Verso la fine del sistema modale…
Verso la fine del sistema modale…

Inserimento di suoni estranei alle scale diatoniche
Il primo suono “estraneo” introdotto nel sistema modale è il si bemolle, utilizzato al posto del si naturale per evitare il tritono fa-si.
L’uso del si bemolle, dapprima accidentale, tende man mano a stabilizzarsi nel I e nel V modo. Queste due scale modali vengono a identificarsi così con nel nostre scale minori e maggiori.

Altra “infrazione” fondamentale al sistema diatonico è l’
innalzamento di un semitono della nota precedente la finalis (ossia la sensibilizzazione del VII grado).

Perdita di importanza della differenza tra scale autentiche e plagali
Con l’affermarsi del contrappunto a più di due voci, l’estensione complessiva delle parti non consente più la semplice differenziazione di tessitura tra due modi paralleli.
Inoltre in un sistema polifonico elaborato
la differenza tra le repercussio perde importanza a favore dell’unicità della finalis, che pian piano va conferendo al brano un carattere tonale.

Importanza dell’altezza assoluta dei suoni
Il sistema modale, basato su schemi formali, non è influenzato dall’altezza assoluta dei suoni.
Con l’affermarsi dei sistemi di accordatura, il problema delle altezze assolute diventa rilevante, soprattutto in campo pratico (ad esempio per l’accompagnamento vocale).
Il sistema modale viene quindi pian piano “trasportato” in scale in cui è importante l’altezza assoluta della finalis.
Questa trasposizione implica la perdita del di atonismo e quindi del sistema modale stesso.

Importanza del piano verticale
Nelle composizioni polifoniche, il contrappunto tende sempre più a essere regolato non solo da regole che determinano il carattere “orizzontale” del brano (ossia la conduzione delle singole parti prese ciascuna per se stessa) ma anche da norme “verticali”.
Troviamo così per esempio delle triadi nei tempi forti.
Viene così a essere teorizzato il concetto di accordo e di conseguenza quello di tonalità.

Verso la nascita della tonalità…

Polarizzazione del sistema modale su due soli modi
Pian piano tutti i modi tendono ad uniformarsi a due scale-tipo, corrispondenti alla scala maggiore e a quella minore tonali.
Il sistema modale subisce una lenta metamorfosi: non è più costituito da 8 modi distinti ma da un sistema oscillante tra i due poli M e m.
Queste oscillazioni si faranno sempre più piccole, fino ad annullarsi.
Si arriva dunque a un sistema bipolare M/m: il sistema tonale.

Introduzione della cadenza
Acquistano sempre più importanza il V grado e, per attrazione, il IV. La progressione IV-V- I viene sempre più usata nella conclusione di una sezione.
Parallelamente a questo fenomeno abbiamo la sensibilizzazione del VII grado che va al I.
L’unione di questi due fenomeni altro non è che la cadenza perfetta, perno fondamentale del sistema tonale.

Introduzione del concetto di accordo
Nelle composizioni polifoniche viene data sempre più importanza alla dimensione verticale.
Viene introdotto il concetto di triade e vengono codificati i suoi rivolti.
La teoria dei rivolti permette anche di teorizzare la differenza tra
basso armonico ( la fondamentale dell’accordo) e basso melodico (la nota del basso).
Il brano polifonico non viene più costruito a partire dalla voce del tenore secondo logiche di contrappunto orizzontale, ma a partire dalla voce del basso secondo criteri armonici.

Modulazione
Grazie alla presenza di suoni estranei alle scale diatoniche, spesso il modo di impianto viene modificato.
Frequente è il passaggio alla quinta.
Dapprima questo passaggio visto nell’ottica del sistema satellite, ma poi la scala sulla quinta tende ad assumere sempre più un carattere autonomo.
Vengono così gettate le basi per il concetto di modulazione.

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