Home page      

 Libro del mese   

Anno 2012


Area della ricerca sociale
e antropologica
MAGGIO 2012 Prima edizione, marzo 2008

L'Autore

Pierpaolo Donati è docente ordinario di Sociologia all'Università di Bologna.

Pierpaolo Donati


Oltre il multiculturalismo

Editore

Laterza, Roma-Bari, 2008. 
Collana "Libri del Tempo".

ISBN: 978-88-420-8605-5

Donati
Ma quanto è denso questo libro!
Già nell'Introduzione ho trovato molte cose da imparare. A partire dalla definizione di "multiculturalismo". L'Autore dice correttamente che il multiculturalismo oggi è diventato un tutt'uno con il concetto di laicità ed è percepito come una ideologia politica. Il multiculturalismo "propugna una cittadinanza inclusiva nei confronti di culture 'diverse'" (p. V). E' sotto gli occhi di tutti come abbia fallito: infatti ha generato più problemi di quanti ne abbia risolti. Il motivo? Il suo approccio ai problemi è stato puramente tecnico-materiale (p. VIII). E' mancato un approccio culturale, che - a parere dell'Autore - può avvenire se sostituiamo il multiculturalismo con l'interculturalità.

Ma l'interculturalità così come la conosciamo oggi ha ancora bisogno di rifiniture, è in uno stato grezzo. Scopo del libro è fornire gli strumenti culturali per un approccio interculturale volto al successo. Nell'approccio dell'Autore cultura e società sono intrecciate. Per cultura si intende la sfera dell'espressione simbolica, mentre la società comprende tutto quello che accade a livello pratico (p. VIII). La chiave di volta che definisce l'approccio interculturale è il concetto di ragione relazionale (p. XI). Da cosa nasce un conflitto tra Io e l'Altro? Dalla percezione di una differenza legittima. La prima cosa che notiamo è proprio la distanza, la differenza. Solo con un atto riflessivo Io posso capire che cosa ha voluto comunicare l'Altro con il gesto (o il segno, o il comportamento) che ho visto fare. La ragione relazionale [mi] "fa vedere la comunanza con l'Altro come persona e [mi] induce ad elaborare il perché della differenza, il suo significato" (p. XI).

Il libro è più di un saggio: è il programma d'uso dell'approccio basato sull'interculturalità. Attraverso la ragione Io posso bilanciare cosa ho in comune e cosa mi differenzia dall'Altro. L'esito di quest'uso della ragione è il riconoscimento dell'Altro così com'è. Ecco un'altra definizione di ragione relazionale. Girando pagina (p. XII) leggo una cosa che non mi aspettavo: l'Autore afferma che il costruzionismo è sbagliato. La posizione costruzionista, infatti, non dà valore a un uso critico della ragione basato sulla realtà (ennesima definizione di ragione relazionale) perché afferma che la differenza sociale è una pura invenzione sociale. Io sono d'accordo e voi?

A pag. XI l'Autore ha parlato di "atto riflessivo" e della sua importanza. Per capire l'Altro e il suo comportamento, Io devo attivare una certa riflessività, in me stesso e nella relazione con l'Altro (p. XX). Qualcuno vuole una definizione di riflessività? Eccola: è un interrogarsi, da parte di un soggetto, nella propria conversazione interiore, sui propri convincimenti, dubbi, emozioni, [...] alla luce di come essi si formano nel relazionarsi con l'Altro (p. XX). "Ossia è l'attivazione di un processo di conoscenza sulla nostra conoscenza".

L'Introduzione finisce qui, poi inizia il libro. Se XXII pagine mi hanno fatto prendere tutti questi appunti, chissà il libro! Garantisco che ci sono molti concetti interessanti. Per non rendere pesante la mia recensione e per dimostrare che comunque l'ho letto, riproduco alcuni flash:
- L'Autore confuta il pensiero di Gian Enrico Rusconi (2000) quando lo storico piemontese afferma che a nessuno dev'essere permesso di parlare di "verità" quando parla in pubblico;
- Il multiculturalismo non implica alcun apprendimento reciproco fra le culture;
- L'idea multiculturalista consiste nello svuotare le relazioni sociali (vissute nella sfera pubblica, ma con evidenti riflessi nella sfera privata) di ogni contenuto di senso etico trascendente. La vittima sacrificale di questa mutazione della cultura comune è l'umano;
- Il limite intrinseco del m. [...] è la mancanza di relazionalità fra le culture che esso istituzionalizza. E' semplicemente cieco [...] di fronte alla cultura come fatto relazionale.

Sono importanti gli schemi concettuali che appaiono nel libro. Suggerisco l'approfondita lettura dei nn: (1) (p. 15), (3) (p. 46), (4) (p. 55), (5) (p. 85).
Importanti anche le Figure: (1) (p. 101), (2) (p. 106), (3) (p. 111), (4) (p. 120).

Quando parla di società "dopomoderna" (invece che postomoderna) l'Autore intende riferirsi a quei Paesi in cui lo Stato accorda un riconoscimento appropriato e riflessivo alla religione e al mondo delle sfere associative di società civile (p. 132).