Movimento artistico culturale fondato dal prof.  Adolfo Giuliani

EVENTI  >> 28 ottobre 2009 - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici  - Napoli

cover.jpg (129908 byte) Presentazione del libro di Adolfo Giuliani:
"Esasperatismo Logos & Bidone 2000 - 2009"

Eventi documenti rassegna stampa e testimonianze.

Bidone d'oro 2009 alla cultura al maestro Roberto De Simone

Introduzione di Gerardo Marotta.
Interventi:
Clementina Gily
Emilia Mallardo
Leo Strozzieri.
Moderatrice: Clara Guarino.

 


Motivazione del premio:
Movimento culturale "Esasperatismo Logos & Bidone" ha l'onore di consegnare il Bidone d'oro 2009 per la cultura al maestro Roberto De Simone stimato e apprezzato per le sue doti di regista e compositore, figura di primissimo piano nel mondo artistici internazionale. Egli ha sempre onorato la città di Napoli con il suo impegno di attento studioso della cultura partenopea, della sua espressività popolare e del suo patrimonio teatrale e musicale. Il suo estro creativo è un emblema della città di Napoli, la passione e la dedizione per il suo lavoro sono l'esempio del rigore e dell'etica professionale per il cittadino del mondo.

PREFAZIONE al libro di Gerardo Marotta
Presidente e fondatore dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

Un artista e filosofo geniale, Adolfo Giuliani, ha voluto ideare il simbolo di un'intera umanità sofferente, che può rappresentare per noi Italiani tutto ciò che la nostra Patria ha smarrito o è sul punto di perdere: la memoria, del Risorgimento, la virtù, il costume, la solidarietà tra i cittadini, la capacità di accogliere lo straniero e di prendersi cura di centinaia dei suoi figli migliori, quei ricercatori costretti a emigrare lontano, a vivere un'esistenza precaria e a profondere i tesori dei loro ingegno ad altre nazioni.
Così, il "Bidone", col suo fusto sanguinante di ferite, ricordo di profonde percosse non facili a rimarginarsi, reclinato su un solo lato, come creatura cui manca finanche un ultimo grido se non di indignazione, almeno di rabbia, appare come sconfortato dalle tante virtù perdute e quasi pieno di scoramento per le mai davvero nuove presenze, che egli ben non riconosce come uomini: esseri vili, gravi di un'immonda avidità di ricchezza. Una borghesia parassitaria, che si nutre dei traffici di rifiuti tossici, quella borghesia dei gestori dei rifiuti, essa stessa un rifiuto umano che avvelena la terra, gli orli, le campagne un tempo ubertose, che sparge diossina e tumori e mille terribili forme di morbi che devastano le terre e i cieli di questo Mondo e con ancor maggiore odio si accaniscono contro questo nostro Mezzogiorno d'Italia, culla delle più belle e raffinate civiltà del Mediterraneo e tuttavia oggi esempio di una turpe schiavitù al comando di forti potentati animati da un solo sentimento, l'habendi rabies.
Su questa linea anche il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che, in una dichiarazione riportata dalla Repubblica del 5 Giugno dei 2008, diceva come sia «assolutamente accertato, anche attraverso inchieste parlamentari, il sistematico trasferimento dei rifiuti tossici altamente pericolosi dall'industria del Nord al territorio campano, un traffico, cogestito dalla camorra».
E il Bidone risuona nell'esasperazione dei dannati della Terra. del lamento di coloro a cui resta soltanto un margine di sopravvivenza e nessuna speranza per i figli che scorgono all'orizzonte una sola linea opaca: la precarietà... A meno che non si decida di invertire drasticamente la rotta.
Questo è in sintesi l'Esasperatismo dal mio punto di vista, il termine che riassume in sé il male e il malaffare dei nostri giorni e, nello stesso tempo, l'ipotesi, se pur lontana e vacillante, di un possibile ravvedimento.
15 marzo 2009


Clementina Gily
Estetica/Educazione all’immagine Università Federico 11, dir. OSCOM Dip. Filosofia
ESASPERATISMO
È stato detto molto sull'esasperatismo, il movimento lanciato nel 2000 da Adolfo Giuliani e da allora molto attivo, tanto da suscitare una serie di interventi autorevoli ed internazionali, artisti che hanno inserito nel movimento opere e deviazioni interessanti; si sono fatte in pochi anni tante mostre nazionali ed internazionali di rilievo, tantissime personali e collettive in loco, anche nella galleria dello stesso Giuliani L'interesse che suscitano i «bidoni", bandiera deIl'esasperatismo, è costante Della critica ma anche nel pubblico che partecipa agli eventi, per quell'implicita e chiarissima immagine che è il bidone. Già nel primo manifesto del movimento, sì dichiarava il suo concetto che lo sottrae alla sua natura di imbroglio, come nell'espressione "prendere un bidone": è un che di raffinato, un fondo oscuro da modellare, casuale ma atto a destare il divino. Duttile sostrato, sa trasformare la sua inerzia nell'innesco di fuochi pirotecnici. Ed è quindi piuttosto una metafora della rinascita; ma si presenta modesta ed ironica, nel carattere rivoluzionano ed urtante. Un Masaniello pescatore che s'improvvisa re per rabbia e disperazione; ma poi riesce, inopinatamente, nell'intento: ed è re.
Quel che non accadde a Masaniello e a tanti simili ribelli, è che il bidone porta in sé il segno inconfondibile del suo essere, non sa innovarsi che in parte. Materia inerte che custodisce al suo interno un mistero, non s'illude del tutto quando si riveste di colori ed immagini: bidone resta. Sembra un limite, una trasformazione mai completa, mentre indica la sua forza e potenza, se il sapere è un cammino che non si interrompe, un processo valido finché è ben vivo e vegeto, finché insiste nella volontà di cambiare quel se stesso che non dimentica. Il limite è la forza di saper attingere ogni volta al simbolo per rinnovare la linfa, seguitare a sapere che bisogna tornare all'oscuro per procedere, Proserpina e Ade, Primavera e Inverno. Quel che tradì Masaniello fu il credere finita la lotta, pensare di aver conseguito il diritto di passare dall'altra parte, di diventare anche lui un prepotente come si deve, e finalmente regnare; dimenticando quel che l'aveva fatto re, l'odio alla prepotenza: e perì. Mentre il bidone ha la forza della sua resistenza invincibile, resta dov'è e dovere. Simbolo dell'ostinazione vivificante.
Era, racconta Giuliani, il fermaposto per il parcheggio dell'auto, in una via stretta che una volta si chiamava la 'nfrascata, una via verso il verde delle colline vomeresi. Oggi non c'è il verde settecentesco, ma nemmeno la polvere di quando nacque il bidone. Allora era percorsa dalle auto, tra due file di parcheggio, Per aggravio di pena, ospitava i lavori del metrò dell'arte al momento, polvere e macerie, antiche e nuove, che si contendevano senza fiducia il cantiere. Eppure, piano piano, s'è alzata lì la guglia di Mendini, sopra quelle mura che sono il senso dell'architettura d'intorno; i muri dei condomini circostanti si sono riempiti di ori e fregi per evocare uno spazio assente, per fantasticare una città dove il Piccolo Principe sarebbe a suo agio. Intanto, il bidone faceva il suo lavoro. Trasportato di qua e di là da chi voleva accampare la sua auto con certezza. Una metafora di come basti poco alle persone semplici per inventare le comodità, per suscitare dal nulla parcheggi inesistenti.
Finiti i lavori, il bidone doveva estinguersi con loro e dichiarare finita la sua sbattuta esistenza: invece trovò Adolfo, che in qualche favola dell'infanzia era una creatura delle foreste, che lo inventò simbolo dell'epoca vissuta con lui, un'epoca di sfratto e di sfranto, da cui alla fine si era innalzata la sottile guglia color del cielo. Che aveva persine-) saputo ridare la loro dignità ad antichità insospettate, emerse dai cumuli dì erba e rifiuti. Un sogno che recupera il sé più antico e più vero, quello che ha lasciato traccia profonda nell'animo.
Laccato in rosso e nero, i colori del vulcano, il bidone da allora lancia lontano il suo nuovo nome. Il termine ESASPERATISMO non esiste. Se nominare significa determinare, se dare un nuovo nome è diventare coscienti di qualcosa, cercare una definizione per qualcosa di ineffabile che è nell'aria - il nome è una mongolfiera. La ribellione di ogni giorno nel respirare la polvere senza sapere se mai finirà e se mai concluderà in qualcosa questa doglia aggiuntiva, sì è mirabilmente trasformata nel decoro dello sdegno, nella solerte quanto immobile maschera dell'indignazione. Contro chi non ti rispetta.
Come un vecchio indiano dal casco di penne, disposto alla morte e non a tradire il credo antico, il napoletano vive spesso questo stato d'animo, stretto tra gli emigranti, festosi e ciarlieri e quelli che gli rubano il sole. Tira diritto badando alla strada e a non imprecare, a tenersi pulita l'anima, forse memore, come diceva De Crescenzo con ironia e saggezza, dell'antico epicureismo, di Virgilio Mago, delle tante favole alchemiche che sono ovunque. E le anime delle Fontanelle tornano, ogni tanto, a far assaporare qualche sibilante sapore di vendetta o a suggerire qualche numero. Il senso però non è mai nella vendetta o nell'azzardo, come dice bene Pulcinella ed ha ripetuto Totò, il senso è nel prendere la vita con umorismo, nel pensare alla salute, nel continuare a sperare. A volte si ride con sarcasmo per uno che cade, ma è solo umana debolezza. Quello in cui poi in fondo ci si ritrova tutti, è che la vita vale la pena di essere vissuta nonostante. E il bidone questo lo dice meravigliosamente.
Può essere, che ognuno nel nascere ha avuto un bidone. Ma si tratta poi di vedere quel che ci si sa trovare, nel crogiolo. Se lo si sa spostare sotto un arcobaleno, è la ricchezza. Tutto può succedere. Immaginazioni, forse, ma come lo sono i miti, le religioni ed i progetti. Se si trovano le pietre giuste, si alzano i campanili delle città delle fate.
Nel 2009, il bidone è più attuale che mai. L'esasperatismo è un invito a lottare, non a mandare tutti al diavolo. Ma talvolta anche questo ci vuole.

Clara Guarino
Dirigente scolastico Presidente Lions Club "Napoli Vesuvio"

In un momento storico in cui i cani feroci mordono al cenno del padrone e la canizie, invece di adornarsi di "liete voglie e sante...", finisce nell'elenco degli affiliati e/o collusi con la camorra, mentre i funamboli della politica tentano gli equilibrismi più disparati, in un'era di globalizzazione accelerata e, per forza di cose, incompleta e carente, con un progresso incondizionato e poco accorto alle esigenze della terra e dell'uomo, nasce un movimento artistico - culturale quale l'Esasperatismo - Logos & Bidone, opera e merito di Adolfo Giuliani, con un manifesto di intenti legalizzato e pubblicato a Napoli nel maggio del 2000. Ben presto il movimento si diffonde non solo nella città e provincia, ma in tutta Italia e da qualche anno all'estero, come dimostra questa rassegna stampa onnicomprensiva di articoli pubblicati da giornalisti, simpatizzanti e intellettuali a vario titolo. Esso sottolinea, esprime e, talvolta, denunzia, senza mai diventare grossolano o irriverente, violento, gli aspetti psico - sociali, il malessere umano e culturale nella infinita serialità dei nostri giorni inquieti. Anzi serpeggia qua e là, non solo nel manifesto degli intenti, ma nelle opere di quasi tutti gli artisti, che al movimento hanno con slancio aderito, un senso di umana pietas per la nostra parte debole, vulnerabile, amareggiata, per le esigenze del nostro istinto vitale, che motivano e giustificano la vita. E' palpabile la sensazione che l'Esasperatismo voglia indicare alla nostra coscienza intenzionale, intendendo per "coscienza intenzionale" quella che Husserl riteneva essere la capacità dell'uomo di ", tendere in", uscire da sé per andare incontro all'altro suo simile, che in fondo tutte le cose e tutti gli uomini siano sempre, gli uni rispetto agli altri, chiunque essi siano, degli sconosciuti, inesorabilmente, e come le nostre strade si incrociano sempre per pochi passi e istanti, conquistando la fugace parvenza della comunione, della vicinanza, dell'amicizia. Eppure scorrendo i cataloghi, osservando i bidoni dipinti, le figure che li ornano o li comprendono, o li indicano, l'amarezza, lo scoramento, un malcelato pessimismo legato all'idea che siamo maschere ignude in una terra resa ostile dal progresso mai gestito, passano in secondo piano, quando si intravede un campanile, un volto segnato, degli alberi, delle macchine messe lì ammaccate e alla rinfusa, una figura contorta e scheletrica. Allora vicinissimo ci sembra dì sentire, di avvertire, con "animo perturbato e commosso", uomini, animali, piante che appena scorgiamo, che non riusciamo a distinguere, che si muovono, emettono suoni, lavorano, vivono una loro vita, E tutto ha qualcosa dì fiabesco, di ignoto, dì inafferrabile, di affascinante. Si rimette in moto la speranza in una vita serena incardinata in un mondo migliore. Soltanto così potremo essere in pace con noi, per noi, tra noi. E non per cosa di poco conto.


Leo Strozzieri
Scrittore e Critico d'arte
ESASPERATISMO E UTOPIA BIDONE E LOGOS
Ho sempre desiderato che il vivere quotidiano scorresse cadenzato come ticchettio di orologio.
Ho sempre desiderato che la natura fosse biancovestita anche quando la serranda della mia anima è abbassata.
Ho sempre desiderato che la scienza sconfiggesse la tristezza dei miei pensieri.
Ho sempre desiderato che l'arte nascondesse un sogno fruibile come neve, d'inverno, per ì bambini. E INVECE !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
I miei passi, i nostri passi sono diventati pesanti. Le mie mani, le nostre mani non dipingono più l'aurora.
I miei occhi, i nostri occhi vanno a posarsi sul muro grigio. Qui appoggio, appoggiamo i nostri bidoni.
Un tempo era fioca la voce della mia, della nostra esasperazione.
Ora rinvigorita dalla frequentazione e -mi permetto di dire- dall'amicizia di Adolfo Giuliani, promotore del movimento che va sotto il nome di ESASPERATISMO, il cui simbolo è proprio il BIDONE, diventa urlo contro i dottori che accudiscono le partorienti (il progresso e la globalizzazione) dei mostri.
Un'onda inarrestabile di sdegno per questi giorni infausti di nebbia che avvolge il nostro paese di cui la città partenopea ove vive ed opera Giuliani è lapalissiana testimonianza, ha coinvolto e tuttora sta coinvolgendo personaggi della cultura di ogni parte d'Italia; e per me e per noi si sprigiona un cocente desiderio di neoumanesimo che non tarderà a spuntare. Ed allora questo novello Poverello d'Assisi potrà, magari ebbro di un eccitante odore di mosto, nuovamente intonare il Cantico di frate sole, che a suo tempo fu indubbiamente mirabile profezia della rinascenza.
Ritenetelo pure utopista ma Giuliani da uomo colto pur conoscendo bene il significato di utopia (ottimo luogo che non è in alcun luogo), da sognatore persegue questo respiro più ampio, che poi è il respiro della poesia, che diventi da un lato denuncia dei mali della società, dall'altro indirizzo verso itinerari di assolutezza. Il territorio proprio praticato dall'artista esasperatista è quello dell'utopia; all'uomo incatenato entro la caverna platonica non basta la reminiscenza del regno, ma il regno, ovvero l'Assoluto, l'Iperuranio, il luogo sopra il cielo, in pratica il non-luogo. In questa fittizia isola-regno, abitata da una società ideale, il bidone abdica totalmente in favore del logos.

autore del sito è Nunzio Capece