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.: DISCIPLINATHA
"A-RACCOLTA" :.
I
Disciplinatha erano un gruppo rock bolognese in attività a
cavallo degli anni '80 e '90. Un gruppo finito nel mirino
del C.P.I. e che ha vissuto una travagliata esistenza
musicale accampata su soli 3 album. Nel 1995 vide la luce
questo "A-Raccolta", un disco a tiratura limitata venduto
solo attraverso "Il Maciste" (bollettino d'informazione del
C.P.I.), che metteva in mostra la loro produzione musicale:
la prima parte infatti è dedicata ai brani composti negli
anni 80 e primi 90, la seconda parte invece è un tributo
live alle ultime produzioni della band. La parte più
interessante è sicuramente la prima … una parte acida,
schizofrenica e in controtendenza rispetto al rock italiano
dell'epoca. Il disco non dà attimi di tregua, un disco che
se fosse stato americano o inglese avrebbe raccolto su di sé
molta più attenzione e ricordiamo che le songs di questa
prima parte sono datate 1988 e 1991!!!!
L'apertura è affidata a "Addis Abeba", un brano che
introdotto da un discorso di Mussolini (cosa che all'epoca
provocò non pochi fraintendimenti tra la band e il pubblico)
mette in chiaro le direttive di questo lavoro: chitarre
acide, schizofreniche che volano a mille e voce graffiante,
quasi sommersa dalla potenza e del frastuono sonoro delle
chitarre distorte e della batteria.
"Disciplinatha canto del potere", parte con un energico
assolo che fa da opposto a un'andatura cadenzata. Il cantato
è lacerante, un inglese incomprensibile coperto dalla
violenza sonora della batteria e delle chitarre impazzite!
Chitarre che accelerano a mille nella parte finale del
disco, in pieno stile speed-metal … un pugno nello stomaco
che apre le danze a "Milizia", un altro punk-metal girato a
mille, voce sempre più graffiante, sempre più fusa alla
musica e alle traiettorie distorte e infuocate delle
chitarre. La seguente "Retorika" inizia con la sigla del TG1
accompagnata da scrosci di chitarra, lascia poi spazio
ancora all'acidità di queste chitarre che però diventano più
dichiaratamente punk!
Non c'è respiro che subito piomba "Leopoli", un magnifico
manifesto rock di marca industriale, metallico e con una
intro devastante … sparita la velocità, ora la potenza è nel
suono massiccio e nel cantato rabbioso, il brano è avvolto
in una eco che pare portarci dentro questa pesante factory
sonora. Di questa prima parte del disco, va segnalata anche
"Tu meriti …" un brano a due facce che nella seconda parte
abbandona l'energia per proporre un blues elettrificato dove
questa volta la voce è ben comprensibile prima che parta il
solito schizofrenico assolo di chitarra.
In "Nazioni" ancora una volta assistiamo a una intro
industriale prima che partano a mille le chitarre. Un brano
interessante per la ripartizione europea che viene fatta nel
testo ("ordine teutonico, sacra corona unita, ducati
socialisti, canati del cirillico", un modo insano di
raccontare l'Europa dell'epoca … un brano inverosimile tra
batteria martellante e una citazione pinkfloydiana urlata da
Valeria Cevolani … un pezzo incredibile, variopinto ed
eclettico. "Crisi di valori" è invece la gemma del disco:
intro industriale e partenza a mille di un techno-metal che
nulla ha da invidiare ai primi Fear Factory. E' una frase
campionata del Papa ("una preoccupante crisi di valori") ad
aprire le danze techno-metal con la batteria elettronica e
le chitarre impazzite che assecondano le urla deliranti di
Cristiano Santini e Valeria Cevolani. Un brano trascinante,
un testo poco ottimista ma che a distanza di 13 anni si è
rivelato premonitore.
La seconda parte del disco è (come detto) una raccolta live
di alcuni brani tratti dal disco "Un mondo nuovo", brani che
perdono dell'impatto in versione studio a parte "East and
side" e "Ultima fatica" che raggiungono una maggiore energia
dato l'uso più denso delle chitarre.
Tirando le somme "A-Raccolta" oltre che essere un disco
mitico per il suo essere introvabile in commercio, diviene
un grande testamento di una delle band più
anarchicheapolitiche e controtendenza del panorama rock
italiano, una band purtroppo discioltasi alcuni anni fa. Una
band coraggiosa che aveva ancora molto da esprimere e da
dire, una band che sarebbe divenuta (quasi sicuramente) una
dei nomi di punta del panorama alternativo italiano.
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