MODULO I

SVILUPPO DELLA PERSONALITA’ (8 0RE)

FINALITA’

Il modulo aiuta i genitori di bambini o ragazzi con speciali bisogni ad analizzare la situazione familiare e a scoprire ciò che bisogna promuovere nella propria famiglia.

PRIMA  UNITA’ ( Ore 3)

ATTORI : Formatore e  Genitori

OBIETTIVI:  I partecipanti dovrebbero essere capaci di riconoscere connessioni e interazioni tra uomo e famiglia e tra uomo e la sua storia.

Essi dovrebbero essere capaci di riflettere e analizzare la struttura della propria famiglia .Essi dovrebbero identificare possibilità di cambiamenti nella propria famiglia.

CONTENUTI: - autostima nei membri della famiglia

                         - Comunicazione in famiglia

-         aspetti di vita espressi e non espressi, famiglia e ruoli di comportamento

-         Riconoscimento e scambio di dinamiche in famiglia

-         Trovare connessioni nelle storie personali.               

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Riflessione e analisi della struttura della famiglia

 

                                                   I ATTIVITA’

I FASE

 Somministrazione di un Questionario

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Distribuisce il Questionario (all.n.1)

Spiega come compilarlo

 

 

 

Compilano il questionario secondo le indicazioni ricevute

 

 

All.n.1

QUESTIONARIO SU MOTIVAZIONI E ASPETTATIVE

 

 

 

La formazione intenzionale può produrre cambiamenti solo se si ha modo di contrastare la “tendenza a resistere e ad assistere ad ogni modalità di svestizione personale”.

Per accettare di “svestirsi” delle proprie forme mentali (cognitive), comportamentali (relazionali o operative) ed affettive (emozionali) è necessario che il mutamento sia voluto  (desiderato), che vi sia una reale motivazione al cambiamento e che si nutrano concrete aspettative in tal senso. (1)                                                                        D. Demetrio – Biografie in divenire: una

                                                                                              Ricerca sulle rappresentazioni della                       

                                                                                              Propria formazione in età adulta.

Istruzioni per la compilazione

Utilizzare la traccia sottostante per esporre motivazioni ed aspettative rispetto a questa occasione di aggiornamento professionale alla quale avete deciso di aderire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SETTORE 1

 

Titolo di studio posseduto


     Licenza elementare  Licenza  media                 Diploma secondaria superiore           Laurea

 

 

 

SETTORE 2

 

 

Con la partecipazione a questo corso, mi propongo di:

q       Sviluppare competenze relazionali

q       Acquisire la capacità di lavorare in gruppo

q       Imparare a riconoscere i bisogni dei miei familiari

q       Imparare a comunicare meglio con i miei familiari

q       Migliorare me stesso/a come persona

q       Migliorare me stesso/a come genitore

q       Vivere con gli altri corsisti momenti di empatia/simpatia

q       Altro (specificare)  ……………………………………………………………………………     

 

      …………………………………………………………………………………………………

 

…………………………………………………………………………………………………

 

…………………………………………………………………………………………………

 

Mi aspetto dei risultati riguardo :

 

q       Alla qualità degli interventi formativi

q       All’acquisizione di  maggiori competenze

q       Allo sviluppo di capacità relazionali

q       All’acquisizione di metodologie e tecniche comunicative

Altro (specificare) …………………………………………………………………………………………………..    

 

……………………………………………………………………………………………………

 

……………………………………………………………………………………………………

 

……………………………………………………………………………………………………

      

 

 

Ho il timore che :

q       Non tutti gli obiettivi formativi possano essere conseguiti

q       I contenuti proposti non possano essere sufficientemente sviluppati

q       La breve durata del corso  ne condizioni l’efficacia

q       Potrei trovarmi a disagio con gli altri corsisti

q       Altro (specificare)……………………………………………………………………………...

 

         …………………………………………………………………………………………………...

 

        ……………………………………………………………………………………………………

 

       …………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Conoscenza reciproca

 

 

 

 

II FASE  -  ESERCITAZIONE

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

Il Formatore si presenta e invita i corsisti a disporsi in cerchio

 

Consegna la “Scheda di conoscenza “(all.n.2) da compilare individualmente.

 

Invita i corsisti a dividersi in coppie e ad attribursi  la denominazione “A e B “

 

Invita i corsisti ,divisi in coppie,a scambiarsi le schede.

 

 

Invita i corsisti denominatisi “A” a leggere al gruppo le schede dei corsisti denominatesi “B” (e viceversa).

I Corsisti si dispongono in cerchio

 

Compilano individualmente la “Scheda di conoscenza

 

 

Si dividono in coppie,uno/a sarà

“A” e l’altro/a sarà “B”

 

 

Si scambiano le schede e apprendono notizie riguardanti il/la proprio/a partner

 

Leggono al gruppo la  “Scheda di conoscenza” del/la proprio/a partner

 

RIFLESSIONE

 

L’attività  svolta in coppie facilita la comunicazione empatica, permette di stabilire le prime forme di relazione indispensabili per iniziare un percorso formativo, tendente alla valorizzazione della persona in tutti i suoi aspetti.

 

 

 
                                                                                                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

II ATTIVITA’                                                   

 

 

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Il Formatore distribuisce la scheda “Che tipo è il/la tuo/a partner?”(all.n.3)da compilare individualmente e in maniera anonima

 

Legge le schede e ,aiutato dai corsisti,tabula i risultati

 

 

Compilano individualmente e in modo anonimo la scheda“Che tipo è il/la tuo/a partner?” e la consegnano al formatore

 

 

Aiutano il formatore a tabulare i risultati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIFLESSIONE

Tale attività permette di evidenziare che a volte si danno dei giudizi su persone ,anche in assenza di una conoscenza significativa,ma solo in base ad una conoscenza iniziale.

La percezione (di oggetti e persone)costituisce la base di ogni interazione sociale;a volte alcune distorsioni influenzano la costruzione oggettiva di tale percezione:

Utilizzando lo stimolo fornito dalla scheda si rifletterà sull’uso,nella vita quotidiana ,di categorizzazioni,classificazione,stereotipi,pregiudizi,

e sulla necessità di utilizzare “descrizioni”soprattutto per discriminare le differenze individuali e valorizzare l’originalità e la diversità delle persone (soprattutto dei figli).

 

 

 

 

 

 

 
 


                                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All. n.2 - Scheda di conoscenza

 

 

 

 

NOME 

 

 

COGNOME

 

 

TITOLO DI STUDIO

 

 

OCCUPAZIONE

 

 

 

NUMERO DI FIGLI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CHE TIPO E’ IL TUO/LA TUA PARTNER ?(all.n.3)

 

 

RISPONDERE UTILIZZANDO UN PUNTEGGIO DA 1 A 5

1=PER NIENTE

2=UN PO’

3=NON SO

4=MOLTO

5=MOLTISSIMO

 

INTELLIGENTE                                                FREDDOLOSO/A         

 

 

AFFETTUOSO/A                                                         GENTILE

 

 

DISTRATTO/A                                                            RELIGIOSO/A

 

 

ELEGANTE                                                                 GOLOSO/A                

 

 


MODERNO/A                                                              RIVOLUZIONARIO/A

 

 

BUONO/A                                                                    SPIRITOSO/A            

 

 

BASSO/A                                                                     ASTEMIO/A                   

 

 

LOQUACE                                                                   SPORTIVO/A

 

 

PUNTUALE                                                                 ORDINATO/A

 

 

AUTORITARIO/A                                                       BIONDO/A                     

 

 

ALTO/A                                                                        PETULANTE

SVILUPPO DELLA PERSONALITA’

SECONDA  UNITA’ ( Ore 2)

 

 

ATTORI: Formatore e  Genitori

OBIETTIVI: I partecipanti dovrebbero identificare strategie e tecniche per promuovere un sano funzionamento della loro famiglia.

CONTENUTI: - comprendere come funziona il sistema-famiglia

-        trovare condizioni ideali per sicure basi di buon                   

    funzionamento familiare.

-        Come può essere creata una sana atmosfera familiare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I ATTIVITA’                                                       

 

 

 

 

1. Valorizzazione di sè

 

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Il Formatore distribuisce la scheda “Utilizza i riquadri per…” (all.n.1) da compilare individualmente.

 

Invita i corsisti a leggere la propria scheda al gruppo

 

 

 

 

Compilano la scheda

 

 

 

 

Leggono la propria scheda al gruppo

                                                

 

     

 

RIFLESSIONE

                                                                                                                                                                   

Conoscere elementi significativi della vita di una persona aiuta a stabilire rapporti positivi, facilita la comunicazione e a vivere nel gruppo in maniera empatica.

Il gruppo diventa anche “contenitore”,secondo il modello di Bion,delle ansie e delle frustrazioni dei vari componenti.

Il formatore e i corsisti riflettono sugli elementi evidenziati nelle due schede:”Che tipo è il/la tuo/a partner?” e “Utilizza i riquadri per..”

La comparazione tra gli elementi emersi dalle due schede :”Che tipo è il /la tuo/a partner “ e “ Utilizza i riquadri per” contribuisce a valorizzare le caratteristiche della persona e a riconoscere le distorsioni della percezioni     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                   

                                                                                                                                                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


UTILIZZA I RIQUADRI PER COMUNICARE AGLI ALTRI COMPONENTI DEL GRUPPO QUALCOSA DI TE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

v    Un evento importante della mia vita

 

 

 

 

 

v    Una persona a cui tengo particolarmente

 

 

 

 

v     La più grossa fregatura capitatami

 

 

 

 

v    Il problema centrale della mia vita

 

 

 

 

 

v    Quando,come e da chi ho imparato di più

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

v    Una cosa che so fare bene

 

 

 

 

v    Una cosa che non mi riesce di far  bene

 

 

 

 

 

v    Il fatto che ha più influenzato la mia   giovinezza e perché

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Cosa direbbe di te la persona che ti ama di più

 

 

 

 

 

Cosa direbbe di te la persona che ti odia di più

                                                                                                           

 

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

ll mio motto è:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rappresenta la storia della tua vita con una frase o un disegno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SECONDA ATTIVITA’

 

 

2.La costruzione della percezione sociale

 

 

I  FASE – INFORMAZIONE

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Il Formatore fornisce informazioni sulla costruzione della percezione sociale e aiuta i corsisti a recuperare l’esperienza appena vissuta

 

Ascoltano

 

Chiedono spiegazioni

 

 

 

 

 

 

 

II  FASE – Home Work

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Il Formatore assegna un compito per casa e spiega come farlo

 

Si impegnano a riflettere sul compito assegnato e ad eseguirlo

 

 

 

 

Home Work

 

Riflette (ed eventualmente riferire qualche episodio) sull’uso, nella vita quotidiana, di opinioni soggettive, di classificazioni, categorizzazioni, laddove si dovrebbero utilizzare descrizioni “oggettive”.

 

 

 

 

 

 

 

Casella di testo: LA COSTRUZIONE 
DELLA PERCEZIONE SOCIALE
 

 

 

 


La percezione (di oggetti e persone)

è alla base di ogni interazione sociale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


   Fattori che influenzano

la costruzione della

percezione sociale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ESPERIENZE PREGRESSE

 

 

 
 

 

 


…un giudizio è sempre approssimativo!!

 

Gli uomini sono programmati per percepire forme unitarie

 
TEORIA - GESTALT

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ASCH

La formazione delle impressioni non è la somma di tutti i tratti del soggetto, ma un processo unitario in cui determinati tratti “centrali” hanno molta influenza sulle impressioni, servono da punti di ancoraggio per le altre impressioni

 
                

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TEORIE IMPLICITE DI PERSONALITA’

Ipotesi del modo in cui sono organizzati gli attributi e i tratti degli altri

 

 

Dalle teorie implicite di personalità derivano i

MODI DI COSTRUZIONE DEL MONDO, cioè i

 

COSTRUTTI COGNITIVI

(categorie per classificare il mondo)

 

 

Dal loro insieme sistematizzato deriva il

 

 


SISTEMA COGNITIVO

Un grande contenitore delle nostre esperienze trasformate in rappresentazioni cognitive o schemi e usate per classificare e interpretare l’informazione nuova, cioè per CATEGORIZZARE, per esempio, le persone in:

 

TIPI

Descrizione di persone sconosciute con caratteristiche di persone conosciute, familiari

 
PROTOTIPI

Combinazioni idealizzate di caratteristiche appartenenti a persone conosciute

 
                                              

 

 

 

 


Distorsione percettiva e di giudizio, considerata la complessità e la specificità dei TRATTI DELLA PERSONALITÀ di ciascun individuo

 

Organizzazione dinamica degli aspetti cognitivi, affettivi, immaginativi, fisiologici e morfologici dell’individuo

 

(Allport dà oltre 50 definizioni di PERSONALITA’

 
TRATTI DI PERSONALITÀ

 

 

 

 

 

 

 

 


La misura in cui le caratteristiche di personalità, nella loro espressione individuale, rimangono invariati nel tempo

 
COSTANZA DEI TRATTI

DI PERSONALITA’

 

 

 

 

 

 


UN GIUDIZIO AFFRETTATO SU UNA PERSONA

PUO’ ESSERE IMPRECISO PERCHE’ DERIVANTE DA

                             STEREOTIPO

 

 

 


Opinione pre-costituita che non deriva da giudizi su ogni singolo fenomeno, ma è una forma schematica della percezione e del giudizio (es.i siciliani sono …)

 

 

 

 

RELAZIONE

TERZA  UNITA’

 

 

 

ATTORI:  Formatore,  Genitori

 

OBIETTIVI: Imparare a valorizzare sé per valorizzare gli altri

 

CONTENUTI:

1.    Valutazione della percezione sociale

2.    Aspetti relazionali nella comunicazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRIMA ATTIVITA’

 

 

 

1.Valutazione della Percezione sociale

 

 

I  FASE – RECUPERO TEORICO

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

Invita i corsisti a relazionare sul “compito per casa”

 

Aiuta a riflettere

 

Recupera le informazioni dell’unità precedente

Relazionano sul lavoro svolto a casa

 

Riflettono

 

Ascoltano e fanno domande

 

 

 

 

 

 

II  FASE  -  ESERCITAZIONE/VERIFICA

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Verifica gli apprendimenti acquisiti somministrando le schede: 

 “Che tipo di ragazzo è Federico?” (all.n1)

 

 “Cosa faremo di Rosetta?”

 (all.n.2)

 

Guida la discussione

 

 

Compilano la scheda

“Che tipo di ragazzo è Federico?”

 

“Cosa faremo di Rosetta?”

 

Confrontano i giudizi emessi e discutono.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All.n.1    “Che tipo di ragazzo è Federico?”

 

            Nella parte seguente troverà una breve descrizione di un comportamento di Federico: Legga attentamente la descrizione e poi decida che tipo di ragazzo è Federico, utilizzando gli strumenti indicati.

 

                                   

             

              Federico entra in classe e si dirige subito al suo posto.

              Si siede, tira fuori dallo zainetto penne e quaderni e inizia a ripassare le lezioni:

              I compagni lo invitano a giocare ma egli si rifiuta, dicendo che deve studiare.

              All’arrivo dell’insegnante Federico si alza, le sorride, quindi torna a sedersi.

 

 

 

            Secondo lei, che tipo di ragazzo è Federico? Indichi il suo giudizio su Federico usando una scala

  Da  1 a  5

                        1 = per niente

                        2 = un po’

                        3 = non so

                        4 = abbastanza

                        5 = molto

 

 

Federico è:

        

intelligente             1         2          3          4          5

simpatico               1         2          3          4          5

maturo                   1         2          3          4          5

timido                    1         2          3          4          5

di bell’aspetto        1         2          3          4          5

studioso                 1         2          3          4          5

indipendente          1         2          3          4          5

responsabile           1         2          3          4          5

isolato                    1         2          3          4          5

effeminato             1         2          3          4          5

educato                  1         2          3          4          5

di famiglia agiata   1         2          3          4          5

grasso                     1         2          3          4          5

aggressivo              1         2          3          4          5

 

 

 

 

 

 

 

 

All.n.2   “Cosa faremo di Rosetta?”

 

            Troverete qui sotto una breve descrizione di un episodio che ha per protagonista una bambina piccola. Dopo aver letto la storia, rispondete alle domande qui sotto riportate:

 

 

         

         Rosetta è una dolce bambina di tre anni. Ha dei bei capelli biondi e graziosi occhi blu. L’altro giorno, mentre stava giocando col bambino dei vicini, che ha quattro anni, gli ha tirato un sasso che lo ha colpito al braccio sinistro così forte che lo hanno dovuto portare all’ospedale.

 

 

 

     Immaginate per un momento di essere stati testimoni di questo incidente.

           

 

 

 

 

 

Pensate che in questa circostanza

 

- Rosetta aveva intenzione di colpire il bambino?     SI   1        2        3        4        5    NO

 

- Dovrebbe essere punita?                                       SI   1        2        3        4        5    NO

 

- Potrebbe farlo ancora?                                           SI  1        2        3        4        5    NO

 

- E’ una bambina intelligente?                                  SI   1        2        3        4        5    NO

 

- Permettereste a vostro figlio di giocare con lei?      SI   1        2        3        4        5    NO

 

 

 

 

 

            Ora leggete di nuovo il testo prima di riconsiderare i vostri giudizi.

           

 

 

 

 

 

 

 

SECONDA ATTIVITA’

 

 

2.Aspetti relazionali nella comunicazione

 

 

I  FASE  -  INFORMAZIONE

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

 Fornisce informazioni

 

Ascoltano e fanno domande

 

 

 

 

 

ASPETTI RELAZIONALI NELLA COMUNICAZIONE

 

 

 

GLI  STATI MENTALI DELL’IO

 

 


G

GENITORE

 

                                                                                              B

                                                                                      BAMBINO

                            A

                   ADULTO    

 

 

 


IN OGNI INDIVIDUO GLI STATI MENTALI COESISTONO E SI ESTRINSECANO A SECONDA DELL’AMBIENTE E DELLE CIRCOSTANZE

 

 

                                              

E’ la realtà o stato dell’io che definisce, prende

GENITORE                          cura, pone limiti, disciplina, regola, protegge,

                            impone, comanda, insegna, giudica e critica.

 

 

 


                                               Stato dell’io che registra le proprie reazioni

                                               infantili; si sente NON a posto (non OK) per la

BAMBINO                            condizione infantile di inferiorità.

                                               E’ preda dei propri sentimenti, arrabbiato,

                                               gioioso, spaventato, ribelle, naturale, spontaneo

                                               allegro, estroverso, fiducioso, sospettoso,      

                                               depresso….

                                               Ha la tipica curiosità dei bambini.

 

 

 

                                              

                                               Tende all’autorealizzazione: raccoglie dati e

ADULTO                               fatti direttamente, trasforma gli stimoli in

informazioni e le elabora sulla base delle

esperienze precedenti.

Prende decisioni utilizzando le informazioni     provenienti da tre fonti: il Genitore, il Bambino

I dati raccolti autonomamente.

Misura, quantifica, calcola e analizza le alternative, programma, pianifica, decide, stima le diverse possibilità di successo.

 

 

 

Il Bambino dice     “voglio”

 il Genitore      “ordina e sgrida”

 l’Adulto spiega     “come”

 

 

 

 

 

CARATTERISTICHE  ESTERNE

 

 

 

 

 


GENITORE                 atteggiamenti e comportamenti autoritari,

verbalizzazioni categoriche, uso di avverbi come:

”mai, sempre…”

                                      Portato a giudizi irriflessivi spesso basati su

preconcetti e non su dati oggettivi.

 

 

 

 

 


BAMBINO                   pianto, broncio, lamenti, spallucce, tende a

stuzzicare, agitarsi e dimenarsi; usa prevalentemente mezzi espressivi somatici, le verbalizzazioni più frequenti sono:

                                      “voglio, non so….”

 

 

 

 

 


ADULTO                      franchezza e mobilità del volto, informa, spiega.

                                      Verbalizzazioni più usate:

 “..perché, cosa, chi e come…”

 

 

 

 

 

 

 

 

GLI STATI MENTALI DELL’IO

 

 

 

 

 

 

 


               G                                                                                  G

 


 

 A                          B                                                      A                          B

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Nella COMUNICAZIONE si realizzano continue
TRANSAZIONI

ed ognuno dei comunicanti si manifesta,

a seconda dello

 “stimolo transazionale”,

secondo l’uno o l’altro stato mentale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

COMUNICAZIONE PRODUTTIVA

 

 

 

 


                           A                                  A

 

 

 

 

COMUNICAZIONE NON PRODUTTIVA

 


                                                        

                       G                                            G       

 

 

 


                         B                                           B

 

 

 

 

 

 


TRANSAZIONI PARALLELE

LA COMUNICAZIONE CONTINUA

 

 

 

 

 

 


                                                      A

 

 


                 G

 

 

 


                                                      B

 


                 

                    G

 

 

 


                                         TRANSAZIONI OBLIQUE

                                         LA COMUNICAZIONE SI

                                               INTERROMPE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ASPETTI PSICOLOGICI DERIVANTI DALLA TRANSAZIONE

 

 

 

 

 

 

 

 

INTERDIPENDENZA                                   DIPENDENZA

 

 

 


                         MATURITA’                    INFANZIA

 

 

 

 

 


                                          

 

                                        ADOLESCENZA

 

 


                                       CONTRODIPENDENZA

 

 

 

 

DIPENDENZA  : “…lo faccio perché me lo dici tu”

 

CONTRODIPENDENZA:  “…non lo faccio perché me lo dici tu”

 

INTERDIPENDENZA:  “…discutiamone e vediamo come posso fare”

 

 

 

 

ATTEGGIAMENTI RELAZIONALI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


                   IO  SONO  OK                              TU  SEI  OK

VINCO IO E VINCI TU

 

 

 

 

 

 

 

                   IO  NON  SONO  OK                 TU  SEI  OK

IO PERDO E VINCI TU

 

 

 

 

 

 

                    IO  SONO  OK                        TU  NON  SEI  OK

IO VINCO E PERDI TU

                 

RELAZIONE

IV  UNITA’  h.2

 

 

ATTORI:   Formatore,  Genitori

 

OBIETTIVI:     Prendere coscienza del ruolo dell’intelligenza emotiva 

                            nello sviluppo della persona.

                            Promuovere l’autostima nei propri figli per prevenire le

                            Difficoltà di apprendimento

                           

 

CONTENUTI:

1.    Ruolo dell’intelligenza emotiva nello sviluppo della persona

2.    Strategie per la promozione dell’autostima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1. Ruolo dell’intelligenza emotiva nello sviluppo della persona

 

 

 

 

 

PRIMA  ATTIVITA’

 

 

 

 

I  FASE  -  ESERCITAZIONE   Brainstorming (all.n.1)

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Organizza il setting:  invita i corsisti a disporsi in cerchio.

 

Predispone un cartellone bianco.

 

Spiega e propone l’attività di brain storming: Scrive sul cartellone bianco la “parola stimolo” e precisamente la parola “EMOZIONE”. Invita poi i corsisti a scrivere liberamente, senza riflettere, le emozioni che la parola stimolo evoca in loro.

 

Legge le parole e/o frasi scritte dai corsisti e tabula i dati raccolti formando una mappa.

 

 

 

 

 

Si dispongono in cerchio

 

 

 

 

Ascoltano le consegne

 

 

 

Comunicano le emozioni, secondo le consegne ricevute.

 

 

Aiutano a tabulare i dati e a comporre la mappa

 

 

 

 

 

 

 

All.n.1 

 

 

BRAINSTORMING

(tempesta nel cervello, scuotimento)

 

 

 

E’ una tecnica/metodo, messa/o a punto  da Osborne nel 1954. Promuove lo scambio  di idee finalizzate alla soluzione  originale di un problema comune.

Scinde il momento della produzione delle idee dalla loro valutazione

 

 

 

OBIETTIVI

 

 

·        stimola la fluidità mentale e verbale

·        stimola la creatività e favorisce il pensiero divergente

·        stimola l’operatività di classificazione  e seriazione

·        favorisce l’ascolto, l’accettazione di altri modi di pensare, la disponibilità alla relazione

·        abitua a considerare l’altro come “sostegno”, piuttosto che come “giudice”, riducendo l’atteggiamento di “critica e giudizio”

·        abitua a non “censurare” i prodotti della mente

·        abitua ad assumere il rischio del ridicolo e libera dalla paura di fare errori

·        fa acquisire maggiore sicurezza nell’intervenire, nel proporsi, nel prendere iniziative

·        evita il conflitto mantenendo viva l’attenzione sul contenuto

·        facilita l’assunzione collettiva del problema e della responsabilità

·        allena alla soluzione dei problemi  utilizzando idee originali

 

 

PROCEDURA

 

 

 

1.     FASE INIZIALE DI LIBERA PRODUZIONE – 20/30 minuti –

Ai componenti del gruppo si chiede di esprimere liberamente la propria idea, anche  quella che sembra più assurda, rispetto a ... (senza auot/etero censura).

Tutti partecipano dicendo ciò che passa per la mente ; in un secondo momento si procederà alla  valutazione e sistematizzazione  delle idee.

Le idee emergenti stimolano la creazione di altre idee: la quantità  favorisce  la qualità

 

 

 

2.  RACCOLTA DELLE IDEE da parte di un SEGRETARIO, che annota quanto viene detto e fa rispettare due regole fondamentali:

a)   ogni partecipante può esprimere sintiticamente quello che gli viene in mente, senza alcuna preoccupazione di stile e contenuto

b)     nessuno può censurare le proprie idee, emettere giudizi o mettere in discussione quelle degli altri, anche le più banali

 

Inoltre, facilita la comunicazione, segue l’ordine degli interventi, sintetizza, coinvolge tutti, incoraggia i timidi, dà il tempo necessario, “misura” chi  parla troppo, scrive sul cartellone, rispetta chi  preferisce non intervire e passare la parola, ...

 

Secondo alcuni autori  i componenti del gruppo possono esprimere le proprie idee intervenendo in modo casuale; secondo altri la raccolta delle idee viene realizzata facendo due giri, cioè facendo esprimere a turno per due volte ciò che si vuol dire

 

3.  CERNITA O PULITURA – Il segretario legge quanto è stato scritto e procede alla classificazione delle idee, eliminando quelle ritenute non inerenti e le ripetizioni; si chiariscono alcuni concetti chiedendo all’autore di precisare quello che intendeva dire. Si raggruppano per categoria le idee emerse/questioni.

 

 

Sono considerate significative le idee che maggiormente rispondono a criteri di :

-         novità (proposte originali)

-         attuabilità (idee realizzabili  facilmente  o in tempi

 brevi)

-         validità (idee che garantiscono una effettiva soluzione  del problema)

 

 

4. DISCUSSIONE E CONFRONTO SULLE SOLUZIONI

   INDIVIDUATE/SCELTE

 

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II  FASE – Lettura di un testo (all.n.2) – Riflessione

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

Legge il brano “La paura”

 

Invita i corsisti a riflettere sul brano e a comunicare al gruppo le paure provate durante l’infanzia, l’adolescenza, l’età adulta.

 

 

 

Ascoltano

 

Riflettono sul brano e comunicano le paure provate nel corso della vita.

 

 

All.n.2

La paura (adattato da GOLEMAN “L’intelligenza emotiva”)

         Solo una volta, in tutta la mia vita, mi è capitato di essere paralizzato dalla paura. Avvenne al primo anno di università, durante un esame per cui non avevo aperto libro. Ricordo ancora l’aula verso la quale mi stavo dirigendo, quella mattina di primavera, con il cuore appesantito da cattivi presentimenti.Mentre trovavo posto proprio vicino alla porta, tenevo lo sguardo fisso su una macchia del pavimento di fronte a me. Non appena aprii il fascicolo con la copertina blù, contenente le domande del test, sentii il cuore pulsarmi nelle orecchie e in fondo allo stomaco il sapore dell’angoscia.

       Diedi un’unica occhiata veloce alle domande. Senza speranza. Per un’ora fissai quella pagina, mentre la mia mente correva alle inevitabili conseguenze: Gli stessi pensieri si ripetevano all’infinito, una sequenza interminabile di paura e di tremore. Sedevo immobile, come un animale paralizzato dal curaro. Quello che mi colpisce di più nel ricordo di quel momento di terrore è il pensiero di come fosse soggiogata la mia mente. Non passai quell’ora nel disperato tentativo di mettere insieme qualcosa che potesse avere una vaga sembianza di soluzione. Non sognavo ad occhi aperti. Me ne stavo semplicemente lì seduto a contemplare il mio terrore, aspettando che quel supplizio finisse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIFLESSIONE

 

       Ognuno di noi, nel corso della vita, ha provato emozioni; esse si differenziano per frequenza temporale, intensità, durata, coinvolgimento di altre persone, reazioni provocate negli altri.

       Esistono delle variabili riferite alle diverse maniere di reagire alle frustrazioni, di controllare gli impulsi, di modulare i propri stati d’animo, evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare.

       Saper controllare le proprie emozioni “negative”può determinare benessere psicologico; i sentimenti estremi, cioè le emozioni che diventano troppo intense o durano a lungo, provocano disagio interiore e interferiscono nei rapporti interezionali, sia in famiglia che nell’ambito lavorativo.

       E’ fondamentale che i genitori imparino a riconoscere e a riflettere sulla propria vita emozionale; ciò permette di aiutare i figli a diventare meno vulnerabili alle “tempeste scatenate dal cervello emozionale”

 

 

 

 

 

 

SECONDA  ATTIVITA’

 

 

 

I FASE  -  ESERCITAZIONE

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

Il Formatore distribuisce una scheda (all.n.3)

 

Invita i corsisti ad associare ad ogni emozione riportata  nella scheda una parola, una frase, un simbolo, un disegno, senza lasciare segni di riconoscimento, né tantomeno scrivere il proprio nome.

 

Quindi invita i corsisti a scambiarsi i fogli e a leggere la scheda ricevuta e/o a mostrare i disegni.

 

 

 

 

Eseguono la consegna

 

 

 

 

 

Si scambiano le schede

Leggono la scheda ricevuta e/o mostrano i disegni.

 

 

 

 

II FASE – RIFLESSIONE E RECUPERO TEORICO

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

Formatore e corsisti riflettono sulle emozioni positive e sulle emozioni negative.

 

 

All.n.3

 

1 -COLLERA                   …………………………………………………………….

 

2 -PAURA                       ……………………………………………………………..

 

3- FELICITA’                 ………………………………………………………………

 

4-AMORE                     ……………………………………………………………….

 

5-SORPRESA               ……………………………………………………………….

 

6-DISGUSTO               ………………………………………………………………..

 

7-TRISTEZZA            …………………………………………………………………

 

 

Simboli o disegni

 

 

1-

 

2-

 

3-

 

4-

 

5-

 

6-

 

7-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TERZA ATTIVITA’

 

 

 

I  FASE  -  Lettura di un testo

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Il Formatore legge un testo (all.n.4)

 

Invita i corsisti a raccontare episodi ed esperienze personali durante i quali un sentimento negativo si è trasformato in un sentimento positivo

 

 

Ascoltano

 

Narrano quanto richiesto

 

 

 

 

 

 

 

II FASE  - Riflessione

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Invita i corsisti a riconoscere le emozioni provate durante l’attività e le eventuali reazioni in ambito psicofisico

 

 

Esaminano le emozioni provate e riflettono sulle ripercussioni in ambito psicofisico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

All.n.4

L’incendio si spegne (GOLEMAN op.cit.)

 

         Una volta, quando avevo circa tredici anni, in un accesso di collera, uscii di casa gridando che non vi avrei più fatto ritorno.

         Era una bellissima giornata di estate e camminai a lungo per viali incantevoli finchè, gradualmente, la tranquillità e la bellezza che mi circondavano ebbero su di me un effetto calmante e confortante, e dopo qualche ora tornai pentito e alquanto ammorbidito.

         Da allora, quando sono in collera, se appena posso, faccio sempre così, e trovo che sia la cura migliore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIFLESSIONE

 

 

       Nell’ambito dei rapporti interazionali esiste un piano di superficie, riguardante la relazione verbale e non verbale, ciò che gli attori della comunicazione mettono in evidenza; tale piano attiene ad aspetti linguistici, pragmatici, semantici, osservabili sul piano percettivo.

       Esiste un secondo livello relativo all’ambito emozionale, invisibile ma che può interferire nelle transazioni relazionali degli attori dell’atto comunicativo.

       Tale prospettiva implica una dimensione non facilmente osservabile, ma della quale, un educatore(genitore, insegnante…) deve avere consapevolezza, per comprendere le connessioni tra le azioni viste ed osservate e ciò che non è evidente.

       Perché i genitori possano pervenire ad un rapporto empatico con i propri figli, (cioè rendersi conto delle emozioni provate nei diversi contesti e nei diversi periodi di vita) è importante che essi sviluppino la capacità ad entrare in contatto e riconoscere le proprie emozioni concentrandosi su di sé, sull’osservazione dell’ambiente esterno e sui rapporti con gli altri.

       L’approccio emotivo e socio-affettivo può diventare per i genitori mezzo e fine per uno sviluppo armonico della personalità del figlio.

       Si educa con l’affettività e all’affettività, avviando il bambino (ragazzo, adolescente) a conoscere meglio le proprie capacità e a saperle utilizzare; ad avere consapevolezza dei propri sentimenti e delle proprie emozioni, a saperli adeguatamente esprimere e all’occorrenza, controllarli.

       Conoscere le proprie emozioni, riflettere su di esse, comprendere le emozioni provate dalle persone che ci circondano, favorisce il benessere psicofisico degli individui, fin dall’infanzia, sviluppa il senso di identità e promuove l’autostima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2.Strategie per la promozione dell’AUTOSTIMA

 

 

ESERCITAZIONE  -  RIFLESSIONE

COSA FA IL FORMATORE

COSA FANNO I CORSISTI

 

Distribuisce fogli bianchi e propone il seguente compito:

-         Rappresenta con un disegno come vedi te stesso

-         Rappresenta con un disegno come pensi che gli altri ti vedano

 

Invita alla riflessione

 

 

Eseguono l’attività

 

 

 

 

 

 

Riflettono e discutono

 

 

 

RIFLESSIONE

 

     Tale attività permette una riflessione sul “concetto di sé” e sul sentimento di “autostima”

     Concetto di sé e Autostima sono interdipendenti.

     Ognuno di noi costruisce la propria autostima, cioè la valutazione positiva o negativa di sé, attraverso l’immagine mentale che abbiamo di noi stessi e che è determinata dai successi e dai fallimenti quotidiani, dal confronto con gli altri, dal rapporto con i propri canoni interiori.

     Una volta formatosi, il concetto di sé tende a resistere al cambiamento derivante da nuove esperienze  e tende a regolare molti aspetti della nostra vita.

     Una buona comprensione delle proprie capacità, delle competenze personali, permette di pervenire ad una elevata autostima.

     E’ fondamentale che i genitori riflettano sul loro ruolo per aiutare i propri figli sia nella costruzione di un  “concetto di sé” positivo che di un “sentimento di autostima” adeguato alle proprie capacità.

     Aiutare i propri figli a reagire alle frustrazioni, a rendersi conto delle proprie capacità cognitive ed emotive, a cogliere le potenzialità e le originalità possedute, permette la promozione di una  “autostima” elevata ma adeguata alle proprie capacità.