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 Libro del mese   

Anno 2014


Premio Strega
AGOSTO 2014 Prima edizione, marzo 1970

L'Autore

Carlo Castellaneta (Milano, 1930 - Palmanova, 2013) è stato uno scrittore e giornalista italiano.

Carlo Castellaneta


La dolce compagna

Editore

Rizzoli, Milano, 1970. 



La dolce compagna

Quest'opera ha l'incipit più assurdo che abbia mai letto: Molto più solida è la pietra che torniamo a interrogare. Più solida e inviolabile. Brevi gli spazi, esigui gli interstizi, le commessure ancora artigianali tra l'una e l'altra lastra.

Cosa voglia dire non sono riuscito a capirlo, neanche dopo aver finito di leggere il libro. Per fortuna il libro racconta una storia che ha un senso. Il protagonista è uno scrittore professionista, che ha pubblicato alcuni libri di successo. Da qualche tempo ha esaurito la vena: non riesce più a pubblicare qualcosa di nuovo.

Un giorno riceve una proposta da parte di un editore: scrivere i testi di un libro pornografico. Decide di accettare, nell'attesa di tornare a scrivere qualcosa di serio. La moglie Elena è tutto il giorno fuori casa al lavoro (fa la psicologa), per cui ha la tranquillità necessaria per lavorare. Decide di ispirarsi ad una storia avuta in passato con una diciottette, Miria, una relazione bollente a base di sesso.

Il protagonista ha una vita sociale: va a teatro e al cinema con la moglie, frequenta alcuni amici. Lo osserviamo mentre trascorre un weekend nella riviera ligure, e mentre vola sull'aliante con l'amico Ric. Lo scrittore abita in un concominio. Durante il periodo in cui scrive il libro conosce una nuova inquilina che è arrivata da pochi mesi. Si fa chiamare Mary. Scopre accidentalmente che si prostituisce in casa. Ma non si scandalizza, anzi: lui ed Elena diventano le uniche due persone con cui Mary entra in confidenza.

Il protagonista ha una mamma che vive da sola (è stata lasciata dal marito). È una donna piuttosto rassegnata, che sembra lasciarsi trasportare dal destino. Le visite del protagonista alla madre sembrano dovute, forzate. Tutte le volte parlano dei soliti due-tre argomenti. Un giorno la madre ha una grave crisi di salute. Il protagonista è come spiazzato da questo avvenimento: sente la presenza della morte. Gli capita spesso di pensare a come sarà il momento in cui lascerà questo mondo. Durante la crisi della madre il protagonista subisce un cambiamento: capisce di aver fatto del male alla diciottenne con cui aveva avuto una relazione e si convince che l'aver scritto un libro sfruttando quella storia non è giusto. Brucia le 150 pagine dattiloscritte.

Poi decide di vuotare il sacco con la moglie. Le racconta di come aveva conosciuto la giovane donna, del fatto che si erano lasciati e poi ripresi e che, dopo che si erano rimessi insieme, era stato lui a volerla lasciare definitivamente. Ha la forza di confessare alla moglie che dopo questo abbandono, Miria si era suicidata.

La madre supera la crisi di salute. Ora la cosa più importante per il protagonista è cacciare definitivamente i fantasmi di morte che lo attanagliano.

Il libro non è ripartito in capitoli: è semplicemente diviso in Parte prima e Parte seconda. Non è pubblicato il riassunto in quarta di copertina. Il fatto che il protagonista sia senza nome mi fa pensare che l'autore abbia voluto identificarsi in lui: il protagonista è lo stesso Carlo Castellaneta. 

È meglio questo libro o Le stelle fredde? Per me quest'opera è molto più interessante del libro che ha vinto lo Strega. La parte fondamentale è il cambiamento che subisce il protagonista. Mi piace che al centro di una storia vi sia un cambiamento. Rispetto al libro che vinse lo Strega, quest'opera ha più personaggi e quindi più interazioni (lo considero positivo).

Questo era il mio pensiero iniziale. Come nel libro precedente, sono andato a leggere un'opera sull'autore. Ci sono alcune pagine sulle sue opere principali, compreso questo libro. Le ho lette. Arrivato alla fine scopro che la "dolce compagna" non è la ragazza, come credevo io, ma la morte! L'unica citazione del titolo è a pag. 141, quando il protagonista, rimasto senza soldi, parla con l'amico Ric.

Ma come mai, mi chiedo? Per quale motivo un autore deve scrivere un'opera in cui il protagonista è ossessionato dalla morte? Evidentemente io non l'ho capito perché non ritengo concepibile che una persona viva con questo pensiero in testa.

Allora devo rivedere il mio primo giudizio. Se pensavo che questo libro mi piaceva più dell'opera vincitrice, adesso boccio anche La dolce compagna.