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 Libro del mese   

Anno 2012


Comunicazione organizzativaMARZO 2012Prima edizione, 2009



Gli Autori

Lucio Argano insegna Gestione della cultura e degli eventi all'Università Roma Tre e all'Università Cattolica di Milano.

Paolo Dalla Sega insegna Drammaturgia degli eventi all'Università Cattolica di Milano.

Lucio Argano
Paolo Dalla Sega


Nuove organizzazioni culturali.
Atlante di navigazione strategica


Editore

FrancoAngeli, 2009.
Collana "Pubblico, professioni e luoghi della cultura".


Il libro verte sulle organizzazioni culturali. Che vengono definite in questi termini: "sono sia l'essenza fondamentale di un'arena sociale [in cui domina l'incertezza e la competizione], sia l'insieme di lavoratori della conoscenza che operano su ruoli e 'copioni' più o meno ampi, realizzando dei processi prevalentemente basati sull'immaterialità". Mi sembra di capire che la definizione descriva sia l'aspetto "esterno" che quello "interno" delle realtà culturali.

Il volume è molto ben strutturato: il primo capitolo è uno sguardo sulla società attuale, caratterizzata da mutamenti rapidi e profondi; il secondo capitolo descrive il mondo della cultura; il terzo ha come oggetto la definizione di metodologie adeguate a conoscere (e quindi a capire) la realtà culturale.

Dopo tre capitoli dedicati al mondo esterno all'organizzazione, col quarto capitolo la trattazione passa a descrivere il mondo interno all'organizzazione. Il capitolo ruota attorno a un concetto tranchant: in un ambiente, come quello attuale, immerso nell'incertezza, le organizzazioni che si adattano meglio (che "navigano meglio", secondo il lessico usato nell'opera) sono quelle che "navigano" senza una mappa precisa e che approfittano delle opportunità che si presentano. Una sola cosa deve rimanere ferma: il 'sogno', che è, in altre parole, l'obiettivo fondamentale, quello per il quale l'organizzazione esiste.

Quindi le organizzazioni culturali devono mettersi costantemente in discussione (consiglio di leggere tutto il paragrafo 2 del IV capitolo, pagg. 87-94). L'organizzazione deve togliersi i panni dell'atelier e scendere nell'agorà (p. 90). L'atelier è la metafora della struttura gerarchica (un maestro - tanti allievi); l'agorà è la metafora della relazione uno-a-uno. In questo contesto diventa decisivo il ruolo delle risorse umane: sono esse la vera ricchezza dell'organizzazione. Che diventa il luogo dell'apprendimento.

Con il quinto capitolo l'oggetto della trattazione torna ad essere il mondo esterno. Che tipi di relazioni (di "alleanze") deve attivare ("stringere") l'organizzazione? Una frase centrale è a pag. 102: "L'organizzazione culturale sviluppa in modo perenne relazioni sia con l'ambiente esterno sia all'interno di se stessa […] e mette in campo in eguale misura relazioni interpersonali [sia] dei propri componenti a ogni livello [sia] relazioni più o meno strutturate dell'organizzazione in quanto tale, tanto che l'insieme delle relazioni stesse costituisce una parte considerevole del proprio capitale intellettuale". Il resto del capitolo è un approfondimento di questa frase.

Gli ultimi tre capitoli sono quelli più operativi. Nel sesto si parla esplicitamente della formulazione dell'offerta. Si definisce la struttura portante del progetto culturale. A fronte di un sistema di offerta deve esistere una struttura di reperimento e gestione fondi: il settimo capitolo introduce il concetto di sostenibilità economico-finanziaria. L'ottavo e ultimo capitolo pone l'accento sul valore, oltre a quello economico, realmente e complessivamente espresso da un'organizzazione culturale. La somma del capitale finanziario e del capitale intellettuale "messi in campo" dall'organizzazione creano "valore per gli artisti e la comunità artistica e scientifica; valore per i collaboratori; valore per fornitori, mass media e partner; valore per i finanziatori pubblici e privati" (p. 175).