Il riemergere della modalità nell’Ottocento e nel Novecento
Il riemergere della modalità nell’Ottocento e nel Novecento

Dopo la grande stagione della musica tonale, a partire dall’Ottocento, la modalità ricompare nella tradizione musicale occidentale.
 
All’inizio si tratta semplicemente dell’esplicarsi in musica dell’amore tutto romantico per il Medio Evo e l’antichità classica.
 
Un esempio tipico di questa “moda” è il III tempo del quartetto op. 132 di Beethoven, la Canzona di ringraziamento… in modo lidio. (1824-25).
In questo pezzo troviamo più una ricerca di sonorità arcaicizzanti che una vera e propria ripresa del sistema modale. Infatti non viene quasi mai usato il tritono, tipico del modo lidio, né viene applicata in modo intensivo la tipica triade minore sul VII grado.
Il solo utilizzo del si bequadro al posto del si bemolle riesce ad assicurare una vaga atmosfera modale e a celare la tonalità d’impianto (Fa maggiore), ma un’analisi non superficiale mostra la natura profondamente tonale della Canzona.
 
Anche la Chanson du roi de Thulé, dal Faust di Gounod (1959) utilizza elementi modali per creare un’atmosfera arcaicizzante. Anche in questo caso l’elemento modale è però chiuso nei vincoli di un sistema tonale.

Gounod

A volte si parla di sistema modale semplicemente perché il sistema tonale non è in grado di spiegare coerentemente il discorso musicale.
Esempio tipico di questo fenomeno è Chopin.
Spessissimo nei suoi brani le funzioni tonali sono oscure: mancanza quasi assoluta di passaggi V – I, triadi enfatizzate sui gradi deboli, annullamento della sensibile.
Giusto a titolo esemplificativo, consideriamo la Mazurca op. 24 n. 2: il brano (in un ipotetico la minore) inizia con cinquantasei battute consecutive senza una sola alterazione.

Chopin

Verso la metà dell’Ottocento, il sistema modale si arricchisce: accanto ai tradizionali modi classici e gregoriani vengono pian piano a inserirsi scale modali etniche, che costituiscono un nuovo materiale per i compositori.
 
Un esempio di utilizzo di modi etnici è la Sonata in Si minore di Liszt (1852-53). Fin dall’inizio vengono presentate scale derivate sia da modi liturgici sia da modi popolari ungheresi e zigani, modi che costituiranno l’ossatura di tutta la composizione.
 
Questo fenomeno è tipico della musica russa (o comunque dell’Europa dell’Est), che fortemente influenzata dai modi tipici della tradizione ortodossa e dalla musica popolare.
 
La celeberrima Promenade dei “Quadri di un’esposizione” di Moussorgsky ne è un esempio.
Innanzitutto, la melodia pentatonica viene accompagnata da accordi che sottolineano i gradi VI, V, III. In secondo luogo, l’improvviso utilizzo del V del V (quinto grado del quinto grado della tonalità fondamentale) conferisce al brano una sfumatura lidia.

Moussorgsky Altro esempio è la Marcia dello Schiaccianoci di Tchaikovskij.
Si tratta di un pezzo che oscilla tra sol maggiore e mi minore. Il brano infatti inizia e finisce con un accordo di sol maggiore ma è frequentissima la triade di mi minore (soprattutto nelle cadenze sospese). La sezione centrale inoltre è tutta basata su un pedale di mi.

Tchaikovskij

Come ultimo esempio, citiamo il celeberrimo inizio dell’ultimo tempo della Nona Sinfonia di Dvorák, dove l’uso sistematico del settimo grado non innalzato provoca un annullamento dell’armonia di dominante.

Dvorák

Verso la fine dell’Ottocento, con l’avvento del cromatismo wagneriano e la crisi del sistema tonale, il sistema modale viene pensato non più come immerso in un universo tonale ma come un’alternativa a quest’ultimo.
 
Un esempio rappresentativo di questa tendenza è Debussy.
Nel Martyre de Saint-Sébastien per esempio è frequente il ricorso a modi ecclesiastici. Ora, questi modi non vengono più usati semplicemente per creare del “colore”, ma diventano un vero e proprio mezzo compositivo e stilistico.
Più evidente ancora è l’utilizzo dei modi tipici della musica giavanese, il pelog e lo slendro, che possono essere visti come una specie di modo pentafonico.
Un esempio tipico è Pagodes, il primo pezzo di Estampes per Pianoforte (1903).

Debussy - Pagodes

Un altro esempio è Voiles, il numero due del primo libro dei Préludus (1910).

Debussy - Voiles

Col passare del tempo il modalismo viene visto da alcuni compositori come la vera alternativa al sistema tonale. Si tratta però di un modalismo che nulla ha più a che fare con il sistema modale classico o medievale, come per esempio il sistema modale di Messiaen, fondato sulla scala cromatica.

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