SPECIALE

LA STAZIONE DI MONTE AMIATA

Storia, Tecnica ... e un pò di poesia  - di Valerio Varriale

Reportage Fotografico (fine agosto 2002) - di Guido Gambara e Valerio Varriale

 

 

Storia, Tecnica ... e un pò di poesia 

 

 

La stazione di Monte Amiata è situata lungo la linea Siena-Asciano-Grosseto, in un luogo appartato e suggestivo nella stretta valle dell'Orcia

 

La linea venne aperta nel 1872 con la prospettiva di creare un collegamento tra la Toscana centrale e la Maremma, verso Roma (da dove ancora oggi ha origine la progressiva kilometrica  249,683!, ). La nostra  stazione rivestiva allora una notevole importanza quale snodo dei  traffici, soprattutto merci, da e per i centri della montagna amiatina: lo testimonia l'ampio piazzale con parecchi binari, che per decenni ha visto transitare soprattutto bestiame, prodotti agricoli e carbone vegetale prodotto nelle macchie dei dintorni. Non deve essere stato estranea, nella scelta del luogo, la vicinanza dell'Orcia, che forniva l'acqua indispensabile per le locomotive in una zona povera di sorgenti e bacini, tant'è che ancora oggi esistono due grandi serbatoi in cemento armato. 

 

La linea Siena-Asciano-Grosseto non divenne mai, contrariamente alle intenzioni dei progettisti, il veicolo dello sviluppo della zona; è restata fuori dai grossi traffici - già a fine 800 concentratisi sulla Pisa-Roma e Firenze-Roma - e l'area attraversata è rimasta nel tempo poco abitata, sostanzialmente agricola, boschiva e anche un pò selvaggia; l'abbandono delle campagne negli anni '50 e la motorizzazione hanno fatto il resto, togliendo molte ragioni d'essere alla ferrovia, rimasta un collegamento locale a servizio di centri economicamente statici e quasi tutti lontani dalla linea. Il traffico "passante" Firenze-Siena-Asciano-Grosseto non è mai esistito perché già dagli anni '30 venne istradato sul percorso più breve via Siena-Buonconvento, che si innesta sulla nostra linea a Monte Antico. Inevitabile che dopo una lunga agonia la tratta Asciano-Monte Antico sia stata chiusa al traffico viaggiatori nell'autunno del 1994. Per una delle singolari contraddizioni che abbondano nella storia delle nostre ferrovie l'armamento era stato rinnovato da poco ed erano iniziati i lavori per la installazione  del  CTC ... : e così la nostra linea è rimasta quasi "congelata", con le sue stazioni solitarie, i pali telegrafici, i binari persi tra le colline e nelle macchie. 

 

Per qualche tempo i piazzali merci delle stazioni, da decenni inutili, sono stati utilizzati per accantonare carri, carrozze ed automotrici da bonificare dall'amianto e demolire: poi, tradotta dopo tradotta, i binari si sono svuotati ed è rimasto solo il silenzio. 

 

Contrariamente a tante altre storie di ferrovie che poco a poco si sfaldano e si perdono, c'è qui  - almeno per ora - un lieto fine: dal 1997, prima timidamente, poi nelle ultime stagioni con più presenza e successo, sulla nostra linea sono tornati a correre i treni turistici del "Trenonatura": automotrici ormai storiche (Aln 990 e Aln 773), che la passione e la tenacia di un gruppo di volontari - con l'indispensabile appoggio di Trenitalia - mette in linea nelle domeniche di primavera ed autunno:  non mancano anche treni a vapore con le  ormai mitiche macchine del deposito di Pistoia.

 

La linea è infatti lo scenario ideale per viaggio "originale", che va  dalle crete senesi alle gole dell'Orcia alle colline di Montalcino, in zone sconosciute, poco accessibili e di grande valore paesaggistico e naturale: l'iniziativa del Trenonatura si inserisce pienamente nei programmi di sviluppo turistico "sostenibile" della zona, che ruotano attorno alla costituzione del Parco della Val d'Orcia. 

 

Tutta la linea, e in particolare la nostra stazione, sono oggi un raro, forse unico, monumento di archeologia industriale, non toccato dalla rivoluzione tecnica e di esercizio che negli ultimi dieci anni ha cambiato il volto di quasi tutta la rete ferroviaria italiana. 

 

Il piano della stazione e le sue attrezzature  sono "il prototipo della stazione italiana": binario di corsa e di raddoppio; a lato del F.V. piazzale merci con magazzino, tronchini, pesa a ponte, gru di carico; serbatoio d'acqua e due colonne idrauliche; apparato di manovra dei segnali di protezione e del passaggio a livello ad arganello, con trasmissione a filo (!). La sicurezza degli instradamenti è ancora affidata ad un sistema "primitivo" che pochi ormai ricordano nei nostri in tempi di ACEI e CTC: serrature di blocco di ogni singolo scambio e segnale azionate da chiavi numerate, che possono essere "liberate" e usate in sequenza per comporre l'instradamento solo se tutti gli scambi e segnali sono liberi e disposti correttamente.

 

Così come è oggi, la stazione è un patrimonio da salvare: un esempio di "come è stata la ferrovia italiana" per decenni, che occorre prevenire da un degrado ed un abbandono ormai incipiente, e preservare nella sua integrità tecnica, e perché no, poetica.

 

Intorno,  il tempo sembra essersi fermato: poche case, la strada che scavalca il fiume, svolta e scende al passaggio a livello, per poi risalire  le colline boscose: i binari che curvano e scompaiono tra gli alberi, e sullo sfondo il crosciare dell'Orcia, rotto solo da rare automobili.

 

E' oggi una grande emozione attendere a Monte Amiata il  treno: in una dolce mattina di primavera  l'assuntore sblocca con la chiave l'arganello del passaggio a livello, gira la manovella arrugginita: le sbarre scendono, accompagnate dai rintocchi della campana, e piano si forma una piccola fila di automobili. Altra chiave, altro giro di manovella, e la suoneria conferma l'apertura del segnale lato Monte Antico: dopo un tempo che sembra infinito si sente il fischio lontano, lungo la gola del fiume, e poi la voce potente della 640.148, che appare dalla curva, non si ferma, saluta con un altro  fischio,  sfila via veloce in un rombo e una nuvola di fumo e vapore che avvolge le carrozze,  lasciando a bocca aperta la gente nelle auto ferme, si perde dietro la curva, col suo pennacchio che si sfilaccia nell'aria, mentre le sbarre risalgono, e il silenzio torna sui binari ...

 

 

 

 

Reportage Fotografico (fine agosto 2002)

 

 

Il binario in arrivo a Monte Amiata (lato Asciano): notare la progressiva 250 (da Roma via Grosseto!)

 

 

Scambio  d'ingresso lato Asciano con disco indicatore di direzione e leva di comando a mano ("macaco")
 

 

Vista lato Asciano oltre lo scambio d'ingresso: passaggio a livello sulla strada Arcidosso-Montalcino, serbatoio d'acqua e F.V.
 

 

Fianco del F.V. con fontanella, ex Ufficio Postale e ... sedie del bar (chuiso da anni).
 

 

Piazzale interno con binario di corsa e di raddoppio; a lato del F.V. il basso fabbricato adibito un tempo a uffici e magazzini; notare sullo sfondo uno dei segnali di partenza installati in previsione del CTC e mai attivati.

 

 

 Arganelli di manovra dei segnali di protezione (a sinistra) e del passaggio a livello (a destra): sopra si notano le serrature delle chiavi di blocco. 

 

 

Particolare degli arganelli dei segnali di protezione e delle relative serrature.
 

 

Filo di trasmissione del segnale di protezione lato Monte Antico che esce dalla canaletta sotto i binari, di fronte al F.V.
 

 

Colonna idraulica e secondo serbatoio d'acqua (lato Monte Antico)
 

 

La stessa colonna con alle spalle il M.M.
 

 

Caratteristico fabbricato dei "cessi"
 

 

Leva di comando dello scambio di accesso ai binari del fascio merci con disco di fermata (si trova sul binario di raddoppio)

 

 

 

Doppio scambio inglese di accesso al fascio merci, verso la pesa a ponte; notare in primo piano il fermascambio a chiave
 

 

Particolare di fermascambio con serrature e chiavi interbloccate, regolarmente "piombato" (!) 

 

 

Retro del M.M. con tre carretti per il movimento merci, in disuso da chissà quanto tempo...
 

 

Vista del piazzale merci con piani caricatori, gru, pesa e ponte e piccoli fabbricati di servizio
 

 

Particolare della gru di carico (azionata a braccia!) costruita a Voltri nel 1907.
 

 

Pesa a ponte con sagoma limite di carico.
 

 

Aghi e cuori di scambi arrugginiscono nell'erba ...
 

 

 

SALVIAMO QUESTA STAZIONE !

 

 

 

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