schede. Invita
i corsisti denominatisi “A” a leggere al gruppo le schede dei corsisti
denominatesi “B” (e viceversa). |
I Corsisti si dispongono in cerchio Compilano
individualmente la “Scheda di
conoscenza” Si
dividono in coppie,uno/a sarà “A”
e l’altro/a sarà “B” Si
scambiano le schede e apprendono notizie riguardanti il/la proprio/a partner Leggono
al gruppo la “Scheda di conoscenza”
del/la proprio/a partner |
L’attività svolta in coppie facilita la
comunicazione empatica, permette di stabilire le prime forme di relazione
indispensabili per iniziare un percorso formativo, tendente alla valorizzazione
della persona in tutti i suoi aspetti.
RIFLESSIONE
COSA
FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Il
Formatore distribuisce la scheda “Che
tipo è il/la tuo/a partner?”(all.n.3)da
compilare individualmente e in maniera anonima Legge
le schede e ,aiutato dai corsisti,tabula i risultati |
Compilano
individualmente e in modo anonimo la scheda“Che tipo è il/la tuo/a partner?”
e la consegnano al formatore Aiutano
il formatore a tabulare i risultati |
Tale attività permette di
evidenziare che a volte si danno dei giudizi su persone ,anche in assenza
di una conoscenza significativa,ma solo in base ad una conoscenza iniziale. La percezione (di oggetti e persone)costituisce la
base di ogni interazione sociale;a volte alcune distorsioni influenzano la
costruzione oggettiva di tale percezione: Utilizzando lo
stimolo fornito dalla scheda si rifletterà sull’uso,nella vita quotidiana
,di categorizzazioni,classificazione,stereotipi,pregiudizi, e sulla necessità di utilizzare
“descrizioni”soprattutto per discriminare le differenze individuali e
valorizzare l’originalità e la diversità delle persone (soprattutto dei
figli).
RIFLESSIONE
All.
n.2 - Scheda di conoscenza
NOME COGNOME TITOLO
DI STUDIO OCCUPAZIONE NUMERO
DI FIGLI |
CHE TIPO E’ IL
TUO/
1=PER
NIENTE
2=UN
PO’
3=NON
SO
4=MOLTO
5=MOLTISSIMO
|
|
SVILUPPO DELLA PERSONALITA’
SECONDA UNITA’ ( Ore 2)
ATTORI:
Formatore e Genitori
OBIETTIVI:
I partecipanti dovrebbero identificare strategie e tecniche per promuovere un
sano funzionamento della loro famiglia.
CONTENUTI:
- comprendere come funziona il sistema-famiglia
-
trovare condizioni ideali
per sicure basi di buon
funzionamento familiare.
-
Come può essere creata una
sana atmosfera familiare
1. Valorizzazione di sè
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI
|
Il
Formatore distribuisce la scheda “Utilizza
i riquadri per…” (all.n.1) da compilare individualmente. Invita
i corsisti a leggere la propria scheda al gruppo |
Compilano la
scheda
Leggono
la propria scheda al gruppo
|
Conoscere
elementi significativi della vita di una persona aiuta a stabilire rapporti
positivi, facilita la comunicazione e a vivere nel gruppo in maniera
empatica. Il
gruppo diventa anche “contenitore”,secondo il modello di Bion,delle ansie e
delle frustrazioni dei vari componenti. Il
formatore e i corsisti riflettono sugli elementi evidenziati nelle due
schede:”Che tipo è il/la tuo/a partner?” e “Utilizza i riquadri per..” La
comparazione tra gli elementi emersi dalle due schede :”Che tipo è il /la
tuo/a partner “ e “ Utilizza i riquadri per” contribuisce a valorizzare le
caratteristiche della persona e a riconoscere le distorsioni della
percezioni
RIFLESSIONE
UTILIZZA I RIQUADRI PER COMUNICARE AGLI ALTRI COMPONENTI DEL GRUPPO QUALCOSA DI TE
v
Un evento importante della mia vita v
Una persona a cui tengo particolarmente
v La più grossa fregatura capitatami v
Il problema centrale della mia vita v
Quando,come e da chi ho imparato di più |
v
Una cosa che so fare bene v Il fatto che ha più influenzato la mia giovinezza e perché |
|
ll mio motto è: |
Rappresenta la storia della tua vita con una frase o un disegno |
|
SECONDA ATTIVITA’
2.La costruzione della
percezione sociale
I FASE – INFORMAZIONE |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI
|
Il
Formatore fornisce informazioni sulla costruzione della percezione sociale e
aiuta i corsisti a recuperare l’esperienza appena vissuta |
Ascoltano Chiedono spiegazioni |
II
FASE – Home Work |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI
|
Il Formatore assegna un compito per casa e spiega come farlo |
Si
impegnano a riflettere sul compito assegnato e ad eseguirlo |
Home Work Riflette (ed eventualmente riferire qualche episodio) sull’uso, nella vita quotidiana, di opinioni soggettive, di classificazioni, categorizzazioni, laddove si dovrebbero utilizzare descrizioni “oggettive”. |
ESPERIENZE
PREGRESSE
…un giudizio è sempre approssimativo!!
Gli
uomini sono programmati per percepire forme unitarie
TEORIA - GESTALT
ASCH La
formazione delle impressioni non è la somma di tutti i tratti del soggetto,
ma un processo unitario in cui determinati tratti “centrali” hanno molta
influenza sulle impressioni, servono da punti di ancoraggio per le altre
impressioni
TEORIE IMPLICITE
DI PERSONALITA’
Dalle teorie implicite di
personalità derivano i
MODI DI COSTRUZIONE DEL MONDO, cioè i
COSTRUTTI
COGNITIVI
(categorie
per classificare il mondo)
Dal loro insieme sistematizzato deriva il
SISTEMA COGNITIVO
Un grande contenitore delle nostre esperienze trasformate in rappresentazioni cognitive o schemi e usate per classificare e interpretare l’informazione nuova, cioè per CATEGORIZZARE, per esempio, le persone in:
TIPI Descrizione di persone sconosciute con caratteristiche
di persone conosciute, familiari Combinazioni idealizzate di caratteristiche
appartenenti a persone conosciute
PROTOTIPI
Distorsione percettiva e di
giudizio, considerata la complessità e la specificità dei TRATTI DELLA PERSONALITÀ di ciascun
individuo
Organizzazione
dinamica degli aspetti cognitivi, affettivi, immaginativi, fisiologici e
morfologici dell’individuo (Allport
dà oltre 50 definizioni di PERSONALITA’
TRATTI DI PERSONALITÀ
La misura in cui le caratteristiche di personalità,
nella loro espressione individuale, rimangono invariati nel tempo
COSTANZA DEI TRATTI
DI
PERSONALITA’
UN GIUDIZIO AFFRETTATO SU
UNA PERSONA
PUO’ ESSERE IMPRECISO
PERCHE’ DERIVANTE DA
STEREOTIPO
Opinione pre-costituita che
non deriva da giudizi su ogni singolo fenomeno, ma è una forma schematica della
percezione e del giudizio (es.i siciliani sono …)
RELAZIONE
TERZA UNITA’
ATTORI: Formatore, Genitori
OBIETTIVI:
Imparare a valorizzare sé per valorizzare gli altri
CONTENUTI:
1. Valutazione della percezione
sociale
2. Aspetti relazionali nella
comunicazione
1.Valutazione della
Percezione sociale
I FASE – RECUPERO TEORICO |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Invita
i corsisti a relazionare sul “compito per casa” Aiuta
a riflettere Recupera
le informazioni dell’unità precedente |
Relazionano
sul lavoro svolto a casa Riflettono Ascoltano
e fanno domande |
II FASE - ESERCITAZIONE/VERIFICA |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Verifica gli apprendimenti acquisiti somministrando le schede: “Che
tipo di ragazzo è Federico?” (all.n1) “Cosa faremo di Rosetta?” (all.n.2) Guida la discussione |
Compilano
la scheda “Che tipo di ragazzo è
Federico?” “Cosa faremo di Rosetta?” Confrontano
i giudizi emessi e discutono. |
All.n.1 “Che tipo di ragazzo è Federico?”
Nella parte seguente troverà una breve descrizione di un comportamento di Federico: Legga attentamente la descrizione e poi decida che tipo di ragazzo è Federico, utilizzando gli strumenti indicati.
Federico entra in classe e si dirige subito al suo posto. Si siede, tira fuori dallo zainetto penne e quaderni e inizia a ripassare le lezioni: I compagni lo invitano a giocare ma egli si rifiuta, dicendo che deve studiare. All’arrivo dell’insegnante Federico si alza, le sorride, quindi torna a sedersi. |
Secondo lei, che tipo di ragazzo è Federico? Indichi il suo giudizio su Federico usando una scala
Da
1 = per niente
2 = un po’
3 = non so
4 = abbastanza
5 = molto
Federico è: intelligente 1 2 3 4 5 simpatico 1 2 3
4 5 maturo 1 2 3 4 5 timido 1 2 3 4 5 di
bell’aspetto 1 2 3 4 5 studioso 1
2 3 4 5 indipendente 1 2 3 4 5 responsabile 1 2 3 4 5 isolato 1 2 3 4 5 effeminato 1 2 3 4 5 educato 1 2 3 4 5 di
famiglia agiata 1 2 3 4 5 grasso 1 2 3
4 5 aggressivo 1 2 3 4 5 |
All.n.2 “Cosa faremo di Rosetta?”
Troverete qui sotto una breve descrizione di un episodio che ha per protagonista una bambina piccola. Dopo aver letto la storia, rispondete alle domande qui sotto riportate:
Rosetta è una dolce bambina di tre anni. Ha dei bei capelli biondi e graziosi occhi blu. L’altro giorno, mentre stava giocando col bambino dei vicini, che ha quattro anni, gli ha tirato un sasso che lo ha colpito al braccio sinistro così forte che lo hanno dovuto portare all’ospedale. |
Immaginate per un momento di essere stati testimoni di questo incidente.
Pensate che in questa circostanza -
Rosetta aveva intenzione di colpire il bambino? SI 1 2 3 4 5 NO -
Dovrebbe essere punita? SI 1 2 3 4 5 NO -
Potrebbe farlo ancora? SI 1 2 3 4 5
NO -
E’ una bambina intelligente? SI 1 2 3 4 5 NO -
Permettereste a vostro figlio di giocare con lei? SI 1 2 3 4 5 NO |
Ora leggete di nuovo il testo prima di riconsiderare i vostri giudizi.
2.Aspetti relazionali nella
comunicazione
I FASE
- INFORMAZIONE |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Fornisce informazioni |
Ascoltano
e fanno domande |
G
B
BAMBINO
A
ADULTO
IN OGNI INDIVIDUO GLI STATI MENTALI COESISTONO E SI ESTRINSECANO A SECONDA DELL’AMBIENTE E DELLE CIRCOSTANZE
E’ la
realtà o stato dell’io che definisce, prende
GENITORE cura, pone limiti,
disciplina, regola, protegge,
impone, comanda, insegna, giudica e critica.
Stato dell’io che registra le proprie reazioni
infantili;
si sente NON a posto (non OK) per la
BAMBINO condizione infantile
di inferiorità.
E’ preda dei propri sentimenti, arrabbiato,
gioioso, spaventato, ribelle, naturale, spontaneo
allegro, estroverso, fiducioso, sospettoso,
depresso….
Ha la tipica curiosità dei bambini.
Tende
all’autorealizzazione: raccoglie dati e
ADULTO fatti direttamente,
trasforma gli stimoli in
informazioni e le elabora sulla base delle
esperienze precedenti.
Prende decisioni utilizzando le informazioni provenienti da tre fonti: il Genitore, il Bambino
I dati raccolti autonomamente.
Misura, quantifica, calcola e analizza le alternative, programma, pianifica, decide, stima le diverse possibilità di successo.
Il Bambino
dice “voglio”
il Genitore “ordina e sgrida”
l’Adulto spiega “come”
CARATTERISTICHE ESTERNE |
GENITORE atteggiamenti e comportamenti autoritari,
verbalizzazioni categoriche, uso di avverbi come:
”mai, sempre…”
Portato a giudizi irriflessivi spesso basati su
preconcetti e non su dati oggettivi.
BAMBINO pianto, broncio, lamenti, spallucce, tende a
stuzzicare, agitarsi e dimenarsi; usa prevalentemente mezzi espressivi somatici, le verbalizzazioni più frequenti sono:
“voglio, non so….”
ADULTO franchezza e mobilità del volto, informa, spiega.
Verbalizzazioni più usate:
“..perché, cosa, chi e come…”
GLI STATI MENTALI DELL’IO
G G
A B
A B
ed ognuno dei comunicanti si
manifesta,
a seconda dello
“stimolo transazionale”,
secondo l’uno o l’altro
stato mentale
COMUNICAZIONE PRODUTTIVA
A A
COMUNICAZIONE NON PRODUTTIVA
G
G
B B
TRANSAZIONI PARALLELE
A
G
B
G
TRANSAZIONI
OBLIQUE
INTERROMPE
ASPETTI PSICOLOGICI DERIVANTI DALLA
TRANSAZIONE
INTERDIPENDENZA DIPENDENZA
MATURITA’
INFANZIA
ADOLESCENZA
CONTRODIPENDENZA
DIPENDENZA : “…lo faccio perché
me lo dici tu”
CONTRODIPENDENZA: “…non lo
faccio perché me lo dici tu”
INTERDIPENDENZA: “…discutiamone
e vediamo come posso fare”
ATTEGGIAMENTI RELAZIONALI
IO SONO
OK
TU SEI OK
VINCO IO E VINCI TU
IO NON
SONO OK TU SEI OK
IO PERDO E VINCI TU
IO SONO
OK TU NON
SEI OK
IO VINCO E PERDI TU
RELAZIONE
IV UNITA’ h.2
OBIETTIVI: Prendere coscienza del ruolo
dell’intelligenza emotiva
nello sviluppo della
persona.
Promuovere
l’autostima nei propri figli per prevenire le
Difficoltà di
apprendimento
CONTENUTI:
1. Ruolo dell’intelligenza
emotiva nello sviluppo della persona
2. Strategie per la promozione
dell’autostima
1. Ruolo dell’intelligenza
emotiva nello sviluppo della persona
I FASE - ESERCITAZIONE Brainstorming (all.n.1) |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Organizza il setting: invita i corsisti a disporsi in cerchio. Predispone
un cartellone bianco. Spiega
e propone l’attività di brain storming: Scrive sul cartellone bianco la
“parola stimolo” e precisamente la parola “EMOZIONE”. Invita poi i corsisti a
scrivere liberamente, senza riflettere, le emozioni che la parola stimolo
evoca in loro. Legge
le parole e/o frasi scritte dai corsisti e tabula i dati raccolti formando
una mappa. |
Si
dispongono in cerchio Ascoltano
le consegne Comunicano
le emozioni, secondo le consegne ricevute. Aiutano
a tabulare i dati e a comporre la mappa |
All.n.1
BRAINSTORMING
(tempesta nel
cervello, scuotimento)
E’ una tecnica/metodo, messa/o a punto da Osborne nel 1954. Promuove lo scambio di idee finalizzate alla soluzione originale di un problema comune.
Scinde il momento della produzione delle idee dalla loro
valutazione
·
stimola la fluidità mentale e verbale
·
stimola la creatività e favorisce il pensiero divergente
·
stimola l’operatività di classificazione e seriazione
·
favorisce l’ascolto, l’accettazione di altri modi di pensare, la
disponibilità alla relazione
·
abitua a considerare l’altro come “sostegno”, piuttosto che come
“giudice”, riducendo l’atteggiamento di “critica e giudizio”
·
abitua a non “censurare” i prodotti della mente
·
abitua ad assumere il rischio del ridicolo e libera dalla paura di
fare errori
·
fa acquisire maggiore sicurezza nell’intervenire, nel proporsi, nel
prendere iniziative
·
evita il conflitto mantenendo viva l’attenzione sul contenuto
·
facilita l’assunzione collettiva del problema e della
responsabilità
·
allena alla soluzione dei problemi
utilizzando idee originali
1.
FASE INIZIALE DI LIBERA PRODUZIONE – 20/30 minuti –
Ai componenti del gruppo si chiede di esprimere liberamente la propria idea, anche quella che sembra più assurda, rispetto a ... (senza auot/etero censura).
Tutti partecipano dicendo ciò che passa per la mente ; in un
secondo momento si procederà alla
valutazione e sistematizzazione
delle idee.
Le idee emergenti stimolano la creazione di altre idee: la quantità favorisce la qualità
2. RACCOLTA DELLE IDEE da parte di un SEGRETARIO,
che annota quanto viene detto e fa rispettare due regole fondamentali:
a) ogni partecipante può
esprimere sintiticamente quello che gli viene in mente, senza alcuna
preoccupazione di stile e contenuto
b) nessuno può censurare le
proprie idee, emettere giudizi o mettere in discussione quelle degli altri,
anche le più banali
Inoltre, facilita la comunicazione,
segue l’ordine degli interventi, sintetizza, coinvolge tutti, incoraggia i
timidi, dà il tempo necessario, “misura” chi
parla troppo, scrive sul cartellone, rispetta chi preferisce non intervire e passare la parola,
...
Secondo alcuni autori i componenti del gruppo possono esprimere le
proprie idee intervenendo in modo casuale; secondo altri la raccolta delle idee
viene realizzata facendo due giri, cioè facendo esprimere a turno per due volte
ciò che si vuol dire
3. CERNITA O PULITURA – Il segretario legge
quanto è stato scritto e procede alla classificazione delle idee, eliminando
quelle ritenute non inerenti e le ripetizioni; si chiariscono alcuni concetti
chiedendo all’autore di precisare quello che intendeva dire. Si raggruppano per
categoria le idee emerse/questioni.
Sono considerate significative le idee che maggiormente rispondono a criteri di :
-
novità (proposte originali)
-
attuabilità (idee realizzabili
facilmente o in tempi
brevi)
-
validità (idee che garantiscono una effettiva soluzione del problema)
********************************************************************************
II FASE – Lettura di un testo (all.n.2) –
Riflessione |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Legge il brano “La paura”Invita
i corsisti a riflettere sul brano e a comunicare al gruppo le paure provate
durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta. |
Riflettono sul brano e comunicano le paure provate nel corso della vita. |
La paura (adattato da GOLEMAN “L’intelligenza emotiva”) Solo una volta, in tutta la mia vita, mi è capitato di essere paralizzato dalla paura. Avvenne al primo anno di università, durante un esame per cui non avevo aperto libro. Ricordo ancora l’aula verso la quale mi stavo dirigendo, quella mattina di primavera, con il cuore appesantito da cattivi presentimenti.Mentre trovavo posto proprio vicino alla porta, tenevo lo sguardo fisso su una macchia del pavimento di fronte a me. Non appena aprii il fascicolo con la copertina blù, contenente le domande del test, sentii il cuore pulsarmi nelle orecchie e in fondo allo stomaco il sapore dell’angoscia. Diedi un’unica occhiata veloce alle domande. Senza speranza. Per un’ora fissai quella pagina, mentre la mia mente correva alle inevitabili conseguenze: Gli stessi pensieri si ripetevano all’infinito, una sequenza interminabile di paura e di tremore. Sedevo immobile, come un animale paralizzato dal curaro. Quello che mi colpisce di più nel ricordo di quel momento di terrore è il pensiero di come fosse soggiogata la mia mente. Non passai quell’ora nel disperato tentativo di mettere insieme qualcosa che potesse avere una vaga sembianza di soluzione. Non sognavo ad occhi aperti. Me ne stavo semplicemente lì seduto a contemplare il mio terrore, aspettando che quel supplizio finisse. |
RIFLESSIONEOgnuno di noi, nel corso della vita, ha provato emozioni; esse si differenziano per frequenza temporale, intensità, durata, coinvolgimento di altre persone, reazioni provocate negli altri. Esistono delle variabili riferite alle diverse maniere di
reagire alle frustrazioni, di controllare gli impulsi, di modulare i propri
stati d’animo, evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare. Saper controllare le proprie emozioni “negative”può
determinare benessere psicologico; i sentimenti estremi, cioè le emozioni che
diventano troppo intense o durano a lungo, provocano disagio interiore e
interferiscono nei rapporti interezionali, sia in famiglia che nell’ambito
lavorativo. E’ fondamentale che i genitori imparino a riconoscere e a
riflettere sulla propria vita emozionale; ciò permette di aiutare i figli a
diventare meno vulnerabili alle “tempeste scatenate dal cervello emozionale” |
I FASE - ESERCITAZIONE |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Il Formatore distribuisce una scheda (all.n.3)Invita i corsisti ad associare ad ogni emozione riportata nella scheda una parola, una frase, un simbolo, un disegno, senza lasciare segni di riconoscimento, né tantomeno scrivere il proprio nome. Quindi
invita i corsisti a scambiarsi i fogli e a leggere la scheda ricevuta e/o a
mostrare i disegni. |
Eseguono la consegnaSi
scambiano le schede Leggono
la scheda ricevuta e/o mostrano i disegni. |
II FASE – RIFLESSIONE E RECUPERO TEORICO |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Formatore
e corsisti riflettono sulle emozioni positive e sulle emozioni negative. |
1 -COLLERA ……………………………………………………………. 2 -PAURA …………………………………………………………….. 3- FELICITA’ ……………………………………………………………… 4-AMORE ………………………………………………………………. 5-SORPRESA ………………………………………………………………. 6-DISGUSTO ……………………………………………………………….. 7-TRISTEZZA ………………………………………………………………… |
I FASE
- Lettura di un testo |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Il Formatore legge un testo (all.n.4) Invita
i corsisti a raccontare episodi ed esperienze personali durante i quali un
sentimento negativo si è trasformato in un sentimento positivo |
AscoltanoNarrano
quanto richiesto |
II FASE - Riflessione |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Invita i corsisti a riconoscere le emozioni provate durante l’attività e le eventuali reazioni in ambito psicofisico |
Esaminano
le emozioni provate e riflettono sulle ripercussioni in ambito psicofisico |
RIFLESSIONENell’ambito dei rapporti interazionali esiste un piano di superficie, riguardante la relazione verbale e non verbale, ciò che gli attori della comunicazione mettono in evidenza; tale piano attiene ad aspetti linguistici, pragmatici, semantici, osservabili sul piano percettivo. Esiste un secondo livello relativo all’ambito emozionale,
invisibile ma che può interferire nelle transazioni relazionali degli attori
dell’atto comunicativo. Tale prospettiva implica una dimensione non facilmente
osservabile, ma della quale, un educatore(genitore, insegnante…) deve avere
consapevolezza, per comprendere le connessioni tra le azioni viste ed
osservate e ciò che non è evidente. Perché i genitori possano pervenire ad un rapporto empatico
con i propri figli, (cioè rendersi conto delle emozioni provate nei diversi
contesti e nei diversi periodi di vita) è importante che essi sviluppino la
capacità ad entrare in contatto e riconoscere le proprie emozioni
concentrandosi su di sé, sull’osservazione dell’ambiente esterno e sui
rapporti con gli altri. L’approccio emotivo e socio-affettivo può diventare per i
genitori mezzo e fine per uno sviluppo armonico della personalità del figlio. Si educa con l’affettività e all’affettività, avviando il
bambino (ragazzo, adolescente) a conoscere meglio le proprie capacità e a
saperle utilizzare; ad avere consapevolezza dei propri sentimenti e delle
proprie emozioni, a saperli adeguatamente esprimere e all’occorrenza,
controllarli. Conoscere le proprie emozioni, riflettere su di esse,
comprendere le emozioni provate dalle persone che ci circondano, favorisce il
benessere psicofisico degli individui, fin dall’infanzia, sviluppa il senso
di identità e promuove l’autostima. |
2.Strategie per la
promozione dell’AUTOSTIMA
ESERCITAZIONE -
RIFLESSIONE |
|
COSA FA IL FORMATORE |
COSA FANNO I CORSISTI |
Distribuisce
fogli bianchi e propone il seguente compito: -
Rappresenta con un disegno come vedi te stesso -
Rappresenta con un disegno come pensi che gli altri ti vedano Invita
alla riflessione |
Eseguono
l’attività Riflettono
e discutono |
RIFLESSIONETale attività permette una riflessione sul “concetto di sé” e sul sentimento di “autostima” Concetto di sé e Autostima sono interdipendenti. Ognuno di noi costruisce la propria autostima, cioè la
valutazione positiva o negativa di sé, attraverso l’immagine mentale che
abbiamo di noi stessi e che è determinata dai successi e dai fallimenti
quotidiani, dal confronto con gli altri, dal rapporto con i propri canoni
interiori. Una volta formatosi, il concetto di sé tende a resistere al
cambiamento derivante da nuove esperienze
e tende a regolare molti aspetti della nostra vita. Una buona comprensione delle proprie capacità, delle competenze
personali, permette di pervenire ad una elevata autostima. E’ fondamentale che i genitori riflettano sul loro ruolo per
aiutare i propri figli sia nella costruzione di un “concetto di sé” positivo che di un
“sentimento di autostima” adeguato alle proprie capacità. Aiutare i propri figli a reagire alle frustrazioni, a rendersi
conto delle proprie capacità cognitive ed emotive, a cogliere le potenzialità
e le originalità possedute, permette la promozione di una “autostima” elevata ma adeguata alle proprie
capacità. |