Alan Sorrenti

 

 

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ARIA sento che ti sto perdendo

 

Tra i più interessanti musicisti del panorama pop italiano dei primi anni Settanta, il napoletano (di origini gallesi) Alan Sorrenti è autore tra il 1972 e il 1973 di due eccellenti album che lo pongono ai vertici della produzione indigena del periodo. Basato su una musica di non facile assimilazione e caratterizzato da un utilizzo particolare della voce, l'approccio musicale di Sorrenti provoca reazioni contrastanti da parte del pubblico nel corso delle prime, importanti esibizioni dal vivo nel 1972 (Foro Italico, Festival di Avanguardia e Nuove Tendenze). I migliori frutti artistici della sua proposta musicale sono raccolti nel 1972 con la realizzazione dell'album d'esordio Aria, lavoro di notevoli qualità nel quale Sorrenti si circonda di eccellenti musicisti tra i quali spiccano i nomi del percussionista Toni Esposito e soprattutto del noto violinista Jean Luc Ponty, musicista di estrazione jazzistica che collabora a diversi lavori di Frank Zappa (tra gli altri, il celebre Hot Rats, nel 1969). L'album è accompagnato dalla pubblicazione del singolo Vorrei Incontrarti / Un Fiume Tranquillo.

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Grazie al buon risultato di critica e pubblico ottenuto con il primo album, Sorrenti si reca a Londra dove nel febbraio / marzo del 1973 sostiene le registrazioni per il secondo lavoro a 33 giri, Come Un Vecchio Incensiere All'Alba Di Un Villaggio Deserto. Al disco partecipano ospiti di prestigio quali il pluristrumentista Francis Monkman dei Curved Air e il fiatista Dave Jackson dei Van Der Graaf Generator. Anche la pubblicazione del secondo album, nel 1973, è accompagnata da un singolo con brani tratti dal long playing: Una Luce Si Accende / A Te Che Dormi.

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Nel corso del 1973 Sorrenti partecipa a numerosi festival pop (Civitanova Marche, Nettuno Pop, Mestre, Castiglione delle Stiviere) tra i quali l'importante Be-In di Napoli (Villaggio Kennedy), con Osanna, BMS, Rovescio Della Medaglia, Garybaldi, Biglietto Per L'Inferno e tantissimi altri gruppi e musicisti del tempo. Nonostante l'impegno profuso nell'ambito della scena pop progressiva italiana (nel 1974 partecipa al festival del Parco Lambro), la vena artistica di Alan Sorrenti subisce un'improvviso calo d'ispirazione che, dopo la pubblicazione del singolo contenente l'inedita Le Tue Radici (Part I & II), trova manifestazione nel 45 giri con l'ibrida Dicitencello Vuje (sul retro Poco Più Piano) e nel terzo trentatré giri omonimo. Registrato nell'autunno del 1974, il disco propone una musica decisamente meno avventurosa, in bilico tra una vocalità ancora a tratti suadente e una struttura strumentale di stampo più tradizionale e cantautorale, anche se in assoluto non priva di spunti interessanti. Sorrenti stacca la spina per un pò, si reca in Senegal e Marocco, ma i risultati artistici non appaiono confortanti: nel 1976 il cantautore napoletano vola a San Francisco dove registra un disco patinato dal titolo malauguratamente programmatico, Sienteme, It's Time To Land, e nel 1977 la saga da classifica di Figli Delle Stelle chiude definitivamente il conto con il Sorrenti sperimentale e suggestivo del primo periodo artistico.

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ARIA (Harvest 3C064-17836, giugno 1972)

Aria / Vorrei Incontrarti / La Mia Mente / Un Fiume Tranquillo

Alan Sorrenti: v.cha. + Jean Luc Ponty: vi. / Albert Prince: pn.or.sn.me.fi. / Vittorio Nazzaro: bs.chs. / Antonio Esposito: bt.pr. / Tony Bonfils: bs. / Jean Costa: tm. / André Lajdli: tr. - Stu. Sonic, Roma; Europa Sonor, Parigi; S.E.E.D., Vallauris; RCA, Roma - Tds. Franco Patrignani - Co. Umberto e Fiorella Telesco - Prod. Corrado Bacchelli

Nell'estate del 1972 Alan Sorrenti si circonda di un manipolo di validi musicisti (tra i quali spicca la stella di Jean Luc Ponty) e realizza Aria, uno degli album più ricordati del pop italiano degli anni Settanta. I massimi risultati dell'arte del cantautore napoletano sono ottenuti con l'elaborazione dell'omonima suite che occupa l'intero primo lato del vinile. Aria è introdotta da una soffusa atmosfera di sintetizzatori e chitarre acustiche, ben presto solcata dai sorprendenti vocalizzi di Sorrenti che richiamano alla memoria il Tim Buckley del periodo più sperimentale (Starsailor). Se l'influenza dei modi vocali di Buckley appare evidente, va in ogni caso sottolineato che lo stile di Alan appare meno ferocemente sperimentale e sufficientemente personale, con altri importanti punti di riferimento che possono essere individuati nel "giramondo" Shawn Phillips e soprattutto in Peter Hammill, cantante dei Van Der Graaf Generator. La musica scorre fluida attraverso sezioni ben concatenate tra loro, grazie ai validi arrangiamenti curati dall'autore assieme al tastierista Albert Prince, con elementi folk, jazz (in particolare il notevole violino di Ponty) e fraseggi più vicini al rock progressivo impregnati di romantiche e drammatiche atmosfere gotiche prossime allo stile dei VDGG. Qualche esagerazione sul piano degli effetti vocali non pregiudica l'ottimo esito complessivo della suite, che va annoverata tra i pochi esempi di compiuto "pop" sperimentale in Italia. Il secondo lato dell'album comprende tre brani dalle caratteristiche piuttosto differenti. Vorrei Incontrarti è una bella ballata acustica dal carattere intimista. Più ostica è la successiva La Mia Mente, con parti vocali decisamente vicine a Buckley ed elaborate soluzioni strumentali, quasi una mini suite segnata da un utilizzo impressionista del mellotron, con l'interessante lavoro al piano di Prince e destabilizzanti interventi dei fiati. Molto bella anche la conclusiva Un Fiume Tranquillo che sfodera affinità con lo stile di Hammill e dei VDGG; percorsa dagli interventi della tromba di André Lajdli, la canzone adotta poi un assetto armonico più convenzionale per tracimare su un dilatato tappeto di tastiere e sintetizzatori sul quale Sorrenti colloca il definitivo tributo all'arte di Tim Buckley. valutazione: 8-

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COME UN VECCHIO INCENSIERE ALL'ALBA DI UN VILLAGGIO DESERTO (Harvest 3C064-17878, 1973)

Angelo / Serenesse / Una Luce Si Accende / Oratore / A Te Che Dormi / Come Un Vecchio Incensiere All'Alba Di Un Villaggio Deserto

Alan Sorrenti: v.cha.sn. + Francis Monkman: sn.pn.ch. / Dave Jackson: fl. / Toni Marcus: vi.vl. / Victor Bell: vc. / Mario D'Amora: pn. / Ron Mathienson: cb. / Antonio Esposito: bt.pr. - Stu. Island studios & Sound Techniques, London - Tds. Roger Mayer - Co. Umberto Telesco (foto); Bruna Fedezza (grafica) - Prod. Corrado Bacchelli

Grazie all'interesse suscitato dall'ottimo esordio di Aria, Alan Sorrenti nel febbraio del 1973 si reca a Londra dove (fino al mese di marzo) effettua le registrazioni per il secondo album, suggestivamente intitolato Come Un Vecchio Incensiere All'Alba Di Un Villaggio Deserto. Ancora una volta il cast di musicisti utilizzato è di primo piano (presenti l'ex Curved Air, Francis Monkman, e il fiatista dei VDGG, Dave Jackson) e le cinque composizioni del primo lato confermano in sostanza lo stile e le qualità del primo Sorrenti. Angelo è una ballata informale basata su un folto tappeto percussivo (Toni Esposito) e sul prezioso lavoro del piano di Mario D'Amora e del violino di Toni Marcus. In territori più vicini alla forma canzone muove Serenesse, dotata di un ricco e pregevole arrangiamento per violino e flauto (Jackson). Il violino e la viola di Marcus caratterizzano l'arrangiamento romantico di Una Luce Si Accende, brano che a tratti si fa convulso e drammatico. Il canto di Sorrenti appare meno lanciato all'inseguimento di orizzonti sperimentali, pur confermando un'espressione originale e affrancata da ammiccamenti commerciali, con accenti spesso crudi e sofferti. Ancora il flauto di Jackson compare in Oratore, composizione che presenta importanti rivolgimenti ritmico armonici con l'inserimento di un trio d'archi da camera, e rimanda di nuovo all'esempio di Buckley, questa volta riferendosi a un periodo temporale più remoto (Happy Sad, Blue Afternoon). Il primo lato si conclude con la tenue ballata di A Te Che Dormi, con la voce utilizzata intelligentemente, senza clamori e con attitudine "strumentale". Purtroppo l'omonima e lunga title track che occupa l'intera seconda facciata del disco delude almeno in parte, conseguendo risultati ben distanti da quelli della suite di Aria. Nella parte iniziale della composizione, senza la necessaria lucidità Sorrenti tenta di spingere al massimo grado la sperimentazione vocale con l'utilizzo di vocalizzi che alla lunga risultano poco convincenti e piuttosto pretenziosi, sostenuti da una struttura musicale scarsamente incisiva. Dopo ben dieci minuti, finalmente Alan riconduce il brano nell'ambito di una scrittura più sobria ed efficace, senza però offrire invenzioni in grado di scuotere e sorprendere. Da sottolineare l'ampio uso del VCS3 da parte di Monkman, che apporta anche piano e chitarra elettrica, donando i momenti di maggiore intensità creativa. valutazione: 6,5

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ALAN SORRENTI (Harvest 3C064-18059, novembre 1974)

Un Viso D'Inverno / Dicitencello Vuje / Ma Tu Mi Ascolti? / Sulla Cima Del Mondo / Poco Più Piano / Microfoni Assassini / Incrociando Il Sole

Alan Sorrenti: v.cha.ch.sn. + Mark Harris: pn.cha.sn. / Enzo Castella: cha.mn. / Nero Limone: bs.ch. / Antonio Esposito: bt.pr. - Stu. Chantalain - Tds. Jerry Hudgins - Co. Umberto Telesco (foto); Roberta Manfredi (grafica) - Prod. Michelangelo Romano, Alan Sorrenti

Ben prima del 1976 e della pubblicazione del "programmatico" Sienteme, It's Time To Land, in realtà Alan Sorrenti è già atterrato sull'arida terra di una musica che perde sensibilmente il suo carattere sperimentale e, soprattutto, inconsueto e suggestivo. Già ai tempi del terzo omonimo album registrato nell'autunno del 1974, Sorrenti svolta verso una forma canzone decisamente meno avventurosa e stimolante. Eppure anche in questo terzo album non mancano i momenti poetici e di qualità, anche se nel complesso si afferma un concetto di fare musica decisamente più convenzionale. Molto promettente, ad esempio, è l'introduzione di Un Viso D'Inverno, con sonorità liquide e soffuse, che però ben presto lascia spazio a uno sviluppo strutturale piuttosto ordinario, da tipica canzone cantautorale, anche se rimane l'originale vocalità di Alan a offrire sprazzi degni di interesse. La svolta verso una canzone dai toni normalizzati è definitivamente sancita dal recupero della celebre Dicitencello Vuje, resa in modo piuttosto ibrido. Come in buona parte del resto del disco, la proposta stenta a decollare a causa del frequente contrasto tra una musica incapace di osare come nei precedenti migliori episodi e una tendenza ancora pronunciata a esecuzioni vocali di alto livello, che supportano testi intimisti e colmi di sofferenza. Altro eloquente esempio è l'incedere piuttosto insipido della ballata Poco Più Piano, con inserti di fiati che non convincono e la voce di Alan, a tratti toccante ma troppo spesso in balia di un arrangiamento non riuscito. Sulla Cima Del Mondo conserva una musicalità rock asciutta ed efficace, a tratti un pò usuale, garantita dall'ottima prestazione vocale che mostra accenti alla Hammill. Tra gli episodi migliori va annoverata Ma Tu Mi Ascolti?, che recupera un'equa misura nell'ambito di una trama basata su chitarre acustiche e percussioni. Di livello superiore anche la tesa e drammatica Microfoni Assassini e la suggestiva conclusione di Incrociando Il Sole, caratterizzata da belle soluzioni armoniche per chitarre acustiche e pianoforte. valutazione: 6

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ALAN SORRENTI

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children of the sun ... in search of space (by Giancarlo Nanni)

pagina pubblicata il 27.06.2003