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 Libro del mese   

Anno 2015


Mente e cervello
FEBBRAIO 2015 Prima edizione, febbraio 2012

L'Autrice

Michela Balconi insegna "Neuropsicologia e Neuroscienze cognitive" e "Neuropsicologia della comunicazione" all'Università Cattolica di Milano.

Michela Balconi

Far capitare le cose
Pensiero e azione nelle neuroscienze cognitive

Editore

Il Mulino, Bologna, 2012.
Collana "Studi e ricerche/Psicologia".

ISBN 978-88-15-23748-4

Balconi
Nel libro del mese di febbraio 2013 (Il tunnel dell'io) ho citato l'agentività. Nel quarto capitolo del volume essa è definita come "la capacità di un essere umano di generare un comportamento motorio". L'agentività è la capacità di identificare, per esempio, le proprie braccia come parte del proprio corpo; è una delle differenze fondamentali tra l'uomo e gli altri animali. Tale capacità è alla base del modello del sé, che solo gli esseri umani possiedono.

Ho trovato un libro interamente dedicato all'agentività scritto da una neuroscienziata. Considerata fino a tempi recenti un tema filosofico, negli ultimi decenni l'agentività ha destato l'interesse dei neuroscienziati, che hanno iniziato a studiarla con i loro strumenti: risonanza magnetica funzionale (fMRI), tomografia ad emissione di positroni (PET), elettroencefalografia (EEG), magnetoencefalografia (MEG) e stimolazione magnetica transcranica (TMS).

Il libro è organizzato in tre parti: una parte introduttiva e generale; l'agentività in psicologia e nelle neuroscienze cognitive; l'agentività in termini di psicologia clinica. A me interessa la parte sulle neuroscienze.
Nella prima parte ho trovato le seguenti definizioni:
- l'agentività è il senso complessivo del generare un'azione, sia essa fisica o mentale";
- l'individuo: "agente che produce effetti osservabili nell'ambiente attraverso le interazioni corporee con esso" (pag. 18).
- i segnali propriocetttivi e visivi sono "afferenti"; i segnali motori sono "efferenti".
Nel capitolo terzo della Prima parte (pp. 61-83) l'autrice si chiede: qual è il ruolo della rappresentazione corporea nella costruzione del senso di agentività? Esistono più livelli di appartenenza corporea, ognuno dei quali gioca un ruolo diverso: la rappresentazione percettiva di sé; la rappresentazione proposizionale (basata sul giudizio) e la metarappresentazione. L'autrice concepisce questi livelli all'interno di una gerarchia; il livello "meta" è quello più alto. In questo capitolo è citato il famoso esperimento della Mano di gomma (Botvinick e Cohen, 1998). Scopo dell'esperimento è indurre nel soggetto la sensazione di "possedere" una mano che in realtà è di gomma. Se l'esperimento riesce, il soggetto "crede" di sentire sensazioni attraverso tale protesi artificiale.

Se l'agentività è una sensazione, quali sono i suoi correlati neurali? È una delle domande fondamentali della seconda sezione: "Neuropsicologia dell'agentività" (pp. 87-146). Le aree cerebrali che svolgono il ruolo più importante sono: il lobo parietale inferiore, la corteccia parietale posteriore e il cervelletto. Inoltre, sono interessate alla creazione dell'esperienza di agentività il solco temporale superiore posteriore, l'insula, la corteccia prefrontale dorso laterale e ventromediale e la corteccia motoria supplementare (pp. 108-109). L'elenco è piuttosto lungo perché le ricerche scientifiche, iniziate pochi anni fa, non hanno ancora prodotto risultati convergenti. Si può affermare tuttavia che le prime tre aree dell'elenco svolgano funzioni di controllo delle coordinate spaziali e temporali (pp. 114-116). Il solco temporale superiore posteriore sembra implicato in funzioni "sociali", in particolare per la proprietà di predicibilità delle conseguenze dell'azione (p. 118). La corteccia insulare è implicata nella costruzione del senso di attribuzione di una singola parte al corpo («Questa è la mia mano?»). Ma secondo alcune ricerche tale senso è distinto dall'esperienza di agentività (p. 119). La corteccia motoria supplementare mostra una relazione diretta con le funzioni ausiliarie come la consapevolezza e l'esecuzione dei movimenti autogenerati (p. 120). Infine, la corteccia prefrontale è coinvolta in compiti di decisione sociale e nell'attività di programmazione e controllo dell'azione (p. 122).

L'esame scientifico dei correlati neufisiologici dell'agentività ha fornito l'occasione per un ampliamento delle conoscenze in ambito psichiatrico. Ma questa è una parte che può interessare gli esperti di psicologia clinica.