Storia

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Il gruppo Indians Cento nasce ufficialmente nei primi anni 80 durante gli anni della serie C.Già da allora esistevano da alcuni anni altri gruppi ultras : Commando Ultrà , Gruppo Ceres , i Ribelli , e le Fedelissime.Lo striscione Indians ha visto molti scontri e molte battaglie sugli spalti.Dopo la storica promozione in serie C1 nel 1985/86 il gruppo fu nel suo momento migliore della sua storia,ricordiamo le trasferte in massa nella tanta odiata Ferrara,Mantova,Reggio Emilia,Padova,Ancona,Vicenza e molte altre ancora.I derby in casa contro la Spal furono il massimo e in queste occasioni lo stadio di Cento superò le oltre 5000 presenze sugli spalti e la mitica curva Nord era sempre piena.Purtroppo per motivi societari e sportivi nella stagione 1996/97 venne la fatidica retrocessione nell'anonimato dei Dilettanti ed addirittura nella stagione 1999/2000 la Centese sprofondò in Promozione che grazie a queste delusioni portarono ad un eccessivo e repentino abbandono del tifo ed il propagarsi diminuire di persone allo stadio.

   Amicizie

Naturalmente gli Ultras del Bologna

Gioventu' Brianzola Monza

Ultras Castel San Pietro

 

Rivalità

Naturalmente tutti i gruppi Ultras della Spal

Reggiana

Cesena

Modena

Carpi

Suzzara

Varese

Triestina

 

 

La storia della Centese Calcio

LA NASCITA DEL CALCIO A CENTO

Dal mitico "Spallone alla serie B"

Il gioco del calcio a livello nazionale non ha, come tutti sappiamo, radici ultra secolari ricordiamo infatti che la Società più vecchia è il GENOA fondata per merito degli inglesi nel 1893. Pure a Cento il calcio, nonostante sia lo sport più atavico, non ha origini "centenarie". Bisognerà attendere il 2013 per festeggiare il primo secolo di vita. L'attuale Centese Calcio è sorta infatti nel 1913 (nella foto a destra una delle prime formazioni). Chiaramente non si può parlare di organizzazione sportiva vera e propria, in quel periodo, ma di un gruppo di appassionati che si cimentava ai piedi dell'argine del Reno: il mitico "Spallone". Seguendo l'espansione assai rapida che aveva il football in quei decenni di inizio secolo anche a Cento ci si organizza fondando il "Dopolavoro Sportivo Centese" che si iscrive e partecipa ai Tornei di terza. Siamo nel 1925/26 quando addirittura la formazione Centese fu accoppiata o meglio sorteggiata in Coppa Italia contro niente di meno che la Juventus F.C. Quella gara ufficiale, rimasta storica, finì 11 a 1 per i bianconeri, "zizi" Malaguti fu l'unico Centese a forgiarsi dell'onore di aver battuto il famosissimo Combi. Passano gli anni (dal terzo al quarto decennio) cambiano gli uomini ma non la categoria. Il 25/9/1938 registriamo un Centese - Casumaro, 8 a 1. Scoppia la seconda guerra mondiale ma la Centese non si ferma anzi inizia proprio in quel periodo 1'escalation che culminerà con la promozione in Serie B. Non più un gruppo di dopolavoristi appassionati ma una società vera e propria capitanata, dal Presidente Sig. Giuseppe Govoni insieme ai Sig. Calisto Govoni ed Enzo Barbieri, chiamata Società Polisportiva Centese.
Nel 1946/47 la Centese partecipa alla Serie C - girone emiliano - insieme al Guastalla, Copparo, Correggio, Bondeno, Crevalcore, Paffna V., Carpi, Finale, Panigale, Conselice, Mirandola, Gonzaga, Amatori Bologna. Agli ordini dell'allenatore ungherese Lelovich la Centese in formazione tipo si presenta con: Longhi (Bertuzzi) - Natalini - Gamberini - Tartarini - Tassinari - Cavara - Fabbri - Verzelloni - Nardi - Bisotti - Berlese. Dopo aver spadroneggiato nel girone eliminatorio la Centese si aggiudica il girone della fase finale che la vedevano contrapposta al Gubbio, Grosseto, Massese, Macerata e Civitacastellana, guadagnandosi la promozione in Serie "B" e registrando cosi la più bella impresa tuttora irripetuta della sua storia (nella foto in alto a sinistra la formazione vincitrice del campionato di serie C nel 1947).

Dal successo al declino 1947 - 1971

Nel Torneo successivo 1947/48 cambia il timoniere, da Lelovich si passa a Szalay anch'egli ungherese ed alcuni giocatori (Giambattista Fabbri per esempio, passa al Modena) il campionato cadetto è una vera sofferenza, la Centese pur con tanta volontà ed impegno termina ultima. La classifica finale vede il Padova a punti 51, Verona 46, Spal 43, Venezia 40, Reggiana 39, Cremonese, Parma e Prato 38, Piacenza 36, Mantova 35, Udinese 33, Bolzano 31, Treviso 30, Pistoiese 27, Pro Gorizia 23, Carrarese 22, Suzzara 20, Centese 20.
Resterà tuttavia l'orgoglio di aver iscritto a caratteri cubitali ed incancellabili il nome della città di Cento negli annali storici del calcio italiano, quello "vero" di serie A e B (nella foto accanto la formazione centese partecipante al campionato di Serie B).

Si ritorna pertanto in C nel 1948/49 imboccando un lento declino. Lasciano i Govoni (i dirigenti della promozione) si scende sempre più di categoria: dopo la C si va in serie D all'inizio degli anni cinquanta. La società attraversa una crisi economica non indifferente e cercando di appoggiarsi a qualche "sponsor" cambia addirittura denominazione, diventando Pro-Calcio Pastificio Barbieri. Possiamo notare come già a quei tempi lo sport sopravvivesse con l'aiuto degli interventi pubblicitari. Successivamente il calcio Centese, dopo aver conosciuto tanta gloria, attraversa in sostanza due decenni 1952/1972 di puro dilettantismo. La conduzione della Società passa attraverso personaggi animati da tanto impegno ed amore per lo sport: Renato Bergonzoni, Adrasto Bonora, Francesco Dinelli per citarne alcuni senza voler dimenticarne altri, ma non aiutati da grosse forze economiche, a livello di risultati sportivi ci si deve accontentare ma, si deve sottolineare che l'impegno di questi personaggi ha tenuto in vita il calcio a Cento in un periodo di scarso interesse.

Si passa infine alla dirigenza del defunto Biagio Govoni, nota figura sportiva di Cento, il quale con molta lungimiranza e scaltrezza curava con particolare attenzione il Settore Giovanile dal quale attingevano le grosse società di tutta Italia, ma, non curava altrettanto la prima squadra costretta a vegetare tra la terza e la seconda categoria.

Solo nel 1965/66 la Centese rivince un campionato: quello di seconda categoria disputato con giocatori tutti locali guidati dal tecnico Antonio Parmeggiani pure lui di Cento. Mancando purtroppo i sostegni economici per affrontare la prima categoria la società si vide costretta a rinunciare alla promozione. Si continuò pertanto in seconda scendendo successivamente in terza categoria: l'ultimo gradino, dei dilettanti! Si arriva finalmente al 1972 quanto la Centese rinasce grazie ad un gruppo di amici che decise di tentare una vera e propria avventura.

1972 - 1982 DALLA TERZA CATEGORIA ALLE SOGLIE DEL PROFESSIONISMO

La nuova società

Nell'estate del 1972 un gruppo di centesi, accomunati dalla medesima passione per il calcio e dalla volontà di riscattare il sodalizio biancazzurro dall'anonimato in cui era venuto a trovarsi, decidono di rilevare quel poco che resta della vecchia società. Nasce così la nuova Centese, destinata a raccogliere 1'eredità di una società dal passato, illustre, che aveva saputo scrivere anche pagine importanti, ma che poi, stretta dalla morsa di una crisi profonda, era precipitata via via sempre più in basso, fin quasi a scomparire nel nulla. Il compito che attende il nuovo Consiglio appena formato (una quindicina di persone) e in particolare il neo presidente, Vincenzo Alessio, non è dei più semplici. Si tratta, infatti, di ricominciare tutto da capo. E in effetti la Centese riparte da zero, dalla Terza Categoria dilettantistica. A conferma della bontà dell'opera di ristrutturazione svolta, i risultati sono immediati: in due sole stagioni la Centese sale dalla Terza alla Prima Categoria. Ed è proprio al termine del primo campionato di Prima Categoria, nel giugno 1975, che avviene un fondamentale mutamento nella struttura della società biancazzurra.

Viene presa infatti l'importane decisione di trasformare il vecchio sodalizio in Società per Azioni, una scelta di gestione moderna, addirittura d'avanguardia per quei tempi. Si tratta in effetti di uno dei primi esempi in campo nazionale, se non il primo in assoluto, per ciò che riguarda il settore dilettantistico. Oltre alla denominazione ufficiale (che da "A.C. Centese" diviene "Centese Calcio S.p.A."), era già cambiata net 1974 anche la presidenza della società: nuovo presidente: Gianni Fava, che resterà in carica per ben 15 anni, fino al giugno 1989.

 

I Campionati 1972 -1982

La storia della nuova Centese, uscita dalla "rifondazione" dell'estate 1972, inizia dal gradino più basso della gerarchia calcistica, la Terza categoria dilettantistica. La stagione 1972-73: le sue compagne d'avventura si chiamano Alberone, Bevilacqua, Casumaro, Sant'Agostino, San Carlo, Scortichino, Medolla, Massa Finalese e Caselle, località tutte del circondario centese, nomi che oggi richiamano alla mente un'epoca ormai lontana. La squadra biancazzurra, allenata da Parmeggiani, (nella foto a destra) termina il campionato al primo posto, a pari punti con il Casumaro. Lo spareggio decisivo si disputa a Finale Emilia: la Centese se lo aggiudica con il punteggio di 1- 0 e conquista così la promozione. II primo passo sulla strada della rinascita è compiuto. La stagione successiva, 1973-74, in Seconda Categoria, la Centese (foto a sinistra) rientra nel girone ferrarese, assierne ad Ariano Estense, Bosco Mesola, Casumaro, Dogato, Gualdo, Lagosanto, Masi Torello, Massese, Roese, Sant'Agostino, San Bartolomeo, Gavello e Decima. Anche questa volta l’epilogo è caratterizzato da uno spareggio: Centese e Gavello, che hanno chiuso il torneo appaiate al primo posto, si affrontano, sempre a Finale Emilia, per stabilire chi delle due potrà accedere alla categoria superiore. I ragazzi di Parmeggiani si impongono per 4 - 2, centrando così la seconda promozione consecutiva. In Prima Categoria il cerchio si allarga ed iniziano le prime difficoltà. Gli avversari di quegli anni appartengono alle province di Bologna (Castel San Pietro, Medicina, Molinella, Panigal, Pianoro, Sasso Marconi, Turris Romea, Persicetana, Savena, Anzola, Castelmaggiore), di Ferrara (Bondenese, Codigoro, Copparese, Dodici Morelli, Goro, Mesola, Voghiera, Masi Torello, Comacchio) e di Ravenna (Savarna). Per due stagioni la Centese deve accontentarsi del secondo posto, nel 1974-75 dietro il Molinella, nel 1975-76 alle spalle della Copparese. Ma al terzo tentativo, nella stagione 1976-77, la squadra biancazzurra (foto a destra) , allenata da Guarnieri, riesce a fare centro, e nella maniera più trionfale. Un girone d'andata di tutte vittorie, impresa straordinaria e probabilmente irripetibile, proietta i biancazzurri virtualmente in Promozione con diversi mesi di anticipo. E così sarà, in effetti: al termine di un campionato memorabile, la vittoria arriva puntuale.

Il campionato di Promozione 1977-78 vede la Centese inserita in un girone insolito, geograficamente orientato a nord-ovest: vi sono squadre delle province di Bologna (Crevalcore), di Modena (Finale Emilia, Mirandolese, Vignolese), ma anche e soprattutto delle province di Reggio Emilia (Brescello, Correggese, Reggiolo), di Parma (Felino, Noceto, San Secondo, Valtarese) e di Mantova (Gazoldo, Gonzaga, Pegognaga, Viadanese). A vincere è proprio una formazione mantovana, la Viadanese. Il piazzamento finale della Centese, settimo posto, è il meno brillante di questo primo scorcio di storia biancazzurra. E’ lo scotto, peraltro prevedibile, che si deve pagare all'inesperienza, in un universo completamente nuovo. Gli anni successivi, tuttavia, prese le misure con la nuova realtà, le cose andranno decisamente meglio, anche perché si tornerà ad una collocazione geografica più tradizionale. Nel girone della Centese torneranno a comparire, infatti, soltanto squadre bolognesi (Anzola, Casalecchio, Crevalcore, Minerbio, Saveniazzaro, poi divenuta semplicemente San Lazzaro), ferraresi (Argentana, Copparese, Portuense, Bondenese, Sant'Agostino) e modenesi (Finale Emilia, Formigine, Mirandolese, Vignolese, Athletic Carpi, San Felice, Sassuolo), oltre alla Correggese. Nella stagione 1978-79 la Centese si piazza al terzo posto, a passare è la Mirandolese. Ma la stagione successiva, 1979-80, ancora una volta al terzo tentativo, arriva la promozione. Anche in questo caso a sancirla sono gli spareggi. L'aver chiuso al primo posto il proprio campionato, infatti, non basta alla squadra biancazzurra, allenata da Novelli, che deve affrontare in un durissimo spareggio a tre le vincitrici degli altri due gironi della Promozione emiliana: in palio l'unico posto disponibile per la Serie D. Vinto il primo spareggio contro il Sant'Arcangelo 3-2 ad Imola), la Centese si gioca tutto contro lo IAG Goito, a Modena. Il verdetto del campo è sfavorevole (0-2), ma la delusione in casa biancazzurra sarà di breve durata: la Centese di li a poco verrà infatti ammessa ugualmente alla Serie D.

L'esordio nel calcio semiprofessionistico, nella stagione 1980-81, pone la Centese in un'orbita del tutto nuova. Fra le sue avversarie, oltre a compagini emiliane (Imola, Carpi, Mirandolese, Fidenza) e mantovane (junior Goitese, Viadanese), compaiono per la prima volta formazioni venete (Abano Terme, Chievo, Sommacampagna), romagnole (Russi, Forlimpopoli, Riccione) e marchigiane (Falconarese, Jesi, Vigor Senigallia, Elpidiense, Fermana). Soprattutto in trasferta, sui campi di gara corriincia a fare caldo ... La squadra biancazzurra ha confermato, rispetto all'anno precedente, il blocco difensivo imperniato sul libero Codeluppi e sui fratelli Gino e Franco Vaccari, affiancando a Mauro Cavicchi uno stopper di esperienza come Lievore ed inserendo fra i pali un nuovo portiere, Frignani. A centrocampo, accanto agli uornini-guida Ferioli e Galuppi, Novelli può contare sugli innesti di Amadori e Ginesi. Il torneo si conclude, per la Centese, con un dignitoso settimo posto; ad essere promosse sono Senigallia e Jesi.

L'anno dopo la Serie D cambia nome e sostanza: prende la denominazione di campionato Interregionate. Inoltre il semiprofessionismo non esiste più ed ora l'Interregionale rappresenta il vertice del calcio dilettantistico, l'anticamera, in pratica, del professionismo. In questa stagione 1981-82, in cui si festeggia il decennale del sodalizio biancazzurro, la Centese è inserita in un girone essenzialmente emifiano-romagnolo. Rispetto all'anno precedente, non vi sono più le squadre marchigiane; al loro posto compaiono per la prima volta Suzzara, Sassuolo, Ravenna e Cesenatico. Anche le tre formazioni venete sono cambiate: ora vi sono Adriese, Contarina e Rovigo. L'organico biancazzurro si è rinforzato con gli arrivi di Venè e Bramini a centrocampo e di Melucci in attacco. Quest'ultimo, in coppia con Mario Balboni, costituira una formidabile macchina da gol: una. trentina di reti in due, con Melucci addirittura capocannoniere del girone. Fra la Centese e la vittoria finale, al termine di un duello appassionante, si pone soltanto una squadra, il Ravenna. Per i biancazzurri, distanziati alla fine dai romagnoli di tre lunghezze (42 a 45), un secondo posto che vale.

Si chiude cosl il primo decennio della Nuova Centese. Un decennio caratterizzato da 4 campionati vinti, 3 secondi, 1 terzo e 2 settimi posti. Un decennio che ha portato il sodalizio biancazzurro dalla Terza Categoria alle soglie del professionismo.

1982 - 1992: L'ERA DEL PROFESSIONISMO SERIE C E COPPA ITALIA

I Campionati

Il secondo decennio della nuova Centese si apre nella maniera migliore. Nella stagione 1982-83, infatti, ancora al terzo tentativo, arriva la tanto sospirata promozione in C/2. La squadra, allenata da Alberto Novelli, che centra così la seconda promozione della sua carriera sulla panchina biancazzurra, è forte e omogenea in tutti i reparti. In difesa può contare sulla completa affidabilità del portiere Frignani e sulla saldezza dei vari Codeluppi, Franchini, Gino e Franco Vaccari. A centrocampo, con Ferioli, Ginesi, Bramini e Venè, estro e fantasia si fondono con potenza atletica e sagacia tattica. In attacco Mario Balboni, Melucci e il nuovo acquisto Cleto garantiscono un'efficace finalizzazione delle manovre offensive (25 reti in tre, pressoché equamente distribuite). Il campionato si trasforma ben presto in un serrato duello fra le sue due principali protagoniste: la Centese, appunto, e la Virescit Boccaleone, squadra di un sobborgo di Bergamo. Nel girone D dell'Interregionale, in cui è inserita, la squadra biancazzurra si trova a dover affrontare per la prima volta compagini bergamasche (oltre alla Virescit, Romanese e Trevigliese) e bresciane (Pro Palazzolo), accanto alle solite Viadanese, Fidenza, Mirandolese, Carpi, Sassuolo, San Lazzaro, Imola e Russi e alle tre veronesi Pescantina, Sommacampagna e Chievo. In questo contesto, la Centese dimostra di trovarsi perfettamente a proprio agio. Riesce così ad avere la meglio, senza eccessive difficoltà, della tenace resistenza dei rivali bergamaschi, grazie soprattutto all'esito favorevole dei due scontri diretti: 1-0 per i biancazzurri a Cento (gol di Cleto), 0-0 nel delicato e decisivo match di ritorno a Bergamo. Alla fine, fra Centese e Virescit saranno due (42 a 40) i punti di distacco: la C/2 è raggiunta!

L'esordio nel mondo del calcio professionistico, come peraltro era lecito attendersi, non è dei più agevoli. Il campionato di Serie C/2 1983-84 fa registrare infatti il peggior piazzamento finale mai ottenuto dalla Centese, nella sua pur breve storia, fino a quel momento: un undicesimo posto a quota 31 punti, a pari merito con altre tre formazioni (Forlì, Brindisi e Maceratese), con una salvezza aritmeticamente raggiunta soltanto all'ultima. giornata (1 - 1 in casa con il Martina Franca). D'altra parte, già al momento della composizione dei gironi, si era capito subito che si sarebbe trattato di un'annata difficile. L'inserimento nel girone C, quello adriatico centro-meridionale, proponeva infatti un impatto con una realtà del tutto nuova, fatta di trasferte lunghissime e di campi di gara dal clima infuocato. In un raggruppamento in cui si va dalla Romagna (Ravenna, Cattolica, Cesenatico, Forlì), alle Marche (Jesi, Osimana, Senigallia, Maceratese, Elpidiense), all'Abruzzo (Giulianova, Teramo), alle Puglie (Monopoli, Brindisi, Martina, Galatina), addirittura alla Basilicata (Matera, Potenza), la Centese si trova ad essere la "punta" più a nord di tutto lo schieramento: un ruolo, senza dubbio scomodo, sotto diversi punti di vista. Di fronte a tali insidie, la squadra biancazzurra, che presenta rispetto alla stagione precedente soltanto pochi cambiamenti (con gli innesti di Artioli e Carpaneda in difesa e di Negri a centrocampo), entra ben presto in difficoltà: a metà stagione si rende necessario il cambio di allenatore, con Tarabbia che subentra a Novelli. Sorretta dai gol di Cleto, la Centese riesce comunque, come abbiamo visto, a conquistare la salvezza, mentre in vetta alla classifica fanno festa Jesi e Monopoli, promosse in C/1.

Nella stagione 1984-85, al secondo anno in C/2, le cose vanno un po' meglio. La Centese è ancora inserita nel girone C, le sue avversarie sono praticamente le stesse (con le novità rappresentate da Fano, Civitanovese e Fermana per le Marche, Fidelis Andria per le Puglie, Foligno per l'Umbria e Sassuolo, che viene a far compagnia ai biancazzurri, per I'Emilia). Ma evidentemente 1'esperienza del campionato precedente ha insegnato parecchie cose: questa volta la Centese non deve soffrire, anzi, si rende protagonista di una brillante partenza, incamera diversi risultati di prestigio (fra cui la bella vittoria per 2-0 su Teramo in quel momento lanciatissimo verso la promozione) e alla fine coglie un apprezzabile ottavo posto, con 35 punti, dieci in meno della vincitrice brindisi, promossa insieme al Fano. E' una Centese frizzante, forse un po' "leggerina" in trasferta, ma che in casa sa spesso divertire e dare spettacolo. Sotto la guida tecnica di Ermanno Tarabbia, la squadra (nella foto a destra), che sostanzialmente è rimasta invariata, si avvale dello straordinario talento in zona gol di Ginelli, un ragazzo di scuola milanista, esploso proprio in maglia biancazzurra con la bellezza di 14 reti. C'è anche Mezzini, che tuttavia si vede poco (un solo gol), forse un po' offuscato dalla stella dell'amico "rivale": si rifarà altrove, come sappiamo, negli anni successivi. Altre novità di rilievo sono il difensore Giovani e il dinamico, centrocampista Tardini, un cursore inesauribile. Si fa notare anche Ramponi, un ragazzo "fatto in casa", jolly preziosissimo. Proprio Ramponi, assieme a Ginelli, firmano con i loro gol la storica vittoria (2- 1) sulla Civitanovese del 13 gennaio'85, in occasione delta prima apparizione della Centese sulla schedina del Totocalcio.

Il terzo anno in C/2, vista la tradizione consolidatasi nei quasi quindici anni di storia biancazzurra, non può che portare una promozione. E le premesse, in effetti, ci sono tutte. In primo luogo, la decisione presa dalla società del presidente Fava di darsi una dimensione nuova, in senso più marcatamente professionistico. Anche la scelta dell'allenatore, Francesco Paolo Specchia, rientra in questi criteri. Con il nuovo tecnico, arrivano alla corte biancazzurra un manipolo di "guerrieri" (D'Astoli, Tosi, Zamparutti, Cesati) ed un gruppetto di giovani speranze (Amato, Tovani, Vinci). L'obiettivo è allestire una squadra compatta e ben organizzata, dall'ossatura robusta, adatta per affrontare le asperità del solito raggruppamento centro-meridionale. E invece, e qui sta la seconda svolta favorevole, in vista della stagione 1985/86, avviene per la Centese (nella foto a sinistra la Centese 1985/86) il tanto atteso cambiamento di girone: la squadra biancazzurra viene finalmente inserita nel girone B, assieme a formazioni del Piemonte (Novara, Omegna, Pro Vercelli), della Lombardia (Leffe, Pro Patria, Fanfulla, Orceana, Ospitaletto, Pergocrema, Mantova) e del Triveneto (Pordenone, Mestre, Venezia, Giorgione, Montebelluna, Pievigina, Treviso). Da questa variazione, la Centese trae indubbio giovamento: dopo una partenza controllata, nella fase centrale del campionato gli uomini di Specchia balzano al comando della classifica. Nonostante un leggero calo nel finale, i biancazzurri si aggiudicano ugualmente il primo posto, con 42 punti, e conquistano cosi la promozione in C/1. Con loro, passa il Mantova, dopo lo spareggio con I'Ospitaletto. Miglior realizzatore della Centese è Cesati, che con 13 reti è anche capocannoniere del girone, seguito, da Vinci, autore di 7 gol. Con solo 20 gol subiti, la difesa è la meno battuta del girone.

21 settembre 1986: è il giorno dell'esordio della Centese in C/1. Al "Bulgarelli" è di scena una grande, l'Ancona. I biancazzurri di Specchia disputano una splendida partita e si impongono per 2- 1. Anche il prosieguo del campionato sarà prodigo di soddisfazioni: dal bis sullo stesso Ancona al ritorno, in terra marchigiana, alle vittorie casalinghe su Monza e Piacenza, quest'ultima suggellata poi da un brillante pareggio (2-2) in campo avverso. In questa stagione 1986-87 torna anche, dopo parecchi anni, un appuntamento molto attento e sentito: il derby con la Spal. Entrambe le sfide terminano in pareggio: 0-0 a Cento, 1 - 1 (gol di Tosi) a Ferrara. La squadra biancazzurra (nella foto a destra) ha mantenuto sostanzialmente immutata l'intelaiatura base della precedente stagione, provvedendo tuttavia a rinforzarsi con gli innesti di Pizzi, un ragazzo molto promettente avuto in prestito dall'Inter, e poi di Aloise, Mari e dei tre vicentini Briaschi, Limonta e Zanandrea. Per buona parte del torneo, la Centese si batte addirittura nelle primissime posizioni della classifica, attirando su di sé l'attenzione dei mezzi di informazione, anche importanti, che si occupano spesso di lei, facendole acquisire notorietà in tutto il Paese. Alla fine del campionato, con 35 punti, la squadra biancazzurra è brillantemente sesta (ad essere promosse sono Piacenza e Padova) e si qualifica per la Coppa Italia di Serie A e B dell'anno seguente. Capocannoniere della. squadra è proprio Pizzi, con 8 reti, seguito da Vinci con 6 e da Briaschi con 4. Fra i marcatori compare anche, con una rete, il giovane Benfenati, un rincalzo che, così come il difensore Mocci, ha avuto modo sovente di mettersi in luce. Si conclude così, con il miglior risultato di sempre della sua storia recente, la stagione d'oro della Centese.

La stagione 1987-88 inizia. con un impegno prestigioso per la Centese, un impegno che proietta la squadra biancazzurra alla ribalta del calcio nazionale: la partecipazione, per la prima volta nella sua storia, alla Coppa Italia di Serie A e B. Purtroppo, in sede di sorteggio per la composizione dei gironi, le aspettative degli sportivi centesi, che si attendevano l'inserimento della loro squadra in un gruppo comprendente formazioni importanti e di grosso nome, vengono totalmente deluse. Con tutto il rispetto, Avellino, Empoli (allora entrambe in A), Cremonese, Piacenza e Sambenedettese non si possono dire certo degli squadroni. Il via alla competizione, domenica 23 agosto '87. La Centese esordisce a Cremona e viene sconfitta per 0 - 1. Dei cinque incontri in programma, la squadra allenata da ventura ne deve disputare ben tre in trasferta. Dopo Cremona, sarà di scena ad Avellino (nuova sconfitta per 0 - 1) e a Piacenza (ancora battuta, questa volta per 1-2). Soltanto due volte i biancazzurri possono giocare sul terreno di casa, contro Empoli e Sambenedettese. Entrambe le gare terminano in pareggio (0-0) e, secondo la formula adottata quell'anno e più ripetuta, vengono decise ai rigori. Se contro i marchigiani l'esito dei tiri dal dischetto sarà negativo (4-5), contro l'Empoli la Centese riesce invece a prevalere (7-6), con il portiere Amato sugli scudi. Il numero uno biancazzurro, che già altre volte si era distinto nel neutralizzare parecchi tiri dagli undici metri, fa valere anche in questa occasione le sue doti di "pararigori", realizzandone inoltre, viceversa, uno lui stesso. E' il 26 agosto, un mercoledì: sarà questa, in pratica, l'unica gioia per i biancazzurri, in una manifestazione per il resto, e non per colpa loro, abbastanza grigia. Raggiunto l'apice della propria ascesa l'anno precedente, con il sesto posto in campionato e la relativa qualificazione alla Coppa Italia, la Centese intraprende nel prosieguo della stagione 1987-88 una progressiva parabola discendente.

Ora alla guida tecnica della squadra c'è Gianpiero Ventura; fra i giocatori non ci sono molte novità: le principali sono costituite dagli arrivi di Grotto e Mantovani a centrocampo e di Palmieri in attacco. Alla resa dei conti, si alterneranno note positive (il lancio definitivo di Ramponi, 1'esordio di Gubellini) ad altre meno (la delusione Boccia, il ritorno di un irriconoscibile Ginelli)(foto della squadra a sinistra). All'inizio del torneo le cose vanno bene, in casa biancazzurra: la squadra sembra avviata ad un campionato tranquillo. Anzi, arrivano anche tante belle soddisfazioni: la vittoria sulla Spal (2 - 1), la prima dopo tanti anni di attesa, il prestigioso successo sul campo del Vicenza (1-0), firmato da un gol di Tosi. Poi, però, a partire dal mese di gennaio si verifica una netta, preoccupante flessione che porta alle dimissioni di Ventura. Ma neppure il suo, successore Ciscschini riesce a fare meglio, anzi, la situazione peggiora e Ventura viene cosi richiamato alla guida della squadra. Nemmeno questa mossa, tuttavia, riesce a raddrizzare le sorti di un campionato ormai compromesso: la Centese, con 24 punti, termina al penultimo posto, appaiata al Fano. Ma a stagione ormai conclusa, un clamoroso colpo di scena rimette in discussione il verdetto del campo. Un caso di illecito, che vede coinvolte il Pavia e lo stesso Fano, riapre uno spiraglio alle speranze della Centese di evitare la retrocessione. E così sarà: ad agosto, la sentenza dei giudici sportivi sancirà la salvezza dei biancazzurri, "ripescati" per meriti sportivi, a spese di Fano e Pavia.

La stagione 1988-89 della Centese, al terzo anno in C/1, fa venire in mente quelle trame di film in cui la vittima, scampata una prima volta ad un agguato letale, gira e rigira, fa di tutto per buttarsi di nuovo, inconsapevolmente, fra le braccia dell'assassino. Evitata per miracolo la retrocessione, soltanto pochi mesi prima, grazie alla penalizzazione di 5 punti inflitta per illecito al Pavia, la Centese, anziché voltare pagina drasticamente, cancellando gli errori e le omissioni del passato, disputa un campionato che sembra la fotocopia del precedente. Ed anche 1'esito sarà uguale, ma questa volta senza rimedio. La squadra (nella foto a destra), ancora affidata a Ventura, sulla carta è tutt'altro che da disprezzare: sono arrivati giocatori di buon valore, alcuni di esperienza, come Maritozzi, Manarin, Biato e Romani altri di sicuro avvenire, come i comaschi Pedone e Annoni e i piacentini Bottazzi e Imberti. Meno felice, sicuramente, la scelta degli attaccanti: Segoni, Ciucchi e Codice non sono in grado di offrire un contributo sufficiente alle necessità della squadra in fase di realizzazione il peso dell'attacco resta così soltanto sulle spalle di Palmieri e Manarin e del giovane centrocampista Pedone che risulterà alla fine il miglior realizzatore della squadra. Al termine di un campionato nel complesso mediocre, che ha offerto pochi momenti da ricordare (il 4-2 sulla Lucchese, la vittoria per 1-0 sul Modena, ancora siglata da Tosi, specialista evidentemente in gol importanti), la Centese viene retrocessa in C/2. Il sedicesimo e terz'ultimo posto in classifica, a quota 28 punti, sancisce la prima retrocessione della sua giovane storia, dopo diciassette anni di successi. Con lei scendono in C/2 la Virescit, la Pro Livorno e, magra consolazione, la Spal.

All'indomani della retrocessione in C/2, si apre per la Centese un periodo di instabilità all'interno della società. Il presidente Fava, che già da qualche tempo aveva manifestato propositi di abbandono, lascia la presidenza, dopo 15 anni di trionfi e di soddisfazioni. La crisi societaria, tuttavia, viene risolta in tempi brevi: sul finire del mese di giugno '89, nuovo presidente viene eletto Valerio Giusti, espressione di un Consiglio in parte rinnovato. Il nuovo vertice dirigenziale si mette subito all'opera per allestire una squadra il più possibile competitiva per il futuro del campionato. Come allenatore viene scelto un giovane tecnico alle prime esperienze, Luigi Cagni. Fra i giocatori avviene una vera e propria risoluzione: soltanto Maritozzi e Tosi (che tuttavia giocherà poche partite) rimangono della vecchia squadra. Ben tredici sono i nuovi arrivi, dal portiere Cervellati, ai difensori Spampinato, Zubiani e Ferrari, ai centrocampisti Caini, Pavanel, Ricci, Farolfi e Archimede, agli attaccanti Gubellini (un ritorno), Viviani, Calderoni e Signorotti. La nuova squadra (foto  a sinistra) dimostra subito di essere valida, anche se non segna molto. I momenti più belli di questo campionato 1989-90 sono senza dubbio le due vittorie nei derby con la Spal (1 -0 a Ferrara, gol di Viviani, storica affermazione sul campo dei "cugini"; ancora 1-0 nel ritorno a Cento, rete di Farolfi), il rotondo 3-0 sul Palazzolo, la vittoria (2- 1) sul campo del Varese. Per un lungo periodo, i biancazzurri rimangono saldamente in testa alla classifica, sembrano ormai avviati ad una promozione sicura. Ma negli ultimi mesi, un inatteso ed inspiegabile calo generale compromette tutto: con 39 punti, la. Centese alla fine è soltanto quarta, a passare sono Varese e Pro Sesto. Un vero peccato, una grandissima occasione sprecata.

Dopo aver sfiorato l'anno precedente la promozione in C/1; e di conseguenza l'immediato ritorno in quella divisione che aveva appena lasciato, la Centese si presenta al via della stagione 1990-91 con più modeste ambizioni: l'obiettivo è un campionato tranquillo, che consenta la valorizzazione di qualcuno dei tanti giovani che compongono la squadra, affidata alla conduzione tecnica di Giancarlo D'Astoli, inizialmente coadiuvato da Vinadio Galetto. Anche quest'anno l'organico è stato ampiamente rinnovato: sono arrivati i difensori Cavalletti e Sottana, i centrocampisti Casonato, Lorenzi, Superbi, Zauli e Mautone, la punta Francini. Inoltre D'Astoli ha portato con sé dalla "Berretti" un gruppo di ragazzi molto promettenti.

L'obiettivo della vigilia viene raggiunto senza troppe difficoltà, nonostante i rischi di un campionato che, in prospettiva salvezza, presentava più di una insidia. La Centese disputa un torneo tranquillo, classificandosi alla fine all'ottavo posto, con 34 punti, a pari merito con il Fiorenzuola. I biancazzurri non mancano di togliersi anche qualche bella soddisfazione, come la doppia vittoria (1 -0 e 2 -1) sul Palazzolo e lo splendido successo (3 -2) nel derby di ritorno con la Spal: già, Palazzolo e Spal, proprio le squadre che verranno promosse in C/1…