Altare megalitico di Monte d'Accoddi

Questo meraviglioso sito si trova a 11km da Sassari e a circa 3Km da Porto Torres. Partendo da Porto Torres si deve prendere la strada n°131 per Sassari e a circa 3km sulla destra, subito dopo il bivio per Bancali, troveremo la strada lastricata che conduce al grande parcheggio del sito.

Monumento della preistoria che per forma ricorda moltissimo i più famosi ziqqurat della mesopotamia, infatti, come si può vedere dalle immagini, è costituito da una lunga rampa (41,8m) che conduce su una struttura troncopiramidale costituita da due piattaforme a sezione rettangolare, di cui quella di base misura 40X30m e la seconda 25X20m.

Ricostruzione del santuario della seconda fase>

Sulla seconda piattaforma era presente un piccolo sacello, tempietto di dimensioni 12,8X2,2m.

Questo magnifico monumento non ha eguali ne in Sardegna e neppure in tutta l'Europa, la sua vera origine è attualmente sconosciuta, anche se sono svariate le ipotesi.

< Planimetria del monumento

Durante gli scavi, i primi eseguiti nei primi anni cinquanta ad opera di Ercole Contu, si portò in luce il monumento e in scavi successivi, condotti da Santo Tinè, si scoprì che sotto l'attuale struttura ne esisteva un'altra costituita da una rampa più piccola e da una sola piattaforma alta 5,40m e di lati 27,50X24m.

Quest'ultimo aveva le pareti ricoperte da piccole lastre di pietra legate da una malta argillosa e pitturate di rosso e anch'esso presentava un sacello, di cui sono ancora visibili i muretti perimetrali.

<Santuario della prima fase

Per poter vedere i resti del primo sacello è necessario salire sulla rampa superiore dell'attuale monumento e andare sul angolo sinistro in fondo, qui si trova una botola che permette l'accesso in una camera interna dello ziqqurat. Proprio in questa camera si può vedere il pavimento rosso ed il muretto perimetrale del sacello, alto circa 70cm.

Le datazioni fanno risalire i campioni prelevati a diretto contatto con il pavimento dell'altare rosso al 3000 a.C. e quelli prelevati intorno al monumento della seconda fase al 2600 a.C. (un po' più vecchi degli ziqqurat mesopotamici).

Il monumento nacque in una zona considerata da sempre sacra, infatti, in principio esisteva un classico villaggio neolitico con la propria area sacra, costituita da un primo altare, che ha dimensioni 3,15X3,07m, da un secondo altare, più piccolo, con misure 1,96X1,90m, da un menhir alto 4,70m, e da due grossi massi sferoidali, quello più grande ricorda la luna, infatti la sua superficie è ricoperta da tantissimi craterini, invece quello più piccolo rappresenterebbe il sole, infatti è ben lisciato.

Il villaggio risale al 4500 a.C. ed in questa sua prima fase era costituito da varie capanne a pianta circolare, erano parzialmente infossate nel terreno, probabilmente avevano i muri in legno e un tetto in paglia intrecciata.

<Struttura delle capanne della seconda fase del villaggio

In una seconda fase c'è stato l'ampliamento del villaggio e l'evoluzione delle capanne, ora a sezione quadrangolare, con una fila di pietre (si conservano ancora oggi) che tracciava il perimetro dell'abitazione, le pareti erano sempre in legno ed il tetto in paglia (vedi i disegni).

.Gli abitanti usavano vasi in terracotta, ben decorati, strumenti in rame, in selce, in ossidiana e in osso. Non si sa ancora nulla sulla religione e sulle divinità di questi

<Ricostruzione della capanna tipica della seconda fase del villaggio

nostri lontani parenti, certo è che gli altari servivano per compiere dei sacrifici, molto probabilmente di grossi animali, infatti, nei dintorni sono state trovate tantissime ossa di maiale.

 

Gli altari possiedono, lungo tutto il loro perimetro, larghi fori e dei canali; sicuramente nei fori si facevano passare le funi che bloccavano l'animale ed i canali servivano per raccoglierne il sangue.

 Il primo santuario fu costruito nella seconda fase del villaggio e danneggiato da un incendio intorno al 2900 a.C.. Subito dopo l'incidente, il santuario venne riaggiustato ed ampliato costruendoci sopra l'attuale costruzione.

L'abbandono del secondo santuario sembra sia avvenuto nel 1800 a.C., quando una nuova cultura si diffuse in questa zona della Sardegna, quella detta di "Bonnanaro", che introdusse nuovi culti religiosi e nuove espressioni architettoniche, fra queste si possono tuttora vedere gli oltre 7000 nuraghi conosciuti.

Grande altare in pietra, si notano i fori laterali dove probabilmente passavano le funi che bloccavano l'animale da immolare alla sconosciuta divinità.>

Altra prova dell'abbandono del santuario è stata quella del ritrovamento, in un angolo della parte superiore della piramide, di una sepoltura di bambino con il suo corredo vascolare e risalente al II° millennio a. C..

Ci sono stati anche altri ritrovamenti interessanti, come due steli.

La prima stele è stata ritrovata fra i materiali riutilizzati per la ricostruzione della seconda piramide; si tratta di un frammento di calcare che presenta delle decorazioni lineari incise e qualche traccia di pittura rossa. Questa stele potrebbe rappresentare la testa di una statua, infatti i segni spiraliformi e rettilinei ricordano degli occhi ed un naso. Si sa che questa stele è precedente al santuario perché le decorazioni richiamano quelle della cultura preistorica Ozieri, testimonianze di quest'ultima sono le molte domus de janas ed i vasi tipici.

La seconda stele è una lastra alta 1,15m, è stata ritrovata adagiata sul terreno, ma, in origine era retta da un piedistallo di pietrame. Nella parte posteriore del monumento è possibile vedere la copia, infatti, l'originale è esposta in una apposita sala del Museo G. A. Sanna di Sassari.

Fronte e retro della seconda stele >

Su questa stele possiamo dire che, molto probabilmente, rappresentava un'immagine sacra attorno alla quale si svolgeva un qualche cerimoniale. Se osserviamo bene vediamo scolpita la figura di una donna, forse rappresenta la divinità venerata a Monte d'Accoddi, infatti, si notano due protuberanze che rappresentano i seni, una grossa testa, le braccia e le gambe aperte. Altri idoli più piccoli sono stati rinvenuti e alcuni di questi mostrano affinità con quelli molto diffusi nelle isole dell'Egeo.

Per avere maggiori informazioni su questo affascinante sito, per prenotare visite guidate per scuole, gruppi piccoli o grandi, vi consiglio di rivolgervi alla:

Coop "THELLUS", Via Deffenu 23, 07100 Sassari, tel. 079/2016099, fax. 079/2009492, oppure inviate un messaggio a "thellus@tiscalinet.it"

.. dimenticavo,... si occupano anche di escursioni turistico archeologiche in tutta la Sardegna e visite guidate all'interno del Museo Archeologico G.A. Sanna di Sassari.

 

 Queste informazioni sono tratte da "Altare megalitico preistorico di Monte d'Accoddi" di Santo Tinè.