Esempio di collegamenti ipertestuali:
Anna Tagliaferro
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Tabella
investimenti: |
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Investimenti |
Importi in migliaia di euro |
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1999 |
1998 |
1997 |
Beni immobili |
5.755 |
5.343 |
5.202 |
Titoli a reddito fisso |
18.470 |
17.253 |
13.985 |
Partecipazioni |
6.067 |
4.719 |
4.686 |
Mutui e prestiti |
889 |
779 |
764 |
Liquidità |
1.509 |
1.077 |
1.067 |
Totale investimenti |
32.690 |
29.171 |
25.704 |
Elenchi puntati
Elenchi numerati
Elenchi struttura
1) Antipasti
a) Gamberetti in salsa
b) Mousse di bresaola
2) Primi piatti
a) Bigoli al gorgonzola
b) Penne agli asparagi
3) Secondi piatti
i) Carne
ii) Involtini alla siciliana
iii) Coniglio alla ciociara
b) Pesce
i) Acqua dolce
ii) Barbi fritti
iii) Lucio in salsa verde
c) mare
i) Cozze fritte
ii) Sogliola all’arancia
4) Dessert
a) Strudel di mele
b) Cassata
Esempio inserimento video clip
Esempio di inserimento e posizionamento immagine
Inserire tigre da clip art
TORNANO GLI STRANIERI: L’ITALIA VA DI MODA
L’Italia va di moda e fa tendenza. I grandi flussi turistici europei, già in prenotazione per la prossima stagione, indicano un trend in crescita tra il 4 e il 5% rispetto al 1999, nei tre più importanti scacchieri, tedesco, inglese e scandinavo. Molti grandi tour operator, superata la “sindrome da Giubileo”, generata dal “panico d’affollamento”, quale turbativa delle richieste tradizionali, sono entusiasti della nuova onda lunga, che mette l’Italia al primo posto nel turismo di qualità.
La destinazione Italia. Moda, design, città d’arte, romantici angoli dell’Italia “profonda”, l’assolato Sud e le isole, sembrano avere una nuova particolare ascendenza su un flusso eterogeneo e sensibile non tutto da “grand tour”, che nel 1999 ha interessato poco meno di 19 milioni di europei, i quali hanno scelto la penisola come meta delle loro vacanze. Oltre la metà dei 36 milioni di turisti stranieri che, secondo World travel monitor, hanno visitato l’anno passato l’Italia facendola arrivare al quarto posto nel mondo, dopo Francia, Spagna e Stati Uniti nella classifica delle destinazioni e al secondo degli incassi, 31.000 milioni di dollari (62mila miliardi circa).
“Cifre che impongono una riflessione – commenta Giancarlo Abete, presidente di Federturismo-Confindustria – e che mettono l’industria dell’accoglienza e dell’ospitalità in un’ottica strategica importantissima per il Paese. Siamo incalzati nell’offerta da nazioni di “nuova entrata” e questo può crearci qualche problema. Le nostre quote sono però in continuo aumento e ciò deve spingerci a una politica di elevatissima qualità in sofisticatezza e messaggio culturale e centrata su alcuni punti fondamentali. La formazione, innanzitutto, come base di una accoglienza ricercata: per questo abbiamo chiesto il coordinamento tra università, scuole e imprese; poliedricità nell’offerta dei diversi turismi che il Paese è in grado di dare, quale asset di una diversificazione competitiva; potenziamento delle infrastrutture di accoglienza. E poi una politica di mercato dinamica e proiettata in avanti, con la riforma dell’Enit, un alleggerimento degli aggravi fiscali, un’azione sinergica tra immagine esterna e e potenzialità dell’offerta. Spendiamo in promozione turistica poco più di 30 milioni di dollari l’anno, cioè meno di un dollaro a turista, contro i 203 di Israele, i 135 della Spagna e gli 84 della Francia. Siamo solo al 28° posto nella promozione delle vaste ricchezze di cui disponiamo che, l’unico caso al mondo, abbracciano tutti i settori del turismo. E questo non lo reputo strategicamente vincente.”
I flussi dall’Europa. Ad avere un gran debole per l’Italia son soprattutto i tedeschi, che quest’anno, viste le prenotazioni, sembrano prediligere soprattutto il Sud. Nel 1999, ne sono arrivati quasi nove milioni, seguiti dai francesi (2,2 milioni), inglesi (2), austriaci (1,6) e olandesi (27mila).
Dal Regno Unito. “l’Italia ha grandi prospettive nel turismo di qualità ed è lì che dovrebbe maggiormente focalizzare le politiche programmatiche, valorizzando tutti i più sofisticati momenti della fruizione culturale, dagli itinerari culinari, alle monumentalità, ai luoghi e alle città d’arte – spiega da Londra, Martin Brackenbury, presidente dell’International tour operators association, alla quale aderisce anche l’italiana Atoi, considerato uno dei maggiori esperti europei del settore, per lunghi anni alla Thomson e oggi amministratore delegato del gruppo inglese Panorama – Certo è vero che molte volte in Italia le cose vengono lasciate accadere in modo del tutto casuale, senza che vi sia una strategia di valorizzazione ben determinata e che quindi si evidenziano le contraddizioni del settore, ma nell’up market il Paese ha molte carte da giocare. Io vedo solo un trend di crescita positivo per i prossimi anni. Molte regioni, soprattutto al Sud, sono ancora arretrate nella strutturalità dell’accoglienza. L’immagine mare ha fatto il suo tempo e non essendosi rinnovata ha altri competitor, che la incalzano a livello mondiale. Ma ci sono regioni altamente sofisticate, soprattutto nel Centro, attrezzate e in grado di offrire il meglio dell’accoglienza e verso le quali i flussi mostrano una vocazione all’aumento”.
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