LA SUDDIVISIONE DEL TESTO IN UNITA' SINTAGMATICHE

Trattare un testo musicale come un testo letterario, e quindi trovare un significato, un significante e poterlo dividere in unità sintagmatiche minori? Sicuramente possibile. Questo fa si che la musica si possa ritenere un linguaggio con delle regole ben precise.

Nel leggere un brano di Vittorio Vinay (che ho riportato, in parte, qui di seguito) mi sono interessato soprattutto dell'accurata analisi che l'autore ha fatto sulle ripetizione nel contesto musicale.
Considero infatti basilare all'interno di uno studio delle simmetrie parlare di ripetizioni, uno dei tanti modi di esprimersi della musica (basti pensare alle progressioni) tra l'altro molto frequente.  

"Come ci ricorda Todorov (1966 [1969:233])in ogni opera esiste una tendenza alla ripetizione, indipendentemente dal fatto che essa riguardi l'azione, i personaggi, o dettagli della descrizione. Questa legge della ripetizione, la cui estensione supera ampiamente l'opera letteraria, si precisa in più forme particolari che portano lo stesso nome (non senza motivo) di certe figure retoriche."

Anche il discorso  musicale si caratterizza per la sistematica di quella particolare figura retorica rubricata in termini di simmetria, la quale si riconosce per la presenza, in un determinato contesto sintagmatico, di figure che si ripetono in modo evidente assolvendo, in tal modo, a due fondamentali funzioni formali: delimitativa e costitutiva, funzioni che la tradizione riteneva essenziali per la "buona composizione" e il cui studio era di pertinenza della periodologia cioè la scienza che ha per oggetto la simmetria [sia] ritmica [e che] insegna il modo di unire le singole frasi in un periodo completo.

Nella composizione musicale devesi aver riguardo oltre all'intrinseca relazione delle frasi da unirsi, anche a punti seguenti, che riguardano la loro forma esteriore: 1) all'interpunzione, o sia formula finale d'un membro periodico ch'esprime un senso perfetto, producendo il massimo o minor grado di riposo....2)
Alla qualità ritmica, ovvero al numero delle battute [=misure] comprese nella parte melodica, come pure alla così detta quadratura, o sia numero somigliante dei membri della misura di tre, quattro, cinque ecc... 3) Alla qualità logica, cioè, a quello che richiedesi a produrre un senso perfetto; lo che deve essere egualmente osservato null'unione di due melodie, acciò sembrino nella forma esteriore una sola.

Le figure si analizzano sia in funzione delle loro caratteristiche ritmiche (in quanto elementi costitutivi di fenomeni melodici) sia in funzione delle peculiarità armoniche (in quanto elementi costitutivi di amalgami accordali).
Ogni caratteristica individuata sul piano melodico o su quello armonico costituisce una marca distintiva pertinente all'asse delle categorie melodiche o a quello delle categorie armoniche.

La ripetizione rappresenta la modalità più immediata in cui si attualizza un procedimento simmetrico e ci permette di individuare quei punti di confine indispensabili alla scomposizione di un testo in porzioni di dimensioni ridotte che definiamo, genericamente, UNITA' SINTAGMATICHE.

Ogni unità sintagmatiche può a sua volta essere segmentata in unità più piccole fino all'individuazione di nuclei non ulteriormente scomponibili.
La topicalizzazione (ovvero la collocazione degli eventi sonori lungo l'asse diacronico scandito dalla griglia metrica) delle diverse unità sintagmatiche attiva un processo di gerarchizzazione delle stesse che, assumendo il modulo metrico in termini di unità di misura, determina i diversi livelli di articolazione frastica: dal modulo metrico alla proposizione, alla frase, fino al doppio periodo.

Nel testo musicale la ripetizione è costituita dalla replica di un insieme solidale di marche distintive in luoghi testuali successivi (unità sintagmatica conseguente) a quelli in cui lo stesso insieme si è presentato in precedenza (unità sintagmatica antecedente).Per comodità espositiva definiamo ANAFORIZZATO l'unità sintagmatica antecedente e ANAFORIZZANTE l'unità sintagmatica conseguente. 

Analisi delle ripetizioni

Classi tipologiche

Le ripetizioni sono tipologicamente ascrivibili a due classi fondamentali: la RIPETIZIONE LETTERALE e la RIPETIZIONE per PARALLELISMO. 

La ripetizione letterale - L'elemento distintivo per la collocazione delle ripetizioni in una delle due classi è costituito dall'identità riscontrabile nell'anaforizzato e nell'anaforizzante delle marche cardinali individuate su entrambi gli assi delle categorie melodiche (RM e INT(cnt)) e armoniche (RA e SNT(cnt)). Le unità sintagmatiche illustrate nel seguente esempio presentano un anaforizzante e un anaforizzato caratterizzati dall'identità delle marche cardinali.     (esempio1) 

Distinguiamo allora tra ripetizione letterale integrale e ripetizione letterale per gradazione.Nella prima è riconoscibile l'identità di tutte le marche (cardinali e complementari), mentre nella seconda si verifica una variazione nelle marche complementari, marche che definiscono il tipo di gradazione. 

MEMO.  La gradazione è una figura retorica che consiste nel presentare due sequenze delle quali la seconda dice qualcosa di più o qualcosa di meno della precedente. Noi utilizziamo il termine nel suo significato letterale di situazione che ne replica un'altra presentando varianti che non ne modificano il nucleo portante.

Gli esempi che seguono mostrano tre diversi tipi di gradazione definiti, appunto, in base alle variazioni individuate dall'analisi delle marche complementari.
Nel primo esempio (2) la variazione consiste nella scelta di un diverso TN(cnt), nel secondo (3) la figura melodica collocata nel registro (V) è replicata nel registro (IV). L'ultimo esempio (4) mostra un'altra possibilità: la variazione testuale dell'accordo.

Tale variazione consiste nell'attualizzazione di alcune ST(cst) pertinenti all'accordo ma non presenti nell'anaforizzato.
Il raddoppio del DO4 all'ottava superiore,a ms 9, produce un effetto di portata puramente percettiva, poiché modifica l'ordito dell'accordo anaforizzato utilizzando proprietà specifiche dello strumento che lo attualizza.
Per questa specificità classificheremo tutti i fenomeni di questo tipo in termini di ripetizioni per gradazione testurale determinate da modifiche dei gradienti strumentali.   (esempio2)  (esempio3) (esempio4) 

La ripetizione per parallelismo - E' caratterizzata da un contrasto radicale riscontrabile nell'analisi delle marche cardinali relative o all'asse delle categorie melodiche o a quello delle categorie armoniche.
Si verifica quindi un fenomeno di disgiunzione che coinvolge le marche cardinali, fenomeno che definisce il tipo di parallelismo. (esempio5)

 La ripetizione per antitesi - Il termine antitesi - la cui radice etimologica è costituita  dalla preposizione greca ANTI (che significare "posare") - rinvia, in prima istanza, a situazioni testuali caratterizzate da una generalizzata opposizione riscontrabile nell'analisi delle marche distintive.
Tuttavia, accogliendo un fruttuoso suggerimento di Todorov, secondo cui la ripetizione si precisa in più forme particolari che portano lo stesso nome (non senza motivo) di certe figure retoriche.

Una di queste forme è ad esempio l'antitesi, contrasto che presuppone, per essere percepito, una parte identica in ciascuno dei due termini, non possiamo sorvolare sul fatto che, se nelle ripetizioni per parallelismo si riscontrano opposizioni radicali nelle marche cardinali relative a uno dei due assi categoriali (asse melodico o asse armonico) nelle antitesi, in cui le opposizioni devono coinvolgere le marche pertinenti a entrambi gli assi categoriali, vi è pur sempre una marca cardinale che rimane costante.

Per descrivere un fenomeno di anaforizzazione nella classe delle ripetizioni per parallelismo dobbiamo verificare che una maggioranza di marche cardinali, appartenenti ai due assi categoriali sia caratterizzata da identità, in modo tale che la marca contrastante definisca la disgiunzione, mentre nell'antitesi dobbiamo verificare che nella maggioranza di marche cardinali caratterizzate da contrasto, appartenenti ai due assi, ve ne sia uno da assumersi in termini di costante.

Se nel parallelismo è l'aspetto contrastante a qualificare la disgiunzione, nell'antitesi è l'aspetto non contrastante che qualifica la costante. Il seguente esempio (6) mostra un'antitesi a costante ritmica caratterizzata da retrogradazione dei RS.  (esempio6)