ALCAMO

Pillole di storia

Alcamo nacque durante il dominio arabo come Manzil Al Qamah, lungo la via commerciale che conduceva da Palermo a Mazara del Vallo, protetta dalle due fortezze di Bonifato e di Calatubo.

Nel XIV secolo, sotto la dominazione dei Ventimiglia, dopo il definitivo abbandono dell'abitato sul Bonifato, si sviluppò, attorno al castello protetto da una cinta muraria. Dal '400 al '700 nascono gli ordini religiosi intorno ai quali si formeranno, fuori delle mura, i nuovi quartieri. Alla fine del '600, con l'edificazione dell'imponente Chiesa del Gesù, il Piano Maggiore, che unisce la città nuova a quella vecchia, diventa il fulcro del barocco alcamese e il centro della città. Dopo l'Unità d'Italia, con la trasformazione degli edifici appartenuti agli ordini religiosi in scuole, ospedali e caserme, e con l'abbattimento delle mura di difesa, inizia l'espansione edilizia fino alle pendici del Monte Bonifato e il declino della parte antica della città. Negli ultimi anni, con il restauro dei principali monumenti il centro storico è tornato ad assumere la funzione di vero e proprio salotto cittadino.

Un mini tour per la città

A circa 50 km da Trapani, Alcamo si specchia nel blu del mar Tirreno proprio di fronte al golfo di Castellammare, in mezzo ai colli tappezzati di vigneti che dai piedi del Monte Bonifato si estendono fino al mare. La città fu patria di Cielo D'Alcamo, noto esponente della scuola poetica siciliana, vissuto alla corte palermitana di Federico II nella prima metà del XIII sec. e autore dell'opera giullaresca 'Contrasto d'Amore', (meglio conosciuto come 'Rosa fresca aulentissima') che fu in assoluto la prima opera letteraria scritta in italiano volgare. Alcamo è un vero e proprio scrigno di tesori artistici. I più importanti, a parte il castello, sono la sontuosa Basilica di Maria Santissima Assunta (la Chiesa Madre), edificata nel 1332 ma modificata e ampliata nei secoli successivi. A pianta basilicale, a tre navate divise da due file di colonne di marmo rosso proveniente dal monte Bonifato, custodisce numerose opere di notevole valore storico ed artistico come gli affreschi della volta ed altri dipinti del fiammingo Guglielmo Borremans; il bellissimo crocifisso in mistura (composizione di sostanze resinose), l'alto rilievo 'Il transito della Vergine' e una custodia in marmo con i Santi Filippo e Giacomo entrambi di Antonello Gagini, la statua di San Pietro di Giacomo Gagini.

Splendida la Chiesa dei SS. Paolo e Bartolomeo, la più alta espressione del barocco alcamese, costruita nel 1689 e sfarzosamente decorata dagli stucchi di Vincenzo e Gabriele Messina e dagli affreschi di Antonino Lo Grano. Il prospetto è stato realizzato nel 1782 su disegno di Emanuele Cardona. La Chiesa ospita pregevoli opere d'arte tra cui la tela del trapanese Giuseppe Felice 'San Pietro e San Paolo' del 1701, la 'Madonna del Miele', databile tra la fine del '300 e l'inizio del '400, il più antico dipinto che si trova ad Alcamo, attribuita a Barnaba da Modena. La Chiesa dei SS. Cosma e Damiano fu fondata intorno al 1500 ma la sua struttura attuale, realizzata dall'architetto frà Giuseppe Mariani, è del 1721. L'interno, di stile barocco, è a navata unica esagonale. Di notevole pregio sono le statue in stucco eseguite nel 1722 dallo scultore palermitano Giacomo Serpotta, e due tele del fiammingo Guglielmo Borremans.

Ma la visita della città non può esaurirsi senza una escursione alla Riserva del Bosco d'Alcamo, sul Monte Bonifato dove si trovano i resti del trecentesco Castello dei Ventimiglia. Incorporata nella cinta muraria si trova la Chiesa della Madonna dell'Alto, costruita nel '600, e sotto il Castello i resti di un'ampia cisterna di epoca araba, localmente chiamata 'Funtanazza'.

la Chiesa Madre S. Maria Assunta di Alcamo

Da Antonello Gagini a Guglielmo Borremans il Fiammingo, fino alla cappella Don Rizzo progettata da Paolo Portoghesi: la Chiesa Madre S. Maria Assunta di Alcamo, che in questi giorni celebra il quarantennale della sua elevazione a basilica pontificia, conserva un ragguardevole patrimonio artistico che abbraccia cinque secoli di storia. Un patrimonio arricchito nel tempo anche da una collezione d' arte sacra, custodita nei locali interni della chiesa, che dal 5 giugno viene proposta al pubblico con un nuovo allestimento espositivo. Il museo, diretto da Vittorio Palmeri vicario della diocesi di Trapani, è stato voluto dal nuovo arciprete Antonino Treppiedi ed è stato curato dallo storico dell' arte Maurizio Vitella, con la consulenza di Maria Concetta Di Natale e Roberto Calia, e dagli architetti Piero Artale e Mauro Calamia. Il percorso artistico si apre con il monumentale portale dell' Oratorio del Santissimo Sacramento, che incornicia un cinquecentesco Crocifisso in mistura, e si sviluppa poi lungo sei sale con dipinti, sculture, argenti, paramenti sacri. La collezione, che negli ultimi quarant' anni si è via via arricchita per iniziativa di Vincenzo Regina, storico ed arciprete di Alcamo per mezzo secolo, trasmette un profondo senso di armonia e di religioso stupore. È composta anche da opere d' arte di diverse chiese di Alcamo, ormai chiuse al culto perché inagibili, da oggetti sacri non più utilizzati per i riti liturgici dopo il Concilio Vaticano II e dagli ex voto della Madonna dei Miracoli. «Il museo della basilica Santa Maria Assunta - sottolinea Francesco Melia che a questa collezione d' arte ha dedicato una ricerca monografica - racchiude in sé il valore di recuperare, conservare e divulgare la tradizione storica, artistica e devozionale della nostra comunità». Tra le opere più antiche del museo, un affresco staccato, proveniente dalla chiesa gotica dell' Annunziata, e una Croce dipinta, entrambi del XIV secolo. E ancora, la grande tela monocroma Il ritrovamento dell' immagine della Madonna del poeta Sebastiano Bagolino. Del pittore alcamese Giuseppe Renda, allievo del Velasco alla fine del ' 700, il museo presenta la tela del SS Salvatore e il ritratto di Benedetto Mangione (olio su tela, 1793), arciprete e mecenate. Dello stesso artista, la basilica di Alcamo conserva la splendida Madonna del Lume. Ma il più importante dipinto del museo è probabilmente il ritratto di Felice Pastore, barone di Rincione (olio su tela, 1840) realizzato dal palermitano Giuseppe Patania. Il museo rimane aperto dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30. - ERNESTO DI LORENZO

 

 

Alcamo e il Castello dei Conti di Modica

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Alle falde del Monte Bonifato, all'interno del tessuto urbano di Alcamo (TP), tra piazza Castello e piazza della Repubblica, è ubicato il Castello dei Conti di Modica fatto erigere secondo una leggenda nell'827 d.C. dal capitano saraceno Adelkam. In realtà il maniero venne costruito nel 1350 dai fratelli Enrico I e Federico III Chiaromonte, che lo avevano conquistato ai Peralta, signori di Alcamo. E' molto probabile che Federico III Chiaromonte abbia iniziato la costruzione del castello erigendo la torre di nord-ovest che infatti risulta autonoma per quanto rigurda l'impianto delle scale. Nonostante sia stato più volte rimaneggiato, esso rimane la più significativa testimonianza del periodo aureo vissuto da Alcamo sotto la dinastia dei Modica.

In questo periodo potenti famiglie locali come i Peralta, Chiaromonte, Ventimiglia e Cabrera Conti di Modica lottavano tra loro per il controllo della produzione del frumento e delle grandi vie commerciali. In posizione dominante rispetto all'impianto urbano e per la sua consistenza volumetrica il maniero rivestì per secoli una funzione difensiva. La possente struttura ha forma rettangolare con quattro torri ai vertici, due delle quali rettangolari e le altre due cilindriche, tutte con copertura a botte. Per tutto il '300 le torri a pianta quadrata erano state le più frequentemente realizzate, ma verso la fine del secolo si tornò invece, ad apprezzare i vantaggi di quelle cilindriche, ossia la maggiore resistenza al lancio di proiettili.

Nella torre quadrata più alta venivano rinchiusi e torturati i prigionieri, la seconda torre circolare mostra ancora oggi uno stemma con un'aquila incoronata e la testa di Federico II o di un Peralta, la terza quadrata ospitava i locali per le sentinelle e la quarta gli alloggi per i sovrani che si trovavano di passaggio: re Martino con la regina Maria nel 1392 dopo la sconfitta dei Chiaromonte, l'infante Eleonora d'Aragona e l'imperatore Carlo V con la sua corte al ritorno dall'impresa di Tunisi del 1535 solo per citarne alcuni. Alla custodia del castello erano addetti il castellano e altri dodici compagni vincolati da un solenne giuramento.

Nel 1685 la volta del piano superiore della torre maestra crollò causando la morte di numerosi prigionieri e trascinando con sé le altre. Dopo un abbassamento di un terzo della sua altezza, negli anni ha subito numerose manomissioni e crolli causati da un cedimento delle fondamenta. Il maniero è circondato da robuste mura di cinta per evitare che il nemico durante un assedio potesse accostare alle pareti rocciose macchine da guerra ed espugnarlo facilmente.

L'edificio si sviluppa intorno ad un cortile di forma rettangolare, mentre ai lati nord, est e sud del perimetro sono addossati corpi con numerosi ambienti disposti su due livelli ed una cappella. Il castello aveva tre porte: la prima, detta segreta, a mezzogiorno dalla quale si accedeva al fossato, la seconda ad arco acuto sul fronte ovest con un portone ligneo in buono stato di conservazione. Essa fu allargata per permettere il passaggio dei carri. La terza porta dava sul piazzale a settentrione e conduceva alla scala principale che dopo il 1626 fu pavimentata in marmo rosso di Alcamo (anno di inaugurazione della cava).

Il prospetto occidentale che un tempo dava sulla cittadella è ornato di eleganti bifore incorniciate da ghiere intagliate. La costruzione della cittadella fu avviata intorno al 1379-80 da Guarniero Ventimiglia, con concessione di Federico IV, sul lato ovest del castello. Il centro era guarnito di due torri angolari rettangolari verso ovest, una delle quali, la torretta della Trinità si può ammirare in una stampa risalente al 1770 nella quale si distinguono i contorni delle mura che circondavano Alcamo. Dalla torretta le mura continuavano sino alla torre cilindrica di nord-ovest delimitando una piazza d'armi dove avveniva la rassegna della cavalleria e fanteria e venivano consumate le esecuzioni capitali.

Quando le mura furono abbattute, una serie di costruzioni private crebbero sulla piazza compreso il Teatro Comunale nel 1850, sostituito da un cinema nel 1961. I recenti lavori di restauro hanno agito sul ripristino delle merlature e di molte porte e finestre, occluse dai lavori di adattamento a carcere. Il Comune di Alcamo ha deciso che il palazzo sarà utilizzato come museo etnografico e per le realizzazione di mostre temporanee.

Un mini tour per la città

A circa 50 km da Trapani, Alcamo si specchia nel blu del mar Tirreno proprio di fronte al golfo di Castellammare, in mezzo ai colli tappezzati di vigneti che dai piedi del Monte Bonifato si estendono fino al mare. La città fu patria di Cielo D'Alcamo, noto esponente della scuola poetica siciliana, vissuto alla corte palermitana di Federico II nella prima metà del XIII sec. e autore dell'opera giullaresca 'Contrasto d'Amore', (meglio conosciuto come 'Rosa fresca aulentissima') che fu in assoluto la prima opera letteraria scritta in italiano volgare. Alcamo è un vero e proprio scrigno di tesori artistici. I più importanti, a parte il castello, sono la sontuosa Basilica di Maria Santissima Assunta (la Chiesa Madre), edificata nel 1332 ma modificata e ampliata nei secoli successivi. A pianta basilicale, a tre navate divise da due file di colonne di marmo rosso proveniente dal monte Bonifato, custodisce numerose opere di notevole valore storico ed artistico come gli affreschi della volta ed altri dipinti del fiammingo Guglielmo Borremans; il bellissimo crocifisso in mistura (composizione di sostanze resinose), l'alto rilievo 'Il transito della Vergine' e una custodia in marmo con i Santi Filippo e Giacomo entrambi di Antonello Gagini, la statua di San Pietro di Giacomo Gagini.

Splendida la Chiesa dei SS. Paolo e Bartolomeo, la più alta espressione del barocco alcamese, costruita nel 1689 e sfarzosamente decorata dagli stucchi di Vincenzo e Gabriele Messina e dagli affreschi di Antonino Lo Grano. Il prospetto è stato realizzato nel 1782 su disegno di Emanuele Cardona. La Chiesa ospita pregevoli opere d'arte tra cui la tela del trapanese Giuseppe Felice 'San Pietro e San Paolo' del 1701, la 'Madonna del Miele', databile tra la fine del '300 e l'inizio del '400, il più antico dipinto che si trova ad Alcamo, attribuita a Barnaba da Modena. La Chiesa dei SS. Cosma e Damiano fu fondata intorno al 1500 ma la sua struttura attuale, realizzata dall'architetto frà Giuseppe Mariani, è del 1721. L'interno, di stile barocco, è a navata unica esagonale. Di notevole pregio sono le statue in stucco eseguite nel 1722 dallo scultore palermitano Giacomo Serpotta, e due tele del fiammingo Guglielmo Borremans.

Ma la visita della città non può esaurirsi senza una escursione alla Riserva del Bosco d'Alcamo, sul Monte Bonifato dove si trovano i resti del trecentesco Castello dei Ventimiglia. Incorporata nella cinta muraria si trova la Chiesa della Madonna dell'Alto, costruita nel '600, e sotto il Castello i resti di un'ampia cisterna di epoca araba, localmente chiamata 'Funtanazza'.

Il Bianco d'Alcamo Doc

Alcamo è anche famosa per la produzione di un eccellente vino bianco, il Bianco D'Alcamo Doc. Delicato ed elegante, è un classico dell'enologia siciliana di qualità. Piacevole e dal profumo intenso, seduce il palato con la morbidezza e con un'invitante e fresca nota acida, che lo rendono un bianco di eccellente bevibilità. E' prodotto con uve Catarratto bianco in percentuale dall'80% al 100% ma possono concorrere anche altre uve come Damaschino, Grecanico e Trebbiano toscano per un massimo del 20%. Il colore è giallo paglierino tenue ed ha una gradazione alcolica non inferiore agli 11,5 gradi [La Strada del Bianco d'Alcamo].